Malattia di Lyme: cause e trattamento della “febbre delle zecche”

È causata da alcuni batteri del genere Borrelia che vivono nella pancia di alcune specie di zecche. I sintomi possono essere diversi, ma solitamente si interviene con la terapia antibiotica in fase precoce, prima che il batterio possa diffondersi

Immagine per l'autore: Pietro Rossi
Pietro Rossi , pediatra
Puntura di zecca

Molti di noi hanno conosciuto da vicino una zecca: un animaletto piccolo, apparentemente innocuo, che spesso dsi nasconde nelle pieghe della pelle dopo una passeggiata all’aria aperta. Seppur raramente, questo artropode può scegliere l’essere umano come ospite, e in alcuni casi trasmettergli alcune malattie, tra cui la malattia di Lyme.

L’idea di una zecca che trasmette un batterio può fare un po’ impressione, ma nella maggior parte dei casi parliamo di una condizione che, se affrontata con le giuste informazioni, si gestisce senza problemi e con ottimi risultati. Vediamo di conoscerla meglio. 

Cos’è la sindrome di Lyme

La sindrome di Lyme, chiamata anche morbo di Lyme o borreliosi di Lyme, è causata da alcuni batteri del genere Borrelia che vivono nella pancia di alcune specie di zecche. È una malattia multisistemica, ovvero che, in assenza di trattamento, può coinvolgere vari organi o sistemi:

  • la pelle;
  • le articolazioni;
  • il sistema nervoso;
  • il cuore (in rari casi).

La malattia di Lyme può sembrare una malattia complicata ma, nella pratica, soprattutto nei bambini, spesso ha un’evoluzione più semplice di quanto si possa immaginare. Quasi sempre compare un segno caratteristico che permette di riconoscerla subito e, con la terapia appropriata, si va incontro a guarigione completa.

Come si trasmette

Che rapporto c’è tra zecche e malattia di Lyme? Cosa c’è alla base di questa patologia?

Non tutti sanno come si trasmette la malattia di Lyme. Alcuni pensano che basti un morso rapido di una zecca, anche se prontamente rimossa, ma non è così: per trasmettere la Borrelia, la zecca deve rimanere attaccata alla pelle per almeno un giorno, spesso più di 24-36 ore. Questo aspetto è fondamentale, perché rende la malattia di Lyme in gran parte prevenibile: controllare la pelle dopo una giornata all’aperto è un gesto semplice, ma che può risultare molto utile.

Le zecche si infettano pungendo piccoli mammiferi, soprattutto roditori, che fungono da serbatoio naturale del batterio. La malattia di Lyme è comune in varie parti d’Europa, nel Nord America e in alcune zone dell’Asia. In Italia è più frequente nelle regioni settentrionali e in parte delle centrali, soprattutto nelle aree boschive e nei prati di montagne e colline.

L’incubazione può variare da pochi giorni a un mese. È bene sapere anche che contrarre la malattia non ci immunizza una volta per tutte: se un’altra zecca infetta si attacca abbastanza a lungo, la malattia può ripresentarsi.

I sintomi della malattia di Lyme

Vista la sua natura multisistemica, i sintomi della malattia di Lyme possono essere diversi. Solitamente, a causa della consequenzialità che li caratterizza, vengono suddivisi in più stadi.

Primo stadio

Il primo segno, nonché il più tipico, è l’eritema migrante: l’eruzione cutanea che caratterizza la malattia di Lyme è una chiazza arrossata che, con il passare dei giorni, si allarga dal punto del morso. Non è un semplice arrossamento locale, perché tende a crescere giorno dopo giorno e spesso assume la classica forma “a bersaglio”, con un centro più chiaro e un anello esterno più scuro. Può comparire in zone poco visibili e raramente causa prurito o dolore. A seconda della localizzazione del morso, questa manifestazione della malattia di Lyme può colpire qualunque sede, anche il viso.

Spesso, ma non sempre, si associano sintomi lievi come febbre bassa, mal di testa, dolori articolari e stanchezza.

Secondo stadio: quando l’infezione si diffonde

Se non trattata, la Borrelia può diffondersi nel sangue e causare:

  • segni neurologici, come la paralisi del nervo facciale;
  • meningite;
  • disturbi del ritmo cardiaco;
  • dolori articolari più marcati.

Queste manifestazioni sono decisamente meno comuni dell’eritema migrante, perché solitamente si interviene con la terapia antibiotica prima che il batterio possa diffondersi.

Terzo stadio: sintomi tardivi e malattia di Lyme cronica

È lo stadio tardivo, caratterizzato soprattutto da forme di artrite ricorrente, a problemi neurologici persistenti e ad alterazioni cutanee croniche. La malattia di Lyme cronica oggi è un quadro raro, legato quasi sempre a diagnosi mancate per molto tempo.

Quali sono le conseguenze della malattia di Lyme?

Prima della scoperta degli antibiotici, la malattia di Lyme poteva avere un’evoluzione molto impattante e pericolosa. Oggi, con una terapia adeguata e tempestiva, il rischio di complicazioni si riduce praticamente a zero: la malattia guarisce e non lascia esiti nella stragrande maggioranza dei casi.

A volte, dopo il trattamento, possono comparire per qualche settimana sintomi come stanchezza, difficoltà a concentrarsi o dolori muscolari: è la cosiddetta sindrome post-trattamento (PTLDS), un fenomeno transitorio di cui non sono ancora chiare le cause, ma non legato alla persistenza del batterio.

Cosa fare se si trova una zecca

Dopo una giornata all’aperto vale la pena fare un controllo veloce della pelle, facendo particolare attenzione ai punti preferiti dalle zecche: retro delle ginocchia, ascelle, inguine, dietro le orecchie.

Per rimuovere una zecca basta usare delle pinzette, afferrandola delicatamente, senza schiacciarla, il più possibile vicino alla cute, ruotandola più volte per estrarla evitando di romperla. È importante evitare di usare le mani e di schiacciarla con le dita. Metodi alternativi come fiammiferi, oli, alcol, benzina, acetone, ammoniaca o altre sostanze irritanti non aiutano e possono peggiorare la situazione. Dopo la rimozione è sufficiente lavare la zona. Nei 30 giorni successivi, bisogna osservare l’area per verificare se compare l’eritema.

In alcune regioni italiane in cui c’è un’alta prevalenza di zecche affette da Borrelia, soprattutto in aree alpine e prealpine, ci sono dei protocolli che invitano a rivolgersi al pediatra in ogni caso per la rimozione e/o l’eventuale analisi della zecca, viva o morta.

Diagnosi della malattia di Lyme

Ci sono vari modi per effettuare una diagnosi di malattia di Lyme. Quando, in seguito al morso di zecca, si nota l’eritema migrante, il quadro è abbastanza caratteristico e si può iniziare subito la terapia, senza esami di conferma.

Gli esami del sangue, come ELISA e Western Blot, diventano utili, nei casi dubbi, dopo alcune settimane, quando il corpo ha avuto il tempo di produrre anticorpi. In casi particolari si può ricorrere alla PCR su liquidi biologici. Le analisi del sangue troppo precoci rischiano quindi di risultare negative anche in presenza di infezione.

Cura della malattia di Lyme

Come già accennato in precedenza, la malattia di Lyme si cura con gli antibiotici. La scelta dello specifico antibiotico dipende dell’età, dello stadio e dei singoli protocolli loco-regionali; nei bambini, abitualmente si utilizzano antibiotici per bocca, come l’amoxicillina, mentre tra i più grandi può essere utilizzata la doxiciclina.

In alcuni casi più complessi può essere utilizzato il ceftriaxone, un antibiotico che si somministra intramuscolo o endovena. In ogni caso, la terapia è solitamente più lunga (anche 2-3 settimane) delle terapie antibiotiche più classiche, come per la tonsillite o per l’otite. Per la malattia di Lyme, le cure alternative non funzionano e non devono ritardare l’inizio della corretta terapia antibiotica.

Come proteggere i bambini dalla malattia di Lyme

La prevenzione si basa su abitudini molto concrete: quando si fa un’escursione all’aria aperta, soprattutto in ambienti boschivi o in prati con l’erba alta, bisogna indossare abiti lunghi e chiari e scarpe chiuse.

Volendo, si possono utilizzare repellenti compatibili con l’età del bambino; importantissimo ricordarsi di controllare la pelle al ritorno: le zecche sono piccole, si muovono piano, senza dare fastidio, quindi difficilmente ci accorgiamo della loro presenza, a meno di cercarle.

Tutti questi sono accorgimenti semplici, che non limitano la gita ma servono a ridurre efficacemente il rischio. Purtroppo, a differenza di altre malattie trasmesse dalle zecche, non esiste ancora un vaccino della malattia di Lyme per gli esseri umani.

La malattia di Lyme colpisce anche i cani?

Sì! I cani possono sviluppare la malattia di Lyme, manifestando febbre, stanchezza e zoppia. Per loro, a differenza degli esseri umani, esistono dei vaccini che i veterinari possono proporre nelle zone più a rischio.

Dove trovare aiuto in Italia

In caso di dubbi, il pediatra resta il punto di riferimento più immediato. In molti ospedali sono presenti centri dedicati alla malattia di Lyme all’interno dei servizi di malattie infettive.

Immagine per l'autore: Pietro Rossi
Pietro Rossi

Si è specializzato in Pediatria presso l’Università degli Studi di Torino. Pediatra del Territorio, fa parte dell’Associazione Culturale Pediatri e del gruppo Pediatria di Genere.

Bibliografia
  • Steere AC et al. “Lyme borreliosis”, Nat Rev Dis Primers, 2016.

  • Stanek G et al. “Clinical case definitions for Lyme borreliosis in Europe”, Clin Microbiol Infect, 2011.

  • Wormser GP et al. “Assessment, treatment, and prevention of Lyme disease”, Clin Infect Dis, 2006.

  • Marques A. “Laboratory diagnosis of Lyme disease”, Infect Drug Resist, 2015.

Articolo pubblicato il 26/12/2025 e aggiornato il 26/12/2025
Immagine in apertura russaquarius / iStock

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