Questo articolo è sponsorizzato da Stokke. Qui trovi una spiegazione più esaustiva.
Nei primi anni di vita i bambini cambiano rapidamente: imparano a stare seduti, poi a stare a tavola, poi a partecipare attivamente alla vita familiare. Eppure, molti oggetti che usiamo per loro – come i seggioloni – sembrano pensati per un momento soltanto, spesso riduttivo e isolante.
Fu un’intuizione del designer norvegese Peter Opsvik a proporre, per la prima volta, un cambio di paradigma: e se esistesse una sedia capace di crescere insieme al bambino, anziché limitarlo in una posizione fissa e isolata? Un’idea semplice, ma rivoluzionaria, che ha cambiato per sempre il modo di pensare gli arredi per l’infanzia.
Fu così che, negli anni ’70, nacque l’idea della sedia evolutiva: un oggetto progettato per seguire il bambino passo dopo passo, adattandosi alle sue competenze e favorendo la sua autonomia. Non una “sedia da bambini”, ma una vera sedia, che cresce con loro.
Una sedia evolutiva è un sistema di seduta regolabile che può essere usato dalla nascita fino all’età adulta. Si distingue da un seggiolone tradizionale perché non impone una postura fissa o una struttura rigida, ma si trasforma nel tempo: cambia altezza, profondità, sostegni, e accompagna il bambino nel suo sviluppo motorio e relazionale.
L’obiettivo non è solo “farlo stare seduto”, ma farlo partecipare, osservare, imitare, sperimentare – proprio come suggeriscono gli approcci educativi centrati sull’autonomia, come quello montessoriano.
La tavola non è solo il luogo dei pasti. Come abbiamo detto tante volte, è un ambiente ricco di stimoli, dove il bambino osserva gli adulti ed entra in relazione con loro, sperimenta il linguaggio e le regole della socialità. Essere fisicamente presenti in quel contesto in un modo che favorisce l’interazione fa una grande differenza.
Una buona sedia evolutiva permette anche al neonato di stare vicino ai genitori grazie a un supporto adeguato, e poi, crescendo, sostiene la postura corretta senza limitare i movimenti.
Tra i punti di forza delle sedie evolutive c’è la possibilità di regolare seduta e poggiapiedi: il bambino ha così un appoggio stabile per schiena e piedi, che favorisce il tono muscolare e la concentrazione. Può muoversi, ma in sicurezza. Può scegliere, ma con dei limiti chiari.
La sedia non è un contenitore, ma un invito a esplorare in autonomia. E questo vale anche nei piccoli gesti quotidiani: portare il cucchiaio alla bocca, guardare negli occhi un genitore, stare seduti in modo attivo.
Anche se oggi esistono diversi prodotti ispirati a questo concetto, è Tripp Trapp – disegnata da Peter Opsvik per Stokke – è stata la prima sedia evolutiva a diffondersi presso il grande pubblico, quella che ha dato origine a tutto (ne sono state prodotti oltre 15 milioni di esemplari!). Il suo design semplice e intelligente è pensato per durare nel tempo e per valorizzare la relazione tra adulti e bambini.
Esposta nei più importanti musei del mondo come icona del design scandinavo, Tripp Trapp è costruita con materiali sostenibili e pensata per essere usata per tutta la vita, e si è evoluta nel tempo per rispondere alle esigenze delle famiglie con accessori che le permettono di accompagnare la crescita fin dai primi giorni di vita.
Ma soprattutto, nasce da una visione educativa: mettere il bambino al centro, davvero. Stokke Tripp Trapp si è evoluta nel tempo per rispondere alle esigenze delle famiglie con accessori che le permettono di accompagnare la crescita fin dai primi giorni di vita.
Ha girato il mondo a piedi, in bici e sul pedalò, fino a quando ha scoperto l’editoria e il marketing: dopo aver ricoperto i ruoli di redattore prima e di responsabile marketing poi, è diventato CEO di Uppa nel 2017.