«Dottore, è da qualche settimana che Alice ha queste pustolette sotto l’ascella destra», chiede Alessandra, durante una visita dal pediatra. «Sembra che non le diano fastidio, ma ogni tanto ne spunta una nuova e non vanno via. Cosa possiamo fare?».
Il mollusco contagioso è un’infezione virale della pelle, piuttosto frequente nei bambini ma presente anche negli adulti. Si manifesta con la comparsa di piccole lesioni cutanee, comunemente chiamate “molluschi della pelle”. Queste lesioni possono preoccupare i genitori, che spesso contattano il pediatra per capire cosa sono e come farle andare via. In questo articolo approfondiremo le cause, i sintomi e le possibilità terapeutiche per affrontare il problema.
Responsabile del mollusco contagioso è il poxvirus. Questo virus si può trasmettere tramite il contatto diretto (pelle a pelle) con una persona infetta, oppure, più raramente, attraverso oggetti contaminati, come asciugamani, pettini o giocattoli.
Tra i bambini piccoli, che condividono abbracci, coccole, giochi di contatto e oggetti, questa infezione è abbastanza diffusa.
Anche piccole ferite o abrasioni favoriscono l’ingresso del virus nella pelle. Alcuni studi indicano la dermatite atopica come possibile fattore di rischio, in quanto altera la barriera cutanea. Ad ogni modo, il poxvirus segue un ciclo vitale che termina con la risposta da parte del sistema immunitario.
Nei bambini, il mollusco contagioso è tra le infezioni cutanee più comuni, soprattutto nella fascia d’età 0-6 anni, quando il sistema immunitario è ancora in fase di maturazione e, come abbiamo visto, a causa del frequente contatto fisico tra coetanei.
Le lesioni compaiono spesso in faccia, sugli arti o al tronco, soprattutto nelle aree non coperte dai vestiti (ma non su palmi della mani o piante dei piedi). Si presentano come piccole papule rotondeggianti, lisce, di colore rosa o biancastro, spesso con una piccola fossetta centrale.
Di solito non è presente prurito, che può comparire invece se la pelle si irrita a causa dell’azione di grattarsi. È molto importante evitare di grattare le lesioni, perché ciò aumenta il rischio di sovrainfezioni, così come la possibilità di contagio di altre parti del corpo e di altri bambini.
Anche se meno frequente, il poxvirus può colpire gli adulti. In questa fascia d’età l’infezione si presenta spesso in modo diverso: il mollusco contagioso interessa frequentemente (ma non solo) la zona genitale, come l’inguine e il pube, e viene spesso trasmesso tramite il contatto durante rapporti sessuali.
Negli adulti il prurito a livello genitale può essere il sintomo principale, e la visita medica è importante per differenziare il mollusco da altre patologie con sintomi simili e per prevenire la trasmissione dell’infezione al o alla partner.
Le manifestazioni cutanee sono tipiche e abbastanza facili da riconoscere: piccoli noduli rilevati, lucidi, lisci, di colore perlaceo, bianco o rosa chiaro. Al centro spesso si può notare una fossetta, chiamata anche ombelico.
Come abbiamo visto, nei bambini il mollusco contagioso compare spesso sul viso, sul tronco e sugli arti, mentre negli adulti colpisce soprattutto la zona genitale.
Il mollusco contagioso può causare prurito, soprattutto in caso di irritazione o infezione batterica.
La buona notizia è che il mollusco contagioso è una patologia benigna, che si risolve spontaneamente nel tempo, anche se non sempre rapidamente: possono volerci mesi, fino a 2 anni. Per questo motivo, seguendo le indicazioni delle società pediatriche, alla domanda “cosa posso fare?” solitamente la soluzione indicata è aspettare.
Spesso però i genitori richiedono un intervento terapeutico, talvolta perché le lesioni sono in aumento o perché si sovrappongono impetigine o eczema atopico. In alcuni casi può essere suggerita una terapia locale, che cerca di eliminare il virus e/o di stimolare la risposta immunitaria contro lo stesso. Altre volte si opta per la rimozione, che può essere meccanica (con una specie di pinzetta) o con l’azoto liquido (crioterapia). Vari studi mostrano però che le cure per il mollusco contagioso hanno un tasso di successo solo lievemente superiore rispetto all’astensione terapeutica. Nei bambini inoltre si cerca di evitare trattamenti dolorosi o invasivi, preferendo una strategia più conservativa e di attesa, con attenzione a evitare il grattamento e mantenere una buona igiene.
Si è specializzato in Pediatria presso l’Università degli Studi di Torino. Pediatra del Territorio, fa parte dell’Associazione Culturale Pediatri e del gruppo Pediatria di Genere.