Autismo come malattia sociale: finalmente una legge

Per malattia sociale si intendono tutte quelle malattie di cui la società deve farsi carico. Con questa nuova legge anche l'autismo si trova, finalmente, tra queste

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Vincenzo Calia , pediatra e fondatore di Uppa

Finalmente una legge che riconosce l’autismo come malattia sociale.
Una volta, tanti anni fa, quando la considerazione in cui erano tenuti i bambini era minore di oggi, i soggetti autistici (che esistevano eccome) venivano semplicemente emarginati dalle famiglie e fatti sparire dentro i manicomi, dove finivano per  trascorrere la vita intera. E così il problema sembrava non esistere. Poi le cose sono cambiate, la medicina ha fatto progressi e l’assistenza sanitaria è diventata più puntuale.

Una nuova epoca dopo la chiusura dei manicomi

Nel frattempo i manicomi erano stati chiusi e il dramma dell’autismo venuto alla luce: questi bambini erano pur sempre figli e avevano genitori che comunque li amavano e cercavano di curarli. Genitori che fra mille difficoltà orientavano la vita di tutta la famiglia in funzione del figlio e che, talvolta, si svenavano alla ricerca di cure improbabili o si dannavano l’anima perché colpevolizzati da strane teorie che addossavano proprio a loro la responsabilità del figlio malato.
I servizi di assistenza all’infanzia fornivano un supporto, spesso insufficiente, ma comunque prezioso. Poi, come tutti i bambini, diventavano grandi. Una volta raggiunta la maggiore età, i soggetti autistici venivano abbandonati a sé stessi, con le conseguenze che si possono immaginare.

I meriti della nuova legge

Il merito di questa legge è quello di inserire l’autismo fra le malattie sociali, cioè fra quelle malattie della cui gestione tutta la società deve farsi carico.

Certo, per ora è solo un primo passo e bisognerà attendere l’attuazione della legge, ma è comunque un fatto molto importante che non possiamo non apprezzare, anche se siamo rimasti stupefatti dall’enfasi con cui la legge parla delle diete speciali per i soggetti autistici. Non ci risulta infatti che l’efficacia della terapia dietetica dell’autismo sia stata dimostrata da evidenze scientifiche.

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Vincenzo Calia

pediatra e giornalista, ha esercitato per quarant’anni come pediatra di famiglia nel Servizio Sanitario Nazionale e ha fondato nel 2001 il bimestrale per i genitori «Un Pediatra Per Amico», che ha diretto per 16 anni. Attualmente è un pediatra libero professionista.

Articolo pubblicato il 06/08/2015 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura zlikovec / iStock / Getty Images Plus

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