10 regole da rispettare per genitori separati

Ecco 10 regole fondamentali per affrontare la separazione senza danneggiare i figli e mantenendo le proprie responsabilità di genitore

Fulvio Scaparro , psicologo

Comunicare

La comunicazione della nostra intenzione di separarci va fatta, per quanto possibile, insieme, usando parole semplici, adeguate all’età dei figli, quando ci sentiremo sicuri della nostra decisione e pronti a parlarne con sufficiente serenità e senza menzogne. È con questa comunicazione che iniziamo a rassicurare nel concreto i figli del fatto che con la separazione non stanno perdendo i genitori. Sta comunque ai fatti, non alle parole, dar loro la certezza.

Dialogare

Diamo la possibilità ai figli di esprimere la loro sofferenza e aiutiamoli più con i fatti che con le parole. Dimostriamoci disponibili a parlare con loro ogni volta che lo richiederanno. Se parlano poco o non fanno domande o non reagiscono, non illudiamoci che chi tace acconsente. Prepariamoci dunque a rispondere ai loro eventuali perché in ogni momento e non sentiamoci sollevati se i figli non ci hanno posto domande.

Non umiliamo i figli ignorando o non tenendo nella dovuta considerazione le loro ragioni, come se la giovane età impedisse loro di essere nel giusto. E anche se nel giusto non fossero, abituiamoli alla libertà di pensiero e di parola, sia pure nel rispetto delle dovute forme (che anche noi dovremo usare nei loro confronti).

Mantenere le proprie responsabilità

Manteniamo sempre la nostra comune responsabilità genitoriale a partire dal momento della decisione di separarci, nella comunicazione con i figli, le nostre famiglie d’origine e chiunque altro. Non perdiamoci di vista dietro le carte bollate e non lasciamo che altri prendano decisioni che spettano a noi due, insieme. Se siamo certi di non star mentendo, facciamo in modo che i nostri figli sappiano che ogni sforzo è stato fatto per tenere in piedi la nostra unione. Sottolineiamo che la separazione è interamente frutto della nostra decisione e che loro non ne hanno alcuna responsabilità.

Non inibiamo nei figli i ricordi positivi del loro passato con l’uno, l’altro o entrambi i genitori. Accettiamo che riemergano anche i loro ricordi negativi aiutandoli a collocarli in una storia in evoluzione e a individuare prospettive di cambiamento e di miglioramento.

Non screditare l’altro genitore

Non usiamo i figli come giudici o arbitri dei nostri comportamenti sollecitando da loro un’opinione su chi di noi abbia ragione o torto. Non screditiamo né denigriamo l’altro genitore agli occhi dei figli anche, e soprattutto, se assente.

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Non impediamo loro di comunicare con il genitore non affidatario, anche segnalando più o meno apertamente la nostra disapprovazione quando i figli cercano di farlo. Non svalutiamo sistematicamente le idee e la pratica educativa dell’altro genitore. Teniamo a mente che non è sempre vero che il passato determina meccanicamente il futuro e che dunque l’altro genitore “non cambierà mai”.

Bambini e ragazzi non amano sentir denigrare un genitore, tanto più quando a farlo è l’altro genitore. Apprezzano, invece, il comportamento franco e leale degli adulti perché, anche se mostra una differenza di opinioni, è molto più rassicurante di una critica fatta dietro le spalle.

Rimanere leali nei confronti dell’altro genitore

Non cerchiamo l’alleanza o la complicità dei figli contro l’altro genitore, né istighiamoli contro di lui o lei atteggiandoci a vittime. Non fingiamo di accettare le decisioni dell’altro genitore mentre in realtà le boicottiamo. Non critichiamo per partito preso né ridicolizziamo i risultati delle decisioni e delle azioni dell’altro genitore.

Ogni volta che esistono ragioni valide è meglio che padre e madre si parlino direttamente senza usare in alcun modo i figli per trasmettersi messaggi ostili in forma indiretta. Non sballottiamo i figli come pacchi postali né parcheggiamoli davanti alla porta di casa o presso vicini e parenti per evitare di incontrare il genitore che li prenderà in consegna.

Il momento del passaggio delle consegne da un genitore all’altro è tra i più delicati della vicenda della separazione e per i figli è una cartina di tornasole per capire se possono contare sulla collaborazione di padre e madre o se invece hanno due genitori in lotta tra loro.

Evitare manifestazioni di aggressività

Non è la differenza di opinioni tra noi che può danneggiare i figli. Le differenze sono fonte di fertilità, al contrario delle fittizie unanimità o delle volontà imposte con la violenza o con l’inganno. Bambini e ragazzi osservano come noi riusciamo a convivere con le nostre diversità, e imparano. Se, evitando compromessi ingiusti, saremo riusciti a non trasformare i conflitti in guerre, avremo dato ai nostri figli un buon esempio.

Evitiamo dunque manifestazioni di esasperata aggressività, soprattutto in presenza dei figli. Questo non è un invito all’ipocrisia, ma piuttosto al rispetto dei limiti di sopportazione e di comprensione consentiti dall’età dei bambini e dei ragazzi. Evitiamo inoltre di usare i figli come ostaggi, messaggeri, spie o testimoni contro un genitore. Non sottoponiamoli a interrogatori su ciò che ha fatto l’altro genitore. Non minacciamo apertamente o implicitamente ritorsioni se non si schiereranno dalla nostra parte.

Impediamo che, salvo casi di eccezionale gravità e comunque in condizioni di massima protezione del loro equilibrio psicologico, i figli siano portati in tribunale a testimoniare contro un genitore.
Non utilizziamoli per dire ciò che noi non vogliamo o possiamo dire all’altro genitore. Asteniamoci da ogni ricatto affettivo. Il periodo trascorso con i genitori dovrebbe essere ricordato come uno dei rarissimi esempi di affetto gratuito incontrati nella vita.

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Prendere insieme le decisioni importanti

Non prendiamo decisioni importanti di interesse comune senza consultarci e, se possibile, accordarci con l’altro genitore. Entrambi i genitori devono sempre reciprocamente informarsi in tempo utile, e non essere informati da altri, circa le questioni che più interessano la crescita dei figli: salute, scuola, tempo libero, relazioni significative, cambiamenti importanti nella vita degli stessi genitori (lavoro, residenza, abitudini, nuovi partner).

Attenzione ai nuovi partner

È inopportuno presentare ai figli eventuali nostri nuovi partner senza aver prima concordato tra noi le modalità e i tempi più adatti ai bambini e ai ragazzi. Non presentiamoli come futuri genitori. Non mettiamo in competizione genitori e nuovi partner ma adoperiamoci perché stabiliscano buoni e affettuosi rapporti con i nostri figli.

Festeggiare insieme

Festeggiamo insieme, ogni volta che è possibile, compleanni e feste e cerchiamo di essere presenti agli eventi importanti che vedono i figli in qualche modo protagonisti. Andiamo insieme a parlare con gli insegnanti, con i medici, con gli allenatori sportivi e con tutte le figure significative nella vita dei figli.

Rispettare i confini generazionali

Essere affettuosi non implica l’incapacità di dire «no» se la situazione lo esige.
Non risarciamo i figli con comportamenti controproducenti (regali, concessioni, eccessiva indulgenza). Evitiamo di diventare “genitori della domenica” concedendo ai figli ciò che in altre condizioni non concederemmo.

Manteniamo la disciplina e le abitudini della nostra cultura. Non usiamo i figli come confidenti per sfogare su di loro le nostre ansie, tensioni e sofferenze. Non lasciamo che siano i figli a prendere da soli decisioni che spetterebbero a noi genitori. Manteniamo le promesse.

Articolo pubblicato il 24/06/2013 e aggiornato il 11/03/2024

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