Vaccino DTPa e dTpa: come funziona l’antidifterite-tetano-pertosse acellulare

È un vaccino combinato che protegge contro difterite, tetano e pertosse, tre malattie infettive che possono avere conseguenze molto gravi, in particolare se contratte nei primi mesi di vita. Eccome come funziona e quando va somministrato

Antonio Clavenna , farmacologo clinico
Bambino riceve vaccino DTPa

Il vaccino contro difterite, tetano e pertosse rappresenta una delle misure preventive più efficaci e sicure per proteggere la popolazione da tre malattie infettive potenzialmente molto gravi. Somministrato in età pediatrica come parte del vaccino esavalente, il vaccino DTPa/dTpa è raccomandato anche in età adulta attraverso dei richiami. È raccomandato in diverse situazioni, come ad esempio in gravidanza, per garantire una protezione precoce al neonato, e in ambito professionale, in particolare per operatori sanitari e scolastici.

Oltre a chiarire cos’è il vaccino difterite-tetano-pertosse, è importante capire come funzionano i richiami, le indicazioni per gli adulti, gli effetti collaterali più comuni e le raccomandazioni specifiche durante la gestazione. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su questi aspetti.

Cos’è il vaccino difterite-tetano-pertosse

Il vaccino trivalente difterite-tetano-pertosse è un vaccino combinato che protegge contro tre malattie infettive che possono avere conseguenze molto gravi, in particolare se contratte nei primi mesi di vita.

La difterite è una malattia causata dal batterio Corynebacterium diptheriae, che può infettare le vie aeree superiori (o più raramente la cute) e rilasciare una tossina in grado di danneggiare i tessuti. Il batterio si trasmette per via aerea attraverso le goccioline respiratorie (tosse, starnuti) o più raramente tramite il contatto con oggetti contaminati dalle secrezioni di un paziente. La difterite si manifesta con:

  • mal di gola;
  • febbre;
  • comparsa di una membrana grigiastra sulla superficie delle tonsille e della gola.

La gravità della malattia dipende dalla diffusione della tossina, e le possibili complicanze riguardano il sistema respiratorio, il cuore, i reni e il sistema nervoso.

Il tetano è una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani, un bacillo che cresce solo in assenza di ossigeno (cioè è anaerobio), ed è presente in natura sia in forma vegetativa (è in grado cioè di riprodursi) che sotto forma di spore. Il batterio in forma vegetativa produce una tossina estremamente potente e tossica per le cellule del sistema nervoso centrale. Questa malattia non si trasmette da persona a persona. Il contagio avviene generalmente attraverso la penetrazione delle spore contenute nel terreno attraverso una ferita; in assenza di ossigeno le spore si possono trasformare nelle forme vegetative, che producono la tossina.

La tossina agisce sulle cellule del sistema nervoso, interferendo con la regolazione dell’attività dei muscoli e causando contrazioni e spasmi. Il rischio di morte è elevato e dipende dalla tempestività con cui si intraprende il trattamento. Per un approfondimento sul vaccino contro il tetano (antitetanica) rimandiamo alla lettura di questo articolo.

La pertosse è una malattia infettiva molto contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis. Il contagio avviene per via aerea, attraverso goccioline di saliva diffuse nell’aria quando il malato tossisce. Il batterio della pertosse causa infezioni delle vie aeree e la malattia si caratterizza per una tosse molto intensa (parossistica) e di lunga durata. Nel neonato e nei bambini al di sotto di un anno, la pertosse può essere molto grave e in alcuni casi mortale.

Il vaccino trivalente DTP contiene:

  • le tossine del tetano e della difterite inattivate e rese innocue (in termini tecnici si chiamano tossoidi);
  • il vaccino antipertosse acellulare, che contiene alcuni componenti del batterio che provoca la pertosse;
  • sali di alluminio come adiuvanti, cioè per stimolare la risposta del sistema immunitario;
  • tracce di alcune sostanze utilizzate nella produzione e conservazione dei vaccini (per esempio l’antibiotico neomicina o la formaldeide). 

Ma perché la distinzione tra DTPa e dTpa?

In passato si distinguevano due tipi di vaccino difterite-tetano-pertosse: uno pediatrico, con una dose maggiore di antidifterite e antipertosse (DTPa) e uno per gli adulti, con una dose inferiore di questi due vaccini (dTpa). Le lettere maiuscole e minuscole stanno a indicare quindi le differenti quantità di antigeni contenuti. Nei bambini piccoli è, infatti, necessaria una dose più alta di antigeni per ottenere una risposta immunitaria efficace.

Il vaccino DTP è oggi utilizzato quasi esclusivamente negli adulti (nella formulazione dTpa). Nei bambini questo vaccino è generalmente somministrato all’interno della vaccinazione esavalente, insieme all’antipolio, all’antiepatite B e all’anti-haemophilus influenzae, e insieme all’antipolio nei richiami effettuati tra i 5 e i 6 anni di età e nel corso dell’adolescenza.

Vaccino DTPa/dTpa: il richiamo

Come stabilito nel calendario vaccinale nazionale, il vaccino difterite-tetano-pertosse è somministrato (come vaccino esavalente) nel terzo, quinto e undicesimo mese di vita. Sono effettuati successivamente richiami tra i 5 e i 6 anni di età e nel corso dell’adolescenza, con il vaccino difterite-tetano-pertosse-polio. Il ciclo primario del primo anno di vita e i due richiami sono obbligatori.

Una volta completate le vaccinazioni previste per l’età pediatrica, sono raccomandati richiami ogni 10 anni. La protezione contro queste malattie non ha, infatti, una lunga durata e si ritiene che l’intervallo di 10 anni sia quello migliore per poter mantenere l’immunità, in particolare per quanto riguarda quella contro il tetano.

Vaccino dTpa e adulti

Il dTpa è una delle poche vaccinazioni previste nel calendario vaccinale per la popolazione adulta, dal momento che è raccomandata l’effettuazione del richiamo decennale, utile soprattutto per mantenere la protezione nei confronti della tossina tetanica. 

Per alcune categorie professionali è prevista l’obbligatorietà della vaccinazione antitetanica (ad esempio, lavoratori agricoli, allevatori, addetti alla nettezza urbana, eccetera), mentre il vaccino antipertosse (e di conseguenza il dTpa) è raccomandato per gli operatori sanitari, gli operatori scolastici e i soggetti che forniscono assistenza ai neonati.

Effetti collaterali del vaccino trivalente DTPa e dTpa

Gli effetti collaterali della vaccinazione antitetanica sono simili a quelli riportati per altre vaccinazioni. Quelli più frequenti sono dolore e gonfiore nel punto dove è stata effettuata l’iniezione, febbre, malessere, mal di testa.

Nei bambini piccoli il vaccino DTPa può causare crisi di pianto prolungato (con un’incidenza intorno a un caso per 1.000 dosi di vaccino) e convulsioni febbrili (incidenza inferiore a un caso per 10.000 dosi). In casi molto rari (circa un caso su 1 milione di dosi di vaccino) possono verificarsi gravi reazioni allergiche.

Il vaccino dtp è controindicato se il soggetto ha avuto in precedenza gravi reazioni allergiche nei confronti del vaccino o di uno dei suoi componenti. Inoltre, la vaccinazione deve essere posticipata in caso di una malattia acuta.

Il vaccino contro la pertosse (e quindi anche il dTpa) è, infine, controindicato nei soggetti che hanno avuto un’encefalopatia nei 7 giorni successivi a una precedente vaccinazione. 

Vaccino dTpa in gravidanza

La vaccinazione contro la pertosse è raccomandata nel corso del terzo trimestre di gravidanza per proteggere il neonato nel corso dei primi mesi di vita da una malattia che potrebbe avere rischi elevati. Gli anticorpi prodotti dalla mamma dopo la vaccinazione passano al feto attraverso la placenta e rimangono in circolo nel neonato per almeno due mesi.

Per ottenere la maggiore efficacia, il periodo ideale per la vaccinazione è compreso tra la 27^ e la 32^ settimana di gravidanza

Il vaccino antipertosse è raccomandato in tutte le gravidanze, indipendentemente dall’intervallo di tempo trascorso dalla precedente vaccinazione. La protezione contro la pertosse ha, infatti, una durata molto breve. 

Dal momento che in Italia non è in commercio il vaccino contro la pertosse singolo, si utilizza il dTpa per la vaccinazione. Questo non comporta maggiori rischi, al contrario protegge mamme e neonato anche dalle altre malattie.

Gli studi disponibili non documentano un aumento dei rischi per il feto associati alla vaccinazione materna e gli effetti indesiderati per la mamma sono gli stessi che possono comparire negli adulti vaccinati.Non ci sono specifiche controindicazioni per il vaccino contro la pertosse in gravidanza, se non quelle che riguardano in generale il vaccino dTpa (quindi ipersensibilità al vaccino o ai suoi componenti, malattia acuta in corso).

Antonio Clavenna

medico e specialista in Farmacologia Clinica, ricercatore presso il Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, dove è responsabile dell’Unità di Farmacoepidemiologia. Si occupa principalmente del monitoraggio dell’uso dei farmaci nei bambini e negli adolescenti e del trasferimento dell’informazione sull’impiego dei farmaci, in particolare per quanto riguarda la gravidanza, l’allattamento e l’età pediatrica, agli operatori sanitari e ai cittadini.

Articolo pubblicato il 13/08/2025 e aggiornato il 13/08/2025
Immagine in apertura FatCamera / iStock

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