L’educazione musicale: due libri per iniziare…

Fare musica non significa solo saper suonare uno strumento, vuol dire soprattutto esplorare il paesaggio sonoro del mondo circostante

Maria Grazia Bellia , docente

Lo sviluppo della musicalità nei bambini

Tante volte ci è capitato di chiederci a che età i bambini possono cominciare a fare musica. Prima di trovare una risposta, proviamo a riflettere sul significato di questa domanda. Cosa significa fare musica? Purtroppo ancora oggi è largamente diffusa la convinzione che fare musica significhi saper suonare uno strumento. Certamente l’acquisizione di determinate abilità e conoscenze musicali fornisce ai nostri bambini le competenze necessarie per poter suonare uno strumento musicale, ma questo è solo un aspetto del far musica. Spesso si dimentica che il bambino vive quotidianamente l’esperienza del suono: se consideriamo la musica come un linguaggio, al pari della nostra lingua madre, basterà riflettere sul processo di apprendimento di quest’ultima per comprendere quanto sia importante la funzione dei genitori anche nell’ambito più strettamente musicale.

Già in età prescolare i bambini assorbono e sviluppano il proprio vocabolario di ascolto e ancor prima di giungere a scuola hanno acquisito la padronanza della lingua parlata: non conoscono ancora le regole grammaticali, ma sanno esprimersi correttamente. La stessa cosa accade per la musica: la famiglia che canta, l’ambiente familiare in cui si ascolta o si fa musica favoriscono il naturale sviluppo della musicalità. Cantando per i nostri bambini e interagendo con loro, incoraggiando la naturale propensione all’esplorazione sonora, possiamo favorire in maniera decisiva lo sviluppo delle competenze musicali.
Didatti, musicisti e ricercatori sottolineano l’importanza di questi aspetti e diffondono e promuovono strategie, repertori e proposte operative per recuperare il dialogo sonoro tra genitori e bambini. Ecco due interessanti esempi.

Jaipur, lo gnomo del bosco a caccia di suoni

Di recente pubblicazione è Jaipur e la macchina avvisavento, un racconto un po’ speciale, perché è supportato da situazioni sonore e brani musicali. Il protagonista del racconto è Jaipur, uno gnomo che vive nel bosco. Immerso in quel paesaggio, Jaipur ha sviluppato la capacità di ascoltare e riconoscere gli oggetti grazie ai suoni che questi producono. Gioca con le foglie, con le ghiande e le castagne, e ancora con le pigne e con i pezzetti di legno. Così come accade ai nostri bambini, il piccolo gnomo è affascinato dall’acqua: la pozzanghera incontrata per caso su uno dei sentieri battuti diventa il luogo dove realizzare un vero e proprio concerto per sassi e acqua. Nella sua passeggiata Jaipur raccoglie gli oggetti che trova e li porta con sé; ha già in mente di assemblarli per costruire qualcosa di straordinario. Il libro di Elisabetta Garilli può essere fruito a diversi livelli: il CD allegato al libro contiene la musica, la narrazione della vicenda e i suoni ambientali del bosco. I genitori e gli insegnanti possono scegliere di far ascoltare ai bambini la narrazione registrata o quella effettuata dal vivo con la propria voce. In quest’ultimo caso il CD fornisce le tracce audio prive del testo, che possono essere ascoltate anche separatamente e inserite a piacere da chi leggerà il racconto. Accanto a quest’uso, genitori e insegnanti possono trarre utili suggerimenti per attività di laboratorio che prendono spunto dalla narrazione, come suggerisce Gianluca Gozzi alla fine del volume.

Si tratta di idee, giochi e spunti di riflessione che mettono in evidenza la ricchezza del paesaggio sonoro come stimolo sensoriale. Le mamme, i papà e gli educatori possono trovare suggerimenti per preparare i bambini alla scoperta dei suoni del bosco prima di una passeggiata o di una gita scolastica. Si tratta di semplici giochi che metteranno i bambini nelle condizioni di sviluppare la sensibilità all’ascolto di suoni e rumori assieme alla ricerca del silenzio dell’ambiente che ci circonda. Gli insegnanti possono trovare nella vicenda di Jaipur il pretesto per attività di teatro musicale. Questo libro si può anche utilizzare per sperimentare con i bambini diverse modalità espressive: la voce narrata e cantata, l’improvvisazione sonora con strumenti costruiti dagli stessi bambini o con lo strumentario Orff, il movimento libero o strutturato all’interno di uno spazio scenico.

Elisabetta Grilli, Gek Tessano, Jaipur e la macchina avvisavento (libro + CD, Kite Edizioni, 66 pp., € 18,00).

Musicantando

Musicantando

Sempre ai genitori e agli educatori si rivolge Musicantando di Cecilia Pizzorno ed Ester Seritti. Anche questo libro contiene un CD audio, oltre ai testi dei canti che genitori ed educatori potranno facilmente seguire e intonare, mentre i più piccoli si lasceranno incantare dalle belle illustrazioni di Giuditta Gaviraghi. L’apprendimento dei canti da parte dei bambini avverrà per imitazione, grazie sia al corretto esempio vocale offerto dalla registrazione, sia a chi canterà per loro dal vivo. In generale chi canta dovrà fare attenzione a non sforzare la voce: le voci dei cantanti che hanno registrato l’intero repertorio rappresentano un buon esempio per i genitori e per gli educatori. Il libro offre molte informazioni sui canti e utili suggerimenti per il loro utilizzo. I canti scelti si prestano a essere drammatizzati e possono essere eseguiti in movimento assieme ai bambini. Sullo sfondo appare chiara l’intenzione di recuperare una dimensione domestica del far musica con e per i bambini attraverso il canto. Ogni mamma dovrebbe ritrovare il tempo per cantare al proprio bambino, per giocare coi suoni, per far musica incoraggiando la libera esplorazione sonora di oggetti. I bambini potrebbero a loro volta recuperare una dimensione di ascolto non sollecitato dalle immagini proposte dalla televisione. Meno cartoni animati, forse, e più musica da ascoltare e da produrre.

Cecilia Pizzorno ed Ester Seritti, Musicantando (libro + CD, Giunti Kids, 46 pp., € 12,90).

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Articolo pubblicato il 10/06/2015 e aggiornato il 22/09/2022

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