Convulsioni nei bambini: cosa fare e quando preoccuparsi

Le convulsioni sono uno dei disturbi neurologici più comuni nei bambini. Sono eventi che creano molto spavento e preoccupazione, eppure spesso sono manifestazioni benigne e facilmente gestibili dopo un’adeguata informazione.

Federico Loi , pediatra
bambino svenuto sul pavimento

Le convulsioni sono uno dei disturbi neurologici più comuni nei bambini. Sono il risultato di un’attività elettrica anomala del cervello che può causare vari sintomi, come perdita di coscienza e contrazioni muscolari violente. Queste possono essere spaventose per i genitori, ma non sempre indicano una condizione grave. 

Il nostro cervello è formato da miliardi di cellule, dette neuroni, che comunicano tra loro e si scambiano informazioni tramite degli impulsi elettrici. Se per qualche motivo le comunicazioni diventano improvvisamente caotiche e disordinate, il risultato è una perdita di controllo del corpo e dei suoi normali comportamenti, come un blackout. 

La  “crisi epilettica”  è un insieme di sintomi neurologici dovuti a un’attività elettrica anomala ed eccessiva che interrompe il funzionamento del cervello. Le crisi epilettiche possono coinvolgere tutte le cellule del cervello (crisi generalizzate) o solo alcune porzioni (crisi focali).

Sono eventi che creano molto spavento e preoccupazione, ma è importante sapere che molti degli episodi di convulsioni nei bambini, soprattutto le “convulsioni febbrili”, sono manifestazioni benigne e facilmente gestibili dopo un’adeguata informazione. Questo articolo offrirà una panoramica, spiegando quando preoccuparsi delle convulsioni, come riconoscerle e come gestirle. 

Come si riconoscono le convulsioni 

Le convulsioni o crisi convulsive, sono una delle manifestazioni delle crisi epilettiche. Sono caratterizzate da contrazioni muscolari involontarie, violente e caotiche di alcuni gruppi muscolari (nel caso delle crisi parziali) o di tutto il corpo (crisi generalizzate). 

I sintomi delle convulsioni nei bambini possono essere tanti e può essere difficile capire se un movimento “strano” fatto da un bambino sia realmente una crisi epilettica o un evento non epilettico. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che circa un quarto dei bambini con un “primo episodio convulsivo” non ha avuto veramente un evento epilettico.

Nei neonati e nei bambini piccoli si possono osservare molti movimenti, brividi, tremori o altre manifestazioni che somigliano a delle crisi epilettiche ma che spesso sono normali per l’età

É dunque importante conoscere le caratteristiche delle convulsioni nei bambini, per poter riconoscere e saper descrivere una crisi al personale sanitario che verrà in nostro soccorso. Alcuni dei sintomi più comuni includono:

  • perdita di coscienza: il bambino non risponde agli stimoli esterni;
  • caduta improvvisa;
  • rigidità muscolare: contrazione generalizzata dei muscoli. Sono convulsioni toniche;
  • movimenti involontari e ritmici delle braccia e delle gambe: contrazioni muscolari ripetitive, dette scosse cloniche;
  • sguardo fisso od occhi che muovono in una direzione: il bambino può sembrare assente o avere occhi fissi in un punto;
  • salivazione abbondante;
  • incontinenza urinaria;
  • cianosi (colorazione blu della pelle, spesso evidente sulle labbra): dovuta alla mancanza temporanea di ossigeno;
  • fase post critica: una fase più o meno lunga dopo la crisi convulsiva, caratterizzata da confusione, stanchezza, mal di testa e altri sintomi neurologici momentanei.

Le convulsioni nei bambini si possono manifestare con una combinazione di tutti i sintomi elencati, classicamente con delle crisi tonico-cloniche: perdita di coscienza, una fase di contrazione tonica dei muscoli e una fase di scosse cloniche e ripetitive. Quasi sempre, alla fine di una crisi convulsiva, si accompagna una fase post critica, con confusione e sonnolenza.

Perché vengono le convulsioni ai bambini?

Molto spesso non è possibile capire perché il bambino ha le convulsioni. Capita infatti che un episodio possa verificarsi in modo sporadico o casuale, senza che si ripeta più nel corso della vita. Anche se sono disponibili vari esami e accertamenti approfonditi, frequentemente la causa rimane ignota. In linea generale possono anche essere provocate da tutte le condizioni che alterano le normali comunicazioni tra le cellule del cervello, quali ad esempio:

  • deficit di zuccheri (ipoglicemia);
  • intossicazioni da varie sostanze (ad es. farmaci, droghe ecc.);
  • danni cerebrali dovuti a malattie, infezioni o lesioni (comprese quelle acquisite alla nascita);
  • sindromi genetiche.

Tra i possibili motivi delle convulsioni nei bambini, il più frequente è la febbre. Le convulsioni febbrili sono molto comuni in età pediatrica, colpiscono bambini perfettamente sani solitamente tra i 6 mesi e i 5 anni di età. 
Anche se l’evento sembra drammatico, è importante sottolineare per una maggiore tranquillità che:

  • la maggior parte delle convulsioni febbrili sono episodi benigni;
  • si verificano in concomitanza con la febbre, ma non sono causate da un’infezione cerebrale;
  • non causano danni neurologici permanenti;
  • non aumentano significativamente il rischio di epilessia nel futuro;
  • non è necessario combattere aggressivamente la febbre pensando di evitare le convulsioni (potrebbero comparire con la stessa probabilità con  febbre bassa come con temperature molto elevate). 

In altre parole, sono eventi benigni, imprevedibili e per cui non è possibile adottare delle strategie preventive. Per questo motivo, secondo le raccomandazioni del National institute for health and care excellence, i farmaci antipiretici non prevengono le convulsioni febbrili e non devono essere usati solo a questo scopo, ma con il fine di ridurre i sintomi di malessere correlati alla febbre.

Cosa fare se il bambino ha le convulsioni

Assistere a una crisi epilettica è un’esperienza che mette a dura prova la lucidità di chiunque. Sono spesso pochi istanti ma possono sembrare un’eternità. Per mantenere la calma in quei momenti è molto importante conoscere quali sono gli atteggiamenti corretti da assumere e sapere cosa fare in caso di convulsioni:

  • chiamare aiuto ad alta voce e cercare di capire cosa sta succedendo. In assenza di persone nelle vicinanze chiamare il numero di emergenza e mettere in vivavoce;
  • guardare l’orologio per capire la durata dell’evento: stimare con precisione la durata è essenziale;
  • posizionare il bambino per terra e su un lato: in modo che se vomita o produce saliva in eccesso, non soffochi;
  • rimuovere oggetti pericolosi: spostare oggetti duri o taglienti lontano dal bambino, allentare se possibile gli indumenti stretti (camicia, cintura);
  • osservare le caratteristiche del fenomeno: le scosse sono simmetriche? La testa è deviata da un lato? Come si comportano gli occhi? 
  • rimanere vicino al bambino sino alla fine della crisi (generalmente spontanea).

Se la crisi è protratta è possibile somministrare dei farmaci che bloccano le convulsioni (ad es. diazepam endorettale). Questi sono degli strumenti che vengono consegnati alle famiglie con bambini che hanno presentato delle crisi, dopo una accurata spiegazione delle modalità e tempistiche di utilizzo. 

Come è importante sapere come intervenire, è altrettanto importante sapere cosa non fare in caso di convulsioni. Alcuni nostri interventi possono infatti essere inutili o addirittura pericolosi per il bambino. Ad esempio:

  • non pensare di poter gestire tutto da soli: nelle emergenze è sempre essenziale chiamare aiuto;
  • non va tirata fuori la lingua del bambino: la bocca e i denti sono chiusi o si possono chiudere improvvisamente, si rischia di provocare ferite e sanguinamenti pericolosi;
  • non inserire nulla in bocca né forzare l’apertura: mettere oggetti in bocca può causare danni ai denti o al cavo orale;
  • non tentare di trattenere i movimenti convulsivi: lasciare che la convulsione faccia il suo corso, cercando solo di proteggere il bambino da eventuali lesioni.

Dopo una crisi, è importante eseguire una approfondita valutazione pediatrica ed una consulenza con il neuropsichiatra infantile. In base alle caratteristiche dell’evento, si potranno eseguire alcuni accertamenti per determinare la causa delle convulsioni, tra cui:

  • esami del sangue: per escludere infezioni o anomalie metaboliche;
  • elettroencefalogramma (EEG): per valutare l’attività elettrica del cervello;
  • risonanza magnetica (RM) o tomografia computerizzata (TAC): per identificare eventuali anomalie strutturali nel cervello.

Nelle convulsioni febbrili, se l’episodio è avvenuto in un bambino con la febbre, di età compatibile e con una crisi generalizzata della durata di pochi minuti, gli accertamenti non saranno necessari di routine,  ma solo in casi selezionati.
Le forme che invece meritano sempre una valutazione più attenta e che necessitano di approfondimenti sono: 

  • convulsioni febbrili complesse, cioè diverse da quelle che si verificano normalmente (durata > 15 minuti, più episodi nelle 24h, scosse che non coinvolgono tutto il corpo ma solo un distretto muscolare);
  • convulsioni non associate alla febbre;
  • più episodi di convulsioni senza febbre, per cui si può parlare di epilessia.

Quando assistiamo ad una manifestazione che può sembrare una crisi convulsiva, è molto difficile descriverne le caratteristiche quando l’evento si è concluso. Risulta quindi utile filmare tutti i movimenti “strani” che si possono osservare nei bambini, in modo da avere un video da mostrare agli specialisti. Questo può aiutarli a determinare se si tratta di convulsioni reali o di movimenti normali e non preoccupanti.

Le convulsioni in età pediatrica, in particolare le convulsioni febbrili, sono un evento comune che può causare un grosso spavento nei genitori. Tuttavia, la maggior parte di queste manifestazioni è benigna e non porta a problemi di salute a lungo termine. Comprendere i sintomi, sapere come intervenire in caso di convulsioni e consultare il pediatra per una corretta diagnosi sono passi fondamentali per gestire efficacemente questa condizione. 

Con le giuste informazioni e supporto, i genitori possono affrontare queste situazioni con maggiore serenità e sicurezza.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 30/08/2024 e aggiornato il 30/08/2024
Immagine in apertura burcu saritas / iStock

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