Sostanze nocive nei vestiti per bambini

Impariamo a scegliere vestiti i cui tessuti non contengano sostanze potenzialmente nocive per la salute

Giacomo Toffol , pediatra
vestiti per bambini in negozio

Dalla fibra al capo d’abbigliamento

Nei vestiti può nascondersi un pericolo per la salute, lo confermano test effettuati dalle associazioni di consumatori che hanno portato, tempo fa, al ritiro dal mercato di alcuni pigiami a causa del contenuto di coloranti a rischio e di ftalati.

I tessuti sono composti da fibre di diversa origine: naturali, prodotte da organismi vegetali o animali (cotone, seta, lana, canapa); artificiali, ottenute partendo da prodotti naturali come la cellulosa, trasformati in filato (viscosa, acetato); sintetiche, ottenute da composti chimici di sintesi derivati dal petrolio (poliestere, nylon, acrilico e fibre poliammidiche in genere).

La fibra più usata, soprattutto per i neonati, è il cotone, la più sicura da un punto di vista sanitario. Le fibre naturali, in origine, hanno un colore neutro e una consistenza non adatta all’utilizzo nell’abbigliamento, perciò tessuti e filati vengono tinti immergendoli in un colorante; segue il “finissaggio”, che dà al materiale una consistenza morbida, una maggiore stabilità al lavaggio e un effetto antipiega. Spesso per decorare e rendere più accattivanti i capi vengono applicate stampe colorate e plastificate.

Le sostanze potenzialmente nocive

Durante tutte queste fasi di lavorazione si utilizzano sostanze chimiche come formaldeide, coloranti e ftalati, che possono essere nocive se assorbite attraverso la pelle, o per ingestione attraverso il succhiamento dei vestiti. Per tale motivo esistono norme europee che ne regolamentano l’utilizzo.

Vediamo in sintesi gli effetti delle sostanze utilizzate: la formaldeide è irritante per le mucose e può provocare una dermatite da contatto; fortunatamente è idrosolubile e quindi può essere eliminata con lavaggi frequenti. In caso di esposizione prolungata, la formaldeide può essere persino cancerogena, come anche alcuni coloranti il cui uso è infatti vietato. Gli ftalati sono utilizzati come “leganti” e ammorbidenti nelle materie plastiche, e nell’abbigliamento si trovano nei capi decorati con stampe plastificate. Possono alterare la funzionalità del sistema endocrino con effetti a carico dell’apparato riproduttivo e perciò non possono essere impiegati nella produzione di giocattoli. Per lo stesso motivo non andrebbero utilizzati neppure negli oggetti che i bambini possono succhiare.

Alcuni coloranti possono causare sensibilizzazione e dermatiti da contatto, soprattutto quelli sintetici cosiddetti “dispersi” (il nome deriva dalla modalità di tintura della fibra, per dispersione) e in particolare quelli di tipo azoico e antrachinonico. Al contrario, i coloranti naturali finora esaminati non causano mai problemi di tipo allergologico. I coloranti nocivi (soprattutto colori scuri) sono utilizzati principalmente per la tintura delle fibre sintetiche.

Consigli per gli acquisti

Privilegiamo le fibre naturali, evitando i colori scuri e i capi con stampe plastificate. Laviamo accuratamente i vestiti prima di indossarli o farli indossare ai bambini. L’acquisto di prodotti “Made in Italy” è, in linea generale, garanzia di buona qualità, anche se talvolta le materie prime sono acquistate in Paesi dove le normative per l’utilizzo di sostanze nocive sono meno restrittive. Esiste un marchio internazionale, Oekotex, che rilascia una certificazione di garanzia. I capi con questo marchio sono sottoposti ad accurati controlli per garantire che non vengano utilizzate sostanze nocive oltre i valori consentiti.

Osserviamo con attenzione anche gli accessori: i lacci devono avere una lunghezza tale da non permetterne l’attorcigliamento attorno al collo e i bottoni devono essere ben fissati per evitare il rischio di ingestione o inalazione.

Articolo pubblicato il 02/01/2014 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura Valentyn Volkov / Shutterstock.com

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