Come scegliere la scuola superiore

Gennaio e febbraio sono diventati, da alcuni anni a questa parte, i mesi caldi degli open-day e delle iscrizioni a scuola, preceduti dal periodo dell’orientamento che molti istituti propongono. Ma quali sono i criteri che genitori e figli dovrebbero valutare nella scelta della scuola superiore?

Vanessa Niri , pedagogista
adolescenti dopo aver scelto la scuola superiore

Ogni passaggio da un ordine scolastico a un altro comporta una serie di dubbi per i genitori e, man mano che crescono, anche per i figli. Il passaggio alla scuola secondaria di secondo grado è certamente quello che ne comporta di più, perché si passa da un modello di scuola omogeneo – fatta eccezione per gli istituti sperimentali – a un modello che prevede l’acquisizione di competenze specifiche molto diverse a seconda dei vari indirizzi scolastici. 

Scegliere la scuola superiore spesso non è affatto facile; si ripropongono le stesse fragilità sperimentate dalle famiglie nella scelta della scuola primaria. I figli nel frattempo sono cresciuti, è verò, ma la difficoltà è la stessa: si ha la sensazione di compiere una decisione da cui dipenderà il loro futuro.
Ecco di seguito un piccolo orientamento per la scuola superiore, una sorta di guida utile alle famiglie e ai figli per compiere una scelta responsabile e consapevole.

Come scegliere la scuola superiore?

In Italia, gli studenti che completano i tre anni di scuola secondaria di primo grado (la “scuola media”) possono scegliere la scuola superiore tra due percorsi alternativi:

  1. Scuola secondaria di secondo grado, di durata quinquennale.
  2. Percorsi di istruzione e formazione professionale (FP), di durata triennale e quadriennale e di competenza regionale.

Soltanto la scuola secondaria di secondo grado permette, una volta ottenuta la qualifica, di iscriversi all’Università.
Per orientarsi bene è necessario innanzitutto conoscere la divisione tra i diversi percorsi di scuola secondaria di secondo grado, ovvero licei, istituti tecnici e istituti professionali.
I licei si dividono nei seguenti indirizzi:

  • artistico;
  • classico;
  • linguistico;
  • musicale e coreutico;
  • scientifico (con eventuale opzione di scienze applicate);
  • delle scienze umane (con eventuale opzione economico-sociale).

Gli istituti tecnici sono invece divisi in due aree. La prima, quella di indirizzo economico, comprende gli istituti all’interno dei quali si studiano amministrazione, finanza e marketing e quelli nei quali si approfondiscono le materie legate al turismo. La seconda area, quella tecnologica, presenta invece molti più indirizzi: meccanica; trasporti/logistica; elettronici/elettrotecnici; informatici; grafica; chimica; moda; agraria; costruzioni.

Infine, le scuole professionali. Gli ambiti di studio coincidono, in alcuni casi, con quelli degli istituti tecnici. La differenza sta però nel livello di approfondimento delle materie che, nei casi degli istituti professionali, si concentrano sull’acquisizione delle competenze più operative, legate a una singola professionalità o a un macroambito.

All’interno di oltre trenta opzioni di scelta, a cui si aggiungono le proposte regionali, è inevitabile che le famiglie e gli studenti si sentano confusi. E allora, come capire quale scuola superiore scegliere? Quali elementi prendere in considerazione?

Test, questionari e orientamento servono per scegliere la scuola superiore?

La maggior parte delle scuole secondarie di primo grado prevede dei percorsi di orientamento. È il “consiglio orientativo” formato dal corpo docenti che, dopo essersi riunito, stabilisce quali sono i consigli più utili da fornire a famiglie e studenti sul percorso di studi.

La maggior parte degli studenti integra queste informazioni con quelle ottenute dalle molte piattaforme online dedicate all’argomento, la più completa delle quali è sicuramente «eduscopio.it», un portale curato dalla Fondazione Agnelli che viene aggiornato ogni anno e che permette di orientarsi utilizzando come lente d’ingrandimento il futuro accesso all’Università o al mondo del lavoro. 

Test per scegliere la scuola superiore si trovano sui principali siti che si occupano di educazione («skuola.net»; «Osservatorio scuola superiore»; «studenti.it») e su molte altre piattaforme.
Insomma, possiamo dire che l’orientamento per la scuola superiore è un po’ come la ricetta di una torta, e che gli ingredienti sono: una base composta da ciò che lo studente o la studentessa vorrebbe fare da grande; una spolverata di materie in cui riesce meglio; una guarnizione composta dalle scuole più vicine che approfondiscono quegli argomenti di studio… ed ecco uscire dal forno la scuola adatta per ognuno.

Ma la realtà è così semplice? Test e quiz per scegliere la scuola superiore possono davvero essere affidabili? Poco prima di scrivere questo articolo, abbiamo sperimentato cinque differenti test online, e al termine delle domande (a cui abbiamo risposto sempre allo stesso modo) abbiamo ricevuto cinque risultati molto diversi tra loro: un feedback non molto confortante, che suggerisce una sostanziale inaffidabilità delle piattaforme, in particolare quelle non specializzate.

D’altra parte, anche il consiglio orientativo è spesso una “fotografia” dello studente o della studentessa in base al suo percorso scolastico durante la scuola media, età in cui sono molte le variabili che incidono sui risultati ottenuti in classe, e nel corso della quale i cambiamenti sono improvvisi e repentini, anche nel modo di relazionarsi con i docenti.

Tener conto del consiglio della scuola di provenienza è fondamentale, ma per non cadere in una lettura semplificata, da cos’altro possiamo farci aiutare?

Consigli per scegliere la scuola superiore

Cosa valutare nella scelta della scuola? Quali consigli seguire? E se poi la scelta si rivela sbagliata?Innanzitutto, facciamoci tranquillizzare dal fatto che nella vita si può sempre cambiare idea. Non è detto che a 14 anni si abbiano gli stessi desideri che si hanno a 16, come non è detto che la scuola scelta corrisponda alle aspettative del ragazzo o della ragazza. 

Se è importante che gli studenti si impegnino al massimo fin dal primo giorno, lo è altrettanto che imparino a capire la fonte delle loro eventuali fragilità, confrontandosi con gli adulti di riferimento; se i ragazzi sentono di avere sbagliato percorso, è giusto riconoscere loro la possibilità di cambiare idea.
Una scelta però va fatta, e un consiglio da seguire è certamente quello di tenere conto del modo in cui gli studenti si sentono più a loro agio nell’esprimersi.

Ad esempio, per uno studente che mostra di esprimersi molto attraverso abilità manuali o/e artistiche, sarebbe bene orientarsi verso un contesto in grado di valorizzare questa specifica competenza (un liceo artistico/coreutico/musicale, un istituto tecnico, una scuola professionale…). In questo modo si costruirà una strada più semplice per lui, poiché non verrà forzato in un contesto dove l’espressione del sé avviene in particolare attraverso le materie scritte e orali.

Cercare una scuola “facile” per gli studenti a cui non piace studiare è un falso consiglio. Chi non ha piacere di passare molto tempo sui libri, ha probabilmente bisogno di essere prima accompagnato al piacere dello studio. Meglio quindi cercare una scuola con classi non troppo affollate nel biennio – per favorire lo scambio e la relazione con il corpo insegnanti – piuttosto che orientarsi verso una scuola “facile” ma sovraffollata, rischiando poi di incontrare comunque difficoltà che apparirebbero particolarmente difficili da superare.

La scuola è un luogo complesso dove il benessere degli studenti concorre alla buona riuscita del ciclo di studi. Ci sono studenti che si sentono più a loro agio e danno il meglio di sé all’interno di contesti scolastici classici, e altri che trovano linfa vitale invece nelle scuole sperimentali (grazie alle quali, magari, riescono a cogliere l’occasione per costruire una relazione con il territorio, con le comunità, con gli altri contesti educativi). È difficile però riscontrare queste differenze nel corso degli open day e delle presentazioni online delle singole scuole.

Un altro elemento importante per aiutare i ragazzi e le ragazze a trovare una propria strada – unito ai feedback dei docenti delle medie e alle caratteristiche delle scuole superiori – potrebbe essere un confronto con gli studenti leggermente più grandi. Scambiarsi idee sui punti di forza e di debolezza delle scuole può senz’altro essere un ottimo aiuto.

Ma in definitiva, chi sceglie la scuola superiore?

Quando, nel 1963, venne avviata la scuola media unificata, che spostava a quattordici anni il momento in cui decidere se continuare gli studi o avviarsi al lavoro, si considerò anche il fatto che a undici nessuno potesse essere in grado di decidere per sé stesso.

Ma, adesso che sono passati sessant’anni, possiamo davvero affermare che la scelta tra Liceo, Istituto tecnico o professionale viene fatta liberamente, coscientemente e autonomamente dagli studenti? Quanto pesano i desideri dei ragazzi, e quanto invece le esperienze, le aspettative e la disponibilità economica delle famiglie, al momento della scelta? L’unica risposta sincera è che ancora oggi sono molto spesso i genitori a decidere in nome dei figli.

Per rendere i ragazzi determinanti in questa scelta sarebbe necessaria una riforma profonda e strutturale non solo della scuola, ma anche del mercato del lavoro. Un discorso ampio e complesso, sul quale però è possibile incidere almeno in parte iniziando a porci delle domande come genitori.
Se da un ragazzo di quattordici anni, oggettivamente non possiamo aspettarci un’analisi complessiva come quella alla portata degli adulti, possiamo d’altra parte dirci che i desideri dei figli dovrebbero trovare uno spazio importante nelle decisioni che li riguardano.

Un ragazzo o una ragazza che vogliano provare a mettersi in gioco in percorsi di studio che potrebbero più agevolmente traghettarli verso l’università, dovrebbero poter trovare lo spazio per potersi mettere alla prova.
Allo stesso modo, gli adolescenti che desiderano sperimentare scuole più pratiche dovrebbero poter essere ascoltati dalle proprie famiglie senza sentirsi giudicati per la loro scelta. Se, come genitori, vogliamo agire sul senso di responsabilità dei nostri figli, il passaggio fondamentale è proprio l’ascolto e l’accompagnamento all’elaborazione di un pensiero complesso. 

Certo, come adulti abbiamo il dovere di aiutare i ragazzi a decifrare le conseguenze delle loro scelte, ma anche comprendere che i nostri figli non sono l’emanazione diretta dei nostri desideri. Aiutare i figli nella scelta della scuola superiore, non dovrebbe quindi significare decidere al posto loro.
Perché la scuola non è soltanto il luogo dove si impara, ma anche lo spazio all’interno del quale i nostri figli diventano adulti: scegliere la scuola superiore, quindi, per i ragazzi significa anche trovare un luogo in cui sentirsi accolti mentre si cresce. 

Dare spazio ai desideri, alle aspettative e anche alle paure dei figli – eventualmente trovando, quando necessario, delle mediazioni con la strada che a noi sembra più giusta e lungimirante – è l’unica strada possibile per compiere in modo condiviso una scelta fondamentale, che incide in ogni caso sul loro futuro.

Articolo pubblicato il 07/12/2022 e aggiornato il 07/12/2022
Immagine in apertura skynesher / iStock

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