Bolle di sapone e batteri. Quali rischi?

Non solo rischio di soffocamento e composti chimici indesiderati: la sicurezza dei giocattoli deve includere anche gli aspetti igienico-sanitari

Irene Amoruso , ricercatrice
Bambino che gioca con bolle di sapone

Come scegliere un giocattolo adatto ai più piccoli? La scelta di genitori, nonni, parenti e amici, oltre a valutare il tipo di giocattolo e la sua capacità di favorire lo sviluppo del bambino, dovrebbe sempre considerare i requisiti di sicurezza.

Come ben noto, i criteri irrinunciabili da adottare riguardano l’acquisto dei soli prodotti a marchio CE (originale e non contraffatto) e il rispetto dell’età minima di utilizzo indicata per ciascun gioco. Solitamente, i rischi che più vengono a essere sottolineati – e testati – riguardano la qualità chimica dei materiali utilizzati e il rischio di soffocamento e strangolamento. Esiste però una classe di rischio meno conosciuta, ma non per questo meno importante, che riguarda le insidie microbiologiche.

Giocattoli (a volte) pericolosi

Il rischio microbiologico riguarda in particolar modo quei giocattoli contenenti acqua, come ad esempio le bolle di sapone, le pitture “a dito” o, ancora, i dentaruoli rinfrescanti. La contaminazione da parte di batteri e altri microrganismi del liquido contenuto nei giocattoli è associato alla possibilità che questo venga ingerito, inalato o entri in contatto con la pelle e le mucose. Il rischio di infezione, poi, dipende dal numero e dalla tipologia di microrganismi presenti, ma rappresenta un pericolo per nulla trascurabile, soprattutto visto e considerato il minor grado di accortezza e consapevolezza dei nostri piccoli soffiatori di bolle. Ben sappiamo, infatti, con quale facilità il bacchetto delle bolle di sapone non sia utilizzato esclusivamente per soffiare, in quanto, di solito, viene anche succhiato, e che il liquido saponoso venga talvolta bevuto con soddisfazione o spalmato in gran quantità su mani e viso.

L’entità dell’infezione può inoltre essere esacerbata dalla presenza nel bambino di altre malattie come, per esempio, la fibrosi cistica.

Timore esagerato?

Ma si tratta di un timore esagerato o di un rischio concreto? I fatti parlano chiaro. Nell’estate del 2012 tre bambini sono stati ricoverati in una città del Nord Italia manifestando febbre alta, dolore articolare e mal di gola, con diagnosi definitiva di sepsi batterica (una grave forma di infezione). Il ricovero è avvenuto alcune ore dopo che i tre bambini avevano giocato insieme con una “bacchetta spara-bolle”. L’agente infettivo colpevole, il batterio Pseudomonas aeruginosa, è stato isolato dal sangue dei bambini ma anche nel liquido saponoso del giocattolo che i piccoli avevano condiviso.

Acque contaminate

In seguito a questo episodio, il Ministero della Salute raccomanda la verifica del profilo igienico di tali prodotti mediante l’esecuzione di specifiche analisi microbiologiche. Nonostante ciò, le segnalazioni di giocattoli non conformi continuano a fioccare. Le notifiche confluiscono a livello europeo nell’archivio del sistema di allerta rapida per prodotti pericolosi (RAPEX), consultabile pubblicamente.

Un recente studio dell’Università di Padova ha evidenziato come nel periodo 2012-2018 vi siano state ben 67 segnalazioni di lotti di bolle di sapone contaminate, ma probabilmente si tratta solo della punta dell’iceberg. Le conte microbiche, infatti, in alcuni casi, riportano un valore di oltre 10 milioni di batteri per millilitro di liquido saponoso.
Il medesimo studio ha messo in evidenza come la quasi totalità dei prodotti segnalati provenga dai distretti manifatturieri dell’industria del giocattolo del sud-est della Cina. La spiegazione più probabile sta nel fatto che gli stabilimenti in questione non utilizzino acqua potabile, e quindi già contaminata, per la produzione delle bolle di sapone.

Cosa fare?

Pertanto, la domanda che sorge spontanea è «Come comportarsi?». Dobbiamo forse impedire ai nostri figli di rallegrare piazze, parchi e viali con le frizzanti scie di bolle di sapone? Senza dover ricorrere a una misura tanto drastica, i suggerimenti che possiamo dare sono:

  • Spiegare e monitorare il corretto modo di utilizzo del giocattolo da parte del bambino (abitudine per altro sempre consigliabile);
  • Rispettare l’età consigliata dal produttore (in genere a partire dai 3 anni, ma per alcuni articoli solamente dai 6 anni in su);
  • Ricorrere sempre a un accurato lavaggio delle mani dopo il gioco;
  • Evitare di soffiare le bolle in prossimità di neonati o soggetti particolarmente sensibili.

Per approfondire l’argomento:

Articolo pubblicato il 13/11/2018 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura ljubaphoto / iStock

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