Come scegliere il lettino per il neonato? Ecco alcuni consigli

La scelta del lettino dovrebbe tener conto dei cambiamenti nelle esigenze del bambino e della famiglia nel corso della crescita… e anche nel corso della stessa notte! Ecco quindi alcuni consigli utili per fare una scelta oculata

Chiara Ridolfi , redattrice
lettino per bambino montessori

Questo articolo è sponsorizzato da Stokke. Qui trovi una spiegazione più esaustiva.

Predisporre un ambiente sicuro e accogliente per i bambini fa parte del nostro istinto biologico e, nella nostra cultura, il “nido” che prepariamo con maggiore cura è solitamente rappresentato dalla cameretta dei bambini. Scegliere il lettino per il neonato è proprio uno dei passaggi di questa fase di preparazione.

Non tutte le tipologie di culla o di lettino per bambino tuttavia, per quanto confortevoli ed esteticamente belle, si adattano facilmente alle esigenze di accudimento dei neonati o permettono di seguire la crescita del bambino, rispondendo adeguatamente alle nuove necessità. Il lettino Sleepi di Stokke, di cui abbiamo scelto di parlarvi più nel dettaglio, risponde bene sia alle diverse scelte di accudimento notturno dei genitori che all’evoluzione del sonno del bambino nei primi anni di vita. 

Per aiutarci a capire meglio cosa prendere in esame quando si sceglie il lettino per il bambino e soprattutto come funziona il sonno dei più piccoli abbiamo chiesto aiuto alla psicologa Giulia Chiari, nostra autrice ed esperta di fisiologia del sonno nel periodo perinatale.

Quando si può mettere il neonato nel lettino

Il sonno è uno dei temi relativi all’accudimento dei bambini che più porta dubbi e incertezze ai genitori: meglio mettere il bambino nel lettino da subito per abituarlo a dormire da solo? Oppure è consigliabile condividere la stanza o il letto con i propri figli per gestire meglio le varie fasi del sonno? Può succedere di stabilire con risolutezza una strategia, magari prima della nascita, per poi cambiare totalmente idea in un secondo momento.

Come ci spiega Giulia Chiari: «Non si tratta di incoerenza, di mancanza di fermezza dei genitori o di cattive abitudini del bambino, ma di una richiesta fisiologica. Il contatto fisico tra madre e bambino nei primi mesi di vita è un bisogno biologico legato all’istinto di sopravvivenza. Un neonato che si trova lontano dalle figure di attaccamento istintivamente si attiva, piangendo, per cercare di ripristinare la prossimità con l’adulto e mettersi al sicuro dai pericoli. La capacità di cogliere i segnali comunicativi dei nostri figli e di tener conto delle loro esigenze nelle nostre scelte di accudimento, di giorno e di notte, consente di instaurare con loro una relazione sana e di favorirne lo sviluppo cognitivo e affettivo.»

Rispetto alla sicurezza notturna, sebbene siano ormai noti l’importanza della prevenzione e i consigli per ridurre il rischio di SIDS, le indicazioni che ci vengono fornite quando diventiamo genitori si rivelano molto spesso insufficienti. Ci chiarisce ancora Giulia Chiari: «Nella maggior parte dei casi riceviamo come unica avvertenza quella di mettere il bambino nel lettino o nella culla in posizione supina, ma questo fa sì che ci troviamo completamente impreparati nel tutelarne la sicurezza in tutte quelle circostanze in cui questo avviso, peraltro incompleto, ci risulta di difficile applicazione. Ad esempio non si pensa quasi mai a prevenire l’eventualità di addormentarsi inavvertitamente con il bambino in braccio quando ci si trova su divani, sedie a dondolo o poltrone, dove il rischio soffocamento o intrappolamento è molto più alto che sul letto. 

Secondo l’American Academy of Pediatrics, sia l’eccessiva stanchezza che le superfici inadeguate (letto con materasso troppo morbido o vecchio, poltrone, divani o sedie a dondolo) incrementano di 10 volte i rischi di soffocamento, intrappolamento e incuneamento per il bambino. È quindi meglio predisporre accuratamente l’ambiente in modo da evitare di correre rischi evitabili, tenendo conto anche del fatto che in molti casi la sistemazione varia nel corso della stessa notte».

Un buon esempio di lettino che permette di rispondere in maniera adeguata a queste richieste è Sleepi di Stokke. Il lettino, che cresce insieme al bambino, essendo dotato di rotelle permette di essere spostato nelle varie aree della casa, adattandosi alle esigenze del piccolo o della piccola. 

Spostare il bambino o la bambina che dorme vicino a sé, che sia con il lettino Sleepi o con un altro prodotto, è uno dei consigli della psicologa Giulia Chiari, che ci ha spiegato: «Una raccomandazione ampiamente supportata dagli studi scientifici è che il neonato debba dormire nella stessa stanza in cui si trovano i genitori, di giorno e di notte, per almeno i primi 6 mesi di vita. La vicinanza consente infatti ai genitori di intervenire prontamente in caso di bisogno, e offre rassicurazione al neonato che, in assenza delle figure di accudimento, potrebbe difensivamente inviare un minor numero di segnali di richiamo e dormire troppo a lungo.

Dormire vicini aiuta anche nel mantenimento dell’allattamento al seno, per cui la stimolazione notturna è fondamentale. Allattare può inoltre ridurre il rischio di SIDS fino al 70%. Quando la scelta è quella di mettere il bambino a dormire nel lettino o nella culla, sarà quindi fondamentale poterlo posizionare il più vicino possibile al proprio letto di notte, e averlo vicino anche durante i sonnellini diurni».

Scegliere un lettino con le rotelle, che permette di essere spostato in modo agevole in ogni zona della casa è quindi un ottimo modo per avere sotto controllo il piccolo o la piccola mentre dorme.

«I cicli e le fasi del sonno del bambino differiscono profondamente da quelle del sonno dell’adulto per durata e per profondità. L’apparente ‘vulnerabilità’ del sonno dei bambini si comprende in relazione al ruolo che ha avuto nel corso dell’evoluzione, consentendo di restare all’erta e in prossimità delle figure di attaccamento per poterne richiedere l’intervento in caso di pericolo e per potersi alimentare frequentemente. Non mi dilungo oltre sull’argomento, limitandomi a sottolineare la natura fisiologica e protettiva dei risvegli notturni dei bambini e la maggiore percentuale di sonno REM rispetto all’adulto, funzionale anche per la maturazione cognitiva».

Dormire in sicurezza: i consigli per il lettino

Esistono diverse norme che aiutano i genitori a predisporre un letto sicuro per il neonato o il bambino, regole che se rispettate consentono di limitare i rischi per la sicurezza. Giulia Chiari ricorda a tutti i genitori di:

  • non coprire troppo i bambini, specialmente sulla testa, elemento che non consentirebbe un’adeguata ossigenazione. Meglio quindi evitare cappellini mentre il piccolo dorme e mantenere la temperatura della camera tra i 18 e i 20°;
  • non utilizzare nei lettini per neonati cuscini soffici, materassi troppo morbidi, peluche, paracolpi, trapunte, piumini, cordicelle o altri oggetti analoghi, che possono esporre al rischio di strangolamento o soffocamento. Questo vale naturalmente per tutte le superfici in cui potrebbe trovarsi a dormire il bambino e nel caso in cui vi fossero delle coperte è necessario che siano rimboccate e poste sotto le braccia del neonato in modo che non possano andare su viso e testa;
  • far dormire il bambino su una superficie dritta e non inclinata per consentire di far arrivare aria ai polmoni ed evitare il rischio di intrappolamento. Vanno quindi evitati periodi di sonno prolungato su ovetti o seggiolini auto (American Academy of Pediatrics, aggiornamento del 2022).

È facile capire quanto sia importante creare un luogo sicuro in cui far dormire i bambini fin dai primi mesi e utilizzare un lettino che risponda alle esigenze di prossimità e di sicurezza, come nel caso del lettino Stokke. 

Il lettino Stokke Sleepi, utilizzabile dalla nascita fino ai 5 anni, può essere spostato agevolmente da una stanza all’altra grazie all’assenza di spigoli, alle ruote e alle ridotte dimensioni della culla Mini pensata per i primi 6 mesi. In questo modo i genitori possono spostarsi liberamente in diverse stanze della casa senza doversi allontanare dal bambino durante i sonnellini diurni, e variare la sistemazione notturna in base alle esigenze della famiglia. 

Inoltre il materasso del lettino di Stokke, essendo indeformabile, garantisce una ventilazione ottimale. La possibilità di regolare l’altezza permette di posare e sollevare il bambino senza affaticare la schiena anche dopo i 6 mesi, quando sarà il momento di trasformare la culla in lettino, per poter rispondere con prontezza alle sue richieste di accudimento.

Quando serve usare un riduttore per il lettino del neonato?

Per poter utilizzare da subito il lettino e non dover acquistare una culla che si potrà usare solo per i primi mesi di vita, molti genitori scelgono di comprare un riduttore per lettino, che consente di circoscrivere lo spazio ancora troppo ampio e far sentire maggiormente protetto il neonato.

I modelli più classici di riduttore per neonato si presentano generalmente come una piccola culla imbottita, costituita da un sostegno rigido, un materassino e dei bordi più alti laterali, che possono essere inseriti all’interno del lettino oppure nel letto matrimoniale per separare lo spazio del neonato da quello dei genitori.

Un tipo diverso di riduttore per neonato, detto “a caramella”, è invece costituito da un semplice cuscino simile a quelli da allattamento ma più lungo, da posizionare nel lettino attorno al bambino in modo da fornire una barriera laterale con lo scopo di farlo sentire più protetto.

Se è vero che uno spazio circoscritto e accogliente come quello offerto da un riduttore può ovviare maggiormente all’assenza di contatto fisico con i genitori, simulando un ambiente più simile al grembo materno, è fondamentale scegliere un modello sicuro di riduttore per lettino e utilizzarlo in modo corretto.

Come discusso a proposito di sicurezza con Giulia Chiari, bisogna prestare attenzione agli oggetti che potrebbero soffocare, intrappolare o strangolare il bambino: nel caso del riduttore per lettino, ad esempio, un materassino o dei bordi laterali troppo morbidi, o dei lacci troppo lunghi potrebbero comportare dei rischi. Nel selezionare il riduttore del lettino, fare attenzione a quanto detto fin qui è fondamentale per evitare un potenziale aumento del rischio per la sicurezza.

Per chi volesse evitare l’utilizzo del riduttore e sopperire alla necessità di sostituire l’acquisto di una culla dopo i primi mesi risponde il lettino Sleepi Stokke. Nella sua versione Mini infatti abbiamo una culla vera e propria, la cui forma rotonda e le cui dimensioni ridotte fanno sentire il neonato avvolto e protetto. Grazie al kit di estensione non sarà inoltre necessario un secondo acquisto dopo i 6 mesi, ma sarà possibile trasformare direttamente la culla Mini nel lettino Sleepi Stokke. Con un unico prodotto è possibile seguire tutte le fasi dello sviluppo del bambino, anche nei periodi successivi in cui, come vedremo a breve, cambiano nuovamente le esigenze.

Come cambiano le esigenze attraverso le età

Indipendentemente dalla soluzione che avrete adottato nei primi mesi di vita, che sia mettere il bambino nel lettino accanto al letto dei genitori o preferire il co-sleeping nello stesso letto, arriverà un momento nel corso della crescita dei vostri figli in cui il bisogno di rassicurazione e di protezione si alternerà a una maggiore esigenza di autonomia

«Il sonno si modifica durante la crescita, parallelamente allo sviluppo cerebrale e coerentemente con le esigenze funzionali alla salute» ci spiega Giulia Chiari, che poi precisa «Sentiamo a volte usare il termine “regressione del sonno”, riferendosi ai periodi in cui lo sviluppo del bambino si accompagna a variazioni più rilevanti nel sonno. In realtà si tratta di momenti di crescita fisiologici, che possiamo affrontare con i nostri figli assecondando il loro bisogni. Ogni bambino ha i suoi tempi, e il modo migliore per capire di cosa necessitano i nostri figli è osservare e ascoltare i loro segnali comunicativi con fiducia e apertura. 

Sul sonno come su ogni altro passaggio dello sviluppo non è opportuno spronare o forzare al distacco. Trascurare le richieste di rassicurazione del bambino non ne favorisce l’autonomia e anzi rischia al contrario di renderlo meno sicuro di sé e della relazione, ostacolandone lo sviluppo. Non esiste una modalità valida per tutti, quello che conta è che i nostri figli sappiano di poter fare affidamento su di noi quando hanno bisogno».

Quindi è bene aspettare che siano i bambini a chiedere di cambiare modo di dormire? «Alcuni genitori potrebbero decidere di aspettare che siano i figli a chiedere di poter dormire in un lettino per bambini separato dal loro» ci spiega Giulia Chiari «Questo potrebbe avvenire già intorno ai due anni o poco più in là: non c’è un tempo limite oltre il quale dormire assieme diventa un problema, se questa soluzione consente a tutti un riposo sereno. Ma come ho detto anche prima non esiste una regola fissa e altri genitori potrebbero invece preferire proporre al bambino o la bambina di dormire nel proprio lettino, accompagnandoli nell’addormentamento e  rimanendo a disposizione nei momenti in cui dovesse manifestare il bisogno di una maggiore vicinanza e protezione».

È bene ricordare che il timore per la sicurezza dei propri bambini non deve spingere i genitori, magari inconsapevolmente, a limitare i movimenti e a imporre restrizioni per evitare che il piccolo o la piccola si faccia male, questo vale anche quando si parla del sonno.
Se la scelta notturna è di utilizzare un lettino per bambini, una proposta montessoriana può offrire dei vantaggi nello sviluppo dell’autonomia, consentendo ai piccoli di salire o scendere dal letto in sicurezza e senza dover ricorrere all’intervento dei genitori. 

Il lettino montessoriano non prevede sbarre e offre una soluzione che facilita anche l’addormentamento del bambino direttamente nel suo lettino, magari con la mamma o il papà al suo fianco che gli legge una storia o gli fa compagnia. Le sponde di un lettino per bambini classico impediscono invece la vista e il contatto con i genitori, diversamente dalla proposta Montessori che consente invece di mantenere la vicinanza e il contatto durante l’addormentamento e non fa sentire il bambino ‘costretto’, rendendo così il passaggio al lettino più semplice anche per i bambini abituati ad addormentarsi nel lettone.

Tutti i vantaggi del lettino montessori sono presenti anche nello Sleepi di Stokke, che consente di togliere una delle sponde laterali e abbassare la base del materasso per permettere al bambino, intorno ai 18 mesi, di salire e scendere in autonomia e sicurezza. 

Quando spostare il lettino in una cameretta

Quanto detto fino ad ora è valido anche per lo spostamento del lettino in una camera separata da quella degli adulti. Non esiste un’età definita per il passaggio dal lettone al lettino, così come non esiste per dormire in camera da soli, salvo ricordare che quando il bambino dorme da solo i rischi per la sua sicurezza sono maggiori, almeno per i primi 6 mesi di vita.
Dopo i 6 mesi non vi sono restrizioni o norme, le valutazioni dipenderanno dagli equilibri familiari e dalle specificità individuali, ma è importante sincerarsi di poter adattare flessibilmente la sistemazione notturna ai bisogni del bambino senza rischi per la sicurezza. 

Ci spiega meglio la nostra autrice Giulia Chiari: «Se non si avverte il bisogno di variare anticipatamente la sistemazione notturna della famiglia, un buon momento per accompagnarli in questo passaggio può essere intorno ai 3 anni, momento in cui un cambiamento nella struttura del sonno del bambino lo rende più simile a quello adulto. Superate le paure dei primi due anni, come l’ansia di separazione, i timori che il bambino vive intorno ai 3 possono riguardare personaggi della fantasia come mostri o fantasmi, ed essere maggiormente legate al buio, e quindi alla notte.

Rassicurare eccessivamente il bambino, minimizzare o negare le sue paure (“Non fare il fifone”; “I fantasmi non esistono!”) non lo aiuta a trovare strategie utili per affrontarle. Meglio piuttosto accogliere le sue emozioni e accompagnarlo nell’esplorazione dell’ambiente, “cercando insieme i mostri” nascosti nella casa o nella camera. Può essere anche utile naturalmente utilizzare una lucina per la notte e restare accanto al bambino finché non prende sonno». 

Ogni famiglia ha le sue modalità preferite: cantare canzoni o ninne nanne, leggere un buon libro, raccontare una storia o gli eventi della giornata, tenere per mano o sdraiarsi accanto al bambino sono tutte ottime strategie per consentire ai più piccoli di lasciarsi andare al sonno con serenità.

La consapevolezza di poter contare sui genitori in caso di bisogno è fondamentale per vivere con serenità lo spostamento notturno nella propria cameretta e, come ci conferma anche Giulia Chiari: «Non dovrebbero destare preoccupazione eventuali incursioni notturne dei bambini in camera dei genitori, né la richiesta di fermarsi con loro in cameretta finché non riprendono sonno. È quindi consigliabile prepararsi ad accogliere in sicurezza il bambino nella propria camera nel corso della notte e predisporre la cameretta in modo da potersi addormentare accanto al lettino in caso di bisogno, per affrontare insieme eventuali risvegli notturni nel modo più sereno e veloce possibile».

Per affrontare al meglio anche la transizione dalla camera dei genitori alla cameretta, il bambino deve poter scendere liberamente dal lettino senza correre rischi, come possibile con un lettino come quello progettato da Stokke. La versatilità di Sleepi permette di adattarsi molto bene alle mutevoli esigenze del bambino e della famiglia nel corso del tempo e della stessa notte.

Bibliografia
  1. James J. McKenna, Di notte con tuo figlio. La condivisione del sonno in famiglia, Il Leone Verde, 2011.
  2. James J. McKenna, Thomas McDade, Why babies should never sleep alone: A review of the co-sleeping controversy in relation to SIDS, bedsharing and breast feeding, «Paediatric Respiratory Reviews», 2005, 6 134-152.
  3. Rachel Y. Moon et al. – Task Force on Sudden Infant Death Syndrome and the Committee on Fetus and Newborn -, AAP Policy: Sleep-Related Infant Deaths: Updated 2022 Recommendations for Reducing Infant Deaths in the Sleep Environment, «Pediatrics», Luglio 2022, 150 (1).
  4. Durham Infancy & Sleep Centre – DISC -, Dipartimento di Antropologia della Durham University, UK, The Baby Sleep Information Source (progetto “BASIS”).
Articolo pubblicato il 27/04/2023 e aggiornato il 28/04/2023
Immagine in apertura Stokke

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