Ada decide, pratiche di partecipazione per bambini e ragazzi

La partecipazione attiva alla democrazia comincia fin da piccoli: per questo è bene educare i bambini alla responsabilità e al rispetto verso gli altri

Sonia Bozzi , redattrice

Ogni volta che si ha la fortuna di ascoltare le parole infuocate di Luigi Ciotti, fondatore di Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) si torna a casa con la parola “partecipazione” che rimbomba nella testa. Lui, che da sempre combatte contro ogni tipo di organizzazione mafiosa, non fa che ripeterlo: la mafia ha paura della “partecipazione” perché genera una forza superiore a quella delle armi e del denaro. Così, ogni volta che parla, invoca a gran voce il rispetto dell’articolo 4 della nostra Costituzione, quello secondo il quale «ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte di vita, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società».

Rifiutare l’indifferenza

Parole ferme, pronunciate con voce appassionata, che inchiodano ognuno di noi alle proprie responsabilità, alle conseguenze di nostri mancati gesti quotidiani. Parole di fronte alle quali è difficile tirarsi indietro, come cittadini e come educatori dei nostri bambini. Già, perché se riconoscessimo le nostre responsabilità, sentiremmo tutto il peso di queste parole e l’inadeguatezza dei nostri stili educativi, sentiremmo di dover tornare a cercare quell’equilibrio tra l’io e il noi che abbiamo perduto chissà quando.

In parole povere, dovremmo educare al rifiuto dell’indifferenza e al valore della democrazia, poiché se tutti i cittadini sono tenuti a partecipare al progresso e al benessere sociale, anche i bambini lo sono. Dovremmo insegnare loro che quando si è in tanti si decide insieme, che per far funzionare le cose sono necessarie delle regole, che lamentarsi senza fare non serve, che la responsabilità e la condivisione sono utili al bene di tutti, che a ogni diritto corrisponde un dovere. È un duro lavoro, ci rendiamo conto. La partecipazione richiede tempo, impegno e passione.

Se non la scuola, almeno i libri

In questi ultimi, lunghi anni, durante i quali l’educazione civica è stata bandita dalle scuole e dalle case, l’editoria per l’infanzia ha risposto all’esigenza di dare spazio e attenzione ai temi della partecipazione democratica. Siamo veramente grati a queste isole di resistenza e ne parliamo sempre con grande piacere.

La piccola casa editrice Sinnos ha appena pubblicato un intero libro dedicato alla “partecipazione”, s’intitola Ada decide. Partendo proprio dal famoso articolo 4 della nostra Costituzione, questo prezioso librino spiega, per filo e per segno, i basilari princìpi di ogni democrazia applicati alla vita reale: come si fa per decidere quando si è in tanti rispettando le idee di tutti, perché è importante agire insieme, quali possono essere i vantaggi, come si può intervenire per risolvere un problema di tutti.

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Nulla è tralasciato in questo accurato lavoro, e gli autori non mancano di spiegare come si costituisce un laboratorio di cittadinanza, come si organizza un’assemblea, una riunione, una raccolta di firme, cos’è un voto e cos’è una delega, tutte pratiche utilizzabili nella vita quotidiana dei bambini, nel loro rapporto con il territorio, con gli adulti di riferimento, con i compagni. Infine, propongono degli esempi di pratiche auto-organizzative, grandi occasioni per esercitare autonomia e partecipazione.

Un libro bellissimo, quasi sovversivo nella sua limpidezza, che presuppone un fatto semplice ma imprescindibile: l’alleanza educativa tra gli adulti e i bambini, un’alleanza dalla quale nessun può sentirsi escluso.

Ada decide, pratiche di partecipazione per bambini e ragazzi
A. Roveda, V. Valentina
Editore: Sinnos , 2011 - 96 pagine
Articolo pubblicato il 11/06/2015 e aggiornato il 26/10/2022

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