Globuli bianchi alti in gravidanza: a cosa fare attenzione?

L’aumento dei globuli bianchi nel sangue è fisiologico durante la gravidanza, poiché nell’arco dei nove mesi aumenta la massa del sangue, così come i suoi componenti corpuscolari. Se però i valori oltrepassano i limiti di un certo range, il professionista che segue la gestazione potrebbe consigliare eventuali indagini più approfondite

Francesca Finiguerra , ostetrica

Tra i tanti cambiamenti che una donna attraversa durante il decorso della propria gravidanza ci sono anche le modificazioni che riguardano l’apparato cardiocircolatorio e, in particolare, i componenti del sangue che circola. Avere i globuli bianchi alti in gravidanza è un evento abbastanza comune, ed è una condizione innocua se ciò rientra in un range considerato fisiologico. Ma è sempre bene valutare tale condizione con il professionista che segue la gestante, poiché osservando i valori ed eventuali sintomi sarà possibile determinare eventuali stati patologici e, di conseguenza, il giusto piano terapeutico. 

Cosa sono i leucociti?

Cosa sono i leucociti?  Comunemente chiamati “globuli bianchi”, sono una famiglia di cellule prodotte dal midollo osseo che si trovano nel circolo sanguigno di tutti gli individui, in quantità variabile: in un individuo sano i leucociti sono tra i 4.000 e i 10.000 per mm3. Queste cellule svolgono un ruolo importante nei meccanismi di difesa dell’intero organismo. 

Quali sono i leucociti? Nell’esame emocromocitometrico (emocromo) si rilevano tante cellule contenute all’interno del sangue, tra queste anche i globuli bianchi, che si dividono in tanti tipi, come neutrofili, monociti e linfociti. Ognuna di queste sottocategorie svolge un proprio ruolo nella difesa dell’organismo.

L’aumento dei globuli bianchi è variabile da individuo a individuo. Cerchiamo di capire da cosa dipende. 

Leucociti alti in gravidanza: le cause

La gravidanza comporta numerose modificazioni fisiologiche nell’organismo femminile, dovute proprio allo stato gravidico e alla crescita del piccolo in utero. Tra queste, quelle che riguardano la composizione del sangue: i leucociti, infatti, hanno un valore più alto in gravidanza che oscilla tra i 10.000 e i 15.000 per mm3, e ad aumentare sono soprattutto i neutrofili perché l’organismo è sotto stress per tutte le novità che attraversa. Altre categorie di globuli bianchi, invece, non si modificano particolarmente, come i monociti e gli eosinofili. 

Quindi, eseguendo l’emocromo durante i mesi di gravidanza, la donna potrà osservare variazioni dei valori del tutto fisiologici dovute alle modificazioni dell’organismo. Ma questi valori, come già accennato, devono rimanere all’interno di un range. Se dovessero andare oltre, il professionista sanitario che segue la gravidanza potrebbe consigliare eventuali indagini più approfondite. In generale, le cause dei globuli bianchi alti in gravidanza riguardano infezioni varie, stati di infiammazione o in generale di patologia. Una volta individuata la causa, anche in base ai sintomi e ai fastidi riferiti dalla donna, sarà possibile intervenire mediante il trattamento più appropriato.

Globuli alti in gravidanza: i sintomi

Per quanto riguarda i sintomi della leucocitosi, è importante sottolineare che l’incremento del numero dei globuli bianchi in gravidanza è fisiologico perché, durante i nove mesi, aumenta la massa del sangue e così i suoi componenti corpuscolari. Pertanto, a meno che non sia in corso un’infezione o un’infiammazione, non ci sono particolari sintomi legati ai globuli alti.

I monociti si modificano leggermente durante le prime settimane di gravidanza, ma tendenzialmente tra le otto e le 40 settimane rimangono invariati: da valori preconcezionali di 0,2 – 0,8 x 109/litro di sangue si alzano fino a 0,3 – 1,1 x 109/litro. Monociti più alti di questi valori fisiologici indicano il fatto che il sistema immunitario sta combattendo contro una patologia infettiva acuta in corso. 

Quando preoccuparsi?

Durante la gravidanza, la gestante esegue diversi esami del sangue, tra cui l’emocromo. Ogni volta che i referti vengono ritirati, è bene confrontarsi con il professionista sanitario (medico di medicina generale, ostetrica o ginecologo), così da valutare insieme i risultati, senza basarsi unicamente sui range descritti nei referti, che sono certamente dei riferimenti utili, ma in quanto universali non tengono conto della specificità di ogni donna in gravidanza.

Ma quindi, quando preoccuparsi? Abbiamo visto che non occorre allarmarsi se i valori del sangue sono alterati e lo stesso vale per i valori alti dei globuli bianchi, poiché non sempre questo è sintomo di anomalie o patologie. Pertanto, il confronto con il professionista, che si basa sui referti e sui segnali riferiti dalla donna, è fondamentale per sondare ogni eventuale preoccupazione della gestante o della coppia in merito.

Bibliografia
  • Marina Bentivoglio, Giuseppe Bertini, Anatomia umana e istologia – II edizione, Edizioni Minerva Medica, 2010, pp. 84-87.
  • AA.VV., Ginecologia e Ostetricia – Volume 2, SEU, Roma, 2017, pp 62-63.
  • AA.VV., White blood cells in pregnancy: reference intervals for before and after delivery, «Elservier», 2021.
  • AA.VV., Neutrophil Diversity in Health and Disease, «Special Issue: New Advances in Neutrophil Immunity», luglio 2019, vol. 40, issue 7, pp. 565-583.

 

Articolo pubblicato il 10/11/2023 e aggiornato il 16/04/2024
Immagine in apertura Topalov / iStock

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