Posso allattare se…

È bene sfatare tutta una serie di miti e false credenze che tendono a scoraggiare l’allattamento: meglio conoscere, piuttosto, il reale funzionamento della produzione di latte, così da favorire questo naturale processo tanto importante per mamma e figlio

Immagine per l'autore: Natalia Camarda
Natalia Camarda , pediatra e consulente IBCLC
Madre allatta il proprio bambino

La maggior parte delle domande che le neomamme mi rivolgono in ambulatorio inizia sempre con «Posso allattare se…?». Tante sono le preoccupazioni delle donne durante il periodo dell’allattamento, e questo succede perché sono ancora numerosi e molto diffusi i miti e le false credenze su questo naturale processo, mentre è poco conosciuto il reale funzionamento della produzione di latte. Proviamo a rispondere ad alcune delle domande più frequenti.

…prendo dei farmaci?

Quando una donna in fase di allattamento deve seguire una terapia farmacologica o assumere anche occasionalmente un farmaco, i dubbi e le preoccupazioni riguardano la paura che le sostanze medicinali in questione possano passare nel latte materno e avere conseguenze negative sul bambino. Talvolta sono gli stessi operatori sanitari (quelli magari meno preparati sull’argomento) a consigliare erroneamente di sospendere le poppate, e in questi casi le mamme si troveranno di fronte a un bivio: scegliere di seguire la cura farmacologica e smettere di allattare il bambino oppure proseguire con l’allattamento a costo di non assumere il farmaco.

Oltre a questo, leggendo i foglietti illustrativi dei medicinali, si potrebbe dedurre (sempre erroneamente) che l’80% dei prodotti in commercio sia incompatibile con l’allattamento. In realtà le evidenze scientifiche ci danno tutt’altro riscontro: i farmaci sono solitamente perlopiù compatibili con la prosecuzione dell’allattamento; quelli non compatibili (o per i quali non si dispone di dati o studi sufficienti) andranno sostituiti da farmaci alternativi che possono essere assunti senza problemi. Se invece è proprio necessario assumere un farmaco rischioso durante l’allattamento, allora un consulente professionale IBCLC o un operatore formato potrà aiutare la donna a gestire la situazione e a sospendere l’allattamento solo temporaneamente. In generale, possiamo affermare con sicurezza che: 

  • per tutti i farmaci di uso più comune (antibiotici, analgesici, antipiretici, antistaminici, cortisonici) esistono dei principi attivi che possono essere utilizzati in allattamento;
  • i farmaci topici, cioè quelli che si usano per via locale (gocce per l’occhio o per l’orecchio, spray nasali, aerosol, creme e pomate) sono sicuri e raramente richiedono cautela. L’uso di iodopovidone dovrebbe essere evitato, mentre alcuni cortisonici dermatologici vanno usati con prudenza, a seconda del tipo di farmaco, dell’estensione dell’area da trattare e del grado di infiammazione della cute. Via libera ai farmaci per l’anestesia locale, che si utilizzano per piccoli interventi e cure dentarie.

…faccio un’indagine radiologica?

I raggi X e gli ultrasuoni non hanno alcun effetto negativo sul latte materno e per tale motivo è possibile eseguire radiografie ed ecografie in qualunque parte del corpo, anche alle mammelle. Anche per quanto riguarda le indagini che si eseguono somministrando un “mezzo di contrasto”, cioè una sostanza che definisce meglio l’organo o la parte del corpo che si vuole studiare, la situazione è favorevole all’allattamento: quelli di uso più comune (bario, gadolinio e mezzi di contrasto iodati) sono tutti compatibili, poiché non passano nel latte materno, o comunque lo fanno in quantità non pericolose.

Per quanto concerne le indagini diagnostiche che invece impiegano mezzi di contrasto diversi da quelli sopra menzionati, o se si devono utilizzare sostanze radioattive, sarà utile consultare direttamente il medico che effettuerà l’esame o il proprio operatore di fiducia per verificare la compatibilità con l’allattamento. Infine, nei casi in cui l’allattamento deve essere temporaneamente interrotto, magari per via di un esame programmato in anticipo, si può pensare di fare qualche “scorta” di latte da conservare e da offrire al bambino durante i giorni o le ore di sospensione. L’importante è che la madre continui a tirare il latte nei giorni in cui il bambino non potrà attaccarsi al seno per mantenere la produzione.

…sto male?

Febbre, tosse, vomito, diarrea, raffreddore e mal di gola non hanno nessuna controindicazione per l’allattamento; anzi, continuare ad allattare ha dei vantaggi per il bambino. Non ha senso, infatti, interrompere le poppate per cercare di preservare il piccolo da un possibile contagio: è molto probabile che questo sia già avvenuto ancor prima della comparsa dei sintomi nella madre. Proseguire l’allattamento anche con la febbre, invece, farà sì che il bambino non manifesti sintomi o lo aiuterà comunque a guarire prima, perché proprio attraverso l’assunzione del latte materno riceverà le difese specifiche che la madre ha prodotto per quella patologia. Inoltre, l’allattamento durante i periodi di malattia del bambino rappresenta una soluzione molto importante nella prevenzione della disidratazione, dal momento che, nella quasi totalità dei casi, è l’unico alimento che il piccolo assume volentieri.

Inoltre, l’allattamento può proseguire anche se:

  • voglio usare una tintura per capelli;
  • mi è tornato il ciclo mestruale;
  • voglio riprendere a fare sport;
  • sono una mamma fumatrice (abbiamo parlato del fumo in allattamento in questo articolo);
  • il bimbo ha la diarrea;
  • ho la mastite;
  • voglio fare un tatuaggio;
  • stasera mangio sushi;
  • voglio fare la manicure Il bambino ha frequenti rigurgiti;
  • voglio fare una dieta dimagrante bilanciata;
  • sono miope;
  • ho le ragadi (anche se fuoriesce sangue);
  • al bambino è spuntato il primo dentino.

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Natalia Camarda

pediatra, consulente professionale in allattamento IBCLC e insegnante di massaggio infantile AIMI, esegue consulenze specialistiche sull’allattamento per futuri genitori e neogenitori, aiutandoli a risolvere eventuali difficoltà prima e dopo la nascita, e in qualunque fase dell’allattamento.

Articolo pubblicato il 27/04/2020 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura Wavebreak / iStock

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