Alla ricerca di un figlio: la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)

Molte coppie, quando non riescono ad avere figli, decidono di rivolgersi ai servizi sanitari per intraprendere un percorso di procreazione assistita. Vediamo come funziona in Italia

Francesca Piazzini , ostetrica
Mani che tengono le riproduzioni di un ovulo e di uno spermatozoo

Talvolta è una decisione programmata e attesa, altre improvvisa: l’inizio del viaggio alla ricerca di un figlio resterà un evento cardine nella vita della coppia. Alcuni genitori racconteranno che il bambino «è arrivato subito, quasi senza che ci rendessimo davvero conto di cosa stavamo facendo!». Altri confesseranno al proprio figlio che c’è voluto un po’ di tempo, magari che stavano perdendo le speranze, quando alla fine è giunta la notizia tanto attesa.

Ma ci sono coppie per cui passano mesi – in cui magari si cerca di calcolare quali sono i giorni fertili della donna per favorire il concepimento –, e la gravidanza tanto desiderata non arriva mai; dopo 12-24 mesi di rapporti non protetti si parla di infertilità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è un fenomeno che interessa una parte importante della popolazione: circa il 15% delle coppie.

Cause dell’infertilità

Le cause dell’infertilità, femminile e maschile, sono numerose. Oltre ad alcune patologie specifiche dell’apparato riproduttivo o dell’assetto ormonale, la letteratura scientifica evidenzia il ruolo di fattori complessi come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva (l’età della donna è uno degli elementi principali che influiscono sulla fertilità), infezioni attuali o pregresse, fattori ambientali e legati al lavoro.

Alcuni comportamenti, come l’uso di droghe, alcool e il fumo, e condizioni fisiche quali eccessiva magrezza o obesità, sono correlati all’infertilità. Questi si possono prevenire o correggere con globale beneficio per la fertilità e la salute della persona, sia a breve sia a lungo termine.

L’infertilità non è connessa solo alla salute fisica: spesso ha anche implicazioni emotive e psicosociali per l’individuo e la coppia.

La Procreazione Medicalmente Assistita

Quando si cerca un figlio e la gravidanza attesa tarda ad arrivare è importante rivolgersi ai servizi sanitari per avviare un iter diagnostico e terapeutico. Se necessario, la coppia può essere presa in carico da un’équipe specializzata o da un centro di PMA. Con questo acronimo (che sta per Procreazione Medicalmente Assistita) si intendono tutte le procedure volte a ottenere una gravidanza. Si tratta di tecniche con livelli crescenti di complessità a seconda della problematica da risolvere. Vediamo di seguito le tipologie più utilizzate.

Inseminazione intrauterina: è la tecnica più semplice (di primo livello). Nella maggior parte dei casi si induce l’ovulazione con dei farmaci; talvolta si attende invece che avvenga spontaneamente. Se ne controlla dunque l’evoluzione attraverso l’ecografia e al momento giusto gli spermatozoi raccolti, opportunamente trattati, vengono inseriti direttamente in utero mediante un catetere apposito che attraversa la vagina. È una procedura ambulatoriale, indolore, non comporta ricovero e si può tornare subito a una vita normale.

FIVET/ICSI: è la tecnica generalmente più diffusa perché rappresenta la soluzione a diverse patologie. Si definisce di secondo livello e comprende la fecondazione in vitro (FIV) e il successivo trasferimento dell’embrione in utero (ET). Se necessario può essere completata anche mediante iniezione dello spermatozoo direttamente all’interno dell’ovocita (ICSI).

L’intero ciclo dura circa 2-3 settimane. Grazie a una terapia personalizzata si cerca di indurre nella donna un’ovulazione multipla, monitorata mediante controlli ecografici e biochimici. Gli ovociti vengono quindi prelevati per aspirazione con una procedura chiamata Pick Up o Prelievo Ovocitario, effettuata mediante un ago che, sotto guida ecografica, punge l’ovaio attraverso la parete vaginale. Il tutto si svolge con una breve sedazione e generalmente in regime di chirurgia ambulatoriale, con una degenza di poche ore. 

La fecondazione avviene al di fuori del corpo materno: gli ovociti vengono inseminati in provetta (in vitro), e gli embrioni così ottenuti sono trasferiti nell’utero (transfer), preparato ad accoglierli grazie a una terapia farmacologica apposita. Nel caso in cui le condizioni della futura mamma non siano ottimali, o se si ottengono numerosi embrioni, questi possono essere congelati, in modo da poter procedere a un nuovo transfer anche a distanza di tempo.

Possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, sposate o conviventi, in età potenzialmente fertile.

La PMA eterologa 

Se ci sono problematiche che rendono inutilizzabili i gameti della coppia si può ricorrere alla PMA eterologa. 

Le tecniche usate non cambiano, ma gli ovociti e/o spermatozoi provengono da donatori e donatrici. In Italia questo tipo di PMA è consentita dal 2014.

La donazione di gameti è un atto volontario, altruista, gratuito e anonimo, ed è disciplinata sul territorio nazionale da norme specifiche. Tuttavia al momento non è sufficiente per far fronte al volume di richieste delle coppie riceventi e i centri possono ricorrere a gameti provenienti da banche estere.

Probabilità di successo del trattamento

Dopo circa due settimane dall’inseminazione o dal transfer si può fare il test di gravidanza per conoscere l’esito della procedura.

Le probabilità di gravidanza per ogni ciclo effettuato sono di poco superiori al 10% nell’inseminazione, mentre per i trattamenti di secondo livello la percentuale media sale al 30%.

Un fattore importante che può modificare questo dato resta l’età materna: se sotto i 34 anni la percentuale di successo è superiore al 35%, oltre i 40 anni scende al 10%. 

Il Registro Nazionale PMA

Per comprendere meglio la portata del fenomeno e le possibili implicazioni, l’Istituto Superiore di Sanità ha istituito il Registro Nazionale PMA, che raccoglie i dati di tutti i centri attivi sul territorio e li elabora in una relazione annuale.

Da questo report emerge che in Italia, nel 2017, sono stati realizzati quasi 100.000 cicli fra trattamenti di PMA omologa ed eterologa e sono nati da PMA 13.973 bambini, che rappresentano il 3% di tutti i nati nell’anno.

A livello nazionale, c’è un panorama di centri pubblici e privati e di regolamenti regionali ancora variegato e molte coppie si rivolgono a strutture lontane dal domicilio per poter soddisfare al meglio le proprie necessità. Affrontare un percorso di PMA può avere un forte impatto sulla coppia, sia dal punto di vista emotivo e biofisico che organizzativo ed economico. Consapevoli di questo, i professionisti si organizzano in équipe multidisciplinari per offrire un’assistenza globale e appropriata. In molte realtà sono inoltre disponibili vari tipi di sostegno, fra cui anche quello psicologico, in modo da accompagnare passo dopo passo la coppia verso la realizzazione del proprio sogno.

Articolo pubblicato il 13/12/2019 e aggiornato il 19/12/2023
Immagine in apertura Irina Shatilova / iStock

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