Coronavirus: gravidanza e post-parto

La gravidanza e il post-parto sono due momenti delicati e adesso, con l’emergenza sanitaria in corso, lo diventano ancora di più. Vediamo quali sono le informazioni disponibili e i consigli da seguire per vivere queste esperienze con serenità

Claudia Ravaldi , psichiatra e psicoterapeuta
Alfredo Vannacci , tossicologo

Dagli studi messi a disposizione dalla comunità scientifica internazionale sulle donne in gravidanza e nel puerperio arrivano notizie piuttosto rassicuranti che ci permettono un cauto ottimismo: contrariamente a quanto accade per altri virus, come ad esempio l’influenza – che ci inganna perché sembra innocua e in gravidanza non lo è –,  la COVID-19 non sembra avere un decorso più grave nelle donne in gravidanza rispetto alla popolazione generale.

Nelle casistiche finora pubblicate (circa 30 donne, quasi tutte nel terzo trimestre di gravidanza), le condizioni cliniche sono state paragonabili a quelle delle donne non in gravidanza, se non addirittura migliori. 

Chiaramente la situazione è ancora in evoluzione, i dati sono relativamente pochi e le indicazioni potrebbero cambiare con la pubblicazione di casistiche più ampie. Stiamo affrontando uno scenario nuovo, in monitoraggio continuo, e dobbiamo attenerci alle informazioni a disposizione.

Relativamente alla salute del bimbo in utero non ci sono molti studi disponibili. Da quel che sappiamo, rispetto alle precedenti epidemie dovute ad altri coronavirus (SARS in Cina nel 2003 e MERS in Arabia Saudita nel 2012), durante le quali erano stati descritti importanti esiti perinatali infausti (tra cui interruzione di gravidanza, ritardo di crescita, parto pretermine), il virus SARS-CoV-2 si comporta molto meglio: ad oggi non sono stati descritti esiti negativi per i bambini nati da madri che avevano contratto la COVID-19 nel terzo trimestre. Stiamo aspettando, per cautela, di vedere come proseguono le gravidanze delle donne che hanno contratto il virus nel primo e secondo trimestre di gravidanza.

I bambini e le mamme studiati e descritti sono soltanto una trentina: questo primo dato è quindi piuttosto piccolo, troppo piccolo per permetterci di prendere sotto gamba l’infezione e assumere comportamenti imprudenti.

Un’ultima buona notizia: sembra che si possa escludere la trasmissione verticale, cioè dalla madre al bambino durante la vita endouterina. Il virus non è mai stato rilevato nel liquido amniotico, nel sangue del cordone ombelicale, e nessun bambino nato da madre infetta è risultato positivo.

Le poche notizie disponibili su COVID-19 in gravidanza sono quindi per ora piuttosto positive e rassicuranti

Seguendo le norme previste dall’OMS e dal Ministero il rischio di contagio è molto basso e il bimbo in utero ha ottime possibilità di crescere e restare in piena salute (a tal proposito, vi invitiamo a leggere anche il nostro articolo Coronavirus e bambini: le domande frequenti).

Come gestire l’ansia e le preoccupazioni in gravidanza?

«Ci mancava solo il Coronavirus», ce lo siamo dette davvero in tante.

Chi si occupa di salute perinatale, intesa come benessere psichico, fisico e psicosociale dal concepimento all’anno di età del bambino, sa bene quanto questo sia un periodo di grandissima trasformazione interiore, di grande lavorio, di sbalzi emotivi, di sfide, conquiste e rese.

Il percorso di genitorialità è sempre impegnativo e trasformativo, anche quando la positività prevale sui momenti più faticosi e difficili; se in un quadro del genere, già di grande impegno e lavoro, inseriamo il terremoto scatenato dalla COVID-19 e da tutte le conseguenti limitazioni imposte dall’epidemia, ecco che le rose e i fiori lasciano il posto a un carico di stress che è molto importante saper gestire e contenere.

Nessuno è immune dallo stress, perché lo stress attiva e stimola nel nostro organismo una risposta più o meno efficace, più o meno salutare. L’obiettivo della risposta allo stress è quello di ritornare il più velocemente ed efficacemente possibile a una condizione di equilibrio interiore. Questa risposta si può esprimere in tanti modi, spesso mediati sia dal nostro carattere sia dai codici di comportamento appresi dalla nostra famiglia o dalla nostra cerchia sociale: una risposta allo stress piuttosto diffusa è quella di ignorare il pericolo, perché è troppa l’ansia da gestire, minimizzarlo, ridicolizzare chi è preoccupato. Un’altra risposta comune è, al contrario, enfatizzare il pericolo, vedendolo anche dove non c’è e mettendo in atto tutta una serie di schemi di evitamento del danno per ridurre lo stato di allerta.

Quindi la COVID-19 ci insegna che di fronte a un’emergenza il nostro sistema di risposta allo stress si attiva nei modi più disparati: pensiamo a noi stesse, ai nostri partner, ai nostri parenti stretti, o agli amici, per avere un quadro generale di quanto diversa può essere la reazione di fronte a un evento stressante.

La gravidanza rappresenta di per sé un’esperienza che altera gli equilibri interni ed esterni e che richiede un continuo riadattamento. Sappiamo che l’ansia in gravidanza e nel puerperio è un disturbo ben conosciuto dagli operatori sanitari e dalle madri stesse, più diffusa e più intensa nelle madri e nelle coppie con pregressi eventi di vita traumatici (come aborto, morte perinatale, malattia di un proprio caro) e particolarmente tenace: non si attenua infatti con la nascita di un bambino in buona salute, ma tende a mantenersi intatta, ad amplificarsi e talvolta a complicarsi.

Bisogna ricordare, soprattutto ai tempi del Coronavirus, che essere ansiosi non è un capriccio, non è un modo per attirare l’attenzione degli altri e non è indice di debolezza

L’ansia è una delle possibili risposte allo stress. Una risposta esagerata, che vorrebbe proteggerci da eventi che percepiamo come pericolosi, incombenti sulla nostra vita e fuori dal nostro controllo. Vorrebbe esserci d’aiuto, ma spesso complica solo le cose e incide sul nostro benessere.

Il Coronavirus arriva a dare il colpo di grazia alla nostra ansia (le mamme che già ne soffrivano, in questi giorni devono fare i conti con il suo peggioramento e quello dei suoi sintomi accessori); di questo effetto psichico ed emotivo dell’epidemia occorre tenere conto, se vogliamo mantenere un livello accettabile di benessere e cercare di goderci il più possibile la nostra gravidanza e il nostro neonato.

So bene che è molto difficile lasciarsi rassicurare: sono settimane che si parla solo di Coronavirus, si contano i morti e la mancanza di posti letto nelle strutture ospedaliere si associa alla paura inconscia di essere abbandonate al proprio destino e lasciate sole in caso di bisogno.

Imparare a gestire lo stress

Gestire gli eventi stressanti senza cadere vittime dell’ansia è un obiettivo ambizioso che tutti ci dovremmo porre. Per gestire l’ansia occorrono tre cose:

  • Conoscere bene il nostro fattore stressante, in questo caso COVID-19;  
  • Conoscere meglio noi stesse, e cercare di capire come funziona la nostra risposta allo stress;
  • Conoscere a fondo le strategie e i comportamenti che per noi sono efficaci nel ridurre l’ansia e rendere la nostra risposta allo stress più sana possibile.

Approfondire questi elementi ci serve per provare ad accogliere la nostra preoccupazione per quella che è, senza minimizzare e senza esagerare, cercando di trovarle uno spazio definito ed evitare che esondi.

Ecco alcuni spunti per gestire l’ansia durante questa epidemia; essere chiuse in casa può rivelarsi un’opportunità, se ci focalizziamo sulle nostre priorità:

  • Se sei in gravidanza puoi utilizzare questi giorni sospesi per dedicarti a te stessa, alla tua pancia e al tuo bambino. Avere molto tempo “vuoto” a disposizione rende più facile iniziare a conoscere il piccolo, a esplorare le sue abitudini, il suo carattere, e a interagire con lui, insieme al tuo compagno e agli altri fratellini, se ce ne sono già. Osservando i suoi movimenti e le sue abitudini, potrai notare che magari si muove dopo che tu hai mangiato oppure quando cerchi di riposare guardando un film sul divano, oppure potresti essere la mamma di un bimbo che è un piccolo terremoto costante: ogni bambino è una persona diversa, impara a conoscere quale “carattere” ha il tuo. Se sei a metà gravidanza e non hai ancora iniziato a sentire i movimenti, magari sarà proprio in questi giorni che comincerai a notare delle insolite bollicine o farfalle nella pancia.
  • Se ci sono altri fratellini, stare a casa senza poter uscire può rappresentare un carico impegnativo. Cerca di dare spazio ai bisogni di ognuno, compresi i tuoi bisogni personali di riposo: alterna momenti di gioco a momenti di tranquillità per tutti, rispolverando anche i buoni vecchi cartoni animati o le fiabe sonore. Non devi fare tutto tu. Non puoi fare tutto tu.
  • Potresti tenere un diario per raccontarti e riflettere, scrivendo liberamente sia le cose belle sia quelle brutte che provi. Scrivere e rileggersi può essere d’aiuto in un momento di grande cambiamento personale e incertezza generale come questo.
  • Raccogli poesie, frasi motivazionali, fotografie significative per te: c’è un mondo intero oltre alla COVID-19, quel pezzo di mondo va sempre tenuto ben presente. In questo senso potrebbe essere utile inserire tra le abitudini quotidiane quella di scrivere una frase che sentiamo nostra, di cercare una poesia che ci rappresenti e di salvare un’immagine di un luogo che abbiamo visitato o che vorremmo visitare. Uno al giorno. Non si vive solo di COVID-19.
  • Leggi. Leggi ad alta voce (qualunque voce tu abbia, non è un’audizione!) o ascolta il tuo compagno leggere (idem come sopra): fa bene a te e al bambino ascoltare letture. In questo momento straniante, consiglio tre classici: Favole al telefono, di Gianni Rodari; Il giornalino di Gian Burrasca, di Vamba; Pinocchio, di Carlo Collodi, perché ci sarà anche COVID-19, ma la buona letteratura per l’infanzia e la sana risata fanno bene al sistema immunitario.
  • Canta. Cantare è necessario, soprattutto quando siamo circondati da questo silenzio innaturale. Cantare aiuta a rilassarci, aiuta a liberare endorfine, aiuta persino a preparare il corpo al futuro travaglio. Se il tuo bambino è già nato, cantare le vostre canzoni preferite (o le sue, se ha già un carattere definito) lo aiuta a tranquillizzarsi e a rilassarsi. Nota bene: non è necessario essere cantanti per cantare. Abbandonati alla musica e alle buone parole. Funziona.

Perché fare tutte queste cose anziché aspettare che il SARS-CoV-2 passi da solo e con lui l’ansia?

Perché i nostri bambini percepiscono l’ansia anche dall’utero, e sono molto sensibili alle nostre onde emotive. Provare un po’ di ansia non significa essere paralizzati dall’ansia, e un’onda non è uno tsunami. Se questa situazione dovesse farti sentire sovraccarica e fuori controllo, discutine con il tuo medico e con un terapeuta esperto di emergenze. Puoi consultare la pagina EMDR Italia per saperne di più. [1]

Quale stile di vita seguire durante l’emergenza?

Un modo per gestire al meglio questa situazione anomala è cercare di essere costanti nelle abitudini e stili di vita:

  • Movimento: muoviti regolarmente anche dentro casa (durante il giorno ricordati di alzarti dalla sedia o dal divano almeno cinque minuti ogni ora); metti la musica e balla, oppure collegandoti a YouTube puoi trovare diversi video di ginnastica dolce o di yoga per la gravidanza: potrai fare esercizio sapendo che tutti i movimenti sono perfettamente compatibili con il tuo stato. L’attività fisica migliora la circolazione e il metabolismo e aiuta a mantenere un buon livello di endorfine, che sono molto importanti per regolarizzare il tono dell’umore ed evitare sbalzi eccessivi (siamo esseri umani, siamo fragili, siamo incinte, siamo in pandemia: possiamo farcela e tenere dritta la barra del nostro umore per la maggior parte del tempo!).
  • Alimentazione: mangia sano! I negozi di alimentari restano aperti quindi non ci saranno problemi di approvvigionamento. Non farti mancare frutta e verdure fresche. Ricorda che un pasto equilibrato (che contenga carboidrati, verdure e proteine) ottimizza i valori di glicemia ed è quindi l’ideale per te e per il tuo bambino. Ricordati di consumare ogni giorno 5 porzioni di frutta e verdura così ripartite: 2 porzioni di verdure (preferibilmente una cotta e una cruda), 2 porzioni di frutta (per porzione si intende quella contenuta nelle mani raccolte a coppa, solitamente una mela/pera, o una manciata di fragole), 1 porzione di frutta secca (mandorle o noci ad esempio). Nota dolente: i dolci confezionati e i prodotti industriali sembrano fatti apposta per placare le ansie e la conseguente fame nervosa di questo periodo; tuttavia la composizione di questi alimenti è troppo sbilanciata (troppi zuccheri semplici) per assumerli quotidianamente e bisogna dunque limitarli in maniera drastica: tra le soluzioni alternative abbiamo la sana fetta di pane integrale con burro e marmellata senza zuccheri aggiunti, la torta fatta in casa (tipo torta di mele, ciambellone, ecc.), il pane alla frutta secca e uvette fatto in casa. Mettersi ai fornelli per cucinare pasti buoni e salutari è un modo per prendersi cura di sé e far passare il tempo.
  • Sonno: stare in casa tutto il giorno può comportare una progressiva alterazione del ritmo sonno-veglia, si tende ad andare a letto tardi alla sera e ad alzarsi molto tardi al mattino. Quest’alterazione prolungata può incidere sul tuo umore, il tuo appetito e il tuo bilancio degli zuccheri, che in gravidanza è davvero importante. Se possibile, tenta di mantenere le abitudini pregresse: resta a letto almeno sette ore e cerca di andare a dormire tra le dieci di sera e mezzanotte. Per prendere sonno ci sono numerose strategie tutte più o meno correlate a una buona routine: tra queste segnalo le applicazioni per il rilassamento che puoi trovare sul telefono, oppure puoi ascoltare musica per la meditazione o leggere un buon libro.

Come comportarsi nel post-parto e con il neonato?

Attualmente ci sono pochi dati su COVID-19, neonati e allattamento. Tuttavia, ad oggi il virus non è mai stato rilevato nel latte materno o nel colostro, né si sono verificate infezioni a seguito dell’allattamento materno (al seno o con latte spremuto) in bambini nati da donne affette da COVID-19. 

Sebbene alcuni autori cinesi suggeriscano cautela nell’allattare al seno se si è positive al virus, proponendo di isolare le madri dai neonati per 14 giorni e spremendo nel frattempo il latte, le principali linee guida internazionali consigliano che – in condizioni cliniche che lo permettano, e nel rispetto del desiderio della madre – l’allattamento, anche in casi di madri infette, sia avviato e/o mantenuto direttamente al seno o con latte materno spremuto. Naturalmente, poiché la preoccupazione principale è che il Coronavirus possa essere trasmesso tramite aerosol, le madri positive al virus che allattano devono lavarsi le mani e indossare una maschera chirurgica prima di toccare il bambino. Sempre nel caso in cui la madre sia positiva, la culla del bimbo deve essere tenuta almeno a due metri di distanza dal letto della mamma, possibilmente separata con una tenda.

Per le madri negative al virus, invece, le norme di comportamento sono le stesse che valgono per tutte le altre persone e che ormai conosciamo bene (lavarsi le mani, starnutire nel gomito, distanziamento sociale, ecc.): la gestione del neonato può avvenire come si è sempre fatto prima del Coronavirus, coccole comprese.

Parenti e amici come possono dare una mano rispettando le norme di sicurezza?

Se sei in gravidanza chiedi ai parenti e agli amici di non venirti a trovare di persona in queste settimane di isolamento: come sai il distanziamento sociale riduce la diffusione del virus ed è molto importante attenersi alle norme previste.

Abbiamo a disposizione i social network, che ci permettono di rimanere in contatto con parenti e amici in sicurezza. Se i nonni o i bisnonni sono lontani, ad esempio, puoi decidere di farti una foto alla settimana e mandargliela per renderli partecipi della crescita del pancione. Ti resterà poi come ricordo e potrai mostrarla al bimbo quando sarà più grandicello e gli racconterai quale anno particolare è stato quello della sua nascita.

Se il tuo bambino è già nato, il gioco si fa duro e molte mamme devono tirare fuori l’artiglieria pesante. Sappiamo bene che l’arrivo di un neonato in famiglia scatena atavici istinti di accudimento anche nelle persone più insospettabili: i neonati, con i loro piedini, la loro pelle profumata e i loro occhioni spalancati sono un richiamo irresistibile. Tutti vogliono vedere il neonato, tutti lo vogliono toccare, tutti lo vogliono prendere in braccio.

In questo momento in Italia ci sono migliaia di donne in gravidanza e da gennaio a oggi sono nati circa 80.000 bambini (più o meno 1200 al giorno). La maggior parte dei neonati torna a casa entro i primi tre giorni dopo il parto. In ospedale l’accesso è regolamentato a dovere, proprio per limitare i contatti e ridurre il rischio di contagio. A casa, dobbiamo regolamentarci da soli. E questo può essere un grave problema là dove le nuove norme di comportamento non siano ancora entrate a regime.

Comprendo bene lo stato emotivo che si crea in questi casi, la sensazione di dover avere riguardi e attenzioni per tutti i nostri cari: le mamme che tornano a casa devono essere consapevoli che al carico normale legato al puerperio, croce e delizia della neomaternità, si aggiunge quello dovuto all’epidemia in corso

Gli amici e i parenti hanno quindi l’obbligo morale di non insistere: le neomamme non hanno bisogno di stress aggiuntivi, a maggior ragione adesso con il Coronavirus che gira indisturbato.

Cosa devono fare parenti e amici quando nasce un bimbo

  • Fare gli auguri a mamma e papà a distanza ed eventualmente chiedere se hanno bisogno di qualche aiuto pratico, rispettando sempre le norme di distanziamento, mani disinfettate, ecc.
  • Stare lontani dalla casa del bimbo, almeno finché l’emergenza Coronavirus non sarà passata, e privilegiare i contatti telematici (per esempio le videochiamate), che sono importantissimi e permettono di mantenere una relazione e uno scambio reciproci.
  • Se coabitiamo con i neogenitori, ricordiamoci una semplice regola: i nostri comportamenti e le nostre scelte personali possono incidere sulla salute dei neogenitori e del piccolo, per cui dobbiamo ricordarci di evitare luoghi affollati e occasioni di contagio, stare a distanza, lavarci le mani, non toccarci la faccia, non toccare quella del bambino e nemmeno le sue mani o altre parti del corpo che lui possa poi mettere in bocca. Questo vale per tutti: per la nonna, per la zia, per il nonno, per il cugino. Nessuno escluso: stare a un metro di distanza dalla nuova famiglia è quello che ci vuole in questo momento.
  • Se abbiamo contatti con l’esterno per lavoro e abbiamo un neonato in casa dobbiamo mantenerci a distanza di sicurezza, almeno finché le settimane critiche non saranno passate; ci sono già testimonianze in rete di medici e operatori sanitari che vedono i loro figli attraverso la porta a vetri chiusa. Tutto ciò è surreale e molto doloroso, ma passerà, se tutti ci atteniamo scrupolosamente a queste poche regole.
  • Se vogliamo manifestare il nostro affetto alla neomamma e al neopapà possiamo farlo in molti altri modi: facendo la spesa, cucinando, facendo piccole commissioni o servizi, ma limitando il più possibile i contatti diretti. Il neonato al tempo del Coronavirus sta comodissimo in braccio alla sua mamma e al suo papà. Non ha bisogno di altre braccia che vanno e che vengono: se sapremo aspettare, arriverà un momento più opportuno per le coccole in sicurezza.

Una versione costantemente aggiornata delle indicazioni relative alla gestione dell’emergenza COVID-19 nel periodo perinatale è disponibile sulla pagina dell’associazione CiaoLapo ETS. [2]

Claudia Ravaldi

Medico psichiatra e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Si è perfezionata in psicologia clinica perinatale e in linguaggi narrativi e letteratura per l'infanzia e l'adolescenza. Ha un Master Universitario in Disturbi alimentari in età evolutiva e un Master Interuniversitario europeo in Neuroscienze dell'umore. Attualmente è dottoranda di ricerca in Neuroscienze con un progetto sulla salute mentale in epoca perinatale.

Articolo pubblicato il 16/03/2020 e aggiornato il 25/10/2023
Immagine in apertura kjekol / iStock

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