Bullismo a scuola: come riconoscere gli episodi e intervenire

Gli episodi di bullismo spesso si verificano negli spazi e nei tempi marginali della scuola, per questo non è sempre facile intercettarli. Alcuni interventi possono però aiutare insegnanti e genitori a riconoscere e a intervenire efficacemente di fronte a fenomeni di questo tipo

Raffaele Mantegazza , pedagogista
ragazza vittima di bullismo a scuola

Il bullismo a scuola, spesso silenzioso, si manifesta soprattutto in spazi marginali come bagni, spogliatoi e durante gli intervalli, e può assumere forme sia fisiche sia psicologiche, persino tra i più piccoli già in età primaria. È fondamentale saper cogliere segnali sottili: disegni, canzoni o giochi possono veicolare ansia, tristezza o isolamento, e sono indizi preziosi per noi adulti.
Le cause risiedono tanto in modelli adulti di violenza e umiliazione quanto in dinamiche sociali consolidate mediate dai social network. Di fronte a un episodio, l’intervento deve essere bilanciato: proteggere la vittima, coinvolgere il bullo in un percorso riparativo non punitivo, e responsabilizzare gli osservatori silenziosi nella scelta di non restare inerti. La prevenzione passa attraverso comunità scolastiche inclusive, dove regole condivise e valorizzazione delle differenze creano ambienti dove il conflitto viene vissuto in modo non violento.

La parola “bullismo” (così come l’espressione “bullismo a scuola”) è di conio abbastanza recente ma definisce un insieme di comportamenti che purtroppo sono tutt’altro che nuovi. Si tratta di un insieme di azioni orientate contro una o più vittime – scelte quasi sempre tra i soggetti più deboli o fragili – che si manifestano nello spazio della scuola e che sono caratterizzati dalla presenza di uno o più perpetratori (i bulli) e spesso di più osservatori.

Ma come riconoscere gli episodi di bullismo a scuola? Quali sono le situazioni cui prestare attenzione e quali gli interventi?

Come riconoscere il bullismo a scuola

Gli episodi di bullismo spesso si verificano negli spazi e nei tempi marginali della scuola: bagni, spogliatoi, momenti di entrata o uscita dall’edificio, intervalli… Oltre al bullismo fisico, caratterizzato da botte o minacce, esiste come è noto un bullismo psicologico, indiretto, volto a umiliare o a mortificare la vittima attraverso insulti verbali o la diffusione di dicerie, immagini e video. Non dobbiamo commettere l’errore di pensare che questi episodi interessino solo la fascia d’età degli adolescenti: in realtà, la dimensione della mortificazione del debole può essere presente già a partire dalle scuole primarie.

Dunque, come riconoscere gli episodi di bullismo quando non sono evidenti? Anzitutto occorre dare molto credito alle comunicazioni trasversali tipiche dei bambini – i disegni, le canzoni, i giochi – che possono contenere messaggi impliciti di estrema importanza. Occorre poi essere molto sensibili a cogliere i loro eventuali segnali di tristezza, chiusura e depressione, e anche l’improvvisa paura o ansia del figlio nei confronti della scuola o il desiderio di non partecipare più alle lezioni.

Cause del bullismo nelle scuole

Quali sono le cause del bullismo? Pur rischiando di semplificare la discussione, occorre distinguere tra cause remote o sociali e cause immediate o pedagogiche.

Per quanto riguarda le cause remote, se presenti, i fenomeni di bullismo non sono inventati dai bambini o dai ragazzi ma sono imitazioni di episodi di violenza, umiliazione e mortificazione da loro vissuti o visti con protagonisti gli adulti. Le cause sociali sono invece da ricercare nella continua esposizione dei ragazzi alla violenza e alla prevaricazione del forte sul debole, anche e soprattutto attraverso il mondo dei social. 

Se ci troviamo di fronte a cause immediate o pedagogiche, ovviamente ogni caso andrebbe giudicato secondo le sue particolari specifiche, ma ciò che è certo è che una classe nella quale si verificano episodi di bullismo sta lanciando un messaggio al mondo adulto e quindi occorre che gli insegnanti e i genitori si pongano nella prospettiva dell’ascolto, al fine di individuare quale lavoro pedagogico è mancato fino a quel momento.

Bullismo a scuola: cosa fare?

L’approccio al bullismo nella scuola elementare deve prima di tutto trovare un equilibrio tra l’intervento immediato a tutela della vittima e la capacità di non affidarsi unicamente a logiche punitive per quanto riguarda i cosiddetti “bulli”; anzi, il bullo che viene punito può addirittura fare della sua punizione una specie di medaglia da esibire per rafforzare la sua leadership.

Una volta intercettato il fenomeno di bullismo, bisogna agire su tre versanti. Anzitutto occorre tutelare la vittima e farsi carico della sua paura e del senso di colpa (spesso la persona che subisce una violenza è portata a credere di essersi “meritata” l’abuso a causa della propria debolezza, fragilità, del proprio aspetto fisico…). Occorre poi agire sul bullo senza una logica punitiva, bensì portandolo a riconoscere la gravità della propria azione e a un gesto riparativo che non sia solo il chiedere scusa ma il tentativo di ricostruire, su basi nuove, una relazione con la vittima.

Infine, un lavoro fondamentale va compiuto con gli osservatori e i testimoni silenziosi degli episodi di bullismo, i quali vanno accompagnati a riflettere sul fatto che di fronte a una situazione di violenza una non-azione vale quanto l’azione stessa compiuta dai bulli.

Come prevenire il bullismo nelle scuole?

Come prevenire il bullismo? Anzitutto, occorre partire da una considerazione: se è vero che non esiste classe o gruppo che possa essere al 100% immune al fenomeno del bullismo, è vero anche che il bullismo non è per forza scritto nel destino di ogni classe o gruppo. Questo per arrivare a dire che la prevenzione del bullismo è fondamentale, e passa attraverso la responsabilizzazione dei bambini rispetto al benessere dei loro compagni.

La creazione di classi che siano vere comunità di apprendimento, all’interno delle quali l’accoglienza e la valorizzazione delle differenze sono alla base della convivenza quotidiana, e dove le regole sono sempre co-prodotte e condivise dai ragazzi e dagli adulti, sono elementi di prevenzione fondamentali.

Non sempre occorre nominare il bullismo per prevenire questo fenomeno; è la quotidianità del rapporto tra le persone, la positività dell’esperienza di vita fianco a fianco con il diverso, l’arricchimento reciproco della crescita in un ambiente accoglienza, l’esperienza del conflitto vissuta attraverso la sua elaborazione nonviolenta, a togliere ossigeno alla cultura della prevaricazione e della violenza che è alla base del bullismo come di ogni forma di dominio del forte sul più debole

FAQ

Qual è la diffusione attuale del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole italiane?
Secondo i dati della Sorveglianza HBSC Italia 2022, forniti dal Ministero della Salute con l’ISS, tra gli undicenni vittime di bullismo a scuola si segnalano il 18,9 % dei ragazzi e il 19,8 % delle ragazze; a 13 anni, rispettivamente il 14,6 % e il 17,3 %. Il fenomeno cala tra gli adolescenti di 15 anni (9,9 % maschi; 9,2 % femmine). Il cyberbullismo è in aumento nella fascia 11–13 anni, con picchi fino al 21 % nelle femmine undicenni.

Quali strumenti e normative esistono per aiutare le scuole a prevenire e contrastare il bullismo?
La Legge 71/2017 è la base normativa per il cyberbullismo, aggiornata il 14 giugno 2024 per includere anche il bullismo, con obblighi per le scuole come l’adozione di un codice interno, servizi psicologici e informativa alle famiglie. Le Linee di orientamento ministeriali del 2021 (Decreto ministeriale 18 gennaio 2021, nota 482/2021) forniscono strumenti basati sull’evidenza per dirigenti, docenti e personale scolastico, inclusi Team Antibullismo, protocolli di intervento e sviluppo di competenze specifiche.

Esistono risorse di formazione o piattaforme per i docenti referenti sul bullismo?
Sì. La piattaforma ELISA (E‑Learning per gli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo) è uno strumento gratuito lanciato dal Miur nel 2018, attivo in circa il 70 % delle scuole italiane con circa 10.000 docenti iscritti nel 2022/23. Inoltre, il programma Generazioni Connesse, promosso dal Miur con partner istituzionali, offre formazione a studenti, insegnanti e famiglie su temi legati all’uso sicuro del web, cyberbullismo, sexting, deepfake e altro.

Che ruolo ha la scuola e quali misure deve adottare concretamente?
Ogni istituto deve nominare un docente referente che coordina iniziative antimobbing, istituire un Team Antibullismo e un Tavolo permanente di monitoraggio; integrare le Linee di orientamento nel regolamento scolastico; strutturare protocolli d’emergenza e strumenti di monitoraggio come questionari o piattaforma ELISA. È previsto inoltre l’accesso a servizi di supporto psicologico, attivati anche su impulso regionale o ministeriale.

Articolo pubblicato il 06/10/2023 e aggiornato il 22/09/2025
Immagine in apertura FatCamera / iStock

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