In questi giorni, il tempo a disposizione da dedicare ad attività creative non manca di certo… e allora perché non fare insieme ai bambini delle bellissime sculture, ispirandosi all’attività di un celebre scultore? Si comincia guardandosi allo specchio!
Per i piccoli, mettersi di fronte a uno specchio a figura intera può rappresentare un gioco molto interessante e divertente: si possono studiare le articolazioni e le tante posizioni che sono in grado di assumere, statiche o dinamiche, bloccandosi come in un fermo immagine per interpretare delle semplici azioni quotidiane: camminare, lanciare, aspettare, correre, fermarsi…
Dopo che i bambini avranno preso confidenza con il proprio corpo e le sue capacità espressive, potete mostrare loro le opere dell’artista svizzero Alberto Giacometti, conosciuto in tutto il mondo per le sue sculture filiformi, e stimolare la loro fantasia proponendo di dare a ognuna un titolo, oppure chiedendo di “interpretare” nuove statue espressive a partire dalla posizione della figura rappresentata nella scultura, facendo osservare come, cambiando la posizione, cambia anche il senso.
Partendo dalle sculture di Giacometti, il linguaggio a disposizione sarà fatto di linee, proporzione degli spazi, tensione della forma. I bambini hanno una naturale familiarità con la stilizzazione e saranno quindi a proprio agio nel rappresentare la figura umana con le forme assottigliate tipiche dell’artista. Cominciare da piccoli pezzi di stagnola aiuta a prendere confidenza col materiale; delle figure non troppo alte non avranno problemi a reggersi anche senza un sostegno. Si potrà partire da un unico foglio di carta stagnola rettangolare, da cui ricavare due fasce per le gambe e altre tre per la testa e le braccia. Non resta che modellare poi la forma ispirandosi all’artista ma interpretando a piacere posa e significato.
Si può anche realizzare un’opera più strutturata, di dimensioni più ampie. Infatti, così come Giacometti aggiungeva materiale allo scheletro di metallo alla base della sua scultura, lo stesso possono fare i bambini con la stagnola e un supporto stabile. A questo scopo, sarà utile partire da un disegno, per avere un’idea chiara di quel che si vuole realizzare: sono sufficienti degli schizzi con poche linee per tracciare la struttura dell’opera (possibilmente da più angolazioni). A partire da questo bozzetto, si procede creando l’ossatura della scultura, ovvero una sorta di “armatura” fatta di filo di metallo morbido (da modellare con le mani o con una pinza a becco per ottenere una forma più precisa), da fissare poi su un piedistallo. Questo basamento non ha solo uno scopo funzionale ma può diventare parte dell’opera, delimitando lo spazio e creando l’ambiente in cui la figura si muove: può essere un semplice cartoncino nero oppure un parallelepipedo di legno o di polistirolo (magari recuperato da imballaggi), eventualmente ricoperto di stagnola.
L’armatura può inoltre essere irrobustita con dello scotch di carta, e il tutto sarà poi rivestito con lunghe strisce di stagnola attorcigliate intorno alla forma (lisce per un effetto lucido, stropicciate per una superficie ruvida vicina allo stile dell’artista). Con o senza armatura, in ogni caso le sculture in stagnola sono un modo semplice e immediato per far esplorare ai bambini la dimensione spaziale di un’opera. L’arte sperimentata in prima persona diventa così parte del loro vissuto: sapranno facilmente dialogare con essa e avranno un canale in più per esprimersi.