Come fermare il vomito dei bambini

Il vomito è un’esperienza spiacevole ma ha un’importante funzione protettiva per il nostro organismo. Nei bambini occorre fare molta attenzione, soprattutto per evitare episodi di disidratazione

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Giulia Costagliola , pediatra
Cibi liquidi zuccherati come rimedio per il vomito del bambino

È un assolato venerdì pomeriggio, Stefano e Alessandra vanno a prendere Lara e Diego a scuola. 

Poco prima di cena Diego impallidisce e mormora: «Mi sento un buco nello stomaco…», e presenta un conato, seguito da vomito. «Corri a prendere le pastiglie per il vomito dei bambini!» dice Alessandra a Stefano, il quale non è d’accordo: secondo lui, i farmaci per fermare il vomito dei bambini sono completamente inutili.

Chi ha ragione tra i due? Cercheremo di spiegarlo in questo articolo, all’interno del quale proveremo anche a capire, più in generale, cosa fare per il vomito dei bambini.

Cosa fare per fermare il vomito dei bambini

Il vomito è un’esperienza spiacevole, ma occorre ricordare che ha un’importante funzione protettiva, ovvero quella di eliminare sostanze che potrebbero nuocere al nostro organismo. Nella maggior parte dei casi, infatti, è l’espressione di un’infezione del tratto gastrointestinale. Ecco perché fermare il vomito nei bambini non è sempre un’azione corretta e necessaria, ma un’eventualità che va presa in considerazione solo quando i sintomi assumono caratteristiche preoccupanti.
E in quest’ultimo caso cosa possiamo fare? Cosa si può dare ai bambini per fermare il vomito?

Tra i rimedi per il vomito nei bambini, ricordiamo che il principale è quello di evitare di somministrare cibi o liquidi subito dopo la fine dell’episodio, e di proporre, almeno mezz’ora dopo la fine del vomito, liquidi freschi a piccoli sorsi o ghiaccio in piccole quantità, in quanto la carenza di liquidi può peggiorare questo disturbo. I trattamenti farmacologici sono riservati a quei casi in cui il vomito persiste tanto da causare disidratazione o estremo disagio nel bambino o quando il vomito è indotto da chemioterapia.

In commercio si trovano anche dei rimedi naturali per fermare il vomito nei bambini, ma sebbene stiano emergendo risultati positivi per alcune sostanze come lo zenzero, mancano ancora evidenze scientifiche forti sulla loro utilità.

Ma prima di provare una o più soluzioni per il vomito dei bambini, la cosa più importante da fare è stare accanto ai vostri piccoli e tranquillizzarli dopo che si verificano questi episodi. L’agitazione, infatti, può peggiorare la nausea e il conseguente vomito. Una spiegazione – sempre adeguata all’età del piccolo – di quello che sta accadendo può aiutare sia ad accettare la situazione che l’eventuale rimedio («Adesso stai molto male, lo capisco, capita anche a me: è brutto vomitare! Ora ti do un po’ di quell’acqua dolce e fresca che ti aiuterà, vedrai!»). 

È altrettanto fondamentale comprendere che dopo l’episodio di vomito il bambino ha bisogno di riposare in un posto tranquillo per riprendere le forze: quando si vomita si usano un sacco di muscoli e l’esperienza lascia tutti (adulti e bambini) assai spossati.

Quando preoccuparsi per il vomito del bambino?

Ma quante volte possono vomitare i bambini prima che ciò possa comportare un campanello d’allarme per i genitori? Raramente il vomito rimane un episodio isolato: essendo spesso l’espressione di un’infezione, può protrarsi anche per un giorno intero e anche più. 

Quando preoccuparsi allora? Se fra un episodio di vomito e l’altro il vostro bambino riesce a bere o allattare, riuscirà a introdurre le quantità di nutrienti e liquidi necessarie per la sua idratazione e pertanto farà pipì normalmente e potrà svolgere le sue attività.
Per capire invece quando contattare il pediatra, consultate l’approfondimento del pediatra Federico Marolla in fondo all’articolo.

Infine, seguite il vostro istinto: se il vostro bambino appare eccessivamente abbattuto, chiedete consiglio al vostro medico.
Invece, quando serve andare al pronto soccorso per il vomito del bambino? Se il piccolo smette di bere e, in conseguenza, di fare pipì, è necessaria una visita medica urgente: questa evenienza è più comune nei bambini sotto l’anno di età che tendono a perdere liquidi più facilmente.
Inoltre si ricorre al pronto soccorso se il vomito insorge dopo un trauma importante o se sospettate che il bambino vomiti per aver assunto delle sostanze nocive (come farmaci o detersivi). In quest’ultimo caso ricordate di portare con voi il prodotto incriminato per una più agevole identificazione e un trattamento più mirato.

Cosa mangiare dopo che il bambino ha vomitato?

Diego, dopo una notte insonne per lui e i suoi genitori, si risveglia con un certo appetito. Ma cosa fare dopo che il bambino ha vomitato? O più precisamente: dopo il vomito, cosa far mangiare ai bambini?

Solitamente, quando il vomito è in corso, i bambini non hanno appetito e non è assolutamente necessario forzarli ad assumere cibi. Diverso è il discorso per acqua e liquidi, che vanno assunti per garantire l’idratazione dei piccoli; in particolare, i bambini allattati in modo esclusivo devono necessariamente continuare ad assumere latte materno.

Per i bambini alimentati con la formula è preferibile invece sostituire il latte artificiale con del reidratante orale (i cosiddetti “sali”), soluzione molto equilibrata e utile per contrastare la perdita di acqua e sali minerali. La soluzione reidratante orale può essere somministrata anche ai bambini più grandi, più volte nell’arco delle 24 ore, fino a quando il piccolo non smette di vomitare e riprende ad alimentarsi normalmente.

Quando torna l’appetito seguiamo le preferenze dei bambini per capire cosa offrire loro. I bambini alimentati con la formula possono riprendere l’assunzione di latte artificiale una volta che il vomito si riduce, senza necessità di sostituzione con altri tipi di formula o di diluire la formula con l’acqua.

Per quanto riguarda i bambini che mangiano già cibi solidi, una volta si diceva che in corso di vomito potessero mangiare solo gli alimenti contenuti nella cosiddetta dieta BRAT (acronimo inglese per banana, riso, mela, toast), mentre alle nostre latitudini era invece consigliata la dieta “in bianco”, evitando condimenti e salse. Ora è stato dimostrato non solo che le diete BRAT o in bianco non sono d’aiuto nel fermare il vomito, ma che oltretutto rischiano di non fornire tutti i nutrienti necessari.

D’altro canto, offrire piatti ricchi di grassi non aiuta, perché questi alimenti sono impegnativi per la digestione. Sono invece da preferire pasti completi a base di cereali (riso, pasta, pane…), fonti proteiche leggere (carne o pesce magri, yogurt), frutta e verdura. Anche per i cibi solidi occorre ricordare che mangiare piccole quantità a intervalli regolari aiuta a contenere il vomito.

Quando chiamare il pediatra?

a cura di Federico Marolla, pediatra

Normalmente, quando compare il vomito, occorre evitare di somministrare al bambino cibi solidi e offrirgli un poco alla volta (un cucchiaino ogni 5 minuti) liquidi leggermente zuccherati (acqua, camomilla, the) per 6-8 ore dall’ultimo episodio di rigetto. Attenti però a non dare questi liquidi a grandi sorsi, perché possono stimolare ancora di più il vomito. Evitate in questa prima fase il latte (offrite però il seno, se allattate).

Quando il vomito è finito si possono dare al bambino cibi leggeri (cracker, pane e miele, riso, pollo lesso, patate bollite; ai bambini più piccoli succo di mela o una banana schiacciata o crema di riso cotta; per il lattante, basta che riprendiate regolarmente le poppate).
È il caso, invece, di contattare subito il pediatra quando…

  • il bambino ha meno di 3 mesi;
  • al vomito si associa febbre elevata o forte mal di testa;
  • il bambino non ha urinato nelle ultime 8 ore;
  • compare sangue nel materiale vomitato e il bambino non è raffreddato;
  • il bambino ha mal di pancia da più di 4-6 ore;
  • il bambino ha difficoltà a camminare o è confuso;
  • sospettate un avvelenamento.

Consultatelo senza fretta se il vomito è presente da più di 6 ore in un bambino di età inferiore a 6 mesi; da più di 12 ore se ha fra 6 mesi e 2 anni; da più di 24 ore se ha più di 2 anni.

Immagine per l'autore: Giulia Costagliola
Giulia Costagliola

pediatra presso la Struttura Complessa di Pediatria dell'Ospedale di Chivasso (TO), ha approfondito la Medicina del Sonno in età pediatrica con particolare attenzione alla prevenzione della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome). Membro del comitato scientifico dell'Associazione SUID & SIDS Italia Onlus e dell'ISPID (International Society for the Study and Prevention of Perinatal and Infant Death).

Bibliografia
Articolo pubblicato il 23/06/2023 e aggiornato il 18/08/2023

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