Barattolo della calma: funziona davvero?

Non si tratta di un oggetto miracoloso, come spesso si legge in rete, ma di una risorsa di partenza utile a stabilire un contatto sereno e aiutare così il piccolo a esplorare la propria interiorità e individuare le cause del suo malessere

Immagine per l'autore: Francesca Perica
Francesca Perica , educatrice montessoriana
barattolo della calma realizzato in casa

Il barattolo della calma, anche conosciuto con la denominazione inglese di calming jar, è una proposta che ha trovato negli ultimi anni grande diffusione tra educatori e genitori, anche perché spesso viene presentato come materiale di ispirazione montessoriana

Analizziamo i suoi reali benefici e come utilizzarlo in maniera davvero efficace per aiutare i nostri bambini durante i momenti di crisi.

Cos’è il barattolo della calma? 

Il barattolo della calma viene proposto in molti articoli sul web come un miracoloso strumento in grado di aiutare i piccoli nella regolazione delle proprie emozioni. Ma è proprio così? Cos’è, davvero, il barattolo della calma?

Nella sua forma più semplice, questo oggetto è costituito da un barattolo in vetro ricolmo di una miscela di acqua colorata e colla, al cui interno fluttuano brillantini colorati.

I sostenitori di questa proposta affermano che il barattolo, grazie al movimento ipnotico dei brillantini, favorisca il ritorno alla calma dei bambini in piena crisi, aiutandoli così ad autoregolare i propri vissuti emotivi.

Naturalmente si tratta di una forzatura: aiutare un bambino a ritrovare l’equilibrio in un momento di crisi non è semplice e di certo non esiste un oggetto che, di per sé, a mo’ di bacchetta magica ristabilisca la tranquillità senza che vi sia alcun impegno da parte delle persone coinvolte.

È inoltre errata la dicitura “barattolo della calma Montessori” che sovente si trova in rete. Il barattolo della calma, infatti, non è un materiale montessoriano.

Anche se, come detto, non si tratta di uno strumento miracoloso, il barattolo può, comunque, se accompagnato da un’accurata preparazione dell’ambiente e da un intervento consapevole e attento dell’adulto, sostenere i più piccoli nel processo necessario per ritrovare la tranquillità.

A cosa serve il barattolo della calma?

Intuire a cosa serve il barattolo della calma è piuttosto semplice, dato che il nome parla da sé: aiutare il bambino in evidente stato di de-regolazione emotiva a ritrovare la tranquillità. In merito al suo utilizzo occorre, comunque, fare alcune importanti precisazioni.

Come accennato, non è sufficiente offrire al bambino in stato di agitazione un barattolo della calma affinché la situazione si risolva miracolosamente. Se ci si limitasse a questo, il barattolo potrebbe sì avere un effetto palliativo, ma visto che il bambino non è stato aiutato a individuare e ad affrontare la reale causa del suo disagio, molto probabilmente questa tenderebbe presto a riaffiorare, generando nuovi momenti di crisi.

Come si usa il barattolo della calma

Un utilizzo molto funzionale potrebbe essere quello di associare il barattolo a esercizi di respirazione guidata. Quando un bambino è in piena crisi e agitato fisicamente ed emotivamente, non è utile, né efficace, tentare di trasmettere insegnamenti o di portarlo a ragionare su quanto avvenuto. Il primo obiettivo dell’adulto consapevole sarà allora quello di riparare alla de-regolazione emotiva manifestata dal bambino. Sediamoci con lui, anche contenendolo se desidera contatto fisico. Dopodiché, afferriamo il barattolo, scuotiamolo e osserviamo insieme il fluttuare dei brillantini, rallentando il respiro gradualmente, esattamente come questi rallentano progressivamente il proprio movimento.

La pratica, soprattutto se ripetuta ed esercitata nel tempo, può aiutare a favorire il rilassamento, necessario a garantire la creazione di una connessione con il bambino, fondamentale per qualsiasi dialogo o insegnamento.

Come detto, non limitiamoci al semplice barattolo: serviamocene, piuttosto, come risorsa di partenza per stabilire un contatto sereno e aiutare così il piccolo a esplorare la propria interiorità e individuare le cause del suo malessere.

Barattolo della calma fai da te: come realizzarlo

Il barattolo della calma è una proposta davvero facile e veloce da preparare, poiché necessita di pochi elementi, generalmente già presenti in casa o reperibili in qualsiasi negozio di casalinghi ben rifornito.

Per realizzare un barattolo della calma fai da te nella sua versione più semplice occorrono:

  • un vasetto di vetro di piccole o medie dimensioni con coperchio (vanno benissimo quelli da 200-250 ml utilizzati per le conserve);
  • colla gel trasparente (per evitare un possibile effetto “acqua torbida” alcuni consigliano però di utilizzare della glicerina vegetale);
  • 4-5 cucchiaini di brillantini di colori tenui (come l’azzurro o il verde chiaro);
  • un paio di gocce di sapone per piatti (aiutano a non far attaccare i brillantini tra loro);
  • due o tre gocce di colorante alimentare in gel;
  • acqua calda;
  • colla a caldo.

Per prima cosa sarà necessario miscelare con cura la colla e un po’ di acqua calda fino a quando la prima non si sarà dissolta. Maggiore sarà la quantità di colla sul totale, maggiore sarà la resistenza opposta ai brillantini dalla miscela, il che li farà muovere più lentamente.Successivamente, unire i brillantini e il colorante alimentare e mescolare nuovamente. Aggiungere quindi l’acqua necessaria a riempire il barattolo e sigillare con cura utilizzando della colla a caldo.

Immagine per l'autore: Francesca Perica
Francesca Perica

Dopo la laurea in Scienze dell’educazione si specializza nel Metodo Montessori per la prima infanzia presso l’Opera Nazionale Montessori e successivamente con il Centro Nascita Montessori. Nel 2016 fonda “Aiutami a fare da me”, sito che ha lo scopo di divulgare il pensiero di Maria Montessori, e nel 2019 si trasferisce in Germania continuando il suo lavoro di educatrice presso un asilo nido di ispirazione Reggio Children. Collabora con numerose riviste specializzate e sostiene i genitori con percorsi individuali di parent coaching.

Articolo pubblicato il 04/11/2021 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura Nicholas Ahn / iStock

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