Per curare il mal di pancia basta poco

Soluzione reidranti e alcune piante, come il tè possono essere sufficienti a curare una gastroenterite, senza ricorrere all’uso di medicine

Immagine per l'autore: Vitalia Murgia
Vitalia Murgia , pediatra e formatrice
bambino soffre di mal di pancia

I bambini soffrono spesso di diarrea acuta (quella a insorgenza improvvisa e di durata breve) che può essere accompagnata da vomito anche intenso, sintomi perlopiù di una gastroenterite virale. Infatti, sono i virus la prima causa di diarrea acuta in un bambino. In Italia nel 50-60% dei campioni di feci di bambini che soffrono di diarrea acuta è stato isolato uno specifico virus, il rotavirus. Questo virus, invece, non è più il principale responsabile della diarrea acuta nei Paesi dove è stata adottata la vaccinazione universale nei suoi confronti. Altri virus responsabili di diarrea, soprattutto in inverno sono i norovirus.

Attenzione alla disidratazione

I virus danneggiano la mucosa dell’intestino, le impediscono di assorbire acqua e nutrienti, facilitano la perdita di liquidi e sali (cloruro di sodio soprattutto) causando diarrea. In un certo numero di casi il bambino può disidratarsi, cioè perdere una parte importante dell’acqua e dei sali che mantengono in equilibrio l’organismo. Il rischio di disidratazione nei bambini è maggiore nei primi anni di vita rispetto agli adulti. La gastroenterite è la prima causa di ricovero ospedaliero in età pediatrica in Italia. Molti di questi ricoveri, però, potrebbero essere evitati, mettendo in atto alcuni semplici accorgimenti a casa. Vediamo quali:

  • Se il bambino mostra segnali di fame, deve essere alimentato regolarmente anche durante la reidratazione; non ha senso protrarre il digiuno oltre le quattro-sei ore dall’inizio della reidratazione. Se è allattato al seno deve poter succhiare tutte le volte che richiede.
  • Occorre poi far recuperare all’organismo l’acqua e i sali perduti somministrando la soluzione reidratante orale che contiene 60 mEq (1380 mg) di sodio per litro; l’acqua da sola, infatti non basta. Per ogni episodio di diarrea, la dose minima sarebbe di 50-100 ml di soluzione salina (circa un quarto la metà di un comune bicchiere) ai bambini sotto i 2 anni, mentre ai bimbi più grandi se ne possono dare 100-200 ml (circa tre quarti o un intero bicchiere), ma se il bambino riesce può berne anche di più.
  • I liquidi vanno offerti al bambino in piccole quantità, uno o due cucchiaini per volta, e continuativamente.
  • Nella stragrande maggioranza dei casi, non servono antibiotici o altri farmaci, tranne il paracetamolo se c’è febbre elevata.

L’aiuto dalle piante

Le piante medicinali che tradizionalmente sono state usate per il trattamento della diarrea hanno numerosi effetti: antinfiammatorio, “astringente”, antisecretorio (cioè inibiscono la perdita di acqua e sali a livello intestinale e ne favoriscono il riassorbimento), lenitivo ed emolliente. La classe di sostanze naturali più interessante in questo senso sono i tannini. Essi sono presenti in numerose piante medicinali come il tè (Camellia sinensis L.), il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.), la Potentilla (Potentilla erecta L.), la Agrimonia (Agrimonia eupatoria L.).

Cosa fanno i tannini? Innanzitutto agiscono a livello delle mucose prevalentemente per contatto e non vengono assorbiti, cosa che li rende abbastanza sicuri nell’uso. Il loro effetto più noto è la protezione delle mucose sofferenti dalle aggressioni dei microbi e da parte di sostanze irritanti/tossiche. I tannini hanno la capacità di legarsi alle proteine esposte sulle mucose danneggiate, formando uno strato protettivo temporaneo sulle lesioni e favorendone una guarigione più veloce. Riescono anche a limitare la perdita di acqua e sali a livello dell’epitelio intestinale e a legare tossine e batteri impedendo che continuino a danneggiare la mucosa.

Gli effetti dei tannini

Un effetto antinfiammatorio a livello intestinale può essere ottenuto dalle piante ricche in flavonoidi come tè e mirtillo, già nominati in precedenza, e altre come Camomilla (Matricaria chamomilla L.), Zenzero (Zingiber officinale Roscoe), Curcuma (Curcuma longa L.). Della camomilla, dello zenzero e della curcuma sono stati dimostrati sia l’effetto antiossidante (cioè la capacità di neutralizzare i radicali liberi nei tessuti infiammati), sia quello antinfiammatorio (cioè limitano la produzione di sostanze infiammatorie). Camomilla, zenzero e curcuma esplicano le loro azioni benefiche soprattutto a livello dell’apparato gastrointestinale, e sono utili in tutte le forme di infiammazione acute e croniche come semplici gastriti, gastroenteriti, coliti. La camomilla contiene anche mucillaggini, sostanze che hanno un importante effetto emolliente sulle mucose infiammate dello stomaco e dell’intestino (abbiamo parlato della somministrazione della camomilla ai neonati in questo articolo). Lo zenzero, inoltre, ha un’azione antivomito dimostrata anche da studi sull’uomo, e può essere molto utile nelle forme di infezione intestinale. Hanno un effetto benefico sulla diarrea anche i semi di psillio (Plantago ovata FORSK). Sia i semi sia la cuticola che li ricoprono contengono fibre benefiche per l’intestino. Lo psillio aumenta la consistenza delle feci nelle persone che soffrono di diarrea e ha un effetto lenitivo e emolliente sulle mucose intestinali infiammate. Lo psillio sembra essere efficace sia sulla diarrea infettiva sia su quella legata all’assunzione di alcuni farmaci.

Come trattare le gastroenteriti con le piante

Innanzitutto non bisogna dimenticare che il trattamento sicuramente efficace per la diarrea è la reidratazione lenta e continuata con le soluzioni orali reidratanti, e che qualunque altro intervento è solo di supporto.

Si possono utilizzare rimedi più casalinghi come il tè con uno spruzzo di limone e massimo un cucchiaio di zucchero ogni litro.
Il tè va preparato lasciando il filtro in infusione per almeno sette minuti nell’acqua bollente per favorire la liberazione dei tannini e la riduzione del contenuto di caffeina; insomma l’infuso deve diventare scuro!

I tannini legano una buona parte della caffeina e quindi il tè perde gran parte del suo potere eccitante. Può essere utile anche il succo di mirtillo biologico senza aggiunta di zuccheri, magari diluito per renderlo più accettabile al bambino o un centrifugato di mela, banana e carota a cui si è aggiunto un pezzetto di zenzero fresco, da somministrare lentamente.

La curcuma è utile se aggiunta ai cibi, anche una punta di un cucchiaino in uno yogurt o in un po’ di succo di mela senza zucchero.
Infine si possono utilizzare preparati commerciali di buona qualità che contengano combinazioni diverse delle piante di cui si è parlato in precedenza.

Articolo pubblicato il 09/11/2020 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura ridvan_celik / iStock

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