Diastasi addominale post parto: cos’è e quando si verifica

Questo evento può verificarsi nelle settimane successive al parto come conseguenza delle modificazioni nel corpo della donna durante la gravidanza. In genere si risolve spontaneamente entro otto settimane dalla nascita del bambino, ma in alcuni casi può prolungarsi e richiedere una valutazione medica

Immagine per l'autore: Margherita Borgatti
Margherita Borgatti , ostetrica e docente
Donna con diastasi addominale post parto

La diastasi addominale post parto è la separazione dei muscoli retti dell’addome che può manifestarsi con una perdita di tono della parete addominale, difficoltà posturali e un caratteristico rigonfiamento centrale. Di seguito vengono spiegati i segnali da osservare, le modalità di autovalutazione e il ruolo della visita fisioterapica nella definizione del quadro clinico. Si approfondiscono i fattori che possono favorirne la comparsa, come gravidanze multiple o iperpressione addominale, e le strategie di recupero basate su esercizi di core stability e rieducazione del pavimento pelvico. Nei casi più severi si valutano anche le opzioni di chirurgia ricostruttiva, evidenziando tempi, limiti e indicazioni. L’obiettivo è offrire una visione realistica del percorso di recupero, senza alimentare aspettative irrealistiche né trascurare il benessere globale della persona.

Per diastasi addominale post parto si intende l’eccessiva separazione della muscolatura retto-addominale centrale, a seguito delle modificazioni che avvengono nel corso della gravidanza. Nelle settimane che seguono il parto, questo spazio va via via riducendosi. Talvolta però la diastasi addominale dopo il parto permane e necessita di un trattamento, che può essere riabilitativo o chirurgico. 

Cos’è la diastasi addominale?

Il muscolo retto dell’addome si estende longitudinalmente dallo sterno al pube. È formato da due fasce contigue che, fisiologicamente durante la gravidanza, si separano per far spazio al feto, in particolar modo tra il secondo e il terzo trimestre. Questo fenomeno prende il nome di diastasi addominale o diastasi del muscolo retto dell’addome. Si parla di diastasi addominale quando la distanza tra i muscoli retti dell’addome è superiore a 2 cm. Visivamente si presenta come una sorta di cresta infossata lungo la pancia – dall’alto verso il basso, dallo sterno fino all’ombelico per finire al centro del pube – che si osserva maggiormente in caso di contrazione della muscolatura dell’addome.

Quanto dura la diastasi addominale? La gravidanza determina una diastasi fisiologica che viene avvertita anche dopo il parto e che in genere si risolve spontaneamente entro otto settimane dalla nascita del bambino. In alcuni casi la diastasi addominale dopo il parto si manifesta per una durata di tempo maggiore e in questi casi è necessaria una valutazione clinica medica. 

Come capire se si ha la diastasi addominale dopo il parto?

La diastasi addominale post parto ha determinate caratteristiche. Si avverte al tatto nelle prime settimane dopo la nascita del bambino, in quanto le due bande sono ancora lontane tra di loro, ma per valutarla correttamente è necessaria una visita clinica.
Un segno di questa condizione è il rigonfiamento addominale evidente soprattutto durante gli sforzi fisici.

Altri sintomi della diastasi addominale post parto molto comuni sono:

  • Dolore addominale.
  • Incontinenza urinaria.
  • Dolori alla schiena o al bacino.
  • Difficoltà digestive.

Va specificato che i quattro appena elencati sono sintomi “aspecifici”, che possono cioè essere correlati ad altre condizioni.
Talvolta la diastasi addominale viene anche associata a un’ernia ombelicale.
In presenza di uno o più di questi sintomi dopo il parto, occorre rivolgersi a uno specialista per una valutazione accurata.

Si può prevenire la diastasi addominale dopo il parto?

Quando si parla di diastasi addominale dopo il parto, la prevenzione in cosa consiste? Per prevenire la diastasi addominale si possono fare alcuni esercizi di riabilitazione a distanza di alcune settimane dalla nascita (gli specialisti della gravidanza sanno indicare quelli più corretti da svolgere). È importante non iniziare precocemente per non peggiorare le caratteristiche della diastasi addominale, ed evitare il fai da te. 

L’obesità e la lassità muscolare rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo di diastasi addominale. Per questo motivo l’attività sarà concentrata sul funzionamento della muscolatura addominale, sull’attività aerobica al fine di favorire la perdita di massa grassa e sul ruolo del perineo in presenza di aumento della pressione addominale (il perineo svolge un ruolo fondamentale nel contenimento degli organi addominali e nel contenimento di urine, feci e gas).

Come si risolve la diastasi addominale dopo il parto? Nei casi più lievi di diastasi dei retti verrà raccomandato un trattamento riabilitativo che prevede esercizi posturali, di rinforzo della muscolatura addominale e dei muscoli del pavimento pelvico (ne parliamo in questo articolo, in cui affrontiamo anche il tema dell’uso della pancera post porta). Il trattamento chirurgico è indicato nei casi più evidenti, in presenza di sintomi o di ernia addominale associata.

FAQ

Quando è utile far valutare una possibile diastasi addominale dopo il parto?
Una valutazione è indicata se, dopo alcune settimane dal parto, persiste una separazione visibile o palpabile dei muscoli retti, accompagnata da difficoltà nel controllo del tronco, mal di schiena o sensazione di instabilità addominale. La diagnosi può essere effettuata da professionisti sanitari formati nella riabilitazione del pavimento pelvico e dell’area addominale. Per una gestione personalizzata è importante rivolgersi al medico o al fisioterapista.

Quali esercizi sono generalmente indicati o sconsigliati in presenza di diastasi?
Nei primi mesi dopo il parto sono in genere preferiti esercizi dolci che favoriscono la respirazione diaframmatica, l’attivazione profonda dell’addome e il lavoro integrato con il pavimento pelvico. Movimenti che aumentano eccessivamente la pressione addominale (come alcuni addominali tradizionali) potrebbero non essere adatti nelle fasi iniziali. Tuttavia, il programma va sempre personalizzato da un professionista della riabilitazione.

La diastasi può causare mal di schiena o influire sul pavimento pelvico?
La ridotta funzionalità della parete addominale può contribuire a un maggiore carico sulla colonna lombare e influire sulla coordinazione con il pavimento pelvico, favorendo senso di instabilità o piccoli disturbi funzionali. Non tutte le donne con diastasi sviluppano sintomi, ma quando compaiono è utile un inquadramento globale da parte di professionisti esperti nel post-parto.

Quando si valuta un eventuale intervento chirurgico per la diastasi?
L’opzione chirurgica viene presa in considerazione solo nei casi più marcati, quando la separazione dei muscoli causa sintomi rilevanti o limita le attività quotidiane, e dopo aver completato un adeguato percorso riabilitativo. La decisione richiede una valutazione specialistica che consideri storia clinica, caratteristiche anatomiche e obiettivi della persona. Per indicazioni specifiche è necessario rivolgersi al medico.

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Margherita Borgatti

Lavora come ostetrica negli ospedali bolognesi dal 2018 e conduce corsi di accompagnamento alla nascita. Dal 2020 è professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, per il corso di Laurea in Ostetricia. Ha elaborato e coordinato un progetto, in collaborazione con l’Università di Bologna, di protezione e promozione dell’allattamento al seno, sostenendo a domicilio le mamme con difficoltà nell’avvio dell’allattamento.

Bibliografia
  • AA.VV., Williams Ostetricia, Piccin, 2018.
  • Dagmar von Cramm, In forma dopo il parto, Tecniche nuove, 2015.
  • Policlinico di Sant’Orsola, Diastasi dei muscoli retti, «aosp.bo.it».
Articolo pubblicato il 02/02/2024 e aggiornato il 19/12/2025
Immagine in apertura Jordi Mora Igual / iStock

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