Quanto si discute del latte artificiale? Moltissimo, ma ogni giorno nascono comunque nuovi dubbi e domande. Sappiamo già che non si tratta propriamente di “latte” ma di una formulazione “artificiale”, in quanto creata in laboratorio a partire, nella maggioranza dei casi, da latte vaccino. È quindi un prodotto sintetico che ambisce ad essere quanto più simile possibile, per caratteristiche organolettiche e nutrizionali, al latte materno.
Il fine di questo articolo non è esprimere giudizi, la rinuncia all’allattamento al seno a volte scaturisce da motivi clinici, a volte da una libera scelta, mentre molte altre, purtroppo, dal mancato sostegno fisico ed emotivo della mamma. Il nostro obiettivo in questa sede è tentare di aiutare il 76,4% di famiglie che fa ricorso alla formula artificiale, qualunque sia la motivazione alla base, a fare chiarezza e a capire meglio come gestire questa modalità di nutrizione del proprio bambino/a.
Molte famiglie si trovano spesso di fronte alla necessità di scegliere il latte artificiale per il neonato e di capire le differenze tra le varie formule presenti in commercio. Gli alimenti per lattanti sono accomunati da caratteristiche precise. Il Ministero della Salute fa riferimento al regolamento Food for Specific Group (FSG) integrato al Regolamento Europeo, che disciplina produzione e pubblicizzazione dei sostituti del latte materno.
Il latte vaccino è comunemente usato come base per la creazione delle formule artificiali e tutti i principali componenti aggiunti alla formula – proteine, lipidi e carboidrati – sono regolamentati da un intervallo di valori minimi e massimi che devono essere mantenuti per tutta la durata di conservazione del prodotto.
A cosa fare attenzione quando si sceglie il latte artificiale? In base alla specifica composizione distinguiamo tre tipi di formule, che verranno proposte in modo consecutivo nel corso della crescita del bambino:
Dal compimento del primo anno di vita è possibile e raccomandato ricorrere al latte vaccino. Secondo le ultime indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) del 2023 quelle che chiamavamo formule di crescita o tipo 3 devono essere definite “bevande per bambini” e non sono raccomandate.
La differenza tra formula artificiale in polvere o liquida è prevalentemente pratica. I nutrienti sono analoghi per le due formulazioni, ma i tempi di conservazione e la possibilità di mantenere sterile il prodotto sono differenti.
La formula artificiale liquida viene commercializzata in brick in genere da circa 500 ml, è sterile e una volta aperta può essere conservata in frigo per 24h. Viceversa, la formula artificiale in polvere dall’apertura del contenitore (e nella forma non ricostituita) può essere conservata per 10-15 giorni.
La formula in polvere non è sterile, è suscettibile di contaminazione nel corso della conservazione e manipolazione deve essere resa sicura mediante l’ebollizione dell’acqua; la polvere va aggiunta quando la temperatura arriva a 70°C e poi raffreddata fino a diventare tiepida. Una volta ricostituita la formula artificiale in polvere (diventata liquida) deve essere assunta entro 2 ore, altrimenti deve essere eliminata.
Come orientarsi, quindi, per scegliere? Sicuramente la formula liquida risulta sterile e di comodo impiego, non presentando il rischio di contaminazione connesso alla preparazione e alla più lunga conservazione. La formula artificiale in polvere va preparata in modo attento per il maggiore rischio di contaminazione, ha una maggiore durata, ma va manipolata e conservata.
Nel corso di integrazione dell’allattamento al seno materno, allattamento misto, laddove meno di 500 ml di formula al giorno vengano assunti dal bambino, scegliere una liquida può comportare degli sprechi di prodotto aperto e non impiegato. In quell’ottica potrebbe essere più economico ed ecologico preferire una formula in polvere.
Sono entrati di recente nel mercato prodotti in polvere confezionati in porzioni, blocchetti incapsulati singolarmente, si aprono uno stick per volta e gli altri restano intonsi, durando fino alla data di scadenza. Il vantaggio di questi ultimi prodotti è nella riduzione degli sprechi e nella minore manipolazione della polvere in corso di preparazione, prestandosi al fine dell’integrazione saltuaria dell’allattamento al seno materno.
A volte mi viene chiesto quale sia il miglior latte artificiale. Come dicevamo, la formula deve rispettare dei requisiti precisi per poter essere immessa in commercio. Assodato questo presupposto, tutte le formule artificiali risultano adeguate per la nutrizione dei lattanti. In cosa consistono le eventuali differenze?
Ogni azienda muovendosi nell’ambito dei limiti stabiliti lavorerà su aspetti secondari come una differente gradevolezza del gusto, prodotti base di differente provenienza, composizione implementata da probiotici, prebiotici o postbiotici, HiMO (Human identical Milk Oligosaccharides, zuccheri che tentano di mimare la capacità degli oligosaccaridi del latte materno di nutrire i batteri buoni), GOS e FOS (oligoelementi che provano ad imitare la capacità del latte materno di aumentare la conta dei lactobacilli intestinali). Queste differenze non rendono una formula significativamente migliore dell’altra; nessuno studio scientifico di elevata qualità ha mai dimostrato che queste differenze abbiano un impatto in termini di salute per i lattanti, come confermato nel 2023 dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet [1] .
Quali sono i valori nutrizionali del latte artificiale? E quali le differenze tra latte artificiale e latte materno? Il latte materno è una matrice complessa composta per l’87% da acqua, il 3,8% da grassi, l’1% da proteine e per il 7% da lattosio. Il grasso ed il lattosio forniscono rispettivamente il 50% ed il 40% dell’energia totale.
Tuttavia, la composizione del latte materno umano è dinamica e cambia nel tempo, adattandosi alle esigenze del bambino in crescita. Il latte prodotto dalla mamma varia nel corso della singola poppata e in base allo stadio dell’allattamento (età del bambino).
Ad esempio, durante la prima parte dell’allattamento, il contenuto proteico nel latte umano varia da 1,4–1,6 g/100 ml, a 0,8–1,0 g/100 ml dopo tre o quattro mesi di lattazione, a 0,7–0,8 g/100 ml dopo sei mesi anche in ragione della naturale “complementazione” del latte con l’iniziale alimentazione solida del bambino.
Le formule artificiali tentano di riprodurre questo cambiamento di nutrienti del latte materno modificando le proprie caratteristiche nutrizionali tra i principali tipi 1, 2 e 3. Ribadiamo però che il documento dell’OMS del 2023, citato prima, ha ridimensionato il vantaggio della formula di proseguimento, tipo 2, e della bevanda per bambini, tipo 3, rispetto alla scelta del latte vaccino come sostituto del latte materno.
Le differenze tra proteine contenute nel latte materno e proteine della formula artificiale sono anche qualitative, infatti la seconda presenta in proporzione una maggiore quantità di caseina (rispetto alle sieroproteine del latte umano) che risulta meno digeribile e tende a formare dei precipitati. Inoltre, il latte materno contiene proteine funzionali, come e la Lattoferrina (glicoproteina ad azione antibatterica), l’Alfa-lattoalbumina (che lega Zinco e Calcio) e le Immunoglobuline A; ma anche enzimi necessari alla digestione del latte stesso come lipasi e amilasi, proteine antibatteriche come il lisozima, o i bifidobatteri e molte altri specifiche componenti.
I grassi del latte materno sono DHA (acido docosaesaenoico) e ARA (acido arachidonico), detti “acidi grassi a catena lunga” che vengono aggiunti come derivati da grassi vegetali ad alcune formule artificiali, ma non risultano equamente digeribili e assorbibili rispetto a quelli presenti nel latte materno; peraltro come dicevamo le lipasi che servono a digerirli sono presenti nel latte materno, ma non nella formula.
Tra gli zuccheri, il lattosio è rappresentato sia nel latte materno che nella formula ma a fare una grande differenza è la quota di oligosaccaridi che vengono aggiunti in forma sintetica ad alcune formule artificiali e non sono di pari efficacia e digeribilità rispetto a quelli presenti nel latte umano.
Spesso il passaggio dall’allattamento alla formula artificiale si accompagna a disturbi di varia natura, dalle coliche alla stipsi: il latte artificiale ha digeribilità differente rispetto al latte materno.
Sicuramente una delle cause è da addebitare alla differente composizione proteica e la maggiore percentuale in caseina che facilita la precipitazione della stessa e causa un ispessimento delle feci, ma una responsabilità è da attribuire anche all’assenza di proteine funzionali utili alla digestione del latte come lipasi e amilasi.
L’associazione tra latte artificiale e coliche e talvolta dunque tra formula e problemi intestinali ha portato alla creazione di formule speciali la cui efficacia tuttavia non è dimostrata.
Una frequente domanda relativa all’alimentazione del bambino riguarda la quantità del latte artificiale. Nei casi in cui la formula artificiale venga impiegata già nei primi giorni di vita nel centro nascita, l’indicazione comune è di implementare di circa 10 ml per pasto (per un numero di pasti di circa 8 poppate, equivalenti a una poppata ogni 3 ore) per i primi 8/9 giorni di vita.
Dopo i primi 9 giorni il centro nascita consiglia al genitore di interfacciarsi con il proprio pediatra, perché se, in genere, i bambini assumono un quantitativo progressivamente maggiore di formula nel corso della loro crescita per la singola poppata, è anche vero che ogni bimbo ha un peso differente e che assume numericamente più o meno poppate (variabili in genere da 6a 8).
Orientativamente si sfrutta una formula che prevede di moltiplicare 150/160 ml per il peso del bambino e dividere questo volume (quantitativo di formula) per il numero di poppate che effettivamente assume nel corso di 24h. Questa “regola” rappresenta, tuttavia, solo un’indicazione generale che deve necessariamente essere adeguata al bambino, che va rispettato nel suo senso di fame e sazietà. Sarà opportuno valutare e variare nei tempi e nelle quantità l’alimentazione del bambino a prescindere da ogni formula matematica tenendo conto del suo appetito, del feedback relativo alla sua crescita, delle sue abitudini e preferenze.
Come fare con il latte artificiale e l’allattamento a richiesta? Proprio grazie all’ autoregolazione del neonato anche l’alimentazione con formula artificiale sarà a richiesta, per cui gli orari per la nutrizione non saranno prestabiliti e categorici (“una poppata ogni 3 ore”), ma suscettibili di cambiamenti in relazione ai segnali di fame (espressa con i classici segni di movimento della bocca, della testa alla ricerca della fonte di nutrimento, della manina che viene portata alle labbra), o viceversa appagamento/mancanza di appetito del bambino (interruzione della suzione, rifiuto del biberon).