Gastroenterite nei bambini: sintomi e rimedi

La malattia di solito si risolve in pochi giorni senza particolari problemi, ma quando gli episodi di vomito e diarrea sono numerosi c’è il rischio che il bambino vada incontro alla disidratazione. In questo caso occorrerà prestare molta attenzione ad alcuni segnali

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Lilia Morabito , pediatra
bambina con gastroenterite

La gastroenterite è un’infezione che colpisce lo stomaco e l’intestino ed è di solito causata da virus – come ad esempio il Rotavirus o i Norovirus – che danneggiano la mucosa intestinale. Ciò causa la perdita di una maggiore quantità di acqua e sostanze nutritive assieme alle feci, che diventano per questo motivo più liquide. Accanto alla diarrea, i bambini con gastroenterite possono presentare anche il vomito, che è un riflesso innescato dallo stato infiammatorio-infettivo che interessa l’intestino.

La gastroenterite nei bambini è un evento molto frequente e spesso si presenta sotto forma di piccole epidemie che coinvolgono soprattutto i più piccoli, ad esempio quelli che frequentano l’asilo. La malattia di solito si risolve in pochi giorni senza particolari problemi, ma a volte, a causa delle perdite di liquidi dovute al vomito e alla diarrea, può determinare dei quadri di disidratazione che richiedono il ricovero in ospedale. 

Gastroenterite nei bambini: sintomi

Come capire se il bambino ha la gastroenterite? I sintomi principali della gastroenterite nei bambini sono il vomito, la diarrea e il mal di pancia, che di solito è più forte in coincidenza con le scariche di diarrea. Questi sintomi possono essere presenti contemporaneamente oppure comparire uno dopo l’altro.

Altri sintomi della gastroenterite sono la mancanza di appetito, la nausea e la febbre, che può essere molto alta oppure non superare i 37-37,5 gradi.

Come già accennato, quando gli episodi di vomito e diarrea sono numerosi c’è il rischio che il bambino vada incontro alla disidratazione, che si verifica quando viene persa una parte importante dell’acqua e dei sali minerali normalmente presenti nel nostro organismo. La disidratazione si verifica più spesso nei bimbi molto piccoli, cioè di età inferiore ai 3 anni. In questi casi il bambino è pallido, abbattuto, sonnolento, senza forze, fa pochissima pipì e può perdere peso. Altri segni della disidratazione sono il pianto senza lacrime, la pelle asciutta e poco elastica e, nei neonati, l’avvallamento della fontanella nel neonato

Tra i sintomi della gastroenterite c’è anche il famigerato “acetone”, che spesso preoccupa i genitori. Quando i bambini vomitano e non mangiano, il loro organismo utilizza altre sostanze al posto degli zuccheri per produrre energia, e in questo modo si formano i cosiddetti corpi chetonici, che causano l’acetone (come spieghiamo in questo articolo). È quindi importante che durante una gastroenterite il piccolo riesca non solo a bere ma anche ad assumere alimenti contenenti zuccheri, che ostacolano la formazione dei corpi chetonici e quindi la comparsa dell’acetone.

Come curare la gastroenterite nei bambini? 

Nella maggior parte dei casi la gastroenterite va via da sola e non sono necessari dei farmaci specifici per curarla. L’obiettivo della terapia della gastroenterite non è infatti quello di bloccare il vomito o fermare la diarrea, ma evitare che il bambino si disidrati. Per fare ciò è necessario reintegrare le perdite di liquidi e di sali minerali che si verificano. 

La reidratazione va effettuata di norma per bocca, utilizzando le soluzioni reidratanti orali presenti in commercio; si deve ricorrere alla via endovenosa, cioè attraverso delle flebo, solo se il bambino non riesce a reidratarsi per bocca.

La soluzione reidratante orale va assunta a piccoli sorsi, pari a circa un cucchiaino da caffè (o 2 ml se si utilizza la siringa) ogni due minuti; l’assunzione di piccole quantità alla volta è indicata per evitare la stimolazione del vomito, che può facilmente verificarsi se si assume un maggiore quantità tutta assieme.

La quantità totale di liquidi da reintegrare con la soluzione reidratante orale dipende dal peso del bambino e dalle perdite subite. In generale, se il piccolo pesa meno di 10 kg bisogna somministrare circa 60-120 ml di soluzione reidratante per ogni episodio di diarrea/vomito. Se invece il peso è superiore ai 10 kg, la quantità di soluzione da assumere è pari a 120-240 ml per ogni scarica o episodio di vomito.

Una volta scomparso il vomito è possibile dare anche dei sorsi più grandi (pari a due cucchiaini o 4 ml di soluzione) ogni 5-10 minuti e, se il bimbo non vomita più da almeno quattro ore, è possibile farlo mangiare. L’assunzione di bibite gassate o succhi di frutta è sconsigliata poiché il contenuto di acqua, zucchero e sali minerali di queste bevande non è adeguato e in alcuni casi l’effetto può essere contrario a quello desiderato, cioè un peggioramento della diarrea. 

Esistono dei rimedi per la gastroenterite nei bambini? Esistono anche rimedi naturali per la gastroenterite dei bambini. I tannini, contenuti in diverse piante medicinali come il tè e il mirtillo nero, sono infatti sostanze utili nei bambini con gastroenterite, in quanto proteggono la mucosa intestinale dall’effetto dannoso dei microbi e riescono a limitare la perdita di acqua e di sali minerali attraverso l’epitelio intestinale. Non bisogna però dimenticare che questi rimedi naturali possono solo essere un aiuto in più per i bambini con gastroenterite, che necessitano prima di tutto di essere reidratati.

Cosa far mangiare al bambino con gastroenterite? È assolutamente sconsigliato effettuare diete particolari, prolungare il digiuno o forzare il piccolo ad assumere alimenti controvoglia. Il bambino con la gastroenterite può seguire un’alimentazione normale e assumere qualunque alimento a lui gradito; se è allattato al seno deve poter poppare tutte le volte che lo richiede.

Gastroenterite nei bambini: quando andare in ospedale

Se il bambino continua a vomitare anche dopo piccoli sorsi di soluzione reidratante orale, se è molto abbattuto e sono presenti i sintomi della disidratazione (labbra, bocca e pelle asciutte, scarsità o assenza di lacrime, sonnolenza, pannolini asciutti da molte ore), è bene portarlo in ospedale perché potrebbe essere necessaria una reidratazione attraverso flebo. 

L’andamento e la durata dei sintomi è variabile da bambino a bambino e dipende anche dal microrganismo che ha provocato l’infezione, nel senso che in alcuni casi i sintomi possono durare meno di 48 ore e in altri invece prolungarsi per più giorni: per questo motivo non è possibile dire con certezza quanto dura la gastroenterite nei bambini.

Si può prevenire la gastroenterite nei bambini?

La prevenzione delle “epidemie” di gastroenterite si basa sul rispetto di semplici norme igieniche, come:

  • lavare accuratamente le mani, soprattutto dopo aver usato il bagno e prima di toccare il cibo;
  • pulire bene le superfici (tavoli, sedie eccetera) che possono essere state “contaminate” da eventuali soggetti infetti;
  • evitare di mandare il bambino in comunità infantile durante la malattia e per le 48 ore successive alla scomparsa dei sintomi (questo per impedire che possa contagiare altri compagni).

Per quanto riguarda inoltre la gastroenterite causata dal Rotavirus, oggi esiste anche un vaccino specifico, previsto anche dal Calendario nazionale delle vaccinazioni redatto dal Ministero della Salute.

L’infezione da Rotavirus è infatti la causa più comune di diarrea virale dei bambini al di sotto dei 5 anni. Il vaccino viene somministrato per bocca sotto forma di gocce in due o tre dosi secondo il tipo di vaccino. È stato visto che nei bambini vaccinati contro il Rotavirus il rischio di ricovero per forme gravi di infezione è notevolmente ridotto. La vaccinazione anti Rotavirus può essere effettuata in tutti i bambini, anche quelli nati prematuri, a partire dalla sesta settimana di vita. 

Le dosi successive dovrebbero essere somministrate dopo almeno un mese dalla prima dose e il ciclo completo di vaccinazione dovrebbe terminare entro sei mesi per il vaccino che comprende due dosi ed entro otto mesi per quello che ne prevede tre. 

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Lilia Morabito

calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio percorso di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Centro di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2019 scrive per Uppa.

Articolo pubblicato il 03/01/2022 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura towfiqu ahamed / iStock

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