Il metodo Montessori nasce dall’idea che ogni bambino possieda un naturale impulso all’apprendimento, che può svilupparsi pienamente in un ambiente preparato e ricco di materiali pensati per favorire autonomia e concentrazione. Nell’articolo vengono chiariti i principi pedagogici alla base del metodo, come l’osservazione sistematica, la valorizzazione dei periodi sensibili e il ruolo dell’adulto come guida discreta, lontana da approcci direttivi o eccessivamente permissivi. Si affrontano anche alcuni fraintendimenti sul Montessori, tra cui l’idea che significhi semplicemente “lasciare fare”, e si analizzano le condizioni reali perché questa proposta educativa sia efficace, inclusa la formazione specifica degli insegnanti. Il testo esplora inoltre i limiti del modello e le differenze rispetto ad altri approcci di pedagogia attiva, offrendo una visione equilibrata e basata sulle evidenze.
Negli ultimi anni il metodo Montessori ha conquistato sempre più popolarità in tutto il mondo e viene utilizzato in numerose scuole e istituzioni educative, più di quindicimila scuole in 154 paesi del mondo [1]
Le librerie, i negozi di articoli per l’infanzia e il web traboccano di proposte “montessoriane” e molti genitori cercano di applicare i principi Montessori per l’educazione dei propri figli. Ma cos’è il metodo Montessori? Quali sono i suoi fondamenti e cosa lo rende così diverso dall’approccio educativo tradizionale?
La sua enfasi sull’apprendimento autodiretto e sul rispetto per il ritmo individuale del bambino lo rende un approccio apprezzato e riconosciuto per il suo contributo all’educazione infantile. Nell’articolo cerchiamo di conoscere meglio questa proposta pedagogica e i suoi principi fondamentali.
Il metodo Montessori nasce dalla mente e dall’instancabile lavoro di Maria Tecla Artemisia Montessori, una delle prime donne italiane a laurearsi in medicina. Medico con formazione in psichiatria, antropologa, rappresentante del movimento femminista, studiosa e ricercatrice, Maria Montessori ha dedicato la sua vita allo studio dei bambini e delle bambine con l’intento di comprendere i meccanismi che regolano il loro sviluppo e definire, così, le caratteristiche ottimali dell’ambiente e dell’adulto educatore.
Qual è la definizione del metodo Montessori? Se volessimo dare una definizione del metodo Montessori, potremmo infatti definirlo sinteticamente come un “aiuto alla vita” perché essa possa pienamente sbocciare. Si tratta di una proposta pedagogica volta a sostenere lo sviluppo olistico del bambino o della bambina attraverso un ambiente e un intervento educativo capaci di valorizzare e rispettare le sue risorse interne, la sua autonomia, la sua libertà.
È qualcosa di estremamente complesso, ben al di là di un semplice “metodo”. La stessa Montessori, infatti, non amava particolarmente questa espressione e si riferiva a esso più come a una “missione”.
Quello che viene definito come metodo Montessori è un approccio educativo e una filosofia di vita, un atteggiamento spirituale e un modo differente di vedere il mondo e le interrelazioni tra coloro che lo abitano. In tutto questo, l’approccio montessoriano presenta anche solide basi scientifiche, essendo fondato su una osservazione empirica attenta dell’attività libera del bambino e sulla sperimentazione.
Con i suoi principi il metodo Montessori ha portato con sé una vera e propria rivoluzione rispetto alla visione del bambino o della bambina, delle sue potenzialità e dei suoi bisogni. Nel passato, infatti, i bambini – soprattutto i più piccoli – erano considerati per lo più individui passivi, veri e propri “vasi da riempire” aventi la necessità, per poter crescere e svilupparsi, dell’intervento sapiente dell’adulto.
A partire dalle sue osservazioni attente Maria Montessori scopre che i bambini e le bambine sono, fin dall’inizio, individui estremamente competenti e attivi, dotati di una mente differente da quella dell’adulto (che lei definisce assorbente, poiché capace di assorbire senza sforzo il necessario per crescere) e capaci, per mezzo della propria attività, di cogliere dall’ambiente tutto quanto il necessario per costruire in maniera spontanea e naturale le diverse competenze come il linguaggio o il movimento.
Perché tutte le loro potenzialità possano svilupparsi appieno hanno bisogno, però, di un ambiente fatto per accoglierli e per sostenerli. Ed è qui, ci dice il metodo Montessori, che entriamo in gioco noi adulti.
Noi non siamo “plasmatori” del bambino, scrive Maria Montessori, ma suoi facilitatori: il nostro compito è quello di creare un ambiente educativo maestro, che sia in grado di risvegliare gli interessi dei bambini e delle bambine e di accompagnarli nell’apprendere attraverso l’esperienza attiva.
Quando queste condizioni si verificano, secondo Maria Montessori, il bambino o la bambina è in grado di rivelare “caratteri differenti” da quelli a lui normalmente attribuiti: è interessato, concentrato, sempre al lavoro, disciplinato, autonomo, felice. E non si tratta di un “miracolo”. Questi sono i veri tratti del bambino, quando è posto in un ambiente pensato per sostenerlo e rispondente ai suoi bisogni di crescita.
Si tratta di un approccio al bambino e all’educazione naturale, semplice, ma allo stesso tempo complesso. Per capire ancor meglio in che consiste il metodo Montessori analizziamo allora più nello specifico i principi cardine su cui esso poggia.
Attraverso le osservazioni da lei compiute sui comportamenti e sul lavoro svolto dai piccoli presso le sue “Case dei Bambini” fu in grado di definire alcuni principi Montessori. Quali sono i principi importanti del metodo Montessori? Il primo riguarda senza alcun dubbio l’importanza dell’ambiente maestro e dell’educazione indiretta.
L’ambiente, sia quello domestico che quello scolastico, svolge una funzione educativa imprescindibile. Se l’adulto pensa, organizza e struttura l’ambiente perché sia realmente a misura del bambino, proporzionato non solo alle sue forze, ma anche alle sue capacità psico-fisiche, mette quest’ultimo nella condizione di poter agire con autonomia e apprendere dall’esperienza.
L’ambiente, ci dice Maria Montessori, deve poter parlare al bambino, guidarlo e accompagnarlo. Se, per esempio, organizziamo l’ambiente scegliendo mobili leggeri e proporzionati, i bambini saranno in grado di spostarli senza aiuto. Allo stesso tempo, saranno i mobili stessi, facendo rumore, a segnalare ai bambini – senza bisogno del nostro intervento – che i loro movimenti sono forse stati troppo bruschi e che è necessaria maggiore cura e controllo.
Ancora troppo spesso i bambini e le bambine vivono in ambienti che non sono adeguatamente pensati per loro. È fondamentale, quindi, ripensare lo spazio, soprattutto quello delle nostre case, sia a misura, bello, limitato, non straripante di oggetti e ordinato. Proprio come fanno i registi, è nostro compito intervenire sul setting e creare le condizioni ideali affinché gli attori possano dare del proprio meglio.
Ma organizzare l’ambiente non basta. Per poter crescere e svilupparsi il bambino deve avere anche la possibilità di muoversi e di agire in esso sulla guida dei propri interessi. Arriviamo così a un altro principio fondamentale del Metodo Montessori: la libertà di scelta e l’interesse.
Attraverso le sue osservazioni la Montessori fu in grado di constatare come il processo evolutivo dei bambini e delle bambine non sia guidato dal caso. Esistono una sorta di “direttive”, delle sensibilità speciali che definì periodi sensitivi. In determinati momenti dello sviluppo questi accendono specifici interessi del bambino, permettendogli così (grazie anche al potere della mente assorbente) di compiere quelle acquisizioni necessarie alla costruzione di nuove competenze o abilità.
Perché ciò sia possibile è però necessario che il bambino venga posto nella condizione di potersi autonomamente orientare e di poter scegliere il “nutrimento psichico” di cui ha necessità in quel momento. Ciò significa garantire ai bambini e alle bambine la possibilità di muoversi liberamente nell’ambiente e permettergli di dedicarsi proprio all’attività che in quel momento sentono maggiormente rispondente al loro interesse.
L’interesse, ribadisce spesso Montessori, è il fondamento della concentrazione e del lavoro e quindi motore dell’apprendimento e della crescita.
Come capire quali sono gli interessi del nostro bambino? Per riuscirci è necessario osservarlo. Osservare è molto più che guardare: è un atto intenzionale, significa esaminare con cura con l’intento di comprendere qualcosa.
Se li lasceremo liberi di muoversi, di agire, di comunicare, saranno le azioni, gli sguardi, i gesti stessi dei bambini a dirci quali sono i loro bisogni di crescita.
Veniamo ora al terzo, fondamentale principio: il ruolo dell’adulto. A poco serve, infatti, progettare l’ambiente o individuare le attività più interessanti, se non siamo poi in grado di guidare correttamente i bambini e accompagnarli nella realizzazione piena delle loro potenzialità.
Nei suoi testi Maria Montessori parla approfonditamente del ruolo dell’adulto (genitore e maestro). Riconosce che si tratta di un compito estremamente arduo e difficile, e fornisce molte indicazioni importanti su come lavorare su noi stessi sul piano intellettuale, emotivo e spirituale per poter diventare la guida di cui i bambini hanno bisogno.
La prima e forse più importante qualità per l’adulto è l’umiltà. Non si può andare lontano, secondo l’approccio Montessori, se non ci si spoglia prima di tanti vecchi e pericolosi preconcetti che ci impediscono di entrare in una relazione genuina con i bambini e di accompagnarli correttamente.
Essere umili significa astenersi dal giudizio, saper fare un passo indietro, avere fiducia nel bambino che abbiamo di fronte e nel fatto che questi, se lasciato libero di esprimersi, saprà indicarci la giusta via educativa.
Altrettanto fondamentale è il rispetto. Avere rispetto del bambino e dei suoi tempi, la pazienza di osservarlo, con profondità, per cogliere i suoi messaggi e i suoi bisogni e poter così rispondere a essi nella maniera più conveniente.
Orgoglio, fretta, la tendenza a sostituirsi o voler proteggere eccessivamente sono ostacoli alla relazione educativa. Il metodo Montessori ci dice che i bambini e le bambine non hanno bisogno di adulti che facciano al loro posto, ma di figure che li accompagnino e li supportino affinché possano imparare a fare da soli. Dobbiamo agire proprio come dei giardinieri sapienti, curando con amore e pazienza il terreno e creando l’ambiente più adatto perché il bambino possa germogliare e crescere rigoglioso, fino a sbocciare.
Come si può applicare il metodo Montessori a casa senza acquistare materiali costosi?
Molti principi montessoriani si possono mettere in pratica con oggetti di uso comune: cesti per il riordino, brocche leggere per travasi, panni per attività di cura dell’ambiente, sgabelli bassi per favorire autonomia nel bagno e in cucina. L’obiettivo non è la replica della scuola, ma creare uno spazio ordinato e accessibile, con poche proposte chiare e alla portata del bambino. Ogni famiglia può adattare queste idee alle proprie esigenze quotidiane.
Qual è il ruolo dell’adulto nel metodo Montessori?
L’adulto è una guida che osserva, prepara l’ambiente e offre aiuto solo quando necessario, lasciando al bambino il tempo di sperimentare. Non dirige in modo rigido, ma sostiene l’autonomia e la concentrazione. Questo richiede pazienza, coerenza e un atteggiamento non giudicante. Se emergono dubbi sul comportamento o sul ritmo di apprendimento del bambino, è utile confrontarsi con educatori formati.
Come si integrano limiti e regole in un approccio montessoriano?
Contrariamente a un’idea diffusa, il metodo Montessori prevede regole chiare, ma semplici e coerenti, legate alla cura di sé, degli altri e dell’ambiente. I limiti non servono a controllare il bambino, ma a favorire un clima sereno in cui ognuno possa lavorare con attenzione. Le regole vengono spiegate con calma e riproposte quando necessario, senza punizioni o pressioni eccessive.
Come riconoscere una scuola davvero montessoriana?
Una scuola montessoriana autentica presenta ambienti ordinati, materiali specifici disposti su scaffali bassi, gruppi di età mista e tempi di lavoro prolungati senza interruzioni. Gli educatori hanno una formazione dedicata e adottano un approccio basato sull’osservazione, sulla libertà responsabile e sul rispetto dei ritmi individuali. Se si desidera valutare una struttura, può essere utile chiedere di assistere a una giornata tipo o parlare con il team educativo.

Dopo la laurea in Scienze dell’educazione si specializza nel Metodo Montessori per la prima infanzia presso l’Opera Nazionale Montessori e successivamente con il Centro Nascita Montessori. Nel 2016 fonda “Aiutami a fare da me”, sito che ha lo scopo di divulgare il pensiero di Maria Montessori, e nel 2019 si trasferisce in Germania continuando il suo lavoro di educatrice presso un asilo nido di ispirazione Reggio Children. Collabora con numerose riviste specializzate e sostiene i genitori con percorsi individuali di parent coaching.