La colazione non è soltanto uno dei pasti della giornata per i bambini, ma un’occasione preziosa per sostenere il loro benessere nutrizionale e cognitivo: dopo un digiuno notturno prolungato, è importante assumere circa il 20% delle calorie giornaliere, con una composizione equilibrata di carboidrati complessi, proteine, grassi sani, fibre e vitamine.
Di seguito vengono illustrate le comuni carenze nelle abitudini alimentari infantili (troppi zuccheri, grassi saturi, poca frutta), le ragioni per cui alcuni bambini saltano la colazione (ritmo familiare frenetico, cena abbondante, ridotto appetito mattutino) e alcune pratiche concrete per rendere la colazione un momento sereno: prepararla la sera, coinvolgere i bambini nella scelta degli alimenti, evitare merendine confezionate tutti i giorni. Con alcuni esempi di combinazioni sane e una ricetta con fiocchi di avena, l’articolo fornisce spunti pratici per iniziare la giornata con energia e gusto.
Quante volte abbiamo sentito la frase «il mattino ha l’oro in bocca?». In effetti, sedersi a tavola per la colazione dovrebbe essere un rito altrettanto importante che il pranzo o la cena, eppure raramente è così.
Oggi si parla sempre più spesso di esigenze nutrizionali e di fabbisogni calorici: facciamo il punto della situazione e cerchiamo di capire perché la colazione è un pasto fondamentale.
Quanto incide l’alimentazione sulla salute dei nostri figli? Sicuramente tantissimo ed è compito di noi genitori garantire loro il meglio.
La dieta dei bambini di quasi tutti i paesi europei sembra essere troppo ricca di proteine, grassi saturi e zuccheri, e carente invece di vitamine, sali minerali e acidi grassi omega 3.
L’obesità infantile, negli ultimi quarant’anni, è in aumento: si tratta di un problema di sanità pubblica a livello mondiale ed è associata all’insorgenza di altre patologie tipiche dell’età adulta.
Tra le abitudini errate diffuse tra i bambini c’è quella di saltare la colazione, un comportamento che riguarda in primo luogo gli adulti e che si riflette sui più piccoli. Inoltre, quando viene consumata, si esagera spesso con gli alimenti dolci, e quindi si tende ad assumere un eccesso di zuccheri (errore che si commette anche in altri momenti della giornata, per esempio con lo snack fuori pasto).
Durante l’infanzia la quota energetica giornaliera dovrebbe essere ripartita in almeno 4-5 pasti: colazione (20%), spuntino (5-10%), pranzo (35-40%), merenda (10%), cena (30%).
Non servono calcoli per mangiare in modo sano, ma queste percentuali possono essere utili per capire come cambia la proporzione calorica nei vari momenti della giornata.
Vediamo che la colazione dovrebbe rappresentare il 20% delle calorie giornaliere, il che equivale, per un bambino dai 2 ai 10 anni, a circa 200-280 kcal (dati LARN).
Chi consuma con regolarità una prima colazione bilanciata si autoregola nei pasti successivi ed evita di assumere cibi troppo calorici o in quantità eccessive.
La colazione incide inoltre sull’umore: è facile notarlo quando si è in vacanza e si ha il tempo di mangiare con più calma. Riunirsi tutti insieme intorno al tavolo e scambiare qualche chiacchiera permette di prendersi cura di sé e della propria famiglia, e contribuisce a cominciare la giornata con il sorriso.
La colazione dunque nutre lo spirito, oltre che il corpo; è un momento di pausa e di condivisione prima di affrontare gli impegni quotidiani.
Ma quali sono le ragioni di ordine nutrizionale per cui è necessario fare colazione?
Durante il periodo di digiuno notturno, che per i bambini dura più o meno 10 ore, il nostro corpo continua a consumare energie per le funzioni di base (la respirazione, il battito cardiaco, la regolazione della temperatura); di conseguenza, al risveglio è necessario avere a disposizione un rifornimento nutritivo per affrontare la giornata con maggiore efficienza.
Il cervello si nutre in particolare di glucosio, pertanto chi consuma abitualmente una buona colazione ottiene migliori prestazioni in termini di lucidità, durata dell’attenzione, capacità di concentrazione e memorizzazione rispetto a chi invece la salta.
Spesso i genitori si lamentano del fatto che i figli non vogliono fare colazione, ma se osserviamo le abitudini familiari ci rendiamo conto che probabilmente ci sono delle ragioni specifiche all’origine del rifiuto:
Si pensa talvolta che i bambini piccoli, intorno all’anno di vita, non facciano una colazione adeguata quando assumono solo latte. Ma se la quantità di latte è pari a 200-250 ml, allora copre abbondantemente il fabbisogno calorico. Andrà ridotta nel caso in cui si vogliano introdurre anche altri elementi, come il pane o i cereali.
Il primo cambiamento deve avvenire necessariamente in famiglia: i bambini guardano con attenzione i genitori ed è da loro che apprendono le abitudini alimentari. Quindi è importante sedersi a tavola tutti insieme e ritagliare il giusto tempo da dedicare a questo importante momento della giornata. Se il genitore è il primo a saltare il pasto e a bere soltanto un caffè al volo, è chiaro che non potrà pretendere che il bambino si sieda e consumi da solo la sua colazione.
La questione del tempo è fondamentale: possiamo ragionare in termini calorici, nutritivi o di scelta degli alimenti, ma se non riserviamo lo spazio necessario a un’adeguata colazione otterremo scarsi risultati.
Ecco, dunque, qualche indicazione su come organizzare quotidianamente questo pasto:
Nella tradizione italiana, la colazione è in genere un pasto a base di alimenti dolci, ma non è così ovunque. Dunque, anche in questo caso, non esiste una regola ferrea che impone di proporre solo alcuni cibi a discapito di altri.
Tuttavia, se vogliamo partire con una colazione bilanciata e ricca in nutrienti, è opportuno inserire nella colazione:
Questi componenti base, variamente combinati, possono entrare a far parte delle nostre colazioni quotidiane, che varieranno in base alla stagione e ai gusti dei vari membri della famiglia.
Ecco alcune possibili combinazioni che costituiscono un pasto sano e bilanciato:
Le combinazioni sono davvero infinite e se abituate i vostri bambini alla varietà saranno i primi a chiedere di cambiare colazione insieme a voi.
Per sperimentare, ecco la ricetta dell’overnight oatmeal, la pappa di avena tipica dei Paesi anglosassoni (suggerita dalla food blogger Chiara Cattaneo).
Ingredienti (una porzione, per un bambino tra 1 e 3 anni):
Mescolate l’avena con il latte e lasciate in ammollo per circa un’ora, meglio ancora la sera prima. Poco prima di servire aggiungete la frutta e i semi tritati, se preferite potete aggiungere anche un cucchiaio di yogurt bianco al naturale.
Quanto “vale” la colazione in termini di energia per un bambino e come dovrebbe essere distribuita?
Per molti bambini in età scolare, la colazione dovrebbe coprire circa il 15-20% del fabbisogno energetico giornaliero, ossia un quarto della giornata. Un modo semplice per distribuirla: ad esempio latte o yogurt + pane integrale o fette biscottate + frutta o cereali integrali. Questo aiuta il bambino ad avere energia per affrontare la mattina, favorisce concentrazione e un buon andamento scolastico.
Che cosa dovrebbe contenere una colazione equilibrata per un bambino e quali errori evitare?
Una colazione equilibrata dovrebbe includere: carboidrati complessi (pane integrale, cereali non troppo zuccherati), una fonte di proteine (latte, yogurt, uova), frutta fresca o secca per fibre, e una piccola quantità di grassi “buoni” (es. frutta secca). Evitare colazioni troppo ricche di zuccheri semplici (ad esempio merendine industriali, cereali altamente zuccherati) o che saltano del tutto: saltare la colazione è associato a minore rendimento, maggior rischio di spuntini poco salutari e sovrappeso.
Cosa fare se il bambino non ha appetito al mattino o si rifiuta di fare colazione?
Se il bambino non ha voglia di mangiare al mattino, si possono adottare strategie pratiche: proporre la colazione in modo graduale (ad esempio iniziare con latte e frutta), coinvolgerlo nella scelta o preparazione della colazione per renderla più interessante, consumarla tutti insieme in famiglia per dare il buon esempio. Evitare però di forzare il bambino: meglio proporre qualcosa di semplice e gustoso e ritentare in un secondo momento. In caso di persistente rifiuto o di perdita di peso, è opportuno segnalarlo al pediatra.