«Mamma, papà, quando potrò avere lo smartphone?» avete già ricevuto questa domanda? Se sì, cosa avete risposto? Che sia stata pronunciata o meno da vostro figlio, il quesito potrebbe essere già uno dei temi all’ordine del giorno in famiglia. Esiste un’età giusta per regalare il primo smartphone ai figli?
Partiamo da una precisazione: è difficile e forse controproducente pensare a un’età specifica che sia valida per ogni contesto: mentre può risultare molto più utile chiedersi quali sono le motivazioni che spingono a comprare un telefono per il figlio o figlia e quanto lui o lei sia realmente pronto per usarlo. Fino a qualche anno fa, il primo smartphone arrivava solitamente alla scuola secondaria di primo grado, ma recentemente l’età media si è abbassata e oggi spesso arriva come regalo intorno agli 8-9 anni, spesso in corrispondenza della prima comunione. E non solo: un’interessante ricerca dell’Università di Milano Bicocca del 2021 rileva come un bambino su dieci abbia il suo proprio smartphone già prima dei 6 anni.
Dunque, anziché stabilire un’età che sia universalmente valida, sarebbe preferibile valutare contesto per contesto, famiglia per famiglia. Ogni volta che mio figlio (che attualmente ha 8 anni) mi chiede quando avrà il suo primo smartphone, finora ho sempre risposto con un’altra domanda: “Cosa faresti, se tu avessi lo smartphone?”. La sua risposta, per ora, è confusa. Lo considera uno strumento per giocare, per fare le foto, per vedere i video. Le mie spiegazioni – preciso di nuovo: per ora! – sul fatto che per ciascuna di queste attività non sia necessario avere un proprio telefono hanno funzionato. Mi aspetto che arrivi però un’età in cui, accerchiato da compagni che lo possiedono, il non avere questo oggetto costituirà una forma di esclusione. E, dunque, cosa fare?
Agire sul motivo per cui nostro figlio desidera l’oggetto può essere una buona strategia per contenere la sua “fretta”. Dovremmo essere però anche noi genitori a non accelerare i tempi: pensare allo smartphone come uno strumento che aumenta la sicurezza di vostro figlio, dato che può chiamarvi in caso di necessità, può essere un’illusione e rischia di diventare iperprotezione.
In più, se è vero che con lo smartphone sappiamo in qualsiasi momento dove si trova e se è vero che può contattarci in caso di bisogno, dovremmo anche pensare che gli stiamo consegnando un passe-partout per avere accesso a qualsiasi tipo di contenuto, per stabilire contatti con qualsiasi soggetto del pianeta e che le conseguenze delle sue azioni e dei suoi comportamenti iniziano ad avere un’estensione oltre i confini spaziali e temporali dello spazio fisico che abita.
Ma, quindi, quale può essere il momento giusto per dare a vostro figlio lo smartphone? Provo a fornire la risposta servendomi di un paragone: quando mandereste vostro figlio da solo dall’altra parte della vostra città (o per chi abita nei paesi più piccoli, in un paese distante 10 chilometri)? Anche in questo caso la risposta è ovviamente soggettiva e dipende dal contesto: prima, però, di fargli attraversare da solo una città, proviamo a prendere un mezzo pubblico con lui, mostrandogli la strada che deve compiere, gli facciamo vedere l’itinerario su una mappa, gli facciamo capire come verificare il numero dell’autobus, l’orario, il tragitto; lo rendiamo anche consapevole che occorre comprare e obliterare il biglietto e magari cerchiamo anche di fargli capire che sul bus potrebbe esserci un borseggiatore.
Lo invitiamo anche a guardare fuori dal finestrino per essere consapevole di quale tragitto sta facendo, di quale sia il modo per prenotare la fermata per scendere e di chi siano le persone più attendibili a cui chiedere informazioni in caso di necessità. Mi sono dilungato, ma, se provate a traslare ciascuna di queste azioni per l’utilizzo dello smartphone, penso possa risultare evidente come per capire se vostro figlio è pronto per ricevere questo oggetto potreste intanto iniziare dall’informarlo e a cercare di capire se comprende cosa fa (e cosa non fa) uno smartphone, dunque anche quali sono le potenzialità e i rischi dello strumento.
Ancora non ho risposto alla domanda con la quale abbiamo iniziato l’articolo. Consapevole di poter sembrare un estremista, ritengo che un’età adeguata per consegnare uno smartphone di proprietà siano i 13-14 anni. Come già accennato, sono però al tempo stesso consapevole che attendere così tanto può generare un senso di esclusione in nostro figlio, soprattutto in contesti nei quali, già durante la scuola secondaria di primo grado, esistono gruppi WhatsApp dei compagni, utili per scambiarsi le informazioni (ma anche per distrarsi) e le prime frequentazioni dei social network iniziano a 13 anni, o anche prima in molti casi.
Venendo a suggerimenti più realistici, è auspicabile “contenere” la richiesta almeno per tutta la scuola primaria e cercare di promuovere fino ai 10-11 anni forme di co-utilizzo dello strumento del genitore (cioè, accompagnandolo durante ricerche e fruizioni, senza consegnargli lo strumento) e di scoperta condivisa dei linguaggi digitali, dei programmi e delle possibilità della fotocamera, oltre che delle dinamiche esistenti nei social network.
È comunque da sconsigliare la consegna al bambino un telefono che sia di sua proprietà prima dei 6 anni: un conto è se si tratta di un telefono sempre spento che funziona da strumento per il gioco simbolico (così come gioca a cucinare, perché non dovrebbe giocare a telefonare, a scattare foto immaginarie e a mandare messaggi?), altra storia è se lo smartphone si accende ed è utilizzabile. Prima dei 6 anni, il bambino ha bisogno di esperienze dirette e concrete e non è consigliabile favorire l’interazione con strumenti digitali in solitudine.
Anche quei genitori che scelgono di far usare lo smartphone al figlio, possono prestare momentaneamente il proprio. È importante far capire al bambino che sta usando l’oggetto di qualcun altro, per cui deve chiedere il permesso per prenderlo.
Prima di arrivare all’acquisto, forse, potrebbe essere utile recuperare un vecchio telefono, magari favorendone l’utilizzo senza SIM attraverso la rete WiFi di casa, al fine di poter osservare tra le mura domestiche le sue modalità di interazione, di fornire spiegazioni quando necessarie e di portare gradualmente a forme di autoregolazione. Cioè facendo in modo che non soltanto nostro figlio sia consapevole di quali sono le regole, ma poi sia lui stesso in grado di rispettare autonomamente tali regole o perfino di imporsele per non sottrarre tempo ad altre forme di esperienza.
Correre ad acquistare uno smartphone prima ancora che il bambino abbia capito come può utilizzarlo non è la scelta migliore.
Se si intende rimandare l’acquisto almeno verso l’ingresso alla scuola secondaria di primo grado, si possono offrire altri strumenti e altre esperienze, che siano offline (come una fotocamera o un microscopio digitale), ma che consentano di sperimentare le potenzialità dei linguaggi multimediali. Il digitale potrebbe così comparire gradualmente e la scoperta dei suoi rischi e delle sue opportunità potrebbe essere mediata dal genitore.
Regalare lo smartphone a Natale è una buona idea? Non sono qui per giudicare le scelte dei genitori e mi limito a fornire alcune riflessioni insieme per quelle mamme e papà che, in questo periodo dell’anno, stanno valutando questa ipotesi.
Pensare al Natale per acquistare lo smartphone potrebbe essere una scelta interessante, se si pensa che in quei giorni il genitore potrebbe avere più tempo (anche se non per tutti è così!) per stare insieme al figlio e iniziare a scoprirlo e utilizzarlo insieme. Al tempo stesso però identificare il Natale come occasione per regalare lo smartphone potrebbe spingere i genitori a fare scelte affrettate e a non rendersi davvero conto se il bambino è pronto per il suo primo smartphone.
Ritengo inoltre che pensare allo smartphone come un premio non sia auspicabile: premiare il ragazzo, ad esempio, per una promozione dona ulteriore fascino all’oggetto e non si aiutno i ragazzi a a raggiungere risultati scolastici migliori con premi o punizioni. Potrebbe essere più sensato individuare un’età (10 anni? 11? 12? 13? 14?: ciascuna famiglia può legittimamente definire quando) e pensare all’acquisto in corrispondenza del compleanno. Oppure pensare a una fase importante (l’ingresso alla scuola secondaria di primo grado?), nella quale aumentano le responsabilità e le nuove esperienze da vivere segnano l’ingresso in una nuova fase della crescita.
Sono un ricercatore di pedagogia e non sono un tecnologo. Quindi, se pensate in questo paragrafo di avere un suggerimento specifico, forse rimarrete delusi. Ma, proprio da pedagogista, voglio darvi un consiglio: evitate di acquistare (indipendentemente dalle vostre disponibilità economiche) un oggetto particolarmente costoso.
E torniamo alla domanda: perché vostro figlio ha bisogno dello smartphone? Per scattare fotografie? Se è così, ben venga l’acquisto di una fotocamera digitale. Di chattare con i compagni? Per i servizi di messaggistica istantanea non servono i telefoni più performanti della gamma. Anche in questo caso, parto da un paragone: difficilmente si pensa ad acquistare una macchina di lusso o un SUV ai 18 anni.
Meglio imparare a guidare con auto più piccola, per poi (chi lo desidera e chi se può permettere) spostarsi su modelli più costosi. E, allora, un buon inizio potrebbe essere proprio recuperare i vostri vecchi smartphone, resettandoli e iniziando a scaricare insieme le applicazioni che si ritengono necessarie, gestendo il telefono con la stessa cura con la quale si dovrebbe gestire uno spazio della propria casa. Per tutto questo, sono ripetitivo, ma credo sia molto importante, è fondamentale che l’adulto sia presente, si ponga domande, osservi e accompagni.