Cosa sono e a cosa servono i bilanci di salute

Queste visite periodiche dal pediatra non sono solo l’occasione per una valutazione sullo stato di salute generale del bambino, ma offrono molto altro sia al piccolo sia ai genitori

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Paolo Moretti , pediatra
pediatra svolge bilancio di salute

L’attività del pediatra di famiglia, in quanto figura che si occupa della salute a tutto tondo, non si limita alla visita dei bambini esclusivamente quando questi sono malati, bensì prevede anche una serie di incontri, che devono essere programmati e che richiedono una certa quantità di tempo, allo scopo di sorvegliare e promuovere la salute del bambino e della famiglia.

Scopriamo più nel dettaglio cosa sono i bilanci di salute, con che frequenza vanno effettuati e perché sono così importanti.

Cosa sono i bilanci di salute?

Sono delle visite alle quali il pediatra di famiglia sottopone tutti i bambini in determinate fasce di età prestabilite. Ma esattamente, a cosa servono i bilanci di salute? Un primo obiettivo è quello di valutare lo stato di salute generale del piccolo secondo quella che è chiamata “diagnosi precoce” o “prevenzione secondaria”, che consiste nell’individuare precocemente determinati problemi, in modo tale che possano essere trattati in modo efficace, laddove invece una loro scoperta tardiva non consentirebbe di avere lo stesso risultato.

Per far questo si usano i test di screening, che vengono eseguiti a tutti i bambini in determinate età, allo scopo di diagnosticare per tempo, ad esempio, problemi della vista o dell’udito oppure ortopedici.

È importante sapere però che per essere davvero utile uno screening deve avere alcune caratteristiche. Prima di tutto il problema che dovrebbe individuare deve essere curabile, poi il test deve essere conveniente in termini di costi, e infine deve essere attendibile, comportare cioè pochi falsi positivi (quando il test rivela un problema che in realtà non esiste) e pochi falsi negativi (al contrario, il problema c’è ma il test non lo rileva).

Un esame di screening che viene fatto in ospedale e ripetuto dal pediatra nel corso dei bilanci di salute nelle prime settimane di vita è la manovra di Ortolani, che consiste nel manipolare le gambe del bambino, e quindi l’articolazione dell’anca, allo scopo di diagnosticare una displasia, vale a dire una malformazione consistente in un’alterazione dei normali rapporti tra la testa del femore e l’acetabolo, cioè la cavità dove essa è inserita.

Ebbene, alcune regioni, preferiscono effettuare uno screening cosiddetto “universale”, praticando a tutti i neonati un’ecografia dell’anca, mentre in altre l’ecografia è raccomandata solo in casi selezionati, cioè quelli che presentano fattori di rischio o quelli nati da parto podalico o in cui la manovra di Ortolani è risultata sospetta. In definitiva, le differenze tra le Regioni sono causate dalla mancanza di conclusioni scientifiche definitive a proposito di quale sia lo screening migliore.

Quanti sono i bilanci di salute?

Vediamo ora quanti bilanci di salute sono previsti dal nostro Sistema Sanitario Nazionale. Il Piano Salute Infanzia prevede almeno sei bilanci entro i primi 6 anni di età. Tuttavia ogni Regione decide se aggiungere altri bilanci e quando effettuarli. Questi controlli, più frequenti nel primo anno di vita, diventano più radi man mano che il bambino cresce.

Il calendario dei bilanci di salute complessivamente comprende, oltre alla presa in carico del neonato (la prima visita) che deve essere effettuata entro i 45 giorni di vita, bilanci a 3-6-9-12-18-36 mesi, quindi a 6-10-14 anni; ognuno di essi deve essere effettuato all’interno di un determinato intervallo di tempo. 

In cosa consiste il bilancio di salute

Cosa si fa al bilancio di salute? Il pediatra, oltre che visitare accuratamente il bambino, ne misurerà il peso, la lunghezza e, nei primi tre anni, la circonferenza della testa: questo gli consente di verificare la normalità della velocità di crescita, cioè dell’aumento in grammi (o più avanti in kg) e in centimetri rispetto all’ultimo controllo. Non ha invece importanza la posizione alta o bassa dei valori del bambino all’interno delle tabelle dei percentili di crescita; questi ultimi non rappresentano un punteggio da attribuire al peso o all’altezza del bambino, ma uno strumento a disposizione del pediatra per sorvegliare nel tempo la crescita.

In tutte le età, e in particolare nel bambino più grande, il rilievo delle misure, mettendo in relazione il peso con l’altezza, e permettendo di valutare altri parametri come ad esempio la circonferenza della vita, consente di individuare i casi di obesità o di eccessiva magrezza, oppure di diagnosticare quelle situazioni patologiche di disturbo del comportamento alimentare come la bulimia o l’anoressia, tipiche dell’adolescenza o dell’età appena precedente.

Nelle medesime fasce di età, i bilanci consentono poi al pediatra di portare alla luce le situazioni di disagio psicologico, i comportamenti a rischio, il consumo di sostanze e di alcol, l’abuso delle nuove tecnologie, l’abitudine al fumo.

Inoltre con i bilanci di salute dal pediatra, dai primi anni fino all’adolescenza, è possibile seguire anche lo sviluppo scheletrico, distinguendo gli aspetti evolutivi normali da quelli patologici, molto più rari, come ad esempio le deviazioni anomale della colonna (scoliosi, cifosi), che vanno differenziate dagli atteggiamenti posturali scorretti, o come il piede piatto-valgo “vero” che è tutt’altra cosa rispetto al comune piede piatto lasso infantile, condizione frequente e assolutamente normale nei primi anni di vita.

Altro aspetto di grande importanza è la sorveglianza dello sviluppo psicomotorio, il cui corretto andamento si valuta sia utilizzando le informazioni raccolte dai genitori che con l’osservazione del comportamento del bambino durante la visita; nei primi tre anni il pediatra valuta i movimenti spontanei del bambino, il raggiungimento delle varie tappe motorie, le capacità di comprensione, la comunicazione con i genitori e con gli altri bambini, lo sviluppo del linguaggio e la presenza di eventuali segni di allarme che facciano sospettare uno sviluppo anormale.

I bilanci di salute dal pediatra consistono anche in un momento insostituibile di prevenzione (che in tal caso si chiama “primaria”) basato sull’educazione alla salute, vale a dire sul suggerimento dei migliori comportamenti e stili di vita. Per fare qualche esempio, nei bilanci del primo anno il pediatra suggerisce l’uso della vitamina D, illustra e raccomanda le vaccinazioni, sostiene la pratica dell’allattamento al seno, promuove a partire dai 6 mesi di età una corretta alimentazione complementare basata sulle richieste del bambino, consiglia fin dai primi mesi di vita la lettura ad alta voce, informa circa la prevenzione degli incidenti in casa e in strada.

In tutte le età, dal neonato (ma potremmo dire dal concepimento) all’adolescenza, fondamentale importanza riveste l’educazione del bambino e della famiglia a un’alimentazione completa e varia, oltre che a uno stile di vita salutare, né bisogna dimenticare l’opportunità di utilizzare il momento del bilancio per fare educazione sessuale e per informare sui rischi legati alle dipendenze.

Ma i bilanci servono anche ad altro: oltre che permettere al pediatra e ai genitori di stabilire, rafforzare e mantenere il reciproco rapporto di fiducia, questi incontri periodici rappresentano un momento fondamentale per sostenere e rafforzare il ruolo dei genitori.

A questo proposito il pediatra si pone in ascolto dei genitori, ne rinforza l’autostima di educatori rendendoli consapevoli delle loro capacità, spesso inespresse, e li spinge a conoscere meglio le competenze specifiche del proprio bambino, aiutandoli a dare le risposte più adeguate alle sue richieste e a utilizzare tutte quelle pratiche e quei comportamenti che possano favorire al meglio il suo sviluppo.

In questo senso, pertanto, i bilanci di salute non andrebbero tanto definiti e considerati come semplici “visite” ma piuttosto come occasioni per imparare a conoscere il proprio bambino e avere l’opportunità di diventare dei genitori ancora migliori.

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Paolo Moretti

pediatra, esercita la professione di pediatra di famiglia a Padova. È presidente dell’Associazione Culturale Pediatri di Venezia e collabora come volontario con la onlus “Rafiki - Pediatri per l’Africa”.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 06/02/2024
Immagine in apertura Daniela Jovanovska-Hristovska / iStock

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