Paracetamolo e ibuprofene: vademecum per l’utilizzo

Possono aiutare a combattere i sintomi di febbre e dolore che possono dare fastidio al bambino. Ma quand'è che risulta davvero necessario ricorrere agli antipiretici? E quali sono le differenze e i dosaggi consigliati? Vediamolo assieme

Immagine per l'autore: Laura Reali
Laura Reali , pediatra di famiglia

Gli antipiretici sono farmaci sintomatici, servono cioè a combattere i sintomi di febbre (e dolore) che possono dare fastidio al bambino, e vanno somministrati solo quando il bambino ne ha veramente bisogno. Gli unici due farmaci consigliati per il trattamento di febbre e dolore in età pediatrica sono paracetamolo e ibuprofene. Per la febbre, in particolare, i farmaci sono più efficaci se somministrati quando essa ha raggiunto il suo picco e non sale più, quando cioè il bambino ha smesso di tremare e le estremità del suo corpo non sono più fredde. L’intervallo di tempo minimo consigliato per una nuova somministrazione – da ripetere solo quando il bambino sta nuovamente male e non a orario definito come nel caso degli antibiotici – è di almeno 4-6 ore per il paracetamolo e di almeno 8 ore per l’ibuprofene.
Se poi il bambino tollera la febbre senza troppi problemi, non c’è bisogno di somministrare alcun farmaco. Su Uppa abbiamo affrontato in varie occasioni il tema della febbre, della sua funzione, del perché non sia pericolosa e di come oggi sia diventata un’ossessione per i genitori, più che un fastidio per i bambini.

Paracetamolo

Il paracetamolo è il farmaco più usato per il trattamento della febbre nei bambini, perché, oltre a essere efficace, è sicuro nei dosaggi terapeutici. La dose terapeutica è quella necessaria per ottenere l’effetto desiderato senza causare danni, ed è proporzionata al peso (come accade sempre nel caso dei bambini).

Dose consigliata

Nel caso del paracetamolo va da 10 a 15 mg (milligrammi) per ogni kg di peso, per ogni dose assunta per via orale, ed è di 20 mg per kg per dose, se quest’ultima è assunta per via rettale (perché l’assorbimento è minore).
Ad esempio, un bambino di 15 kg avrà bisogno di un dosaggio per bocca compreso tra 150 e 225 mg e di 300 mg per via rettale per ogni somministrazione.
È vivamente sconsigliato superare il dosaggio di 100 mg/kg nelle 24 ore (ad esempio nel caso di un bambino di 15 kg: 6 supposte da 250 mg, oppure 10,5 ml di sciroppo 6 volte al giorno).
Nei bambini più piccoli il fegato è meno efficiente e quindi è bene non superare le dosi massime: 60 mg/kg nelle 24 ore nei bambini di età inferiore ai 3 mesi e 80 mg/kg nelle 24 ore nei bambini tra i 3 e i 12 mesi.
Superare i 20 mg/kg/dose, anche in caso di febbri elevate o di dolori importanti, non è raccomandabile, perché l’effetto terapeutico del paracetamolo oltre quel valore non aumenta. Invece, aumenta il rischio di tossicità, in particolare a carico del fegato.
Se dopo tre giorni di somministrazione il sintomo persiste, è bene consultare il proprio medico.

In che forma somministrare il paracetamolo

Il paracetamolo viene venduto in diverse forme farmaceutiche, senza bisogno di ricetta. Le gocce da assumere per bocca o lo sciroppo, dosabili con più precisione, sono la scelta migliore per i bambini piccoli; bustine e compresse orosolubili sono invece adatte per i bambini più grandi. A volte serve un po’ più di pazienza per convincere il bambino, ma alla fine, in genere, ci si riesce.

Per bocca:

  • gocce per bambini da 0 a 7 kg
  • sciroppo per bambini dai 7 kg di peso in su
  • bustine orosolubili e compresse “flash tab” da 250 mg per bambini dai 20 kg in su e da 500 mg per bambini dai 40 kg in su

Per via rettale:

  • supposte da 62,5 mg e da 125 mg nei bambini di peso compreso tra 3,2 e 12 kg
  • supposte da 250 mg per bambini dagli 11 kg di peso e supposte da 500 per bambini dai 20 kg in su

I pochi “pro” e i molti “contro” delle supposte

Le supposte sono molto usate perché facili da somministrare, soprattutto nei bambini che non amano i farmaci per bocca, oppure quando la somministrazione orale è sconsigliata, ad esempio in caso di vomito; tuttavia non sempre sono la scelta migliore. Vediamo perché:

  • l’assorbimento del farmaco contenuto nella supposta è imprevedibile
  • nonostante i diversi dosaggi in commercio, spesso la dose precisa per il peso del bambino non è disponibile
  • se la febbre persiste, può essere necessario somministrare più supposte nella stessa giornata e questo, a volte, può irritare l’ano fino a infastidire il bambino ancor più della febbre stessa

I diversi nomi commerciali del paracetamolo spesso implicano concentrazioni diverse.
Per sicurezza, è sempre meglio leggere attentamente il foglietto illustrativo del prodotto comprato, per accertarsi del contenuto e delle dosi consigliate.
Tutti i prodotti a base di paracetamolo in commercio sono equivalenti per quanto riguarda gli effetti farmacologici; il costo, invece, può variare anche sensibilmente.

Ibuprofene

L’ibuprofene è un farmaco antipiretico di più recente introduzione in commercio rispetto al paracetamolo. Ha un’efficacia contro la febbre di poco superiore (0,7 gradi centigradi in più rispetto al paracetamolo), oltre a una durata dell’effetto leggermente più prolungata (6-8 ore contro le 4-6 del paracetamolo).
Appartiene alla famiglia dei FANS (Farmaci antinfiammatori non steroidei) e può causare, raramente e in genere per dosaggi elevati e prolungati, rash cutanei, mal di pancia con possibili sanguinamenti, tossicità renale.

Dose consigliata

La dose consigliata è di 7-10 mg per kg di peso a intervalli di 8 ore (non bisogna superare la dose giornaliera di 20-30 mg/kg di peso corporeo).
È in vendita senza bisogno di ricetta con vari nomi commerciali come “antidolorifico e antipiretico per bambini”. Per sicurezza è sempre meglio leggere attentamente il foglietto illustrativo per accertarsi dell’effettiva concentrazione del prodotto e delle dosi consigliate.

Forme farmaceutiche

Nella maggior parte degli sciroppi a base di ibuprofene ciascun millilitro (ml) di sciroppo contiene 20 mg di ibuprofene. Perciò un bambino di 15 kg può assumerne 150 mg, contenuti in 7,5 ml di sciroppo (la dose è pari cioè alla metà del peso corporeo), ripetendo la somministrazione al massimo tre volte al giorno, non necessariamente a orari definiti e solo se il bambino sta male, come detto per il paracetamolo.
È bene sapere che esiste in commercio anche uno sciroppo a base di ibuprofene a una concentrazione doppia (contiene cioè 40 mg di ibuprofene per ogni ml di sciroppo), per bambini più grandi. Nel caso si utilizzi questo tipo di sciroppo, la dose sarà pari a ¼ del peso corporeo, ad esempio un bambino di 20 kg dovrà assumere 5 ml di sciroppo.
Sono disponibili anche supposte da 125 mg per bambini dai 12,5 kg in su (2-6 anni) e da 60 mg per bambini dai 6 kg di peso in su (a partire da 3 mesi di età), consigliate quando la somministrazione orale non è possibile. La posologia è la stessa dello sciroppo: 7-10 mg per kg di peso a intervalli di 6-8 ore (non va superata la dose giornaliera di 20-30 mg/kg di peso corporeo). I limiti della somministrazione per via rettale sono già stati ricordati.
Segni e sintomi di tossicità non sono stati osservati a dosi inferiori a 100 mg/kg nei bambini o negli adulti. Si è osservato che i bambini manifestano segni e sintomi di tossicità dopo ingestione di ibuprofene a dosi di 400 mg/kg o maggiori.

Mai insieme

Sebbene l’associazione dei due farmaci possa essere una scelta terapeutica indicata in alcuni casi, senza esplicita indicazione del pediatra non bisogna associare, né alternare, ibuprofene e paracetamolo, perché i loro effetti tossici, soprattutto renali ed epatici, potrebbero sommarsi e crescere di conseguenza. In altre parole, l’associazione dei due principi attivi deve essere fatta solo su esplicita indicazione del medico e mai di propria iniziativa. Inoltre è bene che durante l’assunzione di tali farmaci il bambino beva sempre molto: la disidratazione aumenta il rischio di effetti tossici.

Immagine per l'autore: Laura Reali
Laura Reali

nata a Frosinone nel 1956, pediatra di famiglia a Roma dal 1985, si occupa soprattutto di Formazione e di ricerca in pediatria delle cure primarie. È redattrice della rivista «Quaderni ACP» e autrice per Uppa magazine, dove ricopre anche il ruolo di responsabile scientifico. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, e di alcuni libri.

Articolo pubblicato il 19/02/2018 e aggiornato il 13/09/2024
Immagine in apertura Imgorthand / Getty Images

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