Dermatite seborroica: perché si verifica e come curarla?

Generalmente si manifesta con eritema, desquamazione e, nei casi più severi, formazione di croste giallastre. Impariamo a distinguerla da altre malattie della pelle e a conoscere le terapie indicate

Annamaria Sapuppo , pediatra
Bambino con dermatite seborroica

La dermatite seborroica è una condizione dermatologica cronica e molto comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, sia in età adulta che in età pediatrica. Sebbene non sia contagiosa, può causare notevole disagio e imbarazzo per la comparsa di arrossamento, desquamazione e prurito, che possono interessare diverse aree del corpo contemporaneamente. 

La dermatite seborroica presenta due picchi di incidenza: il primo nei primi tre mesi di vita e il secondo a partire dalla pubertà, con un massimo tra i 30 e i 40 anni.

Comprendere le cause, riconoscere i sintomi ed essere informati correttamente sulle opzioni terapeutiche disponibili è fondamentale per gestire efficacemente questa condizione e migliorare la qualità della vita di chi ne soffre. 

La dermatite seborroica cos’è?

La dermatite seborroica è un’infiammazione cutanea cronica che colpisce principalmente le aree ricche di ghiandole sebacee, che sono abbondanti nella nostra pelle e producono il sebo, una sostanza grassa che contribuisce alla protezione della superficie cutanea dagli agenti esterni. Generalmente si manifesta con eritema (arrossamento), desquamazione e, nei casi più severi, formazione di croste giallastre. Le zone più comunemente interessate includono:

  • cuoio capelluto;
  • sopracciglia; 
  • pieghe nasolabiali;
  • zona retro-auricolare
  • altre aree dove la produzione di sebo è più intensa. 

La desquamazione tende spesso a predominare sul cuoio capelluto, mentre l’eritema è più evidente nelle pieghe flessorie e nelle zone intertriginose, cioè aree del nostro corpo dove due superfici cutanee si toccano o sfregano tra loro, come ascelle, inguine, pieghe del collo, eccetera. È più frequente nel sesso maschile rispetto a quello femminile, probabilmente per effetto della stimolazione da parte degli ormoni androgeni sulla produzione di sebo.

La comparsa di dermatite seborroica sulla fronte è molto frequente. In quest’area si presenta tipicamente con placche eritematose e desquamanti che possono estendersi fino alle sopracciglia e alla zona attorno agli occhi. Spesso i pazienti lamentano prurito e una sensazione di tensione cutanea vicino all’occhio.

Altrettanto comune è la dermatite seborroica sul naso, che interessa le pieghe nasolabiali e le zone accanto alle narici e può essere particolarmente evidente, presentandosi con desquamazione giallastra e arrossamento.

Cause della dermatite seborroica

Le cause della dermatite seborroica sono multifattoriali e non completamente chiarite. Tuttavia, è stato riscontrato che diversi fattori contribuiscono allo sviluppo e al mantenimento della condizione:

  • Malassezia (precedentemente nota come Pityrosporum). Questo fungo, naturalmente presente sulla pelle, gioca un ruolo chiave nell’insorgenza della malattia. La sua proliferazione eccessiva, favorita dall’ambiente ricco di grassi a causa dall’iperproduzione di sebo, può scatenare una risposta infiammatoria che provoca iperproliferazione dello strato corneo, cioè lo strato più superficiale della pelle con conseguente  desquamazione.
  • Fattori genetici. Esiste una predisposizione familiare che suggerisce una componente ereditaria nella suscettibilità alla malattia. La trisomia 21 (Sindrome di Down) rappresenta un ulteriore fattore genetico di predisposizione.
  • Alterazioni della funzione barriera cutanea. Modifiche nella composizione dei grassi del sebo e alterazioni del pH cutaneo possono favorire l’insorgenza della dermatite.
  • Fattori ambientali. Stress, alcuni farmaci (aloperidolo, litio, eccetera), cambiamenti climatici, uso di detergenti aggressivi e cosmetici inadeguati possono scatenare o peggiorare i sintomi.
  • Fattori ormonali. Fluttuazioni ormonali, particolarmente degli androgeni, possono influenzare la produzione sebacea e quindi la manifestazione della malattia. In particolare, l’alta prevalenza della dermatite seborroica infantile tra 1 e 3 mesi di età può essere spiegata da un aumento transitorio nei primi mesi di vita delle gonadotropine, ormoni che regolano l’attività delle gonadi (ovaie e testicoli) ed essenziali per la funzione riproduttiva, innalzando soprattutto i livelli di testosterone.

Dermatite seborroica e condizioni associate

La dermatite seborroica può essere associata a diverse condizioni, che è importante riconoscere. Nell’adolescenza è più frequente l’associazione con acne, obesità, sindrome metabolica, insulino-resistenza e diabete mellito. Nei neonati, invece, di solito non sono note associazioni con altre malattie, sebbene la dermatite seborroica e la dermatite atopica possano svilupparsi nello stesso individuo, creando spesso difficoltà nella gestione terapeutica.

Altre condizioni associate possono essere:

  • Malattie neurologiche. Parkinson, epilessia e altre patologie del sistema nervoso centrale mostrano una maggiore prevalenza di dermatite seborroica.
  • Immunosoppressione. Pazienti HIV-positivi, trapiantati o in terapia immunosoppressiva presentano forme più severe e resistenti al trattamento.
  • Disturbi psichiatrici. Depressione, disturbi dell’umore e stress cronico possono essere sia trigger che conseguenze della condizione.
  • Altre dermatosi. Rosacea, psoriasi e la già citata dermatite atopica possono coesistere o essere confuse con la dermatite seborroica.

Diagnosi di dermatite seborroica

La diagnosi di dermatite seborroica si basa sull’osservazione delle lesioni cutanee e sulla loro distribuzione caratteristica nelle aree ad alta produzione di sebo. In età infantile, ad esempio, oltre al cuoio capelluto, è frequente nella zona del pannolino, dove si può evidenziare come un’eruzione eritematosa, grassa e squamosa, ben delimitata, con tendenza alla confluenza, in assenza di secrezioni. Negli adulti, invece, può anche presentarsi con placche eritematose poco definite, con squame giallo-biancastre e grasse localizzate anche sulla parte anteriore del torace, oltre alle zone tipiche già precedentemente descritte.

In casi dubbi, possono essere utili esami complementari come l’esame microscopico per valutare la presenza della Malassezia o altri miceti o, raramente, la biopsia cutanea.

Dermatite seborroica: differenze con psoriasi, rosacea e dermatite atopica

La diagnosi differenziale con altre malattie della pelle è fondamentale per impostare un trattamento adeguato:

  • Psoriasi. Presenta placche eritematose più spesse, ben demarcate, con desquamazione argentea. Le sedi di predilezione includono gomiti, ginocchia e regione sacrale, oltre al cuoio capelluto. A livello terapeutico, la risposta è lenta ai corticosteroidi topici e nessuna risposta agli antifungini.
  • Rosacea. Colpisce principalmente la parte centrale del viso con eritema persistente, teleangectasie (piccole dilatazioni di vasi sanguigni superficiali, come capillari e venule) e, nelle forme più avanzate, papule eritematose “a cupola” e/o pustole. Manca la componente desquamativa tipica della dermatite seborroica e le aree periorale e perioculare sono solitamente risparmiate.
  • Dermatite atopica. Nella forma infantile, insorge generalmente più tardi, presenta una distribuzione diversa (ad esempio, superfici estensorie degli arti), secchezza cutanea diffusa e spesso una storia personale o familiare di atopia.

Dermatite seborroica sul cuoio capelluto

La sede in cui si manifesta più comunemente la dermatite seborroica è il cuoio capelluto. Nella forma infantile, che si sviluppa di solito entro il primo mese di vita, i neonati affetti presentano desquamazione e croste grasse, bianche o gialle, localizzate in modo focale o diffuso in quest’area. Le lesioni possono ispessirsi al punto da formare la crosta lattea, che spesso rappresenta la prima e talvolta unica manifestazione della dermatite seborroica infantile. 

In adolescenza e oltre, invece, la dermatite seborroica si manifesta di solito come desquamazione grassa del cuoio capelluto (forfora). A differenza della forma infantile, il prurito è un sintomo più comune, talvolta associato a odore sgradevole nelle forme più severe. 

Dermatite seborroica e caduta dei capelli

La dermatite seborroica e la caduta dei capelli rappresentano un binomio che preoccupa molti pazienti. Sebbene la dermatite seborroica non causi direttamente alopecia, può contribuire a un’aumentata caduta dei capelli attraverso diversi meccanismi:

  • Infiammazione follicolare. L’infiammazione cronica può interferire con il normale ciclo rigenerativo del capello.
  • Trauma meccanico. L’azione di grattarsi frequentemente può causare rottura del fusto e trauma al follicolo.
  • Alterazione del microambiente. Le modifiche del pH e della flora batterica cutanea possono influenzare negativamente la crescita dei capelli.
  • Effetti psicologici. Lo stress associato alla condizione può contribuire negativamente sulla caduta dei capelli.

È importante rassicurare i pazienti che, nella maggior parte dei casi, la caduta dei capelli associata alla dermatite seborroica è reversibile con un trattamento appropriato.

Dermatite seborroica: la terapia

Il trattamento della dermatite seborroica richiede un approccio multidisciplinare che tenga conto dell’età del paziente, della severità della condizione e della localizzazione delle lesioni. L’obiettivo principale è il controllo dell’infiammazione e la prevenzione delle recidive.

Le lesioni del cuoio capelluto nella dermatite seborroica infantile rispondono di solito a una detersione più frequente, da sola o in combinazione con shampoo delicati, specificamente formulati, che rappresentano generalmente la prima linea di trattamento.
I principi attivi più efficaci includono:

  • Ketoconazolo 2% (uso pediatrico con cautela). Antifungino ad ampio spettro, particolarmente efficace contro Malassezia. Si consiglia l’uso 2-3 volte alla settimana inizialmente, per poi ridurre la frequenza.
  • Zinco piritione (dai 6 mesi). Combina azione antifungina e antinfiammatoria, con buona tollerabilità anche per uso prolungato.
  • Acido salicilico (dai 2 anni). Agente cheratolitico che favorisce la rimozione delle squame e migliora la penetrazione di altri principi attivi.
  • Solfuro di selenio 2,5% (dai 6 anni). Possiede proprietà antifungine e citostatiche, riducendo il turnover cellulare eccessivo.
  • Catrame di carbone (adulti). Efficace nelle forme più severe, ma con limitazioni estetiche per l’odore caratteristico.

Per massimizzare l’efficacia dello shampoo per la dermatite seborroica, si consiglia di lasciare agire il prodotto sul cuoio capelluto per 3-5 minuti prima del risciacquo e alternare diversi principi attivi per evitare fenomeni di resistenza nel tempo. Importante fare sempre riferimento alle prescrizioni terapeutiche date dal medico. 

L’evoluzione della dermatite seborroica è favorevole nella maggior parte dei casi, portando a piena risoluzione dei sintomi; tuttavia, talvolta possono persistere per alcune settimane macule ipopigmentate residue.

Corticosteroidi topici: quando e come

I corticosteroidi topici, cioè creme applicate sulla cute, rappresentano un pilastro nel trattamento della dermatite seborroica, particolarmente efficaci nel controllo rapido dell’infiammazione acuta. Tuttavia, il loro uso deve essere attentamente monitorato per evitare effetti collaterali. Vengono utilizzati in caso di:

  • fasi acute di malattia con infiammazione intensa;
  • lesioni del viso e del corpo (non cuoio capelluto);
  • fallimento di terapie topiche meno potenti;
  • combinazione con altri trattamenti in cicli brevi;

Vanno scelti, sempre previa prescrizione medica specialistica, corticosteroidi di bassa-media potenza (idrocortisone 1%, flumetasone 0,02%), con applicazione generalmente una volta al giorno per periodi limitati (max 2-4 settimane) per risolvere la sintomatologia acuta e successiva riduzione graduale della frequenza di somministrazione, in quanto l’uso prolungato può portare ad atrofia cutanea, dermatite periorale e telangiectasie, cioè come detto dilatazione di capillari e piccole vene. 

Inibitori della calcineurina

Gli inibitori della calcineurina, agenti modulatori della risposta immunitaria locale, rappresentano un’alternativa preziosa ai corticosteroidi, particolarmente indicati per il trattamento a lungo termine e per le aree sensibili come il viso, in quanto non provocano atrofia cutanea in caso di uso prolungato, mantenendo un buon profilo di sicurezza ed efficacia nel mantenimento della remissione della fase acuta di malattia. I più utilizzati sono:

  • Tacrolimus 0,1% o 0,03%, applicazione due volte al giorno nelle fasi acute.
  • Pimecrolimus 1%, applicazione due volte al giorno, meglio tollerato inizialmente.

È importante informare i pazienti che può verificarsi una sensazione di bruciore iniziale, che tende a diminuire con l’uso continuativo.

Terapie sistemiche e fototerapia

Le terapie sistemiche e la fototerapia sono riservate ai casi più severi, estesi o resistenti ai trattamenti topici convenzionali. Ad esempio, si può ricorrere ad antimicotici sistemici per alcune settimane.

L’isotretinoina, derivato della Vitamina A, noto soprattutto per il suo impiego nel trattamento dell’acne cistica grave, viene riservato a casi di dermatite seborroica eccezionalmente gravi, resistenti a ogni altra terapia. Agisce tramite la riduzione nella produzione di sebo, “terreno fertile” per la crescita della Malassezia, e svolge un’azione antinfiammatoria, favorendo la normalizzazione del processo di cheratinizzazione, cioè di rinnovamento periodico delle cellule della pelle, con minore formazione di squame. Tuttavia, va somministrata per periodi prolungati e può dare secchezza cutanea. 

La Fototerapia con UVB a banda stretta può essere efficace nei casi estesi di dermatite seborroica del tronco, aiutando a ridurre l’infiammazione, in aggiunta ad un effetto immunosoppressivo locale e antimicrobico contro la Malassezia. Il trattamento avviene in ambulatorio medico o in centri specializzati, generalmente le sessioni si ripetono 2-3 volte a settimana per diverse settimane o mesi, fino al miglioramento dei sintomi. Può portare ad eritema locale, dato dall’esposizione ripetuta ai raggi solari.

Dermatite seborroica nel neonato

La dermatite seborroica nel neonato è una condizione molto frequente che si manifesta tipicamente entro le prime settimane dalla nascita (picco d’insorgenza tra le due e le tre settimane di vita) e tende a risolversi spontaneamente entro il primo anno d’età. È dovuta probabilmente all’effetto degli ormoni materni, che stimolano le ghiandole sebacee del neonato, in presenza di colonizzazione da parte della Malassezia. Più frequentemente, le lesioni si osservano sul cuoio capelluto e nella regione genitale.

La dermatite seborroica del neonato localizzata sul cuoio capelluto (crosta lattea, pityriasis capitis) è caratterizzata dalla presenza di squame spesse, giallastre, con un aspetto “unto” e tendenza alla desquamazione, aderenti al cuoio capelluto nella regione fronto-parietale, spesso associate a lesioni simili nella zona delle sopracciglia, sul margine ciliare, nei solchi nasolabiali, sulle guance, dietro le orecchie, o anche in sedi più distanti (ombelico, area del pannolino o pieghe cutanee). Nella zona della testa l’eritema è di solito meno evidente, mentre nelle altre aree l’eritema risulta più intenso, mentre il prurito è generalmente assente.

Esiste anche la variante di dermatite seborroica a localizzazione esclusivamente sul viso, da mettere in diagnosi differenziale con la dermatite atopica, difficile da distinguere tra i 2 e i 6 mesi di età, periodo in cui le due condizioni possono susseguirsi: la prima di solito regredisce, mentre la seconda si sviluppa. 

Studi recenti hanno evidenziato che la presenza di dermatite seborroica già in epoca neonatale, in particolare al cuoio capelluto, è più frequente nei bambini provenienti da famiglie con una storia di dermatite atopica o asma.

La dermatite seborroica di tipo intertriginoso, invece, è caratterizzata da lesioni di aspetto eritematoso, con squame sottili, ben delimitate e dall’aspetto omogeneo, localizzate nelle ascelle, nell’ombelico, nella regione del collo, nella fossa poplitea, nella piega del braccio e nell’inguine, per cui può essere confusa con la dermatite irritativa da pannolino.

La terapia della dermatite seborroica nel neonato deve essere delicata e adattata all’età del paziente. Solitamente si consiglia:

  1. Trattamento meccanico dolce. Ammorbidire le croste con olio di oliva o olio di mandole dolci, ad azione emolliente, lasciare agire 15-20 minuti, poi rimuovere delicatamente con un pettine a denti fini.
  2. Shampoo delicati. Utilizzare a seguire shampoo specifici per neonati con zinco piritione a basse concentrazioni.
  3. Idratazione. Applicare emollienti specifici per la cute del neonato.
  4. Farmaci topici. Solo se necessario, utilizzare antifungini topici blandi (ketoconazolo 1%) per brevi periodi.

È importante spiegare ai genitori che la crosta lattea è una condizione benigna e transitoria che non causa disagio al bambino e non lascia cicatrici. 

Dermatite seborroica: i rimedi naturali

Accanto alla terapia tradizionale, esistono diversi rimedi naturali per la dermatite seborroica, sia come complemento ai trattamenti convenzionali che come approccio primario nelle forme lievi. Sebbene l’evidenza scientifica sia spesso limitata, alcuni rimedi naturali hanno mostrato risultati promettenti, tra cui:

  • Tea tree oil. Possiede proprietà antifungine e antinfiammatorie. Può essere aggiunto allo shampoo (poche gocce) o usato in creme diluite.
  • Olio di origano. Ricco di carvacrolo, efficace contro Malassezia.
  • Olio di lavanda. Proprietà lenitive e antimicrobiche.
  • Aloe vera. Gel fresco applicato direttamente sulle lesioni per l’azione antinfiammatoria, con effetto lenitivo e rinfrescante sul prurito e l’arrossamento.
  • Estratto di bardana (antimicrobico).
  • Camomilla. Proprietà lenitive e antinfiammatorie.
  • Calendula. Favorisce la riparazione tissutale.
  • Aceto di mele diluito in acqua. Ripristina il pH cutaneo acido e riduce la desquamazione.

I rimedi naturali non sostituiscono il parere medico e possono causare reazioni allergiche, per cui è sempre consigliabile eseguire prima una prova su una piccola area.

Quando rivolgersi al medico

È importante consultare un dermatologo o il medico di base se:

  • le lesioni sono molto estese e persistono oltre l’anno di vita nel caso della forma neonatale.
  • i trattamenti di prima linea non portano a miglioramenti dopo 2-4 settimane o si assiste ad un rapido peggioramento o recidive frequenti nonostante terapia;
  • la pelle mostra segni di infezione (pus, dolore, gonfiore) o compare febbre;
  • la condizione interferisce significativamente con la qualità della vita;
  • associazione con altre malattie dermatologiche e/o sintomi sistemici.

Il professionista potrà quindi confermare la diagnosi e prescrivere la terapia più adatta al caso specifico. Pertanto, la dermatite seborroica è una condizione cronica che richiede un approccio di gestione a lungo termine. Controlli periodici con il medico specialista aiutano a ottimizzare il trattamento e prevenire complicazioni.

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Articolo pubblicato il 02/10/2025 e aggiornato il 02/10/2025
Immagine in apertura Henadzi Pechan / iStock

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