Punture di medusa sui bambini: rimedi e cosa non fare

Le meduse possono rappresentare un fastidioso pericolo per i bagnanti ma, soprattutto, per i bambini. Vediamo allora qualche consiglio pratico su cosa fare in caso di contatto e quali sono invece le soluzioni da evitare

Simona Bursi , pediatra
bambina punta da una medusa con il padre

Cosa fare se una medusa punge il bambino? Quali sono i rimedi naturali per i morsi di medusa? Meglio comprare uno spray in farmacia? Si interrogano i genitori dopo aver prenotato le vacanze al mare con i più piccoli, che potrebbero avere un incontro ravvicinato con uno di questi animaletti del mare.

La medusa si presenta con una forma gelatinosa, è elegante e sinuosa, ha colori scintillanti e filamenti fluorescenti. Eppure, nonostante l’aspetto affascinante, che attrae molto i piccoli, la medusa può rappresentare un fastidioso pericolo per i nostri bambini.
Vediamo insieme qualche consiglio su cosa fare in caso di contatto, quali sono le soluzioni efficaci per una puntura di medusa sui bambini e cosa invece è bene evitare per non peggiorare l’irritazione.

Puntura di medusa: sintomi e come come riconoscerla sul bambino

Quando una medusa punge, un bambino o un adulto, nella maggior parte dei casi i sintomi sono limitati a reazioni locali e cutanee. Gli effetti locali in seguito al contatto con una medusa includono:

  • dolore e prurito intensi;
  • dermatite con rossore cutaneo;
  • presenza di pomfi e vescicole;
  • gonfiore nella zona di contatto; 
  • danni cutanei irreversibili (molto più raramente). 

La zona del corpo toccata dai tentacoli di questo animale potrebbe apparire come nella foto (l’estensione della zona colpita dipenderà dal tipo di contatto).

aiv1112 / iStock

Sintomi meno comuni, quando si viene punti da una medusa, possono invece essere: malessere, debolezza, febbre, brividi, spasmi muscolari, nausea, vomito, lacrimazione, vertigini e difficoltà respiratoria. Sono stati descritti anche rari casi di morte per shock anafilattico in seguito a contatto esteso.

Solo in circa l’8,7% dei casi di puntura di medusa si possono avere delle complicazioni, principalmente legate a reazioni allergiche

Cosa fare per le punture di medusa: rimedi per i bambini

Il dibattito su come attenuare i sintomi della puntura di medusa non è solo uno dei tormentoni che caratterizzano le conversazioni sotto l’ombrellone, ma una vera e propria discussione nata dalla mancanza di un protocollo di trattamento standard relativo al contatto con meduse tipicamente presenti nei nostri mari.
Le soluzioni tradizionali, che spesso molti bagnanti consigliano, sono tantissime e vanno dal lavare la zona con acqua dolce, all’uso di spray per alleviare l’infiammazione, ma alcune non solo non funzionano (e risultano delle semplici credenze), ma possono anche peggiorare il bruciore.

Sulla base degli studi e delle evidenze più recenti, si può riassumere che, in caso di puntura di medusa, per il bambino le migliori soluzioni da attuare sono:

  • Tranquillizzare il piccolo e farlo respirare normalmente. Se si è vicini alla riva, farlo uscire dall’acqua. Se ci si trova al largo, sorreggere il bambino e richiamare l’attenzione per farsi aiutare, in particolare se anche l’accompagnatore è venuto a contatto con la medusa;
  • verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e, nel caso, eliminarle delicatamente con le mani (o passando sulla cute una tessera di plastica);
  • lavare abbondantemente la zona interessata con acqua di mare per tentare di diluire la sostanza tossica non ancora penetrata (non utilizzare acqua corrente in quanto l’acqua dolce può contribuire a diffondere le neurotossine);
  • applicare gel astringente al cloruro di alluminio, che si trova tranquillamente in farmacia, che ha un’immediata azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine (in alternativa si può usare una crema a base di cortisone, anche se ha un effetto più ritardato);
  • se subito dopo il contatto la reazione cutanea si diffonde e compaiono altri sintomi come difficoltà respiratoria, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, confusione, chiamare immediatamente il 118;
  • nei giorni successivi, per circa due settimane, utilizzare protezione solare totale nella zona colpita, in quanto essa rimane sensibile alla luce solare e tende a scurirsi rapidamente.

Cosa “non” fare in caso di contatto con una medusa

Ora che abbiamo stabilito cosa è bene fare nel caso in cui il bambino tocchi una medusa, andiamo invece a vedere cosa si deve evitare, per non peggiorare la situazione. In seguito a contatto con una medusa non bisogna:

  • grattare l’area interessata, anche se è la prima reazione istintiva, in quanto si rischia di liberare ulteriore veleno;
  • applicare un bendaggio, perché incrementerebbe la quantità di veleno che viene iniettata;
  • lavare con soluzioni alcoliche, succo di limone, aceto o urina che sono ritenuti inutili o addirittura dannosi;
  • strofinare la zona colpita con sabbia o con una pietra tiepida, perché, nonostante le tossine vengono inattivate dal calore, affinché ciò avvenga, bisogna raggiungere una temperatura di circa 50°C. Meglio, quindi, non rischiare un’ustione.

Punture di medusa: perché sono sempre più frequenti?

Da ormai diversi anni si assiste a un crescente aumento della popolazione di meduse nel Mediterraneo, un fenomeno causato non solo dai cambiamenti climatici. Da vari dati raccolti, basati su centinaia di segnalazioni dei bagnanti, è emerso che dal 2009 al 2016, gli avvistamenti sono aumentati di oltre 10 volte.

Una vera e propria invasione causata da molteplici fattori, come la pesca indiscriminata (che riduce il numero di pesci che competono con le meduse per l’alimentazione), e l’effetto serra, che riscalda le nostre acque rendendole ambienti favorevoli per le specie tropicali. 

Le punture di medusa rappresentano quindi un problema emergente di salute ambientale che interessa in primo piano i bagnanti più sensibili, ovvero i bambini e, tra questi, i più piccoli. Sono, infatti, tra i motivi più comuni di richiesta di assistenza medica nel periodo estivo, soprattutto nelle strutture di primo soccorso presenti sulle coste ad alto impatto turistico.

Tutte le meduse sono pericolose?

No, non tutte le meduse presenti nel Mediterraneo. Nei nostri mari esistono diverse specie di meduse, di cui solo alcune urticanti. Tra queste, la più comune è la Pelagia noctiluca, detta anche “medusa luminosa”, che ha piccole dimensioni ma tentacoli sottili e molto lunghi i quali, sotto stimoli fisici o chimici, liberano un veleno caratterizzato da una varietà di componenti che hanno delle proprietà urticanti per la nostra pelle.

Articolo pubblicato il 17/07/2017 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura Dobrila Vignjevic / iStock

Condividi l'articolo