Massaggio infantile, a cosa serve e come farlo

Questa pratica ha moltissimi benefici sullo sviluppo del bambino e sulla relazione con i suoi genitori, oltre a favorire il rilassamento e l’acquisizione del ritmo sonno-veglia nel neonato o nel lattante

Sara Conterno , insegnante AIMI
Federica Martinelli , Insegnante AIMI
Massaggio infantile su un neonato

Il massaggio infantile è una tradizione presente in molti Paesi del mondo, negli ultimi anni riscoperta anche in Occidente grazie a studi scientifici che ne hanno dimostrato la grande utilità. Il massaggio proposto da AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile, “ramo” nostrano dell’International Association of Infant Massage, IAIM) integra il massaggio tradizionale indiano con elementi del massaggio svedese e della riflessologia. Al termine dell’insegnamento vengono proposti alcuni “movimenti dolci” ispirati alla pratica dello yoga.

Ma a cosa serve il massaggio infantile? Fin dalla nascita il contatto pelle a pelle rappresenta per ogni neonato una vera e propria fonte di “nutrimento”, così come il latte materno. Massaggiare il proprio bambino significa imparare a leggere i suoi segnali e instaurare con lui un dialogo profondo che va al di là delle parole. Molti studi scientifici eseguiti in tutto il mondo confermano l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del piccolo a livello fisico, psicologico ed emotivo.
Ma come fare il massaggio infantile?

A cosa serve il massaggio infantile e come farlo?

Il massaggio infantile permette ai genitori e ai caregivers di conoscere sempre meglio il proprio bambino e di poter dunque rispondere in maniera più appropriata ai suoi bisogni.

I genitori possono imparare facilmente come fare il massaggio infantile partecipando a un corso, che in genere si svolge in cinque incontri a cadenza settimanale della durata di circa un’ora e mezza l’uno. Può essere svolto in gruppo (al massimo otto bambini e i rispettivi genitori), oppure individualmente. Il corso di gruppo è anche un momento di confronto, sostegno e aiuto reciproco tra genitori. La condivisione di questo particolare momento può creare legami profondi fino a stabilire amicizie durature.

Durante il corso, l’insegnante fornisce ai genitori alcune indicazioni sul massaggio infantile e mostra loro come effettuare la sequenza dei movimenti aiutandosi con un bambolotto. A seguire, i genitori ripetono la sequenza sul proprio bambino, sempre però nel rispetto dei bisogni e delle esigenze di quest’ultimo: non è necessario che ci riescano subito, soprattutto se il piccolo non sembra ben disposto, quello che conta è che riusciranno a utilizzare il massaggio come strumento di comunicazione una volta tornati a casa.

Ma come si fa a capire se un bambino è disponibile o meno a ricevere il massaggio? Sono segnali positivi l’espressione ricettiva, uno sguardo luminoso, il respiro regolare e movimenti degli arti calmi e rilassati. Al contrario, sono segnali di non disponibilità il sonno, il pianto, il fatto che il piccolo distolga repentinamente lo sguardo dal genitore o che muova velocemente gli arti. Ad ogni modo, un elenco dettagliato di queste voci è difficile da individuare ed è più giusto parlare di un insieme di segnali che il genitore impara a leggere durante il corso sul massaggio infantile. La cosa importante da ricordare è che, prima di cominciare il massaggio, i genitori devono mettersi in ascolto dei segnali di disponibilità del bambino, promuovendo così un dialogo che viene molto facilmente riconosciuto dal neonato come efficace e tranquillizzante, un dialogo fatto di gesti, pause, suoni, sguardi e di tutte le informazioni non verbali che la vicinanza e il contatto permettono. 

Quando si può fare il massaggio infantile?

Fino a quanti mesi si può fare il massaggio infantile? Questa pratica viene consigliata nel periodo di età 0-12 mesi (per ciascun bambino i tempi di attenzione e sviluppo sono unici, ecco perché il range comprende tutto il primo anno di vita), anche se non esiste una vera e propria età più giusta per il massaggio infantile: una volta appresa questa modalità di comunicazione profonda, potrà continuare anche per tutta la vita!

Il massaggio infantile comporta eventuali controindicazioni? Non essendo una tecnica, non ci sono particolari rischi. Giusto in caso di specifiche patologie – come ad esempio malattie esantematiche, ipertermia di qualsiasi origine – oppure recenti interventi chirurgici, si consiglia di mettere al corrente il proprio pediatra della decisione di voler frequentare un corso.

Il massaggio infantile offre al bambino la possibilità di un’esperienza di contatto positiva e rassicurante, strumento che può rivelarsi molto utile in situazioni particolari, come quelle dell’adozione o dell’affido, poiché aiuta a creare una reciproca conoscenza corporea e contiene tutti gli elementi del legame di attaccamento (vicinanza, calore, contatto). 

Quando non fare il massaggio infantile, invece? Come già detto, ogni volta che il bambino ci manda segnali di indisponibilità, quando sta dormendo o piangendo; quando, cioè, non è pronto a questo momento di profondo scambio di emozioni. A tal proposito va ricordato che durante il massaggio ci sono molte pause e che sarà l’interazione continua con il bambino a indicare al genitore quando proseguire e quando fermarsi. Facciamo un esempio. Giorgio sta massaggiando il piccolo Pietro. D’un tratto il bimbo comincia a piagnucolare e apre improvvisamente le braccia. Forse lo stimolo è stato troppo intenso, pensa Giorgio. Le sue mani allora si fermano sul torace del piccolo comunicando calore e tranquillità. Gli occhi di Pietro tornano a incrociare quelli del papà, il bambino sorride e Giorgio ricomincia il massaggio.

Tutti i vantaggi del massaggio infantile

Quali sono i benefici del massaggio infantile? Questa pratica aiuta il bambino nella conoscenza del proprio schema corporeo e lo aiuta a coordinare i movimenti.

Tra i vantaggi del massaggio infantile c’è anche il rilassamento. Il movimento ritmico delle mani del genitore e la ritualità dei gesti facilitano l’acquisizione del ritmo sonno-veglia e aiutano il bambino a scaricare le eccessive stimolazioni. Durante il massaggio aumenta la produzione di endorfine, ossitocina e prolattina e si abbassano invece i livelli di ACTH, cortisolo e noradrenalina (ormoni legati allo stress). Inoltre, il contatto fra una mamma e il suo bambino favorisce la produzione di prolattina e ossitocina, facilitando di conseguenza l’allattamento.

Il massaggio infantile è anche di grande sollievo nello stato di agitazione serale spesso presente nei primi mesi di vita (le cosiddette coliche del neonato); è prevista anche una specifica sequenza dedicata proprio a questa problematica. 

All’interno del programma di massaggio infantile sono inclusi tutti gli elementi che favoriscono il bonding, cioè il processo di attaccamento fra i genitori e il loro bambino. Il massaggio facilita lo scambio di messaggi affettivi e fa sentire il piccolo sostenuto, amato e ascoltato. Contemporaneamente aiuta i genitori a riconoscere i segnali inviati dal loro bambino e rafforza così la loro capacità di sentirsi competenti.A.I.M.I. da più di trent’anni promuove in Italia corsi di massaggio per i bambini e i loro genitori e si occupa di formare nuovi insegnanti che possano portare alle famiglie questa pratica. Con il massaggio possiamo sostenere, proteggere e stimolare la crescita e la salute dei nostri piccoli. È un mezzo privilegiato per comunicare ed essere in contatto con loro. «Congiungi il tuo cuore a quello del tuo bambino. Toccalo con le mani, con gli occhi, con il cuore e lascia che si unisca al mondo che vive e respira» (Vimala McClure). [1]

Note
[1] Vimala McClure, Massaggio al bambino messaggio d’amore, Bonomi Editore, 2019
Bibliografia
  • Laura Crucianelli, Il contatto indispensabile, «Internazionale», 11 febbraio 2021. 
  • Mona Elgohail Ph. D., Pamela A. Geller, The power of touch: benefits of infant massage for infants and their parents, «Neonatology Today», maggio 2021.
  • John Bowlby, A Secure Base, Psychology Press, 1988.
  • Berry Brazelton, Touch points, Wesley Publishing Co., Reading, MA, 1992.
  • Mariana Caplan, Toccare è vivere: il bisogno di affetto genuino in un mondo impersonale, Prescott, AZ Holm Press, 2004.
  • Tiffany Field, Touch, Bradford Books, 2001.
Articolo pubblicato il 05/06/2023 e aggiornato il 07/06/2023
Immagine in apertura brusinski / iStock

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