Montessori e i mobili che aiutano a crescere

Nelle scuole l’ambiente riveste un ruolo di primo piano ed è “educante”, ed è per questo che devono adattarsi alle esigenze del bambino

Elga Albarella , giornalista
Bambino in una scuola Montessori

In una scuola Montessori l’ambiente riveste un ruolo di primo piano ed è “educante” quanto il metodo stesso. Lo spazio è diviso in aree di lavoro e il bambino può liberamente passare dall’una all’altra a seconda delle sue preferenze e inclinazioni; i materiali devono essere disposti in modo ordinato, facilmente accessibile senza aiuti esterni e soprattutto riposti sempre nello stesso luogo, per garantire al bambino riferimenti fissi.

Ci sono poi degli arredi studiati appositamente sul corpo del bambino e progettati per assecondare il metodo montessoriano: sono mobili realizzati appositamente per bambini di età compresa tra 0 e 6 anni.

I mobili come materiali sensoriali

Ad oggi, in Italia sono ancora poche le scuole che possiedono arredi specifici di questo tipo. Si tratta di mobili ergonomici, che assecondano e favoriscono un corretto sviluppo motorio infantile; non più semplici contenitori o supporti, i mobili sono materiali sensoriali: belli da vedere, piacevoli da toccare e funzionali allo sviluppo del bambino.

Mobili Montessori in una scuola

La caratteristica principale è la semplicità delle linee e la forma arrotondata. I tavoli, in particolare, sono studiati per i momenti di studio, per il momento del pasto, ma anche per il riposo. Il bambino, durante una pausa, può infatti allungarsi su di esso, sdraiarsi o semplicemente appoggiarvi l’addome, da sempre considerato il nostro secondo cervello.

Non è tutto: i tavoli, progettati “attraverso l’ottica di un bambino”, sono ancora più belli se visti da sotto, dove uno studio accurato del colore e della modalità di rifrazione della luce li rende speciali, perché si sa, una delle attività preferite dai bambini è proprio giocare e nascondersi sotto i tavoli.

Il rapporto tra adulto e bambino cambia

È questa la prospettiva dell’arredamento vista in chiave montessoriana: non più il bambino legato al seggiolone o ingabbiato in un lettino con le sbarre, ma elementi d’arredo ad altezza di bimbo, da cui lui può entrare e uscire in totale autonomia e perfino capaci di “ospitare” l’adulto che si siede alla sua stessa altezza. Si ribalta così anche il tradizionale rapporto adulto-bambino: due persone allo stesso livello, senza più gerarchie ma in un profondo scambio reciproco.

Articolo pubblicato il 03/02/2016 e aggiornato il 22/09/2022

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