I genitori di Valentina, una bambina di 5 anni, sono preoccupati: è la più bassa della classe e secondo loro anche troppo magra. La pediatra, dopo averla misurata accuratamente, li rassicura: Valentina si trova in un percentile basso, ma la sua crescita ha un andamento regolare nel corso degli anni. Non c’è quindi motivo di allarme.
Ma cosa significa crescere secondo i percentili? E, soprattutto, come si calcola il peso ideale di un bambino?
Quando si parla di peso forma di un bambino, non basta guardare il numero segnato sulla bilancia e rapportarlo alla sua età: il peso deve infatti essere sempre valutato in rapporto all’altezza, all’età e al sesso. Per questo motivo i pediatri utilizzano strumenti standardizzati come le curve di crescita e l’indice di massa corporea (BMI), che permettono di capire se lo sviluppo è in linea con quello atteso. Anche la statura dei genitori fornisce indicazioni importanti: un bambino con genitori piuttosto bassi, ad esempio, avrà in genere valori di crescita più contenuti rispetto ai coetanei.
Le curve di crescita, elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), mostrano l’andamento tipico del peso e dell’altezza nei bambini sani. L’importante non è trovarsi in un percentile “alto” o “basso”, ma che la crescita sia armoniosa e costante nel tempo. Se il valore scende sotto il 3° centile o supera il 97° centile, il pediatra può suggerire degli approfondimenti. Non significa automaticamente che ci sia un problema: la valutazione tiene conto anche del rapporto peso/altezza, dell’andamento della crescita nel tempo, delle condizioni di salute del bambino e della statura dei genitori.
Il BMI (Body Mass Index), o indice di massa corporea, è un valore che si ottiene dividendo il peso (in Kg) per il quadrato dell’altezza (in metri). Nei bambini, a differenza degli adulti, non basta il numero assoluto: bisogna confrontarlo con i valori di riferimento per età e sesso. Va inoltre ricordato che il BMI è uno strumento valido solo a partire dai 2 anni di età; nei bambini più piccoli (da 0 a 24 mesi) si utilizzano invece le tabelle dei centili per peso e lunghezza.
Uno degli strumenti più utilizzati per valutare la crescita è la tabella del peso dei bambini, che raccoglie i valori medi di riferimento per ogni età, distinti tra maschi e femmine. Queste tabelle non servono a stabilire con rigidità quanto un bambino “deve” pesare, ma a offrire un parametro di confronto: un peso leggermente sopra o sotto la media può essere del tutto normale, se lo sviluppo è armonioso e costante.
È importante sottolineare che il peso forma del bambino non è un numero unico valido per tutti, ma un intervallo entro cui rientra la maggior parte dei bambini sani. Ogni organismo ha i propri tempi e la propria costituzione, e un bimbo più longilineo o più robusto può essere perfettamente in salute.
Per rendere più chiara la consultazione, riportiamo qui una tabella orientativa dei valori di peso suddivisi per età e sesso.
Età (anni) | Peso medio maschi (kg) | Intervallo “normale” | Peso medio femmine (kg) | Intervallo “normale” |
1 | 10,5 | 9 – 12 | 9,8 | 8,5 – 11,5 |
2 | 12,5 | 11 – 14,5 | 12 | 10,5 – 14 |
3 | 14,5 | 13 – 17 | 14 | 12,5 – 16,5 |
4 | 16,3 | 14,5 – 18,5 | 15,5 | 14 – 18 |
5 | 18,5 | 16,5 – 21,5 | 17,5 | 15,5 – 20,5 |
6 | 20,5 | 18,5 – 24 | 19,5 | 17,5 – 23 |
7 | 22,5 | 20,5 – 27 | 21,5 | 19,5 – 26 |
8 | 25 | 23 – 30 | 24 | 21,5 – 28,5 |
9 | 28 | 25 – 33 | 27 | 24 – 32 |
10 | 31 | 28 – 36,5 | 30 | 27 – 35 |
Come si può notare, le fasce di normalità sono ampie: un bambino può trovarsi al limite inferiore o superiore e crescere comunque in piena salute. Per questo motivo la tabella va sempre interpretata con l’aiuto del pediatra, che conosce la storia di crescita del singolo bambino e può valutare nel tempo se la curva seguita è regolare.
Ricordiamo che la tabella è solo un punto di riferimento. Quello che davvero conta è che il bambino sia sano, vivace, e con una crescita regolare.
Quando parliamo di crescita, non usiamo solo i valori medi ma, come già accennato, anche i centili (detti anche percentili). Un centile indica la posizione del bambino rispetto a un campione rappresentativo di coetanei dello stesso sesso. Ad esempio, se un bambino è al 60° centile di peso, significa che, su 100 bambini della sua età e sesso, in media 59 pesano meno di lui e 40 pesano di più.
Questo non vuol dire che i bambini debbano “stare al centro” della curva: un bimbo che cresce sempre intorno al 15° o all’85° centile può essere perfettamente sano, l’importante è che la sua crescita sia stabile e regolare nel tempo.
Per i genitori è naturale preoccuparsi se il proprio bambino sembra troppo magro o troppo robusto, soprattutto quando lo confrontano con i coetanei. In realtà, quello che conta non è tanto il valore isolato sulla bilancia, ma l’andamento della crescita nel tempo e il benessere globale del piccolo, che comprende:
Essere al di sopra o al di sotto della media non significa automaticamente avere un problema di salute. Molti bambini crescono stabilmente su centili bassi o alti senza alcuna conseguenza negativa. Solo in presenza di scostamenti significativi (ad esempio sotto il 3° o sopra il 97° centile) o di cali/aumenti rapidi e improvvisi, il pediatra valuterà se sono necessari approfondimenti.Il messaggio fondamentale è dunque questo: la crescita va sempre interpretata dal pediatra, che conosce la storia clinica e familiare di ogni singolo bambino. Compito delle mamme e dei papà non è dunque quello di inseguire il presunto “peso ideale” dei bambini ma favorire abitudini sane – alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, sonno adeguato – e garantire un ambiente di vita sereno.
Pediatra, nel 2024 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Immunologia, Medicina Molecolare e Biotecnologie Applicate presso l’Università di Roma Tor Vergata. Attualmente lavora come Clinical Research Fellow presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove svolge attività clinica presso il Dipartimento di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico e attività di ricerca presso i laboratori dell’Unità di Terapia Cellulare e Genica delle Malattie Ematologiche.