Una rete di sostegno per la neomamma

Anche la donna più determinata vive, dopo aver partorito, un periodo di grande fatica. Per evitare inutili stress è fondamentale programmare le visite di amici e parenti, valorizzando in ogni caso il loro supporto pratico e l’importanza dell’incoraggiamento

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Giorgia Cozza , giornalista e scrittrice
Neomamma si prende cura del proprio bambino

Il bambino è nato e tutte le persone (amici o parenti) della cerchia più stretta sono emozionate e felici per la novità: non vedono l’ora di dare il benvenuto al piccolo e di offrire il loro valido sostegno. Ma come organizzarsi per tutelare l’intimità della nuova famiglia senza rinunciare all’aiuto pratico e all’incoraggiamento che possono donare gli altri? Ecco alcuni suggerimenti per creare una buona rete di supporto nelle settimane successive al parto.

Come gestire le visite

Quando nasce un bambino, in genere parenti e amici non vedono l’ora di vederlo al più presto; è più che normale (oltre che positivo) che sia così, dato che una nascita è un’occasione di grande gioia per tutti. D’altro canto, una donna che ha appena affrontato l’esperienza impegnativa del parto (ancor più impegnativa nel caso di parto gemellare) ha bisogno di tranquillità per riposare e fare conoscenza con il suo piccolo. Come fare, allora? Affinché i neogenitori vivano questi momenti senza troppa confusione intorno, sarà utile stabilire, ancor prima della nascita, un “piano d’azione”, ovvero organizzare le visite in modo da evitare l’affollamento.

In reparto o al rientro a casa?

Alcuni genitori scelgono di rimandare le visite al rientro a casa, cioè in un momento di maggiore calma, mentre altri preferiscono “presentare” il nuovo arrivato a parenti e amici durante gli orari delle visite concessi nei reparti maternità, ovvero in tempi decisamente più brevi rispetto a quelli casalinghi.

Cominciamo col dire che non ci sono soluzioni giuste o sbagliate a priori: ogni mamma si organizza nel modo che meglio risponde alle sue esigenze e alle caratteristiche della sua famiglia (che può essere numerosa o vivere lontano). La cosa importante è decidere prima il da farsi, per dare indicazioni precise ai “visitatori” ed evitare di trovarsi in situazioni che potrebbero risultare stancanti o sgradevoli.

A casa nasce la famiglia

Tornati a casa, i primi giorni sono intensi, emozionanti, faticosi. Si guarda il proprio bambino con grande tenerezza e stupore, ma bisogna fare i conti anche con tanti dubbi, incertezze e col timore di sbagliare. E poi c’è la stanchezza: occuparsi di un neonato è un impegno che richiede una disponibilità totale, giorno e notte.

Tutto è nuovo e da imparare, e c’è bisogno di un po’ di tempo e di tranquillità per sintonizzarsi con il proprio bambino e prendere confidenza con i gesti che caratterizzano l’accudimento. In questa fase, sarebbe meglio non lasciare le visite al caso, ma prendere insieme delle decisioni e darne poi comunicazione a parenti e amici, spiegando le proprie motivazioni: nessuno si offenderà se il partner (cui spetta l’importante ruolo di “filtro” tra la coppia mamma-bambino e l’esterno) chiederà di rimandare di qualche giorno le visite o se farà intendere che è meglio limitarne la durata perché la mamma deve riposare e ha bisogno di calma.

I parenti, una valida risorsa

Dopo il ritorno a casa, spesso le mamme devono accudire il proprio bambino da sole per gran parte della giornata (l’altro genitore è tornato al lavoro) e hanno dunque difficoltà a trovare il tempo per prendersi cura di sé o per le faccende domestiche; i momenti in cui il bimbo dorme o è tranquillo conviene sfruttarli per riposare.

In questa fase, una rete di supporto può rivelarsi fondamentale: una nonna che porta da mangiare, una zia che telefona prima di andare a fare la spesa per chiedere se serve qualcosa, un’amica che passa a salutare (sempre meglio accordarsi prima sull’orario, in modo da non svegliare il piccolo!) e che, con tatto e discrezione, mette un po’ in ordine, prepara la cena. Insomma, un po’ di aiuto pratico è davvero prezioso!

E se i parenti non capiscono?

È opportuno parlare con sincerità e spiegare quali sono le reali esigenze della famiglia. In genere, quando le persone vengono coinvolte e si sottolinea l’importanza del loro supporto, sono contente e anche orgogliose di rendersi utili. A volte il bisogno della mamma è proprio quello di lasciare per un po’ il bimbo a una persona fidata e concedersi così una breve pausa di riposo, una doccia, mezz’ora di relax. Ma ogni donna è diversa e sa che cosa può farla stare meglio: l’importante è non esitare a chiedere. Non bisogna dimenticare che un tempo era la norma (lo è tuttora in alcune culture) che le donne della famiglia allargata si occupassero delle incombenze domestiche, mentre la mamma si concentrava unicamente sul suo bambino.

Parola d’ordine: incoraggiamento

Non tutti i parenti e gli amici hanno la necessaria confidenza per offrire un supporto pratico alla neomamma, ma c’è un tipo di sostegno che possono garantire proprio tutti: l’incoraggiamento. Può sembrare scontato, ma non lo è affatto. Spesso, infatti, tra i visitatori c’è chi si lascia sfuggire commenti che, seppur detti con leggerezza e senza cattive intenzioni, possono ferire: «Ma sei sicura di avere latte?»; «Se piange vuol dire che il tuo latte non è nutriente!»; «Lo fai addormentare in braccio? Così lo vizi!»; «Se si sveglia di notte è perché sbagli tu». Sono solo alcuni esempi di considerazioni che possono fare molto male, tanto da indurre a dubitare di sé, tra insicurezze e timori. Il fatto di essere tanto sensibile e ricettiva permette alla mamma di comprendere i segnali del bambino e accudirlo al meglio, ma allo stesso tempo la rende più vulnerabile nei confronti dell’esterno, delle osservazioni altrui.

Se nella cerchia di parenti e amici ci sono persone che tendono a esprimersi in questo modo, occorre spiegar loro che la neomamma ha bisogno di essere sostenuta e incoraggiata. Potrebbe essere l’altro genitore a parlarne, sottolineando che possiede tutte le competenze necessarie per occuparsi al meglio del bambino e che è importante dimostrarle fiducia, stima e rispetto.

Il sostegno unito alla comunicazione sono elementi fondamentali anche per quanto riguarda un altro argomento importante dopo il parto, ovvero la ripresa dei rapporti sessuali, argomento di cui ci occupiamo in questo articolo.

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Giorgia Cozza

giornalista e scrittrice specializzata nel settore materno-infantile, è autrice di numerosi saggi per futuri e neogenitori (tra cui Bebè a costo zero, Benvenuto fratellino, I giochi più stimolanti e creativi, Allattare e lavorare si può) che sono diventati un punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all'estero, e di fiabe per bambini.

Articolo pubblicato il 15/06/2020 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura damircudic / iStock

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