Bambini e sport: domande frequenti

Qual è lo sport ideale per un bambino? Quali sono i vantaggi di fare sport? Rispondiamo ad alcuni dei quesiti più frequenti sul tema sport per i bambini.

Stefano Gorini , pediatra di famiglia

Perché nel bambino l’attività fisica è importante?

L’essere umano è un animale che non è fatto per la sedentarietà. Il movimento assicura un adeguato sviluppo dell’apparato muscolare e scheletrico, regola il metabolismo e concorre al generale benessere dell’individuo. Nel bambino è uno degli elementi essenziali per assicurare un corretto accrescimento. Il movimento regola l’appetito e il riposo notturno.

Esiste uno sport ideale per i bambini?

Per i bambini più piccoli, a uno sport sottoposto a regole e disciplina, è preferibile la pura e semplice attività motoria come il correre e il giocare in un prato. La presenza dell’adulto dovrebbe essere finalizzata a controllare che il bimbo non si faccia male, lasciando a lui stesso la decisione di quando iniziare e terminare.

In seguito, quando il bambino sarà più grande, non si dovrà perdere di vista che più che la competizione è il benessere psico-fisico del bambino che dovrà venire prima di tutto e quindi andranno privilegiati gli sport in cui tutto il corpo viene sollecitato armonicamente. Il praticare uno sport individuale o di squadra è una decisione cha va lasciata ai desideri del singolo bambino. Si tenga presente tuttavia che lo sport di gruppo può aiutare a vincere certe inibizioni e a ridimensionare le inevitabili sconfitte e pertanto ha, specie per i bambini timidi e introversi, una indiscutibile valenza pedagogica.

Come scegliere la “giusta” società sportiva?

Per non incorrere nel rischio che lo sport provochi più danni che benefici è essenziale che il genitore affidi il proprio figlio a istruttori preparati che lo guidino con saggezza ed equilibrio, da una parte senza sottostare ai suoi capricci o alla sua pigrizia, dall’altro senza pretendere da lui prestazioni non adeguate. Proprio per questo diventa molto importante scegliere un corso che abbia le giuste finalità formative e che l’istruttore sia anche un buon educatore. Prima di ogni altra cosa egli dovrà infatti curarsi della salute e del divertimento del bambino, anche se necessariamente lo dovrà abituare alla giusta fatica fermandolo però al momento opportuno.

Cosa evitare?

È bene che fino al completamento della pubertà il ragazzo non si dedichi unicamente a sport che impegnano solo alcune parti del corpo, questo per evitare il formarsi di asimmetrie nello sviluppo corporeo o di accentuare dismorfismi eventualmente presenti. Gli sport di resistenza vanno evitati e anche l’agonismo dovrebbe essere ammesso solo a sviluppo puberale ormai completato (in media a 16- 17 anni nel maschio e a 15-16 nella femmina). Il genitore dovrebbe astenersi quindi dal fare pressioni sul ragazzo finalizzate al conseguimento di coppe, medaglie e, un giorno, improbabili ricchezze.

Quali sono i vantaggi di una sana attività sportiva?

  • Corretto sviluppo psicofisico, mantenimento della forma fisica, abitudine a compiere sforzi utili all’organismo, correzione di eventuali piccoli difetti fisici;
  • abitudine all’igiene del proprio corpo (alimentazione, sonno, pulizia);
  • maturazione della consapevolezza circa i danni arrecati da sostanze tossiche (fumo, alcool, droghe, sostanze dopanti);
  • acquisizione di autocontrollo e autodisciplina, superamento di eventuali insicurezze, capacità di avvicinarsi con equilibrio alle vittorie e alle sconfitte della vita;
  • sviluppo della socializzazione, dell’amicizia, della lealtà e del coraggio;
  • miglioramento del rendimento scolastico.

E quali i rischi dello sport praticato in maniera scorretta?

  • sviluppo fisico disarmonico, peggioramento di eventuali difetti fisici preesistenti, insorgenza di patologie a breve (cardiopatie, anemie ecc.) e a lungo termine (es. osteoporosi);
  • stato di affaticamento generale, insonnia, anoressia, irritabilità e nervosismo;
  • comportamenti asociali (tendenza al divismo, all’isolamento, all’aggressività);
  • dipendenza dal risultato, incapacità ad accettare le sconfitte e tendenza all’abbandono dell’attività sportiva per insoddisfazione dei risultati raggiunti;
  • disturbi psichici (della condotta alimentare, stati depressivi ecc.);
  • alterazioni del ciclo mestruale (amenorrea);
  • rischio di assunzione di sostanze dopanti per aumentare le proprie prestazioni;
  • aumento delle patologie traumatiche;
  • peggioramento del rendimento scolastico.
Articolo pubblicato il 24/06/2013 e aggiornato il 22/09/2022

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