Materiali a contatto con gli alimenti: quali rischi?

Spesso siamo noi a non seguire le raccomandazioni sul corretto utilizzo dei MOCA, ovvero gli oggetti e i materiali a contatto con gli alimenti e che ne permettono il trasporto, la cottura e la conservazione. Scopriamone di più

Mariarosaria Di Feola , nutrizionista
MOCA di plastica a contatto con fragole

In qualsiasi momento, dai campi alla tavola, il cibo è a contatto con dei materiali che ne permettono il trasporto, la cottura, il consumo o la perfetta conservazione. Confezioni, pentole, piatti, posate e ciotole varie fanno parte dei cosiddetti M.O.C.A (Materiali e Oggetti a Contatto con gli Alimenti). I MOCA rispettano le regole di sicurezza al fine di garantire salubrità al consumatore, ma dobbiamo fare la nostra parte acquisendo delle giuste regole di comportamento.

Quando il caffè non c’entra nulla: conosciamo i MOCA

Con l’arrivo dell’estate è tempo di gite fuori porta, picnic, giornate al mare con pranzo al sacco e tante altre iniziative per passare una giornata con amici e familiari. Armati di borsa frigo e contenitori vari, vi siete mai chiesti se i materiali a contatto con la vostra merenda siano o no adatti?

Senza farci caso, usufruiamo quotidianamente dei MOCA, i materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti. Sono quegli oggetti contraddistinti da uno specifico simbolo o dalla dicitura «per contatto con i prodotti alimentari».

vignetta MOCA

Sulle etichette delle confezioni troviamo anche le istruzioni da osservare per garantire un impiego sicuro. Ad esempio, l’etichettatura di contenitori e utensili in alluminio includono istruzioni come: «non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati» oppure «destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate».

Per garantire la sicurezza dei MOCA e per favorire la libera circolazione delle merci, nell’Unione europea (UE) esistono una serie di requisiti legali e forme di controllo che riguardano tutti i tipi di materiali d’imballaggio:

  • Polimeri sintetici: materie plastiche e gomme
  • Materiali cellulosici: carte, cartoni, legno, sughero, cellulosa rigenerata
  • Materiali a base silicea: ceramiche, vetro, cristallo
  • Materiali metallici: metalli e leghe, banda stagnata e cromata

I MOCA devono essere conformi alle buone pratiche di fabbricazione e non devono, in condizioni d’uso normale, trasferire componenti ai prodotti alimentari, non devono costituire un pericolo per la salute umana, né modificare la composizione o le caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari.

Ma spesso siamo proprio noi a sbagliare, non badando alle raccomandazioni sul loro corretto uso e pertanto non è raro utilizzare bottiglie di plastica per l’acqua lasciate al sole per ore, comprare pellicole e alluminio low-cost che rilasciano ftalati, pentole che disperdono metalli, ceramica decorata a mano con vernici tossiche.

Qual è il problema?

Il materiale delle confezioni destinato a venire a contatto con gli alimenti può trasferire componenti ai prodotti alimentari e in alcuni casi determinare una contaminazione dell’alimento con cui viene a contatto. La migrazione può rappresentare un pericolo per la salute umana perché le sostanze che si trasferiscono dal materiale all’alimento possono essere tossiche. L’entità della migrazione di tali sostanze dipende da una serie di fattori:

  • Natura e composizione del materiale (e delle sostanze)
  • natura e composizione dell’alimento
  • superficie di contatto
  • tempo di contatto
  • temperatura di contatto

Pensiamo ad esempio ai materiali plastici usati nell’imballaggio e nel packaging o per produrre stoviglie monouso, o ai contenitori per la conservazione domestica degli alimenti. Ebbene, per la plastica esistono sostanze che possono migrare dalle materie plastiche agli alimenti come:

  • Gli ftalati, ossia sostanze che vengono aggiunte alla plastica per aumentarne la flessibilità e la lavorabilità ma in caso di contatto con alimenti oleosi o grassi tendono a fuoriuscire e a migrare nell’alimento
  • I residui dovuti a un’incompleta reazione durante la realizzazione della plastica (monomeri, solventi, adesivi) che migrano nell’alimento. Un esempio di monomero della plastica è il Bisfenolo A
  • I prodotti di neo formazione che si originano dalla decomposizione spontanea del materiale plastico in seguito all’esposizione prolungata alla radiazione solare e al calore

Se invece pensiamo a carta e cartone destinati al trasporto di alimenti nel campo della ristorazione veloce (cartoni da asporto per pizza, vaschette per patatine fritte), tali imballaggi vengono a contatto con alimenti umidi e grassi, favorendo il rilascio degli inquinanti e delle sostanze presenti nella cellulosa. Altre contaminazioni possono essere quelle relative all’alluminio (da vaschette e fogli d’alluminio), piombo (dal vetro), piombo e cadmio (dalla ceramica), cromo e nichel (dall’acciaio inossidabile).

Qualche buona regola da seguire

L’elenco non è esaustivo ma è un inizio per le buone norme di comportamento da assumere ed evitare qualche piccola noia futura:

  • Leggere sempre con attenzione tutte le indicazioni sulla manutenzione e sul corretto utilizzo dei materiali a contatto con alimenti, riportate in etichetta o nei libretti con le istruzioni d’uso
  • utilizzare MOCA solo per l’uso specifico per cui sono stati realizzati (riconoscere il simbolo e leggere le indicazioni)
  • evitare di graffiare i contenitori, ledendo così la patina protettiva
  • non utilizzare utensili da cucina in melammina nei forni a microonde o per la cottura
  • non utilizzare le pellicole trasparenti con cibi grassi (burro, dolci, ecc.)
  • evitare il contatto diretto di alimenti acidi o salati con fogli di alluminio
  • evitare la conservazione di alimenti in contenitori di alluminio dopo la cottura e per lunghi tempi
  • non usare le pentole antiaderenti se sono graffiate
  • non lasciare le bottiglie di plastica al sole
  • non conservare cibi nei tegami di terracotta smaltata
  • non lavare recipienti di rame o di ferro in lavastoviglie
  • aggiungere il sale grosso nelle pentole in acciaio inox solo quando l’acqua bolle
  • non utilizzare candeggina o ammoniaca per la pulizia dell’acciaio inox

Per approfondimenti, la guida Materiali a Contatto con gli Alimenti della Commisione Europea, il Parere n. 19 pubblicato il 3 maggio 2017 dal Ministero della Salute e il Regolamento (CE) n.1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo.

Mariarosaria Di Feola

biologa nutrizionista, ha svolto svariate attività lavorative nell’ambito della nutrizione. Attualmente lavora in provincia di Bolzano come libero professionista.

Articolo pubblicato il 06/07/2017 e aggiornato il 22/09/2022

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