Immaginate di preparare Tommaso per andare a nuoto e di notare due piccole escrescenze sul piede. All’inizio potreste pensare a dei calli, o magari a piccole schegge rimaste incastrate nella pelle. Poi, guardando meglio, vi accorgete che quelle lesioni sono dure, leggermente ruvide, e magari con qualche puntino nero al centro. È in quel momento che nasce il sospetto: «Saranno mica delle verruche?».
Quali sono le cause delle verruche? Si tratta di lesioni cutanee virali molto comuni, soprattutto in età pediatrica, conseguenza di un’infezione da papillomavirus umano (HPV), un virus molto diffuso che penetra nella pelle attraverso microtagli o abrasioni invisibili a occhio nudo. Una volta entrato, altera il normale ciclo delle cellule della pelle, che iniziano a crescere in modo anomalo formando la tipica escrescenza.
Pur essendo benigne, le verruche virali spesso preoccupano i genitori: non tanto per il pericolo in sé, quanto per il disagio estetico, il dolore che possono provocare (soprattutto ai piedi) e la paura del contagio in famiglia o a scuola.
Come riconoscere le verruche? Possono presentarsi in modi diversi. Alcune sono piccole, appena percettibili; altre crescono fino a diventare più grandi e fastidiose. In generale hanno una superficie ruvida e granulosa, e possono essere singole o multiple. Il loro colore varia dal bianco al grigio-giallastro fino al marrone. Un segno caratteristico sono i puntini neri che compaiono al centro, ovvero capillari trombizzati: i bambini a volte li scambiano per “semi” o “sporco” all’interno della pelle.
Quando la verruca si trova sul piede, la pressione del peso corporeo tende a spingerla verso l’interno, rendendola piatta e molto dolorosa. Non è raro che i bambini inizino a camminare sulle punte, a zoppicare leggermente o a rifiutarsi di fare sport perché il dolore peggiora durante la corsa.
Riconoscere una verruca non è difficile per un medico, mentre per un genitore il processo può non essere immediato. Una piccola escrescenza sul piede, come già detto, può sembrare un callo. Le caratteristiche peculiari che abbiamo descritto in precedenza permettono, a un occhio attento, di distinguere le verruche virali da molte altre lesioni cutanee. Nel dubbio, è comunque sempre meglio quindi confrontarsi con il proprio pediatra di fiducia.
Le verruche compaiono soprattutto su mani, piedi, gomiti, ginocchio, gambe, viso, ma possono trovarsi anche intorno alle unghie o in altre sedi più insolite.
È importante distinguerle da calli e duroni, che sono ispessimenti della pelle giallastri dovuti a pressione o sfregamento, e da altre lesioni benigne come le cheratosi seborroiche, tipiche degli adulti.
Mentre i calli migliorano rimuovendo la pressione (ad esempio cambiando scarpe), le verruche persistono per più tempo perché, come detto, sono causate da un virus.
«Ha una verruca. C’è rischio che la attacchi anche alla sorellina?». Sì, le verruche sono contagiose, ma non tutte le persone che entrano in contatto con il virus sviluppano la lesione. Molto dipende dalla capacità del sistema immunitario di difendersi. I bambini con difese immunitarie molto basse, sono particolarmente suscettibili a infezioni estese, in sedi inusuali e resistenti alle terapie.
Il contagio può avvenire direttamente, toccando la pelle infetta, oppure indirettamente, tramite superfici contaminate come i pavimenti umidi di piscine e spogliatoi.
I bambini, spesso, diffondono le verruche su sé stessi attraverso l’autoinoculazione: se si grattano o se sfregano su una lesione, il virus può “trasferirsi” in un’altra parte del corpo.
Alcune situazioni aumentano il rischio di incappare nelle verruche virali:
Non sorprende quindi che i bambini, che vivono quotidianamente in ambienti comunitari, siano tra i più colpiti da questa manifestazione.
Non è sempre possibile evitare le verruche, ma alcuni comportamenti riducono il rischio:
I bambini sono il gruppo più colpito. Per loro, le verruche non sono solo un fastidio fisico, ma anche un problema sociale. A scuola o in piscina, un bambino può sentirsi a disagio per una verruca visibile sulle mani o sul viso. Alcuni rifiutano di mostrarsi a piedi nudi, altri inventano scuse per evitare attività sportive.
In particolare, le verruche plantari sono, per i bambini, le più dolorose e limitanti. È frequente che i genitori se ne accorgano solo dopo alcune settimane, quando il piccolo comincia a zoppicare o a lamentare dolore con le scarpe da ginnastica.
La maggior parte delle verruche non richiede un consulto urgente. Tuttavia, è bene rivolgersi al pediatra soprattutto se:
Il pediatra potrà rassicurare i genitori, individuare i trattamenti domiciliari più adatti o, se necessario, indirizzare la famiglia dal dermatologo.
Le verruche non sono tutte uguali. L’aspetto clinico varia in base al tipo di virus, alla sede del corpo interessata e alla risposta del sistema immunitario.
Molte verruche tendono a scomparire spontaneamente nel giro di mesi o anni, grazie al lavoro del sistema immunitario. Circa il 65% tende infatti a regredire entro 2 anni. Tuttavia, non sempre si può aspettare: se la verruca è dolorosa, si trova in una zona delicata o crea disagio psicologico, esistono diversi trattamenti cui ricorrere per eliminarla. Le recidive sono però molto frequenti e considerate normali.
Non esiste una terapia unica definitiva: la scelta dipende da fattori come:
Ogni terapia ha efficacia ed effetti collaterali differenti. Nei bambini il trattamento dovrebbe essere efficace e indolore, ma attualmente non c’è una terapia perfetta per tutti. L’approccio da scegliere va dunque ponderato con il pediatra o con il dermatologo di fiducia. Vediamo quali sono i principali trattamenti disponibili:
In conclusione, un primo approccio può essere deciso insieme al pediatra, che valuterà la situazione e consiglierà i trattamenti domiciliari più adatti. Nei casi estesi, resistenti o recidivanti, invece, il pediatra invierà il bambino dal dermatologo, che potrà proporre soluzioni mirate e più avanzate.