Nei primi mesi di vita i neonati non hanno ancora sviluppato una piena capacità di termoregolazione, e spesso i genitori si chiedono come vestirli in modo adeguato. Un errore frequente è quello di coprirli troppo, temendo che abbiano freddo: in realtà, un eccesso di indumenti può rendere più difficile la naturale dispersione del calore, aumentare il rischio di surriscaldamento e indebolire le difese delle mucose, favorendo così l’ingresso di virus e batteri. La regola pratica è semplice: vestire il bambino con uno strato in più rispetto a quello che indossano gli adulti nella stessa situazione ambientale, privilegiando materiali naturali e traspiranti come cotone e lana leggera.
Anche l’ambiente domestico gioca un ruolo importante: mantenere un buon ricambio d’aria aiuta a prevenire disagi e infezioni. Infine, per valutare se il piccolo è vestito in modo adeguato basta toccargli nuca e torace, che forniscono indicazioni più attendibili rispetto a mani e piedi. Scegliere abiti comodi, pratici da indossare e senza elementi fastidiosi è fondamentale per il benessere quotidiano del neonato.
Un bambino sempre troppo vestito (da inutili tute, doppi strati, sciarpe, cappellini, guanti, ecc.) non potrà imparare a usare i meccanismi di termoregolazione di cui la natura lo ha dotato e sarà facile preda dei germi ambientali. I microrganismi, infatti, per entrare nel nostro corpo e infettarlo, approfittano anche della poca abilità sviluppata dall’organismo ad affrontare le variazioni termiche.
Il caldo eccessivo degli ambienti crea poi un ulteriore problema alle sue difese: l’aria secca prosciuga le mucose che rivestono le prime vie respiratorie, ed è proprio su queste mucose che sono localizzate le nostre prime barriere contro i germi, gli anticorpi di superficie. Il danneggiamento delle mucose e il loro seccarsi porta inevitabilmente alla distruzione di queste difese.
Vestiario equilibrato e temperature adeguate sono anche requisiti di sicurezza: è stato evidenziato che nel primo anno di vita un bambino troppo vestito e tenuto in ambienti molto caldi rischia maggiormente di incorrere nella SIDS (la morte improvvisa del lattante). Gli ambienti, in periodo invernale, non dovrebbero avere temperature superiori ai 17°-18°C, conservando nell’aria un’umidità di almeno il 50-60%.
Quindi, per mantenere la salubrità degli ambienti durante l’inverno e necessario attenersi a poche regole:
Non guasterebbe ritrovare anche un po’ di equilibrio comunicativo: troppo spesso si parla di “caldo torrido” e “freddo polare” (ormai la stampa sembra non poter più vivere senza ricorrere a questi inutili, dannosi, eccessi verbali) quando in realtà nei nostri climi questi eventi sono assolutamente rari e comunque sempre di breve durata. Questo eviterebbe la corsa ad alzare i riscaldamenti o a forzare i condizionatori senza motivo col risultato di sprecare soldi e perdere salute.
Le correnti d’aria non rappresentano alcun rischio per un organismo abituato a termoregolare: i genitori non dovrebbero dunque aver paura delle correnti d’aria ma piuttosto del surriscaldamento a cui spesso sottopongono il bambino.
Meglio eliminare dal guardaroba del bambino le magliette di lana. Quando fa freddo la lana è certamente utile, ma solo se indossata come capo esterno, come maglione a esempio. Sotto, a contatto con la pelle, la maglietta dovrà essere di cotone: questo consentirà una maggior agilità quando occorrerà alleggerire prontamente il vestiario (vedi ad esempio quando si entra in ambienti troppo caldi come può essere un grande magazzino surriscaldato).
Con le tecniche di riscaldamento delle case che abbiamo oggi si è persa la positiva funzione di coibente (isolante) che ha avuto per secoli la lana quando le case erano fredde ed estremamente disomogenee nella temperatura ambientale (gran caldo al volto e al torace, davanti a caminetti e stufe a legna, e freddo alla schiena). Oggi se la indossiamo come primo strato, a diretto contatto con la pelle, rischiamo di averne solo gli svantaggi irritativi.
Infine una raccomandazione: nella lista delle cose che servono al bambino non mettete il body! Questa tuta (maglietta+mutande) è un capo di abbigliamento decisamente poco sano: impedendo ogni passaggio d’aria verso il corpo sottostante, ostacola la già difficoltosa ossigenazione della cute (un approfondimento sulla pelle del neonato si trova in questo articolo) oppressa dalla plastica del pannolino (con tutti i rischi di danneggiamento della pelle e di infezioni che ne conseguono). L’unica porta dalla quale possa passare aria verso i genitali è lo spazio pancia-pannolino: durante la respirazione i movimenti della pancia del bambino creano una sorta di pompa per cui quando espira, l’aria presente dentro al pannolino (ormai surriscaldata e impoverita di ossigeno) viene spinta fuori mentre, a ogni inspirazione, entra aria fresca. Il body, aderendo al corpo e seguendone i movimenti respiratori, impedisce questo rinnovarsi dell’aria.
Inoltre, il body impedisce anche un corretto e sano apprendimento dell’autogestione delle variazioni termiche: in altre parole tira su bambini che, non sapendo cosa significhi avere la pancia o la schiena scoperta, non sapranno mai affrontare questi piccoli disagi termici, finendo per essere meno abili nel difendersi. Pance e schiene scoperte possono essere fonte di disagio, ma non certo di malattie. Un neonato cui si scopre la pancia forse si lamenterà e richiederà l’intervento dell’adulto, ma col tempo farà da sé, imparando a ricoprirsi (o a scoprirsi se avrà caldo!) e questo lo renderà più abile, più autonomo e più sano.
Infine, il body è un capo di abbigliamento che limita anche significativamente le capacità esplorative e di conoscenza del proprio corpo oltre che l’autonomia nelle funzioni igieniche (soprattutto quando usati nei più grandi, costretti a ricorrere sempre all’adulto per spogliarsi).
Come funziona la termoregolazione nei neonati e perché è importante lasciarli esposti a variazioni termiche?
I neonati non hanno ancora sviluppato pienamente i meccanismi per regolare la temperatura corporea (ad esempio la sudorazione o i brividi). Dipendono dal grasso bruno (il tessuto adiposo) per riscaldarsi. Esagerare con gli strati può ostacolare questo sviluppo e favorire infezioni. Offrire variazioni moderate stimola la termoregolazione naturale in modo progressivo.
Qual è la temperatura ideale in casa e come influisce su come vestire il neonato?
L’ambiente domestico ideale dovrebbe mantenersi tra 18–20 °C per evitare che il neonato si raffreddi o surriscaldi. Vestirlo con un solo strato in più rispetto a quello che indossiamo noi può essere sufficiente. Se la stanza è più fredda, aggiungi un capo leggero; se più calda, riduci uno strato.
Come proteggere il neonato dal sole fuori casa, soprattutto nei primi mesi?
Fino ai 6 mesi è meglio evitare l’esposizione diretta al sole, specialmente tra le 11 e le 18. Usiamo indumenti con protezione UV e un cappellino ampio; anche sotto l’ombrellone servono vestiti protettivi.
Nel sonno, come evitare il surriscaldamento e la SIDS?
Durante il sonno non utilizzare coperte spesse, cuscini o pelouches. Il sacco nanna è la scelta più sicura: moderno, traspirante, senza parti libere. Vesti il bambino con un solo strato in più rispetto a te e verifica la sua temperatura al collo o sulla schiena.