Colpo di calore nei bambini: come riconoscerlo e intervenire

Qual è la differenza tra colpo di sole e insolazione? Come intervenire per prevenire e proteggere i nostri bambini? Rispondiamo alle domande più frequenti sul tema

Immagine per l'autore: Giulia Costagliola
Giulia Costagliola , pediatra
Bambino gioca in spiaggia sotto il sole

È un caldo pomeriggio di fine giugno. Stefano va a prendere Giada e Mario all’uscita del centro estivo e sente una nonna rimproverare gli animatori perché hanno concesso ai bambini di uscire in mattinata. «Con questo caldo!», osserva la donna. «E se venisse un colpo di sole ai bambini? O peggio, un’insolazione!».

Mentre osserva i bambini che giocano e ridono beati in cortile, Stefano si interroga su ciò che ha appena udito, e si rende subito conto che non ha la minima idea di come si manifesti un colpo di calore nei bambini, né di quale sia la differenza tra colpo di sole e insolazione.
Di seguito, cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti sul tema.

Colpi di calore e insolazione nei bambini: le differenze

I due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi, ma in realtà sottendono due disturbi diversi causati dalla medesima condizione: l’aumento della temperatura ambientale; condizione che, a causa del cambiamento climatico in atto, si registra purtroppo con sempre maggiore intensità nel nostro Paese e in molte parti del mondo.

A tal proposito, il nostro corpo possiede una caratteristica molto importante, la cosiddetta “termoregolazione”, ovvero la capacità di regolare autonomamente la propria temperatura allo scopo di mantenerla costante in diverse condizioni ambientali.

In ambienti freddi, il corpo tende a non dissipare il calore prodotto, mentre in ambienti caldi cerca di disperdere calore (ad esempio attraverso la sudorazione). Anche il calo della pressione arteriosa rientra fra i tentativi per ridurre la temperatura corporea: i vasi sanguigni infatti si dilatano allo scopo di disperdere il calore e questo porta a una riduzione della pressione.

Quando la temperatura esterna diventa molto elevata (oltre i 35 gradi), per giunta in ambienti umidi e poco ventilati, la capacità di disperdere calore può però venire meno e ciò causa un aumento della temperatura corporea. Questo difetto nella termoregolazione porta al colpo di sole nei bambini (anche detto colpo di calore). 

L’insolazione invece è la diretta conseguenza dell’esposizione del corpo ai raggi solari, per cui oltre agli effetti dovuti all’aumento della temperatura corporea si avranno anche quelli provocati dal sole sulle zone esposte.

Sintomi del colpo di calore e dell’insolazione

I sintomi del colpo di calore nei bambini si verificano quando la temperatura corporea aumenta troppo rapidamente (in 10-15 minuti), raggiungendo i 40-41°C. I piccoli, in particolare, possono avvertire:

  • debolezza, che si manifesta con perdita di interesse nel gioco e nell’interazione;
  • mal di testa;
  • dolore addominale con nausea e vomito.

Si possono anche verificare svenimenti dovuti al calo della pressione arteriosa che si verifica con le alte temperature.

Ai sintomi dell’insolazione nei bambini, oltre a quelli appena descritti per il colpo di calore, si aggiungono anche i disturbi dovuti all’esposizione ai raggi solari, ovvero l’arrossamento della pelle esposta (eritema solare) fino all’ustione. Si possono anche notare occhi arrossati e aumento della lacrimazione.

Colpo di calore nei bambini: cosa fare e quando preoccuparsi

Quando si sospetta un colpo di calore conviene portare il bambino in un ambiente fresco e ombreggiato e offrire acqua a piccoli sorsi. Se il piccolo lamenta dei capogiri è opportuno invitarlo a sdraiarsi e a riposare.

Se dopo questi semplici accorgimenti il bambino appare confuso, vomita incessantemente o non fa pipì da molte ore è necessario interpellare subito un medico per una valutazione più approfondita.

Come si prevengono i colpi di calore e le insolazioni?

Per prevenire colpi di calore e insolazione nei bambini si consiglia di evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata (che vanno dalle 11 alle 18).

Se ciò non è possibile, sarà senz’altro utile far indossare al bambino un cappellino e dei capi di cotone con colori chiari, che favoriscono la traspirazione e non attirano eccessivamente i raggi solari.

Alimentazione e idratazione, due preziose alleate

Altrettanto fondamentali quando si parla di prevenzione degli effetti nocivi del calore sono un’adeguata alimentazione e l’idratazione. Con la sudorazione, infatti, si perdono acqua e sali minerali, e non esistono integratori efficaci quanto le sostanze nutritive e l’acqua presenti naturalmente in frutta e verdura per reintegrare le perdite; nel caso in cui il bambino non avesse proprio voglia di mangiare, meglio l’utilizzo di soluzioni reidratanti.

La frutta e la verdura di stagione (in estate: zucchine, pomodori, angurie, cetrioli) sono particolarmente indicate per la loro composizione nutritiva. Sono invece da evitare i cibi grassi e molto conditi, per non sovraccaricare di calorie l’organismo già impegnato a combattere il calore.

FAQ

Come capire se un bambino ha un colpo di calore o di sole?

Un bambino con un colpo di calore appare caldo al tatto, confuso, stanco, senza voglia di giocare. Se il piccolo riferisce di aver trascorso molto tempo esposto al sole la diagnosi è presto fatta.

Quanto dura un colpo di calore nei bambini?

Un colpo di calore può durare diverse ore, fino a due giorni: gli effetti sono più evidenti nelle prime sei ore dopo l’esposizione.

Si può andare al mare dopo un colpo di sole?

Sì, ma solo dopo aver trascorso un congruo numero di ore in ambienti freschi e ventilati. In spiaggia sarà opportuno proteggersi dall’esposizione diretta e assumere tanta acqua, frutta e verdura.

Colpo di calore e insolazione: come evitarli in vacanza?

Evitando di esporsi alla luce diretta del sole nelle ore più calde della giornata (indicativamente dalle 11 alle 18), che vanno invece trascorse in luoghi freschi e ventilati.

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Giulia Costagliola

pediatra presso la Struttura Complessa di Pediatria dell'Ospedale di Chivasso (TO), ha approfondito la Medicina del Sonno in età pediatrica con particolare attenzione alla prevenzione della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome). Membro del comitato scientifico dell'Associazione SUID & SIDS Italia Onlus e dell'ISPID (International Society for the Study and Prevention of Perinatal and Infant Death).

Bibliografia
Articolo pubblicato il 24/07/2025 e aggiornato il 24/07/2025
Immagine in apertura poplasen / iStock

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