Creme solari per bambini: come sceglierle e quali sono le migliori

Il sole fa bene, è necessario alla salute, ma come difendere i nostri piccoli da un’esposizione eccessiva, soprattutto in estate? Il direttore dell’unità operativa di Dermatologia dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, Giampiero Girolomoni, ci dà qualche importante consiglio in merito

Lorenza Costantino , giornalista
mamma mette crema solare bambini

Anche le mamme di un tempo lo sapevano: per favorire lo sviluppo di ossa sane e scongiurare lo spettro del rachitismo, nella bella stagione sottoponevano i loro bimbi ai “bagni di sole” (il termine tecnico è “elioterapia”). Oggi è scientificamente provato, e largamente risaputo, che una corretta esposizione ai raggi del sole dona all’organismo – a quello in crescita in particolare – una molteplicità di effetti benefici, attraverso l’assorbimento della vitamina D, sia a livello scheletrico sia immunitario. Il fabbisogno di vitamina D, infatti, può essere soddisfatto al 90% attraverso l’esposizione al sole, e solo per il 10% tramite la dieta.

D’altro canto, però, è noto che un’esposizione eccessiva al sole è nociva: danni acuti possono manifestarsi con l’ustione della pelle (i bambini al mare si “scottano” più spesso sul viso e sulla schiena), e inoltre esistono sia il danno cronico, che provoca un precoce invecchiamento della pelle, sia l’aumento del rischio di insorgenza di tumori cutanei. Dunque al sole sì, ma fin da piccoli con le giuste accortezze.

Il fatto, però, è che sul bagnasciuga i bimbi vogliono continuamente – e giustamente – giocare, correre, raccogliere conchiglie, gettarsi in acqua, fare castelli di sabbia… e i genitori devono cercare di proteggerli senza rovinar loro la festa. Oltre alle “barriere fisiche”, ovvero vestiti, cappellini, ombrelloni e tutto ciò che si interpone fra il sole i piccoli, vengono senz’altro in aiuto le creme solari per i bambini. Ma l’argomento comporta diversi interrogativi.

«Qual è la crema solare più adatta per i neonati?», potrebbe ad esempio domandarsi una coppia di neogenitori. «Esiste una tipologia di prodotto migliore di altre?»

Per un’agile guida su come usare efficacemente le lozioni protettive su piccoli e piccolissimi, e su quando è meglio schermare ancor di più i raggi solari, ci siamo rivolti a Giampiero Girolomoni, direttore dell’unità operativa di Dermatologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.

Come si sceglie la crema solare per i bambini?

Come riconoscere una buona crema solare per bambini? Andiamo con ordine…

Prima di tutto, spiega Girolomoni: «Per assumere la vitamina D, basta prendere il sole per mezz’ora al giorno. Le creme solari diminuiscono un po’ l’assorbimento, ma non lo azzerano. Meglio proteggersi e godersi così il meglio del sole, ricordandosi però – prosegue il primario – che non si deve nemmeno abusare delle lozioni, poiché queste non rappresentano uno “scudo” che ci rende invulnerabili». 

Al netto di questo chiarimento, in farmacia, come nei supermercati, il genitore spaesato si trova di fronte interi scaffali di creme solari per bambini tutte diverse tra loro: dalla formulazione in crema, schiuma, olio o in spray, untuosa e non, alle lozioni “resistenti all’acqua” e perfino colorate per suscitare nei piccoli – notoriamente recalcitranti al rito della spalmatura – un effetto simpatia.

Eppure, chiarisce subito Girolomoni, le caratteristiche di una crema solare per bambini che andrebbero ricercate non sono tanto quelle “sbandierate” dalla pubblicità: «Possiamo suddividere questi prodotti in tre grandi gruppi», spiega:

  • lozioni con filtri chimici;
  • lozioni con filtri fisici;
  • lozioni con filtri chimici e fisici.

«Nei filtri solari chimici ci sono alcune sostanze di sintesi in grado di assorbire e scomporre le radiazioni del sole; quelli fisici si avvalgono invece di micro-polveri minerali – dall’ossido di zinco al biossido di titanio – con effetto “barriera”».

«È raro – prosegue il medico – che questi diversi preparati generino reazioni indesiderate sulla pelle; tuttavia il rischio di allergie non è nullo. Perciò, nell’applicazione, va comunque usato buon senso. Meglio, per i bambini, stare un po’ di più all’ombra con una maglietta, piuttosto che venire spalmati di dosi eccessive di crema».

Secondo punto, gli ingredienti autorizzati in Europa per le creme solari sono relativamente pochi. Dunque le “promesse” in etichetta possono magari variare molto – circa la durata, la resistenza all’acqua, alla sabbia e al sudore – ma il lavoro poi svolto effettivamente dai vari prodotti sarà simile.

Piuttosto, per riconoscere una buona crema solare per bambini va tenuto presente, ad esempio, che le formulazioni con il solo filtro chimico (quelle in spray) sono sì più veloci da spalmare e meno appiccicose – quindi più gradevoli per i bambini, poiché evitano loro l’effetto “panatura” a contatto la sabbia – «però, mancando l’effetto barriera dei filtri fisici, sono pure meno efficaci», avverte Girolomoni.

Invece, la caratteristica più importante su cui concentrarsi è il fattore di protezione della crema solare, espresso in livelli numerici di SPF (Sun Protection Factor): «Ha senso solo da 30 in su, altrimenti è insufficiente per difendersi. Soprattutto se parliamo di bambini», spiega il professore. «Poi, da 30 a 50, la differenza è poca, in realtà, perché non c’è un salto protettivo di venti punti, come si sarebbe portati a pensare, ma solo del 10 per cento in più».

Altro chiarimento: «La protezione totale non esiste; 50 è il massimo possibile». E una raccomandazione: «Il fattore SPF è misurato con test di laboratorio, ma l’effettiva capacità di protezione dipende poi da come viene eseguita l’applicazione: quanta crema si usa, su quanta superficie corporea, quanto spesso la si mette…».

Qual è la migliore crema solare per bambini e neonati?

Secondo le prove effettuate da Altroconsumo, che ha testato una quindicina di creme solari per bambini vagliando l’offerta di marche diverse, le due migliori performance protettive sono state osservate nel Kids Advanced Sensitive Spray anti-sabbia 50+ di Garnier Ambre Solaire (72 punti su 100) e nell’economico Spray Solare per bambini 50+ di Cien Sun – Lidl (71 su 100).

A ruota, buone valutazioni sono state ottenute anche da Idéal soleil Spray dolce bambini di Vichy (70 su 100) e da Kids advanced sensitive spray di Garnier Ambre Solaire (70 su 100).

Nella scelta per la miglior crema solare per bambini, Altroconsumo ha considerato diverse caratteristiche, ovvero:

  • la disponibilità, nella linea del prodotto, del fattore di protezione massimo;
  • la presenza o meno di interferenti endocrini e di profumo nella formulazione;
  • il costo per un flacone e il prezzo medio per 200 millilitri.

Nel test è stato anche verificato che tutti i prodotti, oltre a essere efficaci nel filtrare i raggi Uvb nella misura indicata in etichetta (SPF 50+), lo sono anche per gli Uva secondo il rapporto indicato dalla Ue.

Il “voto” finale, per stabilire la marca migliore di crema solare, è stato attribuito anche attraverso la reperibilità nei punti vendita cittadini e la praticità e l’efficacia dimostrata in una provo d’uso.

Vincono quindi due spray: «Molto apprezzati per la facilità d’uso. Una dote importante, perché ne incoraggia l’impiego e rende di certo più collaborativi i bambini: la consistenza è leggera e si asciuga velocemente sulla pelle. L’unico neo degli spray è la maggiore difficoltà di regolazione in merito alla quantità: attenzione a non usarne meno rispetto a quanto necessario, in modo da avere una protezione adeguata; a tal proposito assicuratevi di distribuire bene il prodotto su tutte le parti del corpo. Infine, ci può essere un problema di sicurezza se non si adotta qualche precauzione: nella composizione sono spesso inclusi ingredienti infiammabili (alcool e propellenti) e qualche contenitore è sotto pressione, quindi soggetto a esplosione. Meglio non applicarlo quando si è vicini a una fiamma libera (barbecue, candela alla citronella)», raccomanda Girolomoni.

Per individuare la migliore crema solare per neonati, i principi sono gli stessi, tenendo però a mente una raccomandazione importante, come aggiunge Altroconsumo, e cioè che «fino ai 6 mesi di vita, i piccoli devono stare all’ombra, avere braccia e gambe coperte», perché la loro pelle è ancora troppo delicata. Anche per le dosi massicce di crema. 

Come proteggere i bambini dal sole?

Il sole fa bene, è necessario alla salute. Ma come prendere solo il buono e difendersi dagli “effetti collaterali”? Soprattutto, come proteggere i bambini dal sole, quando questo è troppo forte?

Risponde Girolomoni: «Se parliamo di applicare o meno la crema solare a un neonato, dobbiamo prima fare qualche considerazione. I bimbi piccolissimi, in particolare al di sotto dei 6 mesi, non dovrebbero mai restare esposti ai raggi diretti del sole con il corpo nudo; anche perché la crema solare, di per sé, non è una garanzia totale contro i danni su una pelle così sensibile e sottile come quella dei neonati. 

In più, la loro cute delicata potrebbe venire irritata dagli ingredienti del prodotto, dalla profumazione ai potenziali allergeni, ma anche dal filtro chimico. Quindi, fino ai 6 mesi, meglio evitare l’applicazione della crema e agire in senso preventivo. Bisognerà, ovviamente, evitare di portarli nelle ore centrali e più calde del giorno, soprattutto dalle 12 alle 15, privilegiando la mattina presto e il tardo pomeriggio, e ugualmente  andranno tenuti il più possibile in posizione ombreggiata, al riparo sotto l’ombrellone, e sempre difesi con un cappellino in testa e una maglietta addosso, preferibilmente non troppo chiara – lascerebbe filtrare le radiazioni solari – e non bagnata

Dopo i 6 mesi, pur continuando a valere le regole di prudenza e buon senso, si può scegliere una crema con il massimo fattore di protezione e specificamente formulata per i neonati».

Quando va messa la crema solare? «Appena prima di uscire; l’effetto è immediato e dura all’incirca due ore. Trascorso questo tempo, va spalmata di nuovo nella quantità indicata in etichetta. Ma all’occorrenza l’applicazione va ripetuta anche più spesso; ad esempio, va rimessa la crema solare dopo il bagno in mare o in piscina – indipendentemente dal fatto che il prodotto prometta una resistenza all’acqua – o se si ha giocato nella sabbia, o sudato molto».

«E una volta a casa – conclude Girolomoni – ripulire la pelle dei bambini dai residui di prodotto con una doccia o un bagnetto e rigenerare la pelle con una crema idratante, che blocca l’eccessiva evaporazione ed evita la secchezza».

Una raccomandazione in chiusura. Fare attenzione al Pao (dall’inglese Period After Opening), che indica entro quanto può essere utilizzato un prodotto dopo l’apertura. La maggior parte delle creme solari ha un Pao di 12 mesi, il che significa che dopo un anno non viene garantita più la stessa protezione. Quindi, se in fondo alla valigia trovate la crema dell’estate scorsa, meglio non rischiare.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 01/08/2023
Immagine in apertura FotoDuets / iStock

Condividi l'articolo