Prontosoccorso: poche nozioni ma importanti

Chiedere aiuto? Non è la soluzione a tutto. In caso di eventi più o meno rari e pericolosi sapere come comportarsi può fare la differenza

Immagine per l'autore: Federico Marolla
Federico Marolla , pediatra
Kit da prontosoccorso

In caso di incidenti domestici pericolosi o situazioni di emergenza all’esterno delle nostre abitazioni la cosa da fare è sicuramente contattare il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica chiamando il numero 118. Ma è altrettanto importante sapere che il nostro primo intervento spesso può fare la differenza. Vediamo di capire come comportarci a seconda delle situazioni che possono presentarsi.

Annegamento

Se vi trovate in presenza di un annegato, portatelo immediatamente fuori dall’acqua e guardate se sta respirando da solo. Se non respira iniziate le manovre di rianimazione cardiopolmonare che potete imparare vedendo i filmati disponibili in rete (ad esempio quelli della Croce Rossa). Se c’è qualcuno con voi ditegli di chiamare subito il 118, ma non perdete tempo a cercare aiuto o a rimuovere l’acqua dai polmoni.

Concentratevi piuttosto sulle manovre di rianimazione finché non compare il respiro spontaneo. Il vomito di acqua ingoiata è molto frequente durante la respirazione bocca a bocca. Solo quando siete sicuri che il bambino riprende a respirare da solo potete interrompere le manovre.

Avvelenamenti

Non tenete sostanze chimiche o farmaci a portata di mano dei bambini: qualsiasi sostanza non commestibile rappresenta un potenziale veleno. Se dovesse verificarsi l’ingestione di qualcosa di tossico e il bambino è incosciente, sonnolento, presenta convulsioni o ha difficoltà respiratorie vi conviene chiamare subito il 118 o portare il bambino all’ospedale.

Se invece ha messo in bocca prodotti per la casa, per gli elettrodomestici, per il giardinaggio, parti di piante o altre sostanze che vi sembrano tossiche, se ha ingerito medicine che non doveva prendere o dosi eccessive di farmaci, se pensate che possa aver mangiato cibo avariato o contaminato, ma non ha sintomi, contattate il vostro medico o un centro antiveleni. Non provocate il vomito se non sotto consiglio medico.

Esposizioni cutanee

Se prodotti contenti acidi, pesticidi, prodotti chimici o qualsiasi altra potenziale sostanza tossica entrano in contatto con la cute del bambino, rimuovete il materiale secco, togliete i vestiti contaminati, indossando, se necessario, guanti di gomma. Lavate la pelle con grandi quantità di acqua e sapone. Se le dita sono rimaste attaccate con una colla contenente cianoacrilato (tipo le colle istantanee) immergetele in acqua calda e aiutate il bambino a scioglierla sfregando le dita delicatamente.

Convulsioni febbrili

Le convulsioni febbrili si manifestano solo nei bambini il cui sistema nervoso è particolarmente eccitabile (di solito bambini piccoli, di età inferiore ai cinque anni). Il bambino può perdere conoscenza, irrigidirsi, manifestare scosse ai quattro arti, avere gli occhi sbarrati oppure rivolti all’indietro, oppure entrare in uno stato di rilasciamento muscolare (“si lascia andare”).

Possono durare alcuni minuti, dopo di che in genere subentra una profonda sonnolenza: è quello il segnale di un ritorno alla normalità. Consultate il vostro pediatra appena è finita la convulsione, ma ricordate: non c’è pericolo e non c’è nessun motivo di farsi prendere dal panico; non cercate di bloccarne le scosse; non cercate di attirare l’attenzione del bambino, non schiaffeggiatelo, né scuotetelo anche se smette temporaneamente di respirare; non infilategli nulla in bocca. Non c’è bisogno di andare in ospedale.

Attacchi epilettici

Le crisi epilettiche (senza febbre) sono quasi sempre brevi (pochi secondi o pochi minuti) e finiscono spontaneamente. Nel caso se ne verifichi una, cercate di capire se la coscienza è conservata (chiamate il bambino e dategli ordini semplici: «stringi la mano», «apri la bocca»); osservate i movimenti abnormi (scosse, irrigidimento, ecc.) per poterli descrivere al medico e per capire quando la crisi è terminata; alla crisi segue spesso un sonno profondo, e il bambino può restare senza conoscenza anche per qualche minuto.

Adagiate il bambino a terra, disteso su un fianco, con qualcosa di morbido sotto il capo; controllate che naso e bocca restino liberi, e che possa respirare; fate spazio intorno a lui allontanando ogni corpo contundente. Non cercate di aprire la bocca del bambino, anche se è scuro in volto; non serve a nulla e può provocare ferite e lesioni dei denti; non sollevate il bambino; non schiaffeggiatelo per cercare di svegliarlo; non date zucchero o acqua.

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Federico Marolla

nato a Roma, dove si specializza in Pediatria e frequenta il dottorato di ricerca. È membro dell’Associazione Culturale Pediatri e del gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile. È coautore dei libri “Il bambino disattento e iperattivo” (Franco Angeli) e “Mangiare per crescere. Consigli per genitori in gamba” (Il Pensiero Scientifico).

Articolo pubblicato il 24/06/2013 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura Zerbor / iStock / Getty Images Plus

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