Scuola montessoriana: come funziona e in cosa si differenzia

Sono strutture che si basano sui principi educativi di Maria Montessori, che vedono il bambino o la bambina al centro e l’adulto paziente e attento nella cura di ogni dettaglio dell’ambiente e delle attività. Ma quali sono le reali differenze con la scuola “tradizionale”?

Immagine per l'autore: Annalisa Perino
Annalisa Perino , pedagogista montessoriana
Bambini nella classe di una scuola Montessori

Entrando in una scuola Montessori ciò che potrebbe maggiormente saltare agli occhi è il movimento dei bambini nello spazio. I piccoli, infatti, di solito non sono raggruppati in una stanza o su un tappeto per svolgere attività condivise, ma si muovono liberamente in uno spazio comune – come a casa – svolgendo le proprie occupazioni, aiutandosi quando ce n’è bisogno, stando vicini o lontani a seconda del proprio volere. 

In una scuola montessoriana è quindi normale vedere nello stesso momento un bambino che dipinge mentre un altro ritaglia, una bambina che affetta una banana e un’altra che lavora con le aste numeriche, qualcuno che scrive o disegna e qualcun altro che raccoglie foglie in giardino. Questo perché il movimento libero, purché costruttivo e rispettoso degli altri e dell’ambiente, viene favorito in ogni momento. 

Ma quali sono le caratteristiche di una scuola montessoriana? Quali i principi che la regolano?

Come funziona una scuola Montessori? 

La scuola montessoriana si basa sui principi educativi che Maria Montessori diffuse in tutto il mondo e che hanno contribuito a cambiare in modo importante lo sguardo degli adulti sull’infanzia.

Ma vediamo di capire più nel dettaglio come funziona una scuola Montessori. L’ambiente educativo si presenta ordinato, semplice ma molto curato, dai colori tenui, ricco ma non saturo di materiali, che dovranno essere ben puliti, integri e disposti a vista, in modo che i bambini siano in grado di raggiungerli e utilizzarli quando desiderano.

Nella scuola montessoriana i bambini, come detto, si muovono nello spazio liberamente per cercare l’occorrente necessario a soddisfare i loro progetti. Al tempo stesso, però, il maestro o la maestra osserverà costantemente il gruppo e sarà pronto/a a intervenire per supportare ogni singolo bambino nel momento del bisogno.

Che si tratti di un nido, di una struttura per l’infanzia oppure primaria o secondaria, l’applicazione del metodo Montessori a scuola richiede molto impegno, formazione, passione e costanza. 

Differenze tra scuola Montessori e “tradizionale”

Cosa cambia tra una scuola montessoriana e una “tradizionale”? Quali sono le differenze negli approcci educativi? Premesso che le risposte a queste domande variano a seconda dell’età dei bambini (poiché a seconda dell’età cambiano i loro bisogni specifici), è tuttavia possibile trovare delle caratteristiche trasversali per tutte le strutture di stampo montessoriano, siano esse nidi o scuole per l’infanzia o primarie.

Nella scuola con metodo Montessori l’ambiente è preparato, ovvero ogni cosa presente nello spazio ha uno scopo, condiviso da tutti, e ogni oggetto ha una propria collocazione stabile e, se visibile, può essere utilizzato dai bambini quando ne hanno voglia.
Come abbiamo spiegato, in una scuola montessori, inoltre, i bambini scelgono in autonomia le proprie occupazioni – ovviamente sempre tra le proposte presenti nell’ambiente – e non viene imposta loro un’attività precisa. È questa una delle principali differenze con la scuola “tradizionale”, in cui invece le attività vengono coordinate dall’insegnante e, solitamente, svolte dall’intero gruppo.

Nella scuola montessoriana l’adulto interviene solo nel momento in cui il bambino agisce in modo distruttivo e non finalizzato ad alcun tipo di esercizio, altrimenti rimane in osservazione del gruppo. I maestri e le maestre si rivolgono ai bambini utilizzando un linguaggio ricco e forbito, sanno dove posizionarsi nello spazio per non disturbare e, allo stesso tempo, per sostenere, indirizzare o affascinare i piccoli. Troviamo quindi un’altra grande differenza con la scuola “tradizionale”: quest’ultima vede l’adulto al centro, mentre nella scuola montessoriana il centro è il bambino o la bambina e l’adulto ha il compito di vigilare.

Vediamo di seguito altre differenze della scuola montessoriana rispetto a quella tradizionale:

  • Le “lezioni” frontali sono brevi, significative, curate e occasionali.
  • I materiali presenti nello spazio sono sufficienti per tutti i bambini, in modo che li possono usare a rotazione, sono integri, resistenti e dai colori tenui.
  • I tempi di lavoro sono dettati dal bambino e quasi mai imposti dall’esterno. La velocità di risoluzione degli esercizi non è una qualità da coltivare, lo sono piuttosto la cura e la reale comprensione dell’insegnamento offerto dalla lezione o dall’attività che si sta svolgendo. 

Pro e contro di una scuola Montessori

Maria Montessori basò i suoi studi sull’osservazione scientifica del bambino, che grazie al suo movimento libero offre all’adulto informazioni importanti circa i suoi bisogni, i suoi interessi, la sua natura, le sue difficoltà. Attraverso questa osservazione, l’adulto potrà di conseguenza organizzare un ambiente adeguato alle esigenze dei piccoli, offrendo soluzioni organizzative, materiali e spazi che soddisfino i  loro bisogni e, allo stesso tempo, garantiscano sicurezza e autonomia. 

Riassumiamo di seguito quali sono i vantaggi della scuola montessoriana:

  • educazione al pensiero critico e alla responsabilità delle proprie scelte;
  • rispetto di sé e dei propri desideri e rispetto degli altri;
  • libertà di movimento (fondamentale per garantire un buon equilibrio psico-fisico);
  • libera scelta, quando costruttiva e sostenibile;
  • accompagnamento da parte di un adulto paziente e attento nella cura di ogni dettaglio dell’ambiente e delle attività. 

Se invece dobbiamo individuare degli svantaggi della scuola montessoriana, va sottolineato l’enorme investimento richiesto – a famiglie e insegnanti – per rispettare i fondamenti della pedagogia di Maria Montessori, ovvero nella cura dell’ambiente, nella formazione continua del personale, nella continuità educativa tra casa e scuola. 

Sposare la filosofia montessoriana è molto impegnativo, necessita di costanza, perseveranza e pochi compromessi. Infatti, scegliere di adottare i principi di Maria Montessori saltuariamente, solo in alcuni spazi, o farne una lettura superficiale, è alquanto inutile se non addirittura dannoso. Maria Montessori chiedeva la libertà del bambino in un ambiente preparato e dopo un processo che definisce di “normalizzazione”, altrimenti si può parlare solo di caos. 

Immagine per l'autore: Annalisa Perino
Annalisa Perino

formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.

Articolo pubblicato il 27/01/2023 e aggiornato il 27/01/2023
Immagine in apertura LightFieldStudios / iStock

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