Parto cesareo, dalla preparazione al post intervento

Un taglio cesareo può essere programmato o eseguito d’urgenza, in ogni caso viene effettuato quando il rapporto benefici-rischi per la mamma e il bambino è favorevole. Non occorre alcuna preparazione particolare, ma è importante ricevere dai professionisti sanitari tutte le informazioni sull’intervento e il post operatorio

Giada Barbirato , ostetrica
Gestante poco prima del parto cesareo

La nascita del proprio bambino è un evento carico di emozioni per i genitori, e il parto – naturale o cesareo che sia – può creare diverse aspettative, così come tante domande e dubbi.

È importante sapere che non è richiesta alcuna particolare preparazione per il parto cesareo e che, come ogni tipo di intervento, anche questo può comportare dei rischi e richiedere un tempo di ripresa e cura per la donna. Ma vediamo di approfondire quali sono le principali indicazioni che riguardano il parto cesareo e come affrontare i giorni successivi, in modo da chiarire ogni dubbio anche sul post operatorio. 

Quando è necessario effettuare un parto cesareo?

Il parto cesareo si effettua, come detto, mediante un intervento chirurgico che prevede un incisione dell’addome e dell’utero. Esistono due tipologie di parto cesareo:

  1. Parto cesareo programmato (o “di elezione”). Quando esistono delle indicazioni, cliniche o individuali, valutate con il medico, discusse e condivise con la paziente.
  2. Parto cesareo non programmato. Può essere di tipo urgente o emergente nel caso in cui si verifichino delle condizioni specifiche, durante la gravidanza o il travaglio, che richiedono un intervento immediato per la salute della mamma e del bambino (come in caso di sofferenza fetale durante il travaglio o fallita induzione).

Secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, un parto cesareo dovrebbe essere programmato o eseguito d’urgenza quando il rapporto benefici-rischi è favorevole. A tal fine, è importante valutare il benessere della madre e del bambino nel suo insieme e in ogni suo aspetto.

Le indicazioni  e motivazioni principali per l’esecuzione di un parto cesareo programmato sono:

  • presentazione podalica (il bambino è posizionato con i piedi verso il basso);
  • anomalie della placenta, come ad esempio la placenta previa;
  • donne che hanno avuto una precedente rottura dell’utero;
  • peso stimato del bambino superiore a 4,5 kg nelle donne diabetiche;
  • alcune infezioni virali come l’herpes simplex in forma attiva;
  • su richiesta della donna per una scelta personale, condivisa con il personale medico.

Sono da valutare con attenzione, caso per caso, le situazioni in cui:

  • in una gravidanza gemellare, uno dei feti è in presentazione podalica;
  • esiste una probabile sproporzione tra la testa fetale e la regione pelvica della madre.

Come prepararsi al cesareo programmato?

Il parto cesareo programmato viene concordato con il medico e l’ostetrica all’interno della struttura ospedaliera di riferimento. Durante il colloquio, alla donna viene fatto firmare un consenso informato, necessario per ricevere tutte le informazioni in merito all’intervento e per rispondere a qualsiasi dubbio.

Ma cosa fare prima di un cesareo? La preparazione al parto cesareo, come già accennato, non richiede attenzioni particolari, ma i professionisti sanitari spiegheranno alla gestante ogni eventuale raccomandazione prima del ricovero.

Possono essere stabiliti degli appuntamenti per l’esecuzione di esami specifici in vista dell’intervento chirurgico, come ad esempio i prelievi ematochimici, la consulenza anestesiologica, i monitoraggi cardiotocografici.

La valigia per il parto, con tutto il necessario per la cura della donna e per i primi giorni del bambino, deve essere riempita secondo le indicazioni dell’ospedale e le proprie esigenze personali. Nella preparazione della borsa, la donna può considerare che la durata media della degenza dopo un parto cesareo è di 3-4 giorni. Fin dal momento dell’intervento, potrebbe essere richiesto l’acquisto di calze elastiche a compressione graduata per prevenire la trombosi venosa. Inoltre, è consigliato un abbigliamento comodo per la permanenza in ospedale (camicie o maglie lunghe) per poter gestire la presenza del catetere vescicale senza fastidi.

Quali sono i rischi di un cesareo?

I rischi di un taglio cesareo riguardano la salute della donna e del feto, ma non sono uguali per tutti perché dipendono da molteplici fattori. Conoscere i benefici e le eventuali complicazioni del parto cesareo, tenendo conto delle proprie esigenze, delle preoccupazioni individuali, delle priorità e dei piani per eventuali future gravidanze è un diritto. Il confronto su questi temi con il personale sanitario sarà importante per aiutarla ad affrontare il parto in modo consapevole, a prescindere dalla modalità con cui esso avviene. Come dichiarato nelle ultime linee guida del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE), esistono benefici e rischi associati sia al parto vaginale sia a quello cesareo, alcuni dei quali sono rischi assoluti minimi, mentre altri sono assoluti maggiori. Le indicazioni dei professionisti sanitari in merito alla tipologia di parto raccomandata si basano sulla valutazione di quali rischi siano più o meno accettabili per la singola paziente, tenendo conto delle richieste della donna. Per questo motivo, se nasce un rapporto di fiducia tra la donna e il professionista sanitario che segue la gravidanza all’interno della struttura di riferimento scelta per il parto, l’esperienza della nascita può essere più serena, arrivando ad una scelta condivisa. 

Ecco di seguito un riassunto di alcuni dei potenziali problemi legati al parto cesareo secondo una raccolta di studi pubblicati negli ultimi anni in diversi Paesi europei e riportati dal NICE:

  • intervento di isterectomia, ovvero rimozione dell’utero (150 donne su 100.000);
  • aumento della durata del ricovero post parto in ospedale (in media, quattro giorni di ricovero dopo un parto cesareo;
  • anomalie della placenta (placenta accreta) in future gravidanze (60 donne su 100.000);
  • rottura dell’utero in gravidanze future (1.020 donne su 100.000).

Esistono poi delle possibili complicanze legate all’intervento chirurgico, come la comparsa di aderenze addominali, infezioni o danni vescicali. Il taglio cesareo presenta, invece, secondo gli stessi dati, un rischio diminuito per incontinenza urinaria e fecale a distanza di un anno dal parto e per lacerazioni vaginali di terzo o quarto grado.

La scelta della modalità del parto rappresenta oggi un tema delicato e complesso che merita attenzione e consapevolezza. Il punto fondamentale è mettere al centro la salute e il benessere, fisico e psicologico, della gestante. In tal senso si ribadisce l’importanza della valutazione della modalità di parto che dovrebbe basarsi sul singolo caso clinico, sul consenso informato della donna e sulle sue scelte.

Come affrontare il post parto dopo un cesareo?

Il recupero fisico dopo un parto – vaginale o cesareo – è soggettivo e varia quindi da donna a donna. Nel caso del parto cesareo, quando l’intervento non presenta complicazioni, il rientro a casa è previsto entro pochi giorni.

Il catetere viene rimosso entro 12-24 ore e la donna può riprendere ad alimentarsi, a camminare e a muoversi con libertà, senza fare sforzi eccessivi.
È fondamentale riposare, idratarsi e ricevere un supporto adeguato per il recupero fin dai giorni in ospedale. Le perdite di sangue possono essere più o meno abbondanti ed è importante monitorarle attraverso il cambio frequente di assorbenti igienici.
Il dolore causato dalla ferita e dall’involuzione dell’utero può essere contrastato con metodi farmacologici prescritti dal personale medico.

Il post parto dopo il cesareo dipende dall’organizzazione della singola struttura ospedaliera. Nelle prime due ore dopo la nascita del bambino, la donna resta sotto attenta osservazione del personale ostetrico per il controllo delle perdite e per il monitoraggio dei parametri vitali. Sarebbe utile richiedere la presenza del partner o di una persona di fiducia per ricevere supporto e recuperare le forze.
«Potrò vedere subito il mio bambino anche nel caso di un cesareo?». Ad oggi sempre più reparti offrono questa possibilità, e anche quella di eseguire la pratica del contatto pelle a pelle – sia alla donna sia al partner – già in sala operatoria o nelle prime due che seguono il parto, in presenza del personale ostetrico. Per le donne che lo desiderano, anche l’attacco al seno può essere avviato nei momenti immediatamente successivi alla nascita del bambino, senza controindicazioni.

«E se faccio l’anestesia generale, quando potrò vedere il mio bambino?». Nel caso in cui la donna venga separata dal neonato per motivazioni cliniche o per scelta personale, il primo incontro tra mamma e bambino verrà posticipato in reparto nel momento ritenuto più opportuno. 

«Devo fare qualcosa per curare la ferita del parto cesareo. La ferita in genere richiede solo piccoli accorgimenti: salvo situazioni particolari, i medici consigliano di coprirla con un cerotto e di medicarla quotidianamente per alcuni giorni, fino alla prima guarigione. Successivamente è importante tenerla pulita e libera da coperture, per favorire il processo di cicatrizzazione. Il consiglio è quello di indossare indumenti morbidi e traspiranti, come il cotone, a contatto con la ferita. A volte sono necessari prodotti specifici, raccomandati alla dimissione, e inoltre la zona non deve essere grattata o strofinata. Nel caso di arrossamenti, presenza di pus, odore sgradevole, va sempre contattato un professionista per la valutazione della ferita e per un trattamento personalizzato. 

«La cicatrice rimane per sempre?». In genere, le ferite chirurgiche del parto cesareo con il tempo diventano quasi invisibili, in altri casi sono evidenti o possono avere complicanze come aderenze o cheloidi. Avere cura della ferita, affidandosi ad uno specialista, ed eventualmente eseguire dei massaggi circolari quotidiani sulla zona, può aiutare a prevenire il dolore e i disagi. 

Dopo un parto cesareo è importante discutere con il professionista sanitario di riferimento temi quali la sessualità, la contraccezione ed eventuali gravidanze future, aspetti fondamentali per comprendere il tempo di recupero e guarigione del corpo della donna.

Giada Barbirato

Ostetrica e giornalista scientifica, lavora attualmente nella Sala Parto dell’Ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, dove si occupa dell’assistenza al travaglio e al parto fisiologici e dell’assistenza neonatale e nel puerperio.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 03/02/2023 e aggiornato il 06/02/2023
Immagine in apertura blueshot / iStock

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