Quanto deve mangiare un neonato?

Che si opti per l’allattamento o per la formula artificiale i neogenitori si interrogano spesso su quanto debba mangiare un neonato e il dubbio di non nutrirlo a sufficienza li assale spesso, essendo timorosi di non riconoscere i segnali di fame che il piccolo manifesta

Arianna De Martino , pediatra
neonato mangia allattato

Il latte materno è l’alimento fisiologico per il neonato, sebbene alcune donne non abbiano potuto (perché non adeguatamente sostenute) o abbiano scelto di alimentare il proprio bambino con una formula artificiale. A ogni modo, che si opti per l’allattamento o per la formula artificiale, sorge spontanea una domanda: quanto deve mangiare un neonato, ossia un bambino nel primo mese di vita? Il dubbio di non nutrirlo a sufficienza assale frequentemente i neogenitori, che spesso sono timorosi e hanno bisogno di imparare a riconoscere e accogliere i segnali che il piccolo manifesta. 

In questo articolo faremo chiarezza su questo tema, cercando di spiegare quali sono i segnali di sazietà e quali, invece, i segnali di fame a cui prestare attenzione. 

Quanto latte deve mangiare un neonato?

Durante la gravidanza i genitori si informano e cominciano a farsi un’idea su come alimentare il piccolo o la piccola una volta che verrà al mondo, ma quanto deve mangiare un neonato risulta un argomento su cui continuano a interrogarsi soprattutto dopo la nascita.

Il comportamento del neonato allarma spesso i genitori: talvolta vuole poppare in continuazione, piange, dorme solo per brevi periodi, sembra che stia bene solo se preso in braccio o quando è attaccato al seno della mamma, portando così i neogenitori a domandarsi se abbia mangiato abbastanza

È bene precisare che nei primi giorni di vita il neonato ha bisogno del colostro, un alimento che viene prodotto nell’immediato post-parto. Sebbene si tratti di piccole quantità (nel primo giorno di vita una poppata di colostro non supera i 5 ml), è in realtà sufficiente a coprire le richieste energetiche del nuovo nato. Il colostro, infatti, è in grado di soddisfare tutte le esigenze nutritive del piccolo o della piccola e nei giorni successivi, in modo graduale, si trasforma in latte maturo.

Ma dopo questa fase, quanto mangia un neonato al giorno? Per prima cosa dobbiamo tenere in considerazione la grandezza dello stomaco dei bambini appena nati. Il primo giorno di vita lo stomaco è grande quasi come una ciliegia, a tre giorni dalla nascita diventa come una noce, dopo una settimana è come un’albicocca e dopo un mese raggiunge le dimensioni di un uovo. La grandezza dello stomaco è quindi proporzionata alla quantità di latte che il neonato può tollerare. Di conseguenza anche il seno materno, stimolato dalla suzione del neonato, incrementa progressivamente la produzione in modo del tutto naturale, mentre se si offre la formula artificiale andranno aumentate in modo crescente le dosi prescritte, tenendo sempre conto del comportamento del piccolo.

Spesso i tanti – in alcuni casi anche troppi – consigli su come e quando nutrire il neonato possono mettere a dura prova i neogenitori. Per questo è sempre bene ricordare che i bambini appena nati non hanno bisogno di grandi quantità di latte, dal momento che il loro stomaco risulta di dimensioni molto ridotte. 

Quanto deve mangiare un neonato a poppata?

Se il neonato è allattato al seno sarà in grado di regolare in modo autonomo la quantità di latte da assumere. Non esiste infatti una regola che stabilisca quanti millilitri di latte al giorno un neonato debba mangiare. La produzione di latte materno risponde perfettamente alle necessità e alle richieste del bambino. Se il piccolo poppa spesso e fin quando lo desidera, si staccherà autonomamente dal seno (non dopo i famosi “dieci minuti”) e assumerà tutta la quantità di latte indispensabile alla sua crescita. Ma rispondiamo qui di seguito ad alcune domande frequenti dei neogenitori.

Domande frequenti

«È necessario offrire entrambi i seni al bambino?». Alcuni neonati sono soddisfatti poppando da un seno solo, altri da entrambi. Dunque anche in questo caso non vi è una regola fissa e rigida su come comportarsi.

«Con che frequenza va offerto il seno?». L’intervallo tra i pasti può essere molto variabile e ovviamente dipende dalle esigenze e dalle richieste del bambino o della bambina. Il latte materno infatti cambia composizione e quantità continuamente, adattandosi alle esigenze del neonato, per cui sia il volume sia il numero di poppate variano da un allattamento a un altro. 

«La doppia pesata è consigliata?». Non occorre, sebbene in alcuni casi venga consigliato, pesare il neonato prima e dopo la poppata per verificare la quantità di latte assunto, dal momento che il bambino è perfettamente in grado di autoregolarsi. Inoltre la quantità di latte che il neonato prende a ogni poppata è diversa, per cui l’informazione della quantità assunta durante la “prova” della doppia pesata non dà alcuna informazione utile.

«Non è meglio utilizzare il biberon e controllare, in questo modo, la quantità di latte che do al mio bambino?». Un neonato alimentato in modo non fisiologico, cioè con il biberon, non si autoregola come invece avviene quando si attacca al seno della sua mamma. Ciò è dovuto ad almeno tre fattori:

  1. diversa modalità di suzione e controllo dell’arrivo del latte da parte del bambino;
  2. maggior intervento e controllo da parte dell’adulto attraverso l’uso del biberon;
  3. diversa composizione del latte durante la poppata, che sostiene la regolazione del senso di sazietà.

Spremere il latte dal seno manualmente o con un tiralatte e somministrarlo con il biberon oltretutto non permette di controllare la quantità di latte prodotto: la suzione diretta del bambino al seno, infatti, è molto più efficace sia della spremitura manuale che di quella con il tiralatte.

Ogni quanto mangia un neonato?

Se si sceglie di allattare il neonato al seno, è bene attaccarlo a richiesta. In questo caso il genitore dovrà essere in grado di riconoscere i “segnali di fame” che il bambino o la bambina manifesta.

Per quanto riguarda il numero delle poppate, si va in genere dalle 8 alle 12 nelle 24 ore. Il piccolo in questa fase vuole poppare così spesso per permettere alla mamma di produrre latte a sufficienza. Questo processo (detto “calibrazione”) si concluderà intorno alla sesta settimana di allattamento e viene regolato principalmente attraverso i due ormoni maggiormente coinvolti nell’allattamento, la prolattina e l’ossitocina che vengono a loro volta influenzati dalla suzione del neonato: più poppa al seno e più questi ormoni aumentano favorendo il buon avvio dell’alimentazione. Non vi sono indicazioni precise sulla quantità minima di latte che il neonato deve mangiare quando si attacca al seno, né un limite a cui attenersi: come detto, il neonato è in grado di autoregolarsi. 

Non si deve però pensare, come spesso accade, che l’attaccamento al seno molto frequente del bambino o della bambina sia sempre segno di fame e di scarsa produzione di latte. Attaccarsi al seno, così come essere presi in braccio o coccolati, sono gesti che per il neonato hanno un significato più ampio, poiché gli offrono un senso di protezione e sicurezza.

Quando deve mangiare un neonato prematuro, di basso peso o con una patologia?

Il neonato a termine e di peso adeguato alla sua età gestazionale ha tutte le competenze per poppare in modo idoneo e per mostrare i tipici segnali di fame ai suoi genitori. Dare quindi il latte a richiesta sarà sufficiente per nutrirlo in modo appropriato. 

Si comportano invece in maniera diversa i neonati prematuri, di basso peso o con una patologia (ad esempio l’ittero). In questi casi è necessario offrire il latte, cercando di assicurare un numero e una frequenza di poppate adeguate (una ogni due-tre ore) per garantire il giusto apporto calorico quotidiano. Più il bambino nasce vicino al termine di gravidanza, o man mano che aumenta di peso o risolve la condizione patologica, prima sarà in grado di alimentarsi in modo efficace e si potrà tornare quindi a offrire il latte a richiesta.

Come sapere se il neonato è sazio?

Per capire se il neonato ha mangiato abbastanza ci sono alcuni indizi da osservare:

  • smette di poppare;
  • si stacca dal seno o dal biberon;
  • espelle il seno o il biberon e non mostra più interesse;
  • dorme o tende ad addormentarsi;

Se il neonato è sazio, si rilassa e di solito dorme profondamente fino al pasto successivo.

Come sapere se il neonato ha fame?

I genitori si chiedono spesso come capire se il neonato ha fame. Quando un neonato comincia ad avvertire i primi segnali di fame, in genere si sveglia, si muove, gira la testa per cercare il seno, apre la bocca ed estroflette la lingua, mette le manine in bocca e talvolta mugola. Questi segnali indicano che è arrivato il momento della poppata, e vanno quindi assecondati. 

Se questi segnali non vengono accolti, il bambino comincerà a richiamare l’attenzione col pianto, che sarebbe bene evitare dal momento che il pianto è un segnale tardivo di appetito che provoca irritabilità. Difatti, se il neonato è agitato perché ha iniziato a piangere, va tranquillizzato prima della poppata, altrimenti avrà molte difficoltà ad attaccarsi al seno, provocando nella mamma un senso di frustrazione e di rifiuto del seno.

E se il neonato assume la formula artificiale?

Solitamente si danno indicazioni su quanti millilitri di latte al giorno debba mangiare il neonato allattato con formula artificiale. Anche in questa modalità però è il bambino o la bambina a scegliere quante poppate fare e la quantità di latte da assumere in ciascuna poppata. 

Unica eccezione rispetto all’allattamento al seno va fatta per i primi giorni di vita. Il latte di formula è un alimento meno digeribile rispetto al latte materno e per questo motivo vanno aumentati gradualmente i millilitri di latte da somministrare ogni giorno per tutta la prima settimana. 

In linea di massima, per dare un’idea approssimativa della quantità di formula artificiale che un neonato dovrebbe assumere si può utilizzare la seguente formula: 150-160 ml per kg di peso suddiviso in poppate nelle 24 ore. Tuttavia la quantità giornaliera calcolata è puramente indicativa e flessibile sia nelle quantità per pasto sia per il numero di poppate. 

In conclusione, che si tratti di latte materno o di formula artificiale l’alimentazione del neonato dovrà essere a richiesta. Un bambino sano, infatti, regola senza alcun tipo di problema e autonomamente la quantità di latte da assumere se gli è permesso di poppare liberamente. 

Alimentare a richiesta il neonato, sia con formula artificiale sia con il latte materno, offre diversi benefici ai neonati e permette di:

  • sviluppare abitudini alimentari salutari; 
  • ridurre i rischi di obesità in età adulta; 
  • aiutare il bambino a imparare a nutrirsi secondo le sue necessità; 
  • rendere piacevole il momento del pasto; 
  • instaurare un legame di fiducia con il proprio bambino, al quale si riconoscono le capacità di autoregolazione e decisione nell’alimentarsi. 

Se da un lato è praticamente impossibile che un neonato sano mangi troppo, per il semplice motivo che non esiste un limite in eccesso per chi è allattato al seno, questo non è del tutto vero per chi viene alimentato con una formula, dal momento che in questo caso l’autoregolazione risulta più complessa. Infatti il neonato allattato dalla mamma assume un latte che man mano che viene prodotto diventa più grasso e quando arriva ad assumerne la quantità di cui ha bisogno finisce di poppare. Questo segnale di stop manca nei bambini che vengono alimentati con una formula artificiale che ha la stessa composizione in qualsiasi momento della poppata.

Come capire se sta crescendo bene?

Non serve pesare continuamente il bambino per capire se sta crescendo, basterà cogliere alcuni segnali, ovvero:

  • se si alimenta almeno otto volte in 24 ore;
  • se fa chiaramente capire che ha fame;
  • se bagna almeno sei pannolini di urina di colore chiaro dopo la sesta giornata di vita;
  • se le sue feci sono solitamente gialle, liquide o semiliquide, soffici (in caso di alimentazione con una formula artificiale le caratteristiche delle feci non hanno un significato rispetto alla crescita).

Si considera fisiologico un aumento di almeno 140 g a settimana nei primi 3 mesi di vita, mentre invece si valuta con attenzione e si offre un maggior sostegno alla madre quanto l’incremento ponderale è inferiore. 

Il recupero del peso di nascita avviene di norma in due settimane, ma alcuni neonati tuttavia necessitano di più tempo (fino a un mese). In questi casi è necessaria una valutazione accurata per escludere delle difficoltà specifiche nell’allattamento e/o patologie sottostanti.

E la curva di crescita che importanza ha?

Le curve di crescita sono molto importanti, ma non vanno considerate come unico strumento per valutare la crescita di un neonato. Ogni bambino ha il suo potenziale di crescita che parte dallo sviluppo in utero ed è influenzato dall’età gestazionale e dalla genetica familiare. L’alimentazione condiziona una piccola parte di questo potenziale di base. 

L’età neonatale, ovvero il primo mese di vita, non è rappresentativa dello sviluppo futuro del bambino. L’interpretazione standard, che non tiene conto di queste variabili e del benessere del piccolo, è destinata purtroppo a produrre inutili consigli sulle modalità e la frequenza dell’allattamento al seno, inutili integrazioni di formula artificiale o superflui consigli riguardanti l’alimentazione complementare.

In definitiva, l’alimentazione di un neonato è fondamentalmente a richiesta, che si tratti di latte materno o di formula artificiale. Bisogna osservare e rispettare i segnali di fame che il bambino manifesta, fidarsi delle sue capacità di autoregolazione e non dimenticare di monitorare i segnali di benessere. Uniche eccezioni sono i neonati pretermine, di basso peso o con patologie, casi in cui il latte va offerto fin quando il piccolo dimostrerà le sue capacità di autonomia nel poppare.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 10/12/2021 e aggiornato il 03/04/2023
Immagine in apertura Nastasic / iStock

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