Trauma cranico del bambino: che fare?

Quando un bambino batte la testa bisogna accertarsi che non ci siano conseguenze gravi: ecco i segnali da osservare e i consigli d'intervento

Immagine per l'autore: Federico Marolla
Federico Marolla , pediatra
Bambina che stringe il suo peluche bendato: metafora del trauma cranico

Quando un bambino batte la testa, magari per un incidente domestico o perché gioca all’esterno, il più delle volte si tratta di traumi banali che non necessitano di trattamenti. Il bambino può piangere per lo spavento o per il dolore, ma il pianto non dura più di qualche minuto. Per ridurre il gonfiore applicate una pezza fredda per 20 minuti e tenete sotto osservazione il bambino.

Se il bambino è sveglio e vi risponde si tratta di un trauma cranico modesto e non ha bisogno di accertamenti: questo è quello che capita nella stragrande maggioranza dei casi. Tutti i bambini cadono e battono la testa, pochissimi sono quelli che hanno conseguenze gravi, ma se avete un dubbio o vi sembra che il trauma sia stato violento, vi conviene mettervi in contatto con il vostro pediatra di fiducia e raccontargli per filo e per segno cosa è accaduto e come sta il bambino.

Segnali da osservare

Questi segni possono indicare un trauma importante:

  • Il bambino ha un mal di testa che non passa, ma sembra peggiorare
  • parla in modo strano o è confuso
  • ha giramenti di testa continui o che tornano improvvisamente
  • è fortemente irritabile o ha un comportamento anormale
  • vomita all’improvviso, senza segni di nausea e indipendentemente dai pasti più di due o tre volte consecutive
  • ha difficoltà a camminare
  • ha sanguinamento o fuoriuscita di liquido acquoso dall’orecchio o dal naso
  • ha difficoltà a svegliarsi o presenta una sonnolenza strana ed esagerata
  • ha una pupilla (la parte centrale nera dell’occhio) più grande dell’altra
  • dice di vedere doppio o con delle macchie
  • ha un pallore esagerato che dura oltre un’ora
  • ha convulsioni
  • sembra che abbia difficoltà a riconoscere i familiari
  • ha un’eccessiva debolezza delle gambe o delle braccia
  • sente dei fischi persistenti nelle orecchie

Le 24 ore successive al trauma

È molto improbabile che questo accada, ma per maggiore sicurezza, soprattutto se l’urto è stato violento, il bambino dovrebbe essere sorvegliato molto da vicino nelle 24 ore successive al trauma e poi, per qualche altro giorno, dovrebbe essere tenuto ancora sotto osservazione per il rischio di qualche manifestazione tardiva.

È inutile tenere sveglio il bambino a tutti i costi: se ha sonno fatelo pure dormire, ma durante il sonno, ogni 2-3 ore (mettetevi la sveglia), andate a controllare che dorma serenamente: provate a toccarlo o spostategli un braccio e osservate se fa i normali movimenti nel sonno; se vi sembra che non reagisca, svegliatelo per osservare se vi riconosce e vi risponde.

Se il bambino sta bene durante questo periodo di osservazione potete stare tranquilli: non avrà alcuna conseguenza. Se invece perde conoscenza, è meglio recarsi al pronto soccorso.

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Federico Marolla

nato a Roma, dove si specializza in Pediatria e frequenta il dottorato di ricerca. È membro dell’Associazione Culturale Pediatri e del gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile. È coautore dei libri “Il bambino disattento e iperattivo” (Franco Angeli) e “Mangiare per crescere. Consigli per genitori in gamba” (Il Pensiero Scientifico).

Articolo pubblicato il 28/08/2015 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura jojof / iStock / Getty Images Plus

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