Il VBAC (Vaginal Birth After Caesarean) è la nascita per via vaginale dopo un precedente taglio cesareo, un’opzione medica sempre più considerata quando le circostanze lo permettono. I benefici includono un più rapido recupero materno, una minore invasività e una migliore esperienza di recupero post-parto. Tuttavia, si tratta di una scelta che richiede un’attenta valutazione clinica; in particolare è importante la presenza di una incisione uterina trasversale bassa, l’assenza di controindicazioni e un adeguato supporto ospedaliero.
Le linee guida nazionali e internazionali delineano i criteri per selezionare i candidati, e il TOLAC (Trial Of Labor After Cesarean) rappresenta la fase di valutazione del travaglio. È fondamentale che le donne ricevano informazioni corrette per decidere consapevolmente, in un ambiente sicuro e qualificato.
La piccola Sofia è nata due anni fa tramite taglio cesareo perché si affacciava al mondo con i piedini, cioè in posizione podalica. Sua mamma Giulia si trova ora alla 30^ settimana della sua seconda gravidanza e sta riflettendo, perché non sa se è il caso di affrontare un nuovo taglio cesareo oppure un parto vaginale. La prima domanda, affatto banale, che si fa è: «Ma è possibile o comunque consigliabile affrontare un parto naturale dopo un cesareo?».
Giulia si confronta con una sua amica che ha avuto un’esperienza simile e raccoglie da lei qualche informazione. In particolare, la sua amica fa riferimento a un acronimo di quattro lettere. Giulia se lo appunta sull’agenda, poi va dal suo ginecologo e gli chiede: «Cosa vuol dire VBAC?».
Cerchiamo anzitutto di capire cos’è il VBAC e come funziona. La sigla sta per Vaginal Birth After Caesarean e descrive il parto vaginale dopo un taglio cesareo, che, quando è possibile da realizzare, determina numerosi benefici per la vita del piccolo dalla nascita fino all’età adulta e anche per la mamma.
Esistono delle linee guida VBAC [1] , nazionali e internazionali, che definiscono i principi e i criteri di questa procedura e che aiutano i professionisti sanitari coinvolti a fare le valutazioni e le scelte più corrette per mamma e neonato.
Ma esattamente come funziona il VBAC? L’equipe medica valuta le caratteristiche della donna e della gravidanza per definire la possibilità di portare avanti un travaglio di parto, escludendo le donne con controindicazioni cliniche precise. La scelta finale è sempre della coppia, che in base alle informazioni ottenute dai professionisti deciderà in modo consapevole se procedere o meno.
Chi sceglie un VBAC dovrà attendere l’inizio del travaglio di parto come per una qualsiasi gravidanza e recarsi in ospedale non appena il travaglio è iniziato, poiché l’equipe multidisciplinare dovrà prendere in carico la diade mamma-neonato e monitorarla costantemente. Il monitoraggio viene fatto con il tracciato cardiotocografico, che valuta sia le contrazioni uterine materne sia il battito cardiaco fetale attraverso la misurazione dei parametri vitali della donna (temperatura, pressione arteriosa…).
Come già anticipato, il VBAC porta con sé numerosi benefici sia per il neonato che viene al mondo sia per la mamma. In particolare, tra i vantaggi del VBAC (gli stessi di un parto naturale) per il neonato troviamo:
Tra i vantaggi del VBAC per la mamma, invece:
«Il VBAC comporta anche rischi e svantaggi?», chiede ancora Giulia al suo ginecologo. Ovviamente la scelta di questa procedura può comprendere questa eventualità. Ecco perché è fondamentale il confronto con i professionisti.
Tra i più frequenti rischi legati al VBAC ci sono:
Per ridurre tutto ciò al minimo c’è bisogno di un’assistenza continua durante il travaglio, in una struttura ospedaliera che possa assicurare l’accesso immediato alla sala operatoria, alla rianimazione e la pronta disponibilità di emotrasfusioni, nell’eventualità di un taglio cesareo d’emergenza (come indicato nelle linee guida).
A Giulia viene subito in mente un’altra domanda da rivolgere al ginecologo: «Quando è possibile fare un parto naturale dopo un taglio cesareo? Nel mio caso sono trascorsi due anni…».
Non c’è un tempo prestabilito, ma sarebbe bene attendere almeno un anno dal precedente parto, il consiglio è sempre quello di consultare il professionista per valutare i pro e i contro e l’esistenza di eventuali controindicazioni cliniche che comporta la VBAC per la diade mamma-bambino.
Invece quando non è possibile tentare un VBAC? Prima di escludere la possibilità di ricorrere a questo strumento si valutano alcuni importanti fattori, in particolare:
In tutte le altre situazioni è possibile proporre un VBAC in una struttura ospedaliera adatta a rispondere a ogni necessità durante il travaglio.
In conclusione, il consiglio è quello di fare tutte le domande ai professionisti che seguono la gravidanza, comprese quelle che riguardano eventuali preoccupazioni. Questo è l’unico modo per informarsi correttamente e scegliere il meglio per se stessi e per i propri bambini.
Quanto è diffuso il VBAC in Italia e come sta evolvendo?
In Italia, il tasso di VBAC – parto vaginale dopo un precedente cesareo – è ancora basso: si è passati dall’8,4 % del 2015 al 10,5 % nel 2020, con un incremento limitato nonostante le linee guida nazionali. Questa pratica è monitorata nell’ambito del Programma Nazionale Esiti (PNE) per favorire politiche ostetriche più consapevoli.
Quali sono i fattori che aumentano le probabilità di successo del VBAC?
Il successo del VBAC (cioè effettiva nascita vaginale) si attesta tra il 60 % e l’80 %, . I fattori che favoriscono l’esito positivo includono:
Quali sono i rischi concreti legati al VBAC (es. rottura uterina)?
Il VBAC comporta un lieve aumento del rischio di rottura uterina rispetto al cesareo programmato, ma la probabilità resta molto bassa—circa 0,5 % (1 su 200). In presenza di assistenza ospedaliera e monitoraggio adeguato, questo rischio è attentamente controllato. Il vantaggio principale del VBAC è la riduzione delle complicanze nelle gravidanze future rispetto ai cesarei ripetuti.
Come si sceglie tra VBAC e cesareo ripetuto (ERCS)? Quali aspetti considerare?
La decisione tra VBAC e cesareo programmato (ERCS) deve basarsi su valutazione clinica individuale e contesto assistenziale. Se la donna ha avuto un precedente cesareo con cicatrice trasversale bassa e non ha controindicazioni, un VBAC in ambiente ospedaliero dotato di risorse di emergenza è spesso una scelta ragionevole.
L’ERCS può essere consigliato se la donna ha cicatrici uterine verticali, precedenti complicazioni (rottura, isterotomia), necessità di ripetere il cesareo per motivi clinici o preferenze personali dopo consulenza.
Il VBAC offre benefici come tempi di recupero più rapidi e minori complicanze in gravidanze successive. È fondamentale essere supportate da un’équipe ostetrica esperta e fare una scelta informata.