Eczema nei bambini: cause, sintomi e rimedi pratici

La collaborazione stretta tra famiglia, medico e altri professionisti sanitari è la chiave per ottimizzare i risultati e migliorare la qualità di vita dei bambini affetti da eczema. Ecco perché è importante conoscere i sintomi, le modalità di diagnosi e i trattamenti appropriati

Annamaria Sapuppo , pediatra

L’eczema nei bambini rappresenta una delle problematiche dermatologiche più comuni in età pediatrica, che colpisce circa il 15-20% dei bambini nei paesi industrializzati.

L’eczema infantile può manifestarsi già nei primi mesi di vita e, sebbene in molti casi tenda a migliorare con la crescita, può causare disagio significativo sia al piccolo che alla famiglia. Questa condizione cutanea infiammatoria, nota anche come dermatite eczematosa, si caratterizza per la comparsa di chiazze rosse, pruriginose e secche sulla pelle, che possono evolvere in croste e lesioni più estese quando il bambino si gratta.

Comprendere le cause, riconoscere i sintomi e sapere quali sono i trattamenti attualmente disponibili è fondamentale per gestire efficacemente questa patologia e migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti. In questo articolo approfondiremo quindi tutti gli aspetti dell’eczema pediatrico, fornendo anche consigli pratici per i genitori.

Cos’è l’eczema

La parola “eczema” deriva dal greco ekzein, il cui significato letterale è “ribollire” o “fare eruzione”, un termine che descrive efficacemente l’aspetto infiammato e arrossato della pelle interessata da questo problema. Per la precisione, il termine viene usato per descrivere un gruppo di condizioni dermatologiche caratterizzate da infiammazione cutanea, prurito, arrossamento e formazione di vescicole o croste.

Molti si chiedono quale siano le differenze tra eczema e dermatite: mentre la parola “dermatite” indica genericamente un’infiammazione della pelle, l’eczema si riferisce specificamente a un’infiammazione cutanea con caratteristiche istologiche e cliniche ben definite. Nella maggior parte dei casi, quando si parla di dermatite atopica, dermatite da contatto o dermatite seborroica, ci si riferisce quindi a forme specifiche di eczema.

Dal punto di vista fisiopatologico, l’eczema comporta un’alterazione della barriera cutanea, con conseguente perdita di acqua dall’epidermide, lo strano più esterno della nostra cute, e maggiore permeabilità agli allergeni e agli irritanti ambientali. Questa compromissione della funzione protettiva della pelle scatena una risposta infiammatoria, che coinvolge cellule del sistema immunitario e mediatori chimici dell’infiammazione, creando un circolo vizioso che si autoalimenta, se non opportunamente trattato.

Sintomi dell’eczema

Ma quali sono i sintomi dell’eczema? Questi possono variare considerevolmente in base all’età del paziente, alla localizzazione delle lesioni e al tipo specifico di eczema. Tuttavia, esistono alcuni segni e sintomi comuni che caratterizzano questa condizione.

Il prurito, ad esempio, rappresenta il sintomo più caratteristico e debilitante della malattia, in quanto può essere così intenso da interferire con il sonno, l’alimentazione e le attività quotidiane del bambino. Infatti, questo sintomo tende a peggiorare durante la notte e dopo il bagnetto, creando un ciclo prurito-grattamento che aggrava le lesioni cutanee. Il grattamento continuo può causare escoriazioni, ispessimento della pelle (lichenificazione) e aumentare il rischio di infezioni secondarie. 

Oltre al prurito, altri sintomi sono il rossore e le eruzioni cutanee, manifestazioni visibili dell’infiammazione in corso: le aree colpite appaiono arrossate, gonfie e possono presentare piccole vescicole che, rompendosi, rilasciano liquido sieroso, creando croste. Nelle fasi acute, la pelle può così presentare un aspetto “umido” o essudante, mentre nelle forme croniche diventa ispessita, secca e squamosa. 

La secchezza cutanea (xerosi) è un sintomo costante nell’eczema: infatti, la pelle appare ruvida, disidratata e tende a desquamarsi facilmente. Ad esempio, negli anziani o in condizioni di secchezza estrema troviamo il cosiddetto eczema a piastrelle, una forma particolare caratterizzata da piccole fissurazioni cutanee superficiali, che conferiscono alla pelle un aspetto simile a porcellana incrinata.

Oltre ai sintomi principali, l’eczema può manifestarsi con:

  • ispessimento della pelle nelle aree cronicamente grattate;
  • iper/ipopigmentazione (aree della pelle più scure o più chiare) post-infiammatoria;
  • fissurazioni dolorose, specialmente su mani e piedi;
  • gonfiore (edema) nelle fasi acute;
  • alterazioni delle unghie dovute al grattamento cronico.

Eczema: le cause

L’eziologia è multifattoriale e coinvolge fattori genetici, immunologici e ambientali, che interagiscono in modo complesso, per cui comprendere le diverse cause dell’eczema è essenziale per identificare i fattori scatenanti individuali e implementare strategie preventive efficaci.

L’eczema costituzionale, noto anche come dermatite atopica, ha una forte componente genetica, per cui i bambini con storia familiare di atopia (asma, rinite allergica, dermatite atopica) presentano un rischio significativamente maggiore di svilupparlo. La predisposizione genetica è dovuta a difetti nella produzione di proteine strutturali della pelle, come la filaggrina, essenziale per mantenere l’integrità della barriera cutanea, la cui carenza rende la cute più permeabile, secca e vulnerabile agli agenti esterni.

L’eczema allergico, invece, si sviluppa quando il sistema immunitario reagisce in modo esagerato a sostanze normalmente innocue, chiamate “allergeni”. Nei bambini, gli allergeni più comuni includono, ad esempio, quelli di tipo alimentare (latte, uova, frutta secca, grano, soia, pesce), acari della polvere, pollini, peli di animali domestici (come il gatto), muffe, lattice, nichel (presente in gioielli, bottoni, fibbie). Le reazioni allergiche possono scatenare o peggiorare l’eczema attraverso meccanismi immunologici mediati da un tipo di anticorpi chiamato immunoglobuline di classe E (IgE) e dall’attivazione di cellule infiammatorie come alcuni tipi di globuli bianchi (linfociti T, mastociti ed eosinofili).

L’eczema irritativo si verifica quando la pelle entra in contatto ripetuto o prolungato con sostanze irritanti che danneggiano direttamente la barriera cutanea, in assenza di meccanismi allergici, e non richiede sensibilizzazione, potendo verificarsi al primo contatto con sostanze aggressive. Nei bambini, gli irritanti più frequenti sono: detergenti aggressivi e saponi, saliva (dermatite peribuccale nei neonati), urina e feci (dermatite da pannolino), sudorazione eccessiva, tessuti sintetici o lana ruvida, profumi, cloro delle piscine. La dermatite irritativa è generalmente localizzata nel punto di contatto con la sostanza irritante e, rispetto alle forme allergiche, che tendono ad essere più estese, migliora rapidamente una volta rimosso l’agente causale.

Infine, l’eczema da stress è correlato allo stress emotivo, all’ansia e alle tensioni psicologiche, che possono scatenare l’eczema o provocare riacutizzazioni dello stesso o peggiorare una condizione preesistente. Questo avviene attraverso diversi meccanismi: lo stress attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, provocando il rilascio di cortisolo e altre sostanze, che possono alterare la funzione immunitaria e la barriera cutanea. Inoltre, lo stress può modificare i comportamenti del bambino, aumentando il grattamento e riducendo l’aderenza alle cure. 

Nei bambini, ad esempio, situazioni stressanti possono includere: inserimento scolastico, nascita di un fratellino o di una sorellina, conflitti familiari, cambiamenti nella routine o traumi emotivi. Riconoscere il ruolo dello stress nella gestione dell’eczema pediatrico è fondamentale per un approccio terapeutico efficace.

Tipi di eczema

Esistono diverse tipologie di eczema, ciascuna con caratteristiche in base a: età di insorgenza, localizzazione, fattori scatenanti e decorso clinico. Tra le forme cliniche, vi sono l’eczema atopico, l’eczema da contatto (allergico e irritativo), l’eczema da sudore e l’eczema seborroico.

L’eczema atopico, o dermatite atopica, è la forma più comune di eczema pediatrico. Si manifesta tipicamente nei primi 6 mesi di vita e fa parte della cosiddetta “marcia atopica”, spesso precedendo lo sviluppo di asma e rinite allergica. Questa forma è caratterizzata da lesioni che cambiano aspetto e localizzazione con l’età: nei neonati colpisce principalmente viso, cuoio capelluto e superfici estensorie, mentre nei bambini più grandi e adolescenti si localizza preferenzialmente nelle pieghe (pieghe antecubitali, cioè all’interno del gomito, cavo popliteo, collo). L’eczema atopico presenta un andamento cronico-recidivante con fasi di riacutizzazione alternate a periodi di remissione.

L’eczema da contatto si divide in due sottotipi: allergico e irritativo (li abbiamo elencati prima). Le lesioni dell’eczema da contatto sono tipicamente ben delimitate e localizzate nella zona di contatto con l’allergene o l’irritante. Nei bambini piccoli, può essere difficile identificare l’agente scatenante poiché spesso portano oggetti alla bocca o hanno comportamenti esplorativi che aumentano il contatto con potenziali allergeni.

L’eczema seborroico è una forma infiammatoria che colpisce le aree ricche di ghiandole sebacee. Nei neonati si manifesta generalmente come “crosta lattea” (dermatite seborroica infantile), caratterizzata da squame giallastre e untuose sul cuoio capelluto, che possono estendersi a sopracciglia, area del pannolino, pieghe del collo o di altre aree. Questa forma è associata alla colonizzazione da parte del fungo Malassezia furfur, che prolifera nelle aree ricche di sebo; a differenza della dermatite atopica, generalmente non è pruriginosa e tende a risolversi spontaneamente entro i primi mesi di vita. Nei bambini più grandi e negli adolescenti può ricomparire successivamente interessando cuoio capelluto, viso e torace.

L’eczema da sudore (miliaria rubra o sudamina), invece, è comune nei neonati e nei bambini piccoli, specialmente in estate o in climi caldi-umidi. Si presenta con piccole vescicole rosse pruriginose causate dall’ostruzione dei dotti delle ghiandole sudoripare e tende spesso a risolversi senza necessità di terapia.

Oltre alle forme appena descritte, esistono altri tipi di eczema, meno frequenti, tra cui l’eczema erpetico, una complicanza grave causata dall’infezione da virus Herpes Simplex su pelle già compromessa da eczema, che si manifesta con vescicole raggruppate, erosioni, febbre e malessere generale, rappresentando talvolta un’emergenza dermatologica, con necessità di trattamento antivirale immediato.

Esiste anche l’eczema solare o dermatite fotoallergica o fototossica, che si sviluppa dopo esposizione al sole in soggetti predisposti o in seguito all’uso di prodotti fotosensibilizzanti, con la comparsa di eritema, vescicole e prurito nelle aree esposte.

Infine, l’eczema diabetico, raro nei bambini, ma che può verificarsi in pazienti pediatrici con diabete di tipo 1. Il diabete, infatti, può causare alterazioni cutanee che ne favoriscono lo sviluppo, con secchezza cutanea marcata e aumentata suscettibilità alle infezioni cutanee.

La maggior parte di queste forme hanno andamento acuto e, opportunamente trattate, ove necessario, si risolvono senza criticità. Tuttavia, esistono anche forme persistenti, che possono durare mesi o anni, per cui si parla di eczema cronico, in cui riscontriamo fenomeni di lichenificazione (ispessimento della pelle con accentuazione delle linee cutanee), iperpigmentazione e prurito continuo, con necessità di un approccio terapeutico prolungato e, spesso, multidisciplinare.

Localizzazioni specifiche

Per quanto riguarda le diverse localizzazioni, occorre distinguere l’eczema del cuoio capelluto, che può manifestarsi sia come forma seborroica (crosta lattea) che atopica, ed è generalmente caratterizzato da presenza di squame, arrossamento e prurito, dalla psoriasi del cuoio capelluto, che presenta squame più spesse e argentee.

Sempre nei neonati e nei bambini piccoli è comune anche l’eczema al viso, in cui le guance sono tipicamente le prime aree colpite, presentando arrossamento, secchezza e talvolta essudazione. Nei bambini più grandi, invece, il viso può essere risparmiato, mentre nelle forme di eczema seborroico coinvolge principalmente pieghe naso-labiali, sopracciglia e margine del cuoio capelluto.

Nel caso in cui sia presente un eczema agli occhi, invece, essendo questa una localizzazione delicata, bisogna prestare particolare attenzione, poiché se non opportunamente trattato, il rischio è di compromettere la vista. Tipicamente sono coinvolte le palpebre, che possono presentare arrossamento, gonfiore, desquamazione e prurito intenso, tanto che il grattamento ripetuto può causare ispessimento palpebrale e aumentare il rischio di infezioni oculari. Questa localizzazione può essere presente nei diversi sottotipi clinici prima descritti, tra cui atopico, da contatto (cosmetici, collirio, prodotti per la cura del viso) o seborroico. 

L’eczema al collo è tipico nei bambini più grandi e negli adolescenti con dermatite atopica, in cui le pieghe del collo diventano particolarmente vulnerabili a causa della sudorazione, dell’attrito dei vestiti e dell’accumulo di tracce di cosmetici e sostanze irritanti, portando ad arrossamento, ispessimento cutaneo e pigmentazione più scura nelle aree colpite.

Meno frequente è l’eczema delle ascelle, correlabile a dermatite atopica nelle pieghe, dermatite da contatto (provocata da deodoranti e/o tessuti) o dermatite seborroica, che si presenta con arrossamento, macerazione e prurito. Al contrario, l’eczema dei gomiti rappresenta una localizzazione classica della dermatite atopica nei bambini sopra i 2 anni. Le pieghe antecubitali (piega interna del gomito) sono tra le aree più frequentemente colpite, presentando lesioni eritematose, lichenificate e intensamente pruriginose. Tra l’altro, questa localizzazione è considerata uno dei criteri diagnostici maggiori per la dermatite atopica.

L’eczema delle mani è meno comune nei bambini piccoli, ma può verificarsi nei bambini più grandi, specialmente se esposti a lavaggi frequenti (ad esempio durante i periodi di malattia o dopo aver svolto attività che sporcano frequentemente le mani), e comporta secchezza, fissurazioni dolorose e vescicole sul dorso e sul palmo delle mani.

Per quanto riguarda gli arti inferiori, invece, l’eczema alle gambe può manifestarsi in diverse forme. Nei bambini più piccoli solitamente è legato alla dermatite atopica, colpendo principalmente la superficie estensoria (parte anteriore), mentre nei bambini più grandi tende a localizzarsi nelle pieghe posteriori del ginocchio. Esiste anche l’eczema nummulare (cioè discoide), che può presentarsi sulle gambe come chiazze circolari ben delimitate.

Infine, l’eczema ai piedi può presentarsi come eczema disidrosico (disidrosi), caratterizzato da vescicole pruriginose, talvolta dolorose, sui lati delle dita e sulla pianta del piede. Questa forma può essere scatenata da calore, sudorazione eccessiva o stress.

In generale, sono possibili anche altre localizzazioni, come polsi, caviglie, addome e torace, ma solitamente sono presenti nelle forme croniche e particolarmente estese. Di solito, sulla base di quanto detto, la sede dell’eczema fornisce indizi importanti sulla possibile causa e sul tipo di eczema, in quanto alcune aree del corpo sono più frequentemente colpite in determinate fasce d’età o forme cliniche.

Eczema nei bambini

Se ci focalizziamo sull’età pediatrica, possiamo dividere le diverse forme di eczema per fascia d’età.

Nei neonati/lattanti (0-6 mesi), si manifesta tipicamente sul viso, in particolare sulle guance, risparmiando generalmente l’area del naso. Le lesioni appaiono essudanti, con formazione di croste, mentre il cuoio capelluto può essere coinvolto con presenza di “crosta lattea”. In questa fase è importante differenziare l’eczema atopico dalla dermatite seborroica infantile che, come già detto, è meno pruriginosa e tende alla risoluzione spontanea.

Nella prima infanzia (6 mesi – 2 anni), l’eczema tende a estendersi a tronco ed estremità, in particolare in corrispondenza delle superfici estensorie. In questo caso, il prurito diventa più evidente e il bambino può diventare irritabile, con disturbi del sonno e del comportamento che spesso impattano significativamente sulla qualità di vita dell’intero nucleo familiare.

Nei bambini (2-12 anni), l’eczema migra verso le pieghe cutanee: fosse antecubitali, cave poplitee, collo, polsi e caviglie e le lesioni tendono a diventare più secche, ispessite e lichenificate a causa del grattamento cronico. Il bambino diventa più consapevole del problema e può sviluppare imbarazzo sociale, specialmente se le lesioni sono visibili.

Negli adolescenti, invece, l’eczema può localizzarsi prevalentemente alle pieghe, mani e viso, con possibile remissione spontanea o persistenza per lunghi periodi, anche fino all’età adulta. Dal punto di vista psicologico, gli adolescenti affrontano sfide particolari legate all’impatto dell’eczema sulla loro autostima e sulle relazioni sociali, di cui bisogna tener conto al momento della valutazione del paziente. 

I bambini, specialmente quelli più piccoli, possono avere difficoltà a controllare l’impulso di grattarsi, peggiorando le lesioni e aumentando il rischio di infezioni. In tal senso, strategie come tagliare le unghie corte, usare guanti di cotone durante la notte e distrarre i piccoli con altre attività possono essere utili.

Allo stesso modo, se notturno, il prurito può compromette significativamente la qualità del sonno, con conseguenze sullo sviluppo, l’apprendimento, l’umore e il comportamento. Studi recenti hanno dimostrato che i bambini con eczema grave possono perdere fino a due ore di sonno per notte. Questo aspetto, così come l’estensione dell’eczema, possono determinare un significativo impatto psicologico sul paziente, con rischio di isolamento sociale e ridotta autostima: ad esempio, i bambini possono evitare attività sportive o ricreative per paura di peggiorare i sintomi o di essere giudicati.

Diagnosi di eczema

La diagnosi di eczema si basa sulla valutazione della storia del paziente e sull’esame obiettivo della cute, correlato alla presenza di sintomi specifici. Pertanto, non esiste un singolo test diagnostico definitivo, ma piuttosto un insieme di criteri clinici che guidano il medico nella formulazione della diagnosi. Durante la visita, il dermatologo o il pediatra valuterà l’anamnesi, tra cui:

  • età di esordio dei sintomi;
  • pattern evolutivo (miglioramento, peggioramento, andamento recidivante);
  • presenza di storia familiare di atopia (eczema, asma, rinite allergica);
  • identificazione di possibili fattori scatenanti o aggravanti (cosmetici, animali domestici, eccetera);
  • trattamenti precedentemente utilizzati e loro efficacia;
  • impatto sulla qualità di vita del bambino e della famiglia;
  • presenza di altre manifestazioni allergiche (allergie alimentari, ad inalanti, eccetera).

Al momento della visita, inoltre, viene generalmente effettuato un esame approfondito della superficie cutanea, valutando la sede anatomica e l’estensione delle lesioni e le loro caratteristiche morfologiche (presenza di eritema, vescicole, croste, lichenificazione, eccetera), se sono presenti segni di infezione secondaria (essudazione purulenta, croste giallastre).

Sebbene la diagnosi sia principalmente clinica, in alcuni casi possono essere utili esami aggiuntivi, come test allergologici, se si sospettano concomitanti allergie, tra cui i prick test, per identificare allergie inalanti e alimentari, e il patch test per le allergie da contatto (raramente necessario nei bambini piccoli), oppure quelli di laboratorio, tra cui l’emocromo con formula, per valutare il numero degli eosinofili, talvolta aumentati in caso di forme allergiche, così come il dosaggio delle IgE totali e specifiche. Raramente può essere necessaria una biopsia cutanea, che viene riservata ai casi dubbi e per escludere altre patologie dermatologiche più complesse.

Infine, è importante per il medico distinguere l’eczema da altre condizioni cutanee, altrettanto frequenti, ma che possono presentare sintomi simili, tra cui psoriasi, scabbia e micosi cutanee.

Eczema: cura e trattamento

Il trattamento dell’eczema richiede un approccio multidisciplinare, che combina terapie farmacologiche, cura della pelle e modifiche dello stile di vita. L’obiettivo principale è controllare i sintomi, prevenire le riacutizzazioni e migliorare la qualità di vita del bambino e della sua famiglia. Possiamo distinguere trattamenti topici e terapie sistemiche. 

Tra i trattamenti topici, distinguiamo: 

  • Creme emollienti e idratanti. La crema per eczema di tipo emolliente rappresenta il pilastro fondamentale del trattamento, da applicare quotidianamente, anche durante i periodi di remissione, per ripristinare e mantenere la funzione barriera della pelle. Le creme più efficaci contengono ingredienti come ceramidi e acidi grassi, da applicare abbondantemente su tutta la superficie corporea, preferibilmente subito dopo il bagno quando la pelle è ancora leggermente umida. Gli emollienti dovrebbero essere privi di profumi, coloranti e conservanti potenzialmente irritanti.
  • Corticosteroidi topici. Rappresentano la terapia antinfiammatoria di prima linea per le riacutizzazioni dell’eczema, riducendo anche il prurito. Ne esistono diversi tipi, classificati in base alla loro “potenza”, per cui vengono scelti in base alla gravità dell’eczema, alla sua localizzazione e all’età del bambino. Ad esempio, quelli a potenza lieve (idrocortisone 0,5-1%), si impiegano per viso, pieghe e nei bambini molto piccoli, mentre quelli a potenza media (mometasone furoato, betametasone valerato) sono indicati per il tronco e le estremità. Solo nelle forme gravi e persistenti è necessario ricorrere a quelli a potenza elevata. È importante utilizzare i corticosteroidi secondo le indicazioni mediche, tipicamente una o due volte al giorno per brevi periodi (cinque-sette giorni), per evitare effetti collaterali come assottigliamento cutaneo e smagliature. La steroid phobia (paura dei cortisonici) per i loro possibili effetti collaterali sulla crescita è comune tra i genitori, ma spesso ingiustificata quando i farmaci sono usati appropriatamente e per brevi periodi, specialmente se topici.
  • Inibitori topici della calcineurina (tacrolimus e pimecrolimus) sono farmaci immunomodulatori topici, che rappresentano un’alternativa ai corticosteroidi, specialmente per aree sensibili come viso e pieghe o per trattamenti prolungati, visto che non causano atrofia cutanea e possono essere utilizzati in terapia di mantenimento per periodi più lunghi.

Tra le terapie sistemiche, invece, troviamo:

  • Antistaminici. Vengono utilizzati principalmente per controllare il prurito, specialmente notturno, e migliorare la qualità del sonno. Gli antistaminici di prima generazione (idrossizina, difenidramina) hanno effetto sedativo, che può essere utile anche per il riposo notturno, mentre quelli di seconda generazione (cetirizina, loratadina) non causano sonnolenza e sono preferibili per l’uso diurno. Tuttavia, l’efficacia degli antistaminici nel controllo del prurito dell’eczema è limitata, poiché il meccanismo del prurito eczematoso non è mediato principalmente dall’istamina.
  • Farmaci sistemici e immunosoppressori. Nei casi di eczema grave resistente ai trattamenti topici, possono essere necessari. Includono: corticosteroidi sistemici (prednisone, metilprednisolone), riservati a riacutizzazioni gravi e per brevi periodi, a causa degli effetti collaterali con uso prolungato; ciclosporina, azatioprina e metotrexato, immunosoppressori utilizzati in casi selezionati di eczema grave; farmaci biologici (dupilumab), anticorpo monoclonale approvato per bambini con eczema moderato-grave dai 6 anni di età, che blocca specificamente le vie infiammatorie coinvolte nella dermatite atopica; inibitori delle JAK (baricitinib, upadacitinib), nuove opzioni terapeutiche per forme gravi.
  • Fototerapia. Utilizza radiazioni ultraviolette (UV) per ridurre l’infiammazione cutanea. Le modalità più comuni includono UVB a banda stretta, UVA e PUVA (psoraleni + UVA). La fototerapia è efficace nelle forme estese di eczema che non rispondono ai trattamenti topici, ma il suo utilizzo nei bambini è limitato dalle preoccupazioni relative all’esposizione cumulativa agli UV e al potenziale rischio di cancro cutaneo a lungo termine. È generalmente riservata ad adolescenti con eczema grave e richiede sedute ambulatoriali regolari (due-tre volte a settimana) per diverse settimane.
  • Antibiotici. Sono necessari quando si verifica una sovrainfezione batterica, tipicamente da Staphylococcus aureus, batterio tipico della pelle. Segni di infezione batterica includono essudazione purulenta, croste giallastre, sino alla comparsa di febbre. Gli antibiotici possono essere sia topici (mupirocina, acido fusidico) per infezioni localizzate, che sistemici (cefalosporine, penicilline) per infezioni estese. In caso di colonizzazione persistente da Staphylococcus aureus, possono essere utili bagni con antisettici diluiti (candeggina diluita, clorexidina).

Si sottolinea che questi trattamenti richiedono stretta sorveglianza medica da parte di personale altamente specializzato, con monitoraggio periodico attraverso esami ematici e valutazione clinica.

In generale, comunque, la gestione dell’eczema segue generalmente un approccio in cui si parte dagli step più bassi per salire sino a quelli più alti (che includono le terapie più “impegnative”) in caso di mancata risposta:

  • Step 1 – emollienti quotidiani, identificazione ed evitamento dei trigger.
  • Step 2 – aggiunta di corticosteroidi topici blandi.
  • Step 3 – corticosteroidi topici di potenza media o inibitori della calcineurina.
  • Step 4 – corticosteroidi topici potenti, bendaggi umidi.
  • Step 5 – fototerapia o terapie sistemiche.

L’obiettivo è utilizzare il trattamento minimo necessario per controllare i sintomi, intensificando o riducendo secondo l’andamento clinico.

Eczema: rimedi naturali

Molte famiglie cercano approcci complementari e rimedi naturali per gestire l’eczema, specialmente per ridurre il ricorso ai farmaci. Sebbene alcuni rimedi possano offrire benefici, è importante sottolineare che dovrebbero integrare, non sostituire, i trattamenti medici convenzionali. Tra questi, possiamo segnalare:

  • Olio di cocco: possiede proprietà antimicrobiche naturali e può aiutare a ridurre la colonizzazione da Staphylococcus aureus. 
  • Olio di mandorle dolci: ricco di vitamina E ed acidi grassi, è delicato e ben tollerato dalla pelle sensibile dei bambini, aiutando a mantenere l’idratazione cutanea.
  • Burro di karité: contiene vitamine A ed E ed acidi grassi che nutrono e proteggono la barriera cutanea,particolarmente utile per aree molto secche.
  • Olio di calendula: possiede proprietà lenitive e antinfiammatorie naturali, utile per calmare la pelle irritata.
  • Avena colloidale (avena finemente macinata): contiene composti con proprietà antinfiammatorie, lenitive e protettive e può essere aggiunta all’acqua del bagnetto o applicata come crema, dimostrando miglioramenti significativi nel prurito e nella secchezza cutanea.
  • Gel di aloe vera pura: possiede proprietà idratanti, lenitive e antimicrobiche. Alcuni studi hanno mostrato benefici nell’applicazione topica di gel di aloe vera al 50% per ridurre infiammazione e prurito. 
  • Probiotici: possono influenzare positivamente il sistema immunitario attraverso l’asse intestino-pelle. Alcune ricerche suggeriscono che l’assunzione di specifici ceppi probiotici (Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus reuteri) durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino può ridurre il rischio di sviluppare eczema. 
  • Acidi grassi omega-3, presenti in olio di pesce, semi di lino e noci, hanno proprietà antinfiammatorie. 
  • Vitamina D: bassi livelli sarebbero associati a maggiore gravità dell’eczema, per cui può essere utile integrarla.
  • Bagni tiepidi brevi (5-10 minuti) con acqua non troppo calda, che aiutano a idratare la pelle e rimuovere croste e impurità, eventualmente con aggiunta di avena colloidale e bicarbonato di sodio per le loro proprietà lenitive. Dopo il bagno è fondamentale tamponare delicatamente la pelle senza strofinare e applicare immediatamente emollienti.
  • Tecniche di rilassamento e gestione dello stress: possono essere utili come approccio complementare, specialmente per bambini più grandi e adolescenti, come yoga e meditazione, sino alla terapia cognitivo-comportamentale. Il carico emotivo e pratico sulla famiglia non deve essere sottovalutato, per cui il supporto psicologico e l’educazione terapeutica possono migliorare significativamente l’aderenza al trattamento e i risultati clinici.

Eczema e complicazioni

L’eczema non trattato o mal gestito può portare a diverse complicazioni che peggiorano significativamente la qualità di vita e possono avere conseguenze serie per la salute del bambino. Tra queste troviamo le infezioni cutanee, che rappresentano la complicanza più comune dell’eczema, in quanto la barriera cutanea compromessa e il grattamento continuo creano porte d’ingresso per microrganismi patogeni.

Come accennato nel paragrafo sulle terapie, le più frequenti sono le infezioni batteriche, di cui il principale agente patogeno è lo Staphylococcus aureus, che colonizza la pelle di oltre il 90% dei pazienti con dermatite atopica, rispetto al 5-30% della popolazione generale. L’infezione batterica secondaria, detta impetiginizzazione, si manifesta con la comparsa di essudato purulento, giallo-verdastro, aumento del dolore e dell’arrossamento, sino alla comparsa di febbre e malessere generale, richiedendo l’utilizzo di antibiotici topici e/o sistemici.

Possibili, ma molto meno frequenti, le infezioni virali e fungine, tra cui l’eczema erpetico (già menzionato), il mollusco contagioso, causato da un poxvirus, particolarmente comune e diffuso nei bambini con eczema, la Malassezia furfur e la Candida, funghi che possono colonizzare le aree di eczema nelle pieghe cutanee, causando eritema, macerazione e prurito intenso.

Altre complicazioni possono essere i già citati disturbi del sonno cronici, correlati al prurito notturno persistente, con possibili conseguenze su crescita, sviluppo cognitivo, apprendimento scolastico e comportamento. Infatti, in caso di eczema grave, i bambini possono mostrare iperattività, difficoltà di concentrazione, problemi comportamentali e ritardo della crescita. Nei bambini più grandi e negli adolescenti, la malattia può comportare un impatto psicosociale anche grave, causando ansia, depressione, isolamento sociale e bassa autostima, che possono avere conseguenze durature sullo sviluppo psicologico del bambino, tanto che alcuni studi mostrano un aumento del rischio di disturbi psichiatrici in età adulta.

Infine, vi possono essere complicanze oculari, legate al grattamento ripetuto dell’area perioculare, che può causare blefarite cronica e cheratocono (deformazione della cornea). In casi rarissimi, l’eczema può anche evolvere in eritrodermia esfoliativa, quando si verifica un coinvolgimento estremamente esteso della superficie corporea, con marcato arrossamento e desquamazione e rischio di disregolazione termica e squilibri idroelettrolitici, tali da richiedere ospedalizzazione urgente.

Prevenzione e gestione quotidiana

La prevenzione delle riacutizzazioni e la gestione quotidiana dell’eczema richiedono un approccio che coinvolge modifiche dello stile di vita, routine di cura della pelle e identificazione dei fattori scatenanti individuali, riassunti qui di seguito.

Cura della pelle:

  • Applicare emollienti almeno due-tre volte al giorno, o più frequentemente se necessario.
  • Utilizzare quantità generose (non “lesinate”) e applicare entro tre minuti dal bagno per “sigillare” l’umidità.
  • Scegliere prodotti in crema o unguento piuttosto che lozioni (più idratanti).
  • Conservare gli emollienti in frigorifero per un effetto rinfrescante che allevia il prurito.

Igiene appropriata:

  • Bagni tiepidi (non caldi) brevi (cinque-dieci minuti) una volta al giorno.
  • Utilizzare detergenti delicati, senza sapone, con pH fisiologico (5.5).
  • Evitare spugne ruvide o scrub, tamponare delicatamente la pelle dopo il bagno, non strofinare.
  • Lavare quotidianamente le aree più soggette a sudorazione e sporco.

Detergenti e prodotti per la cura della pelle:

  • Evitare saponi tradizionali alcalini e salviette umidificate che contengono alcol o profumi.
  • Scegliere prodotti ipoallergenici, senza profumi, coloranti e conservanti aggressivi.
  • Utilizzare shampoo delicati e specifici per pelli sensibili.
  • Evitare prodotti contenenti ingredienti irritanti (sodio lauril solfato, propilenglicole, lanolina).

Abbigliamento e tessuti:

  • Lavare i vestiti nuovi prima dell’uso, rimuovendo etichette interne che possono irritare.
  • Utilizzare detersivi ipoallergenici, senza profumi, evitare ammorbidenti. 
  • Evitare lana grezza e tessuti sintetici ruvidi.
  • Preferire cotone morbido e traspirante a contatto diretto con la pelle.

Ambiente domestico:

  • Mantenere temperatura costante (18-20°C) e umidità relativa ottimale (40-60%).
  • Ridurre acari della polvere (coprimaterassi antiacaro, lavare biancheria a 60°C, ridurre peluche).
  • Evitare tappeti e moquette nelle camere da letto.
  • Ventilare regolarmente gli ambienti ed evitare fumo passivo (aggrava l’eczema).

Identificazione e gestione dei trigger

  • Se vengono identificate allergie alimentari, documentate attraverso test appropriati, eliminare rigorosamente gli alimenti incriminati, mentre le restrizioni alimentari non documentate sono sconsigliate. 
  • Proteggere la pelle dal freddo e dal vento, anche con creme “barriera”, mentre in estate, evitare surriscaldamento e sudorazione eccessiva, risciacquando abbondantemente la cute subito dopo il nuoto in piscina (cloro) o mare (sale).
  • Imparare a gestire lo stress, mantenendo routine regolari e sonno adeguato.
  • Ricorrere al supporto psicologico, quando necessario, e tecniche di rilassamento appropriate all’età.

È importante ricordare che circa il 60-70% dei bambini con eczema mostra miglioramento significativo o risoluzione entro l’adolescenza, solo il restante 30-40% continua ad avere sintomi in età adulta, ma spesso in forma più lieve.

La gestione genitoriale proattiva può ridurre la gravità e prevenire complicanze a lungo termine, per cui sebbene cronico e talvolta frustrante, l’eczema può essere gestito efficacemente con un approccio completo che combina trattamenti medici, cure della pelle, modifiche ambientali e supporto psicosociale. La collaborazione stretta tra famiglia, medico e altri professionisti sanitari è la chiave per ottimizzare i risultati e migliorare la qualità di vita dei bambini affetti.

Bibliografia
  • AA.VV., “European guideline (EuroGuiDerm) on atopic eczema: Living update”, Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology, 39(9), 2025, pp. 1537–1566.

  • Flohr, C.; Mann, J., “New insights into the epidemiology of childhood atopic dermatitis”, Allergy, 69(1), 2014, pp. 3–16.

  • AA.VV., “Patient burden and quality of life in atopic dermatitis in US adults”, Annals of Allergy, Asthma & Immunology, 121(3), 2021, pp. 340–347.

  • Schoch, J. J.; Anderson, K. R.; Jones, A. E.; Tollefson, M. M., “Atopic dermatitis: Update on skin-directed management: Clinical report”, Pediatrics, 155(6), 2025, e2025071812.

  • AA.VV., “Emollients to prevent pediatric eczema: A randomized clinical trial”, JAMA Dermatology, 161(9), 2025, pp. 957–965.

  • AA.VV., “Evidence-based recommendations for managing atopic dermatitis in pediatric patients: A systematic review and meta-analysis from the Pediatric Dermatology Special Interest Group of IADVL”, International Journal of Dermatology, 64(7), 2025, pp. 1255–1266.
Articolo pubblicato il 04/11/2025 e aggiornato il 04/11/2025
Immagine in apertura LucaLorenzelli / iStock

Condividi l'articolo