Verruche nei bambini: come riconoscerle e trattarle

Pur essendo benigne, le verruche virali spesso preoccupano i genitori, soprattutto perché possono essere dolorose per i bambini e creare in loro disagio. Scopriamo come riconoscerle e trattarle e quali consigli di prevenzione mettere in pratica

Federico Loi , pediatra
Piede di un bambino con verruca

Immaginate di preparare Tommaso per andare a nuoto e di notare due piccole escrescenze sul piede. All’inizio potreste pensare a dei calli, o magari a piccole schegge rimaste incastrate nella pelle. Poi, guardando meglio, vi accorgete che quelle lesioni sono dure, leggermente ruvide, e magari con qualche puntino nero al centro. È in quel momento che nasce il sospetto: «Saranno mica delle verruche?».

Cosa sono le verruche

Quali sono le cause delle verruche? Si tratta di lesioni cutanee virali molto comuni, soprattutto in età pediatrica, conseguenza di un’infezione da papillomavirus umano (HPV), un virus molto diffuso che penetra nella pelle attraverso microtagli o abrasioni invisibili a occhio nudo. Una volta entrato, altera il normale ciclo delle cellule della pelle, che iniziano a crescere in modo anomalo formando la tipica escrescenza.

Pur essendo benigne, le verruche virali spesso preoccupano i genitori: non tanto per il pericolo in sé, quanto per il disagio estetico, il dolore che possono provocare (soprattutto ai piedi) e la paura del contagio in famiglia o a scuola.

Sintomi delle verruche

Come riconoscere le verruche? Possono presentarsi in modi diversi. Alcune sono piccole, appena percettibili; altre crescono fino a diventare più grandi e fastidiose. In generale hanno una superficie ruvida e granulosa, e possono essere singole o multiple. Il loro colore varia dal bianco al grigio-giallastro fino al marrone. Un segno caratteristico sono i puntini neri che compaiono al centro, ovvero capillari trombizzati: i bambini a volte li scambiano per “semi” o “sporco” all’interno della pelle.

Quando la verruca si trova sul piede, la pressione del peso corporeo tende a spingerla verso l’interno, rendendola piatta e molto dolorosa. Non è raro che i bambini inizino a camminare sulle punte, a zoppicare leggermente o a rifiutarsi di fare sport perché il dolore peggiora durante la corsa. 

Diagnosi di verruche

Riconoscere una verruca non è difficile per un medico, mentre per un genitore il processo può non essere immediato. Una piccola escrescenza sul piede, come già detto, può sembrare un callo. Le caratteristiche peculiari che abbiamo descritto in precedenza permettono, a un occhio attento, di distinguere le verruche virali da molte altre lesioni cutanee. Nel dubbio, è comunque sempre meglio quindi confrontarsi con il proprio pediatra di fiducia.

Sedi frequenti e diagnosi differenziale

Le verruche compaiono soprattutto su mani, piedi, gomiti, ginocchio, gambe, viso, ma possono trovarsi anche intorno alle unghie o in altre sedi più insolite.
È importante distinguerle da calli e duroni, che sono ispessimenti della pelle giallastri dovuti a pressione o sfregamento, e da altre lesioni benigne come le cheratosi seborroiche, tipiche degli adulti.

Mentre i calli migliorano rimuovendo la pressione (ad esempio cambiando scarpe), le verruche persistono per più tempo perché, come detto, sono causate da un virus.

Le verruche sono contagiose?

«Ha una verruca. C’è rischio che la attacchi anche alla sorellina?». Sì, le verruche sono contagiose, ma non tutte le persone che entrano in contatto con il virus sviluppano la lesione. Molto dipende dalla capacità del sistema immunitario di difendersi. I bambini con difese immunitarie molto basse, sono particolarmente suscettibili a infezioni estese, in sedi inusuali e resistenti alle terapie.

Modalità di trasmissione e autoinoculazione

Il contagio può avvenire direttamente, toccando la pelle infetta, oppure indirettamente, tramite superfici contaminate come i pavimenti umidi di piscine e spogliatoi.
I bambini, spesso, diffondono le verruche su sé stessi attraverso l’autoinoculazione: se si grattano o se sfregano su una lesione, il virus può “trasferirsi” in un’altra parte del corpo.

Fattori di rischio

Alcune situazioni aumentano il rischio di incappare nelle verruche virali:

  • frequentare piscine, palestre o scuole;
  • avere la pelle umida o piccole ferite;
  • calo delle difese immunitarie.

Non sorprende quindi che i bambini, che vivono quotidianamente in ambienti comunitari, siano tra i più colpiti da questa manifestazione.

Prevenzione

Non è sempre possibile evitare le verruche, ma alcuni comportamenti riducono il rischio:

  • indossare le ciabatte in piscina o nelle docce pubbliche;
  • asciugare bene mani e piedi;
  • non condividere asciugamani, lime o forbicine;
  • insegnare ai bambini a non grattare le lesioni e coprirle con un cerotto.

Verruche e bambini

I bambini sono il gruppo più colpito. Per loro, le verruche non sono solo un fastidio fisico, ma anche un problema sociale. A scuola o in piscina, un bambino può sentirsi a disagio per una verruca visibile sulle mani o sul viso. Alcuni rifiutano di mostrarsi a piedi nudi, altri inventano scuse per evitare attività sportive.

In particolare, le verruche plantari sono, per i bambini, le più dolorose e limitanti. È frequente che i genitori se ne accorgano solo dopo alcune settimane, quando il piccolo comincia a zoppicare o a lamentare dolore con le scarpe da ginnastica.

Quando rivolgersi al pediatra

La maggior parte delle verruche non richiede un consulto urgente. Tuttavia, è bene rivolgersi al pediatra soprattutto se:

  • la verruca è molto dolorosa;
  • cresce rapidamente o sanguina;
  • il bambino ne presenta molte;
  • non è chiaro se si tratti davvero di una verruca.

Il pediatra potrà rassicurare i genitori, individuare i trattamenti domiciliari più adatti o, se necessario, indirizzare la famiglia dal dermatologo.

Tipi di verruche

Le verruche non sono tutte uguali. L’aspetto clinico varia in base al tipo di virus, alla sede del corpo interessata e alla risposta del sistema immunitario.

  • Verruca comune (o “volgare”). Rappresenta il 70% delle verruche. Appare come una piccola escrescenza rotonda o ovale, dalla superficie ruvida. Presenta spesso i classici “puntini neri” al centro. Può svilupparsi praticamente in qualsiasi punto della pelle, ma si trova più spesso sulle dita, attorno alle unghie, sul dorso delle mani, sui gomiti o sulle ginocchia.
  • Verruca plantare. È il tipo di verruca più contagioso. Generalmente si localizza sotto la pianta del piede, in bimbi che camminano scalzi in piscine e palestre. Anche questa presenta i classici puntini neri e generalmente è dolorosa;
  • Verruche alle dita dei piedi. Piccole ma fastidiose, facilmente confuse con calli.
  • Verruche a mosaico Tante piccole verruche ravvicinate che formano un’unica placca. Anche queste si localizzano spesso sulla pianta del piede, ma generalmente non sono dolorose. Sono difficili da trattare e causano spesso recidive.
  • Verruche periungueali. Molto comuni nei bambini, colpiscono spesso più di un dito e causano recidive. L’abitudine di mangiarsi le unghie ne favorisce la diffusione.  Possono rendere le unghie fragili ed essere dolorose.
  • Verruche piane. Sorgono soprattutto sul viso, sulla fronte, sul collo, sul dorso delle mani e su dita, braccia e arti inferiori. Sono piccole, lisce, brunastre o color carne e spesso numerose. Si diffondono con la rasatura e sono più comuni negli adolescenti (sono infatti anche dette “verruche giovanili”).
  • Verruche filiformi. Frequenti sul viso, sottili e allungate con base stretta come dei tentacoli. Hanno il colore della cute. Altre localizzazioni frequenti sono sul collo, sulle labbra, sulle palpebre e sulle narici. Sono abbastanza facili da trattare.
  • Verruche genitali. Trasmesse per via sessuale, richiedono sempre attenzione medica.
  • Verruche alle mani. Molto frequenti nei bambini, spesso visibili sul dorso delle dita.
  • Verruche seborroiche (o cheratosi seborroiche). A differenza delle verruche non sono contagiose e non sono causate da un virus, ma sono escrescenze benigne tipiche degli adulti, di color marrone scuro o nero. Non necessitano di terapie. 

Come togliere le verruche?

Molte verruche tendono a scomparire spontaneamente nel giro di mesi o anni, grazie al lavoro del sistema immunitario. Circa il 65% tende infatti a regredire entro 2 anni. Tuttavia, non sempre si può aspettare: se la verruca è dolorosa, si trova in una zona delicata o crea disagio psicologico, esistono diversi trattamenti cui ricorrere per eliminarla. Le recidive sono però molto frequenti e considerate normali.

Non esiste una terapia unica definitiva: la scelta dipende da fattori come:

  • tipo di pelle;
  • numero, dimensioni, localizzazione e durata delle lesioni;
  • presenza di altre malattie cutanee o sistemiche;
  • soglia del dolore.

Ogni terapia ha efficacia ed effetti collaterali differenti. Nei bambini il trattamento dovrebbe essere efficace e indolore, ma attualmente non c’è una terapia perfetta per tutti. L’approccio da scegliere va dunque ponderato con il pediatra o con il dermatologo di fiducia. Vediamo quali sono i principali trattamenti disponibili:

  • Acido salicilico. È il trattamento più comune e disponibile anche senza ricetta. Applicato con costanza, ammorbidisce e consuma gradualmente la verruca fino a staccarla. Può produrre un lieve effetto irritativo locale. Porta a guarigione circa il 50–75% delle verruche dopo 6 settimane.
  • Prodotti da banco (come l’acido monocloroacetico). Pratici per le forme più semplici, agiscono distruggendo progressivamente i tessuti infettati dall’HPV. Richiedono applicazioni ripetute e vanno maneggiati con cautela per evitare danni alla cute sana.
  • Crioterapia. Viene eseguita dal dermatologo se falliscono i prodotti topici, ma spesso è la prima scelta per verruche del viso/genitali. Comprende l’utilizzo di azoto liquido o altri agenti per “congelare” le verruche. Può essere un po’ dolorosa e necessita di più sedute.
  • Diatermocoagulazione ed elettrocoagulazione. Procedure ambulatoriali che “bruciano” la lesione con calore o corrente elettrica. Utili per piccole verruche filiformi (ad esempio sul viso).
  • Laserterapia. Una tecnica precisa ed efficace, ma più costosa, riservata ai casi resistenti.
  • Trattamenti immunologici, ovvero imiquimod, cantaridina, bleomicina, trattamento fotodinamico. Vengono utilizzati in casi particolarmente ostinati o recidivanti, sempre sotto controllo specialistico.
  • Rimedi naturali. Molto popolari (aglio, aloe, nastro adesivo), ma con scarse prove scientifiche di efficacia. Può essere utile usare bende morbide o cerotti per limitare il contatto delle lesioni con il resto della cute.

In conclusione, un primo approccio può essere deciso insieme al pediatra, che valuterà la situazione e consiglierà i trattamenti domiciliari più adatti. Nei casi estesi, resistenti o recidivanti, invece, il pediatra invierà il bambino dal dermatologo, che potrà proporre soluzioni mirate e più avanzate.

Bibliografia
  • AA.VV.; Dermatologia e malattie sessualmente trasmissibili; III ed.; Milano, 2015.
  • AA.VV.; Harper’s Textbook of Pediatric Dermatology; IV ed.; Oxford, 2019.
  • American Academy of Dermatology, “Warts: symptoms and causes”, aad.org, maggio 2024.
Articolo pubblicato il 15/10/2025 e aggiornato il 15/10/2025
Immagine in apertura bukharova / iStock

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