Come si misura la febbre?

Vediamo quale termometro scegliere e ogni quanto usarlo

Immagine per l'autore: Vincenzo Calia
Vincenzo Calia , pediatra e fondatore di Uppa
Primo piano di un termometro e lattante sullo sfondo

Il bambino ha un po’ di acetone e, soprattutto, scotta. Come misurargli correttamente la febbre?

Quale tipo di termometro?

Vi sconsigliamo di investire una cinquantina di euro per l’acquisto di uno strumento elettronico che vi regalerà solo ansie (termometri a infrarossi e simili): spendetene quattro o cinque per comprare un termometro digitale a bulbo, l’unico rimasto che funzioni quasi come quello a mercurio. Misurate la temperatura “esterna” se è possibile: all’inguine o sotto l’ascella. E se non è possibile, nel culetto, ma ricordatevi che dovete sottrarre almeno mezzo grado!

E i tempi?

Non ci sono regole, o meglio qualche regola c’è: non state sempre lì con il termometro pronto, non precipitatevi a verificare se la medicina ha fatto scendere la febbre, non svegliatevi di notte (e soprattutto non svegliatelo!).

Ricordatevi: misuriamo, ed eventualmente abbassiamo, la febbre solo per alleviare un fastidio, non per scongiurare un pericolo. Se per alleviare questo fastidio al bambino dobbiamo procurargliene uno maggiore (per esempio irritargli il culetto a furia di infilare il termometro, oppure svegliarlo in piena notte), che vantaggio c’è?

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Vincenzo Calia

pediatra e giornalista, ha esercitato per quarant’anni come pediatra di famiglia nel Servizio Sanitario Nazionale e ha fondato nel 2001 il bimestrale per i genitori «Un Pediatra Per Amico», che ha diretto per 16 anni. Attualmente è un pediatra libero professionista.

Articolo pubblicato il 24/06/2013 e aggiornato il 22/09/2022

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